“Mollo tutto e vado via!”. Quante volte abbiamo sentito questa frase.
In questo momento di sconforto esplode la voglia di fuggire dal lavoro e dalla routine quotidiana per rifugiarsi in luoghi paradisiaci e non tornare più.
Cari amici, quando vi trovate in queste condizioni, non lasciatevi scappare l’occasione di visitare il paesino di Filettino, l’invito è rivolto a tutti.
Filettino è un piccolo paese di 500 abitanti noto per la sua accoglienza, Il paese più alto del Lazio con i suoi 1075 m s.l.m. situato nel cuore dell'Appennino Laziale e immerso nel verde del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, che onora il santissimo San Bernardino da Siena e che anche quest’anno offrirà un programma ricco di eventi e di stand enogastronomici, andate sul sito e ne saprete di più.
Il Sindaco Gianni Taurisano con i giovani filettinesi che, con il consiglio e l’aiuto degli anziani del paese, hanno scommesso sulla possibilità di continuare ad organizzare le feste che si tramandano da tempo e sulla quale l’intera comunità locale conta per ritrovarsi e mantenere vivo l’orgoglio di abitare in questo piccolo paese, che rischia come tanti paesini di non avere futuro e di continuare a spopolarsi.
Ma chi è Gianni Taurisano è una di quelle persone da cui io comprerei un'auto usata.
Ispira fiducia. L'ho incontrato per conoscere “l'altro” Gianni, quello meno politico e ne è uscita una chiacchierata diversa, poco politica ma molto personale.
Lui è uno che vive per Filettino, il paese ce l'ha nel sangue è “un filettinese per natura” e per questo dopo i Vigili del Fuoco ha scelto l’impegno per Filettino. Scopro che è anche un bravo driver, e scopro anche che le auto di un tempo gli piacciono più delle nuove. Gianni Taurisano fa fatica a definirsi ma se insisti allora ti dice che le sue qualità sono l'onestà, la passione per Filettino e l'onestà.
Lui Filettino l'ha amata dal primo momento ed è per questo che spera di riuscire a costruire un progetto importante. “Questo è davvero un bel paese, lo guardo quando esco a passeggio con mia moglie e vedo che è proprio bello - spiega - E poi qui c'è una grossa cultura montana, i filettinesi sono proprio appassionati di montagna e ti ferma per chiederti tante cose”. E lui i filettinesi li ascolta eccome. Li ascolta perché, dice, possono offrire molti spunti per migliorare Filettino.
Allora, cari amici, se cercate uno stile di vita diverso, Filettino è il miglior paese dove vivere.
Le motivazioni sono soprattutto lo stile di vita quotidiano, gli ottimi prezzi, molto più bassi che in città e le opportunità sociali che questo paese offre. L'unico inconveniente è che potreste rischiare di trovare vostri compaesani che hanno fatto la vostra stessa scelta, quindi non sarà raro sentire “anche tu a Filettino”.
Cari amici, Filettino è uno dei posti più belli del Lazio dove vivere e i filettinesi lo sanno benissimo.
Quando sono arrivato ho cominciato a capire un fatto, e cioè che tutte le cose, vengono da queste montagne: insetti, rami, foglie, qualsiasi cosa. Se il punto in cui ti immergi nel fiume Aniene è il presente, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso Roma e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese.
Il passato è a valle, il futuro è a monte.
Qualunque cosa mi riservi il destino, abita in queste montagne che ho sopra la testa.
Forse è vero, come sosteneva mia madre, che ciascuno di noi ha una quota prediletta, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene. La mia è senz’altro a 1075 metri, quello dei faggi e larici, alla cui ombra crescono Primule, Genziane, Rose Canine, Orchidee Selvatiche, e dove si nascondono l'aquila reale, il cervo, il lupo e l'orso bruno.
Io sono attratto da queste montagne che vengono dopo: prati alpini, torrenti, erbe d’alta quota, buoi al pascolo.
Ma se ti inoltri ancora più in alto, trovi Campo Staffi, qui la vegetazione scompare, la neve copre ogni cosa e il colore prevalente è il grigio della roccia.
Qui è un’altra storia, qui comincia il mondo del “rifugio Viperella”, un mondo regolato da chi lavora, con i suoi tempi, i suoi ritmi, i suoi crucci e le sue speranze, ma ne parlerò in seguito.