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13 settembre 2014 6 13 /09 /settembre /2014 17:46

 

 

 

 

http://oldendailylog.wordpress.com/2014/05/20/nove-secondi/

 

 

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Nove secondi

 

 

Uno.
Tutti hanno un sogno nella vita. Il mio è nero metallizzato, ha una M sulla griglia del radiatore e costa 57.500 euro. Firmo cinquantadue pesantissime rate. Scosti i capelli dal viso e mi sostieni con la carezza della voce: «Vedi che i sogni possono diventare realtà?». Un angelo. I nostri sacrifici per quel sogno soltanto mio.

Due.
La Via Vertigine del Monte Brento la conosco, l’ho scalata due volte. Al bivio noi scalatori svoltiamo a destra per partire da sotto e i paracadutisti del Base Jumping salgono a sinistra fino al Becco dell’Aquila per saltare.

Tre.
Bambini, papà domenica vi porta al mare con la macchina nuova. Portiamo poche cose che ha poco bagagliaio. Sei bellissima con questo vestito, ti amo. Sono felice. Anch’io. Sorridi.

Quattro.
ABS. Controllo stabilità e trazione. ESP. Dinamic Drive. E’ impossibile sbandare, nemmeno se vuoi. Senti come ti attacca al sedile se schiaccio un po’. Luca e Marco ridono: «una figata, papà!».

Cinque.
Di chi era quella canzone? Forse Ivano Fossati. Dietro a una curva, improvvisamente, il mare. Siamo gente di pianura e quel curvone è un groppo in gola, te lo sogni di notte. Giornata perfetta, aspetto solo di percorrerlo con il mare che brilla. In un attimo siamo lì. Guidare è un orgasmo, penso.

Sei.
Il Becco dell’Aquila è un luogo mistico. Il vecchio Bepi dice che ti fa guardare dentro, ti mette a nudo. Bepi ha cinquant’anni, fisico tozzo ma asciuttissimo. Un mito per i Jumpers. Mi diceva che il paracadute lo apre dopo sei secondi esatti. Se non si apre, altri tre secondi e ti schianti sullo zoccolo.

Sette.
Domenica mattina. La Milano-Genova digrada verso il mare. Duecentodieci all’ora e non ti sembra. La M sul radiatore stermina moscerini. Sorrido. Fantastica.
Poi, Dietro a una curva, improvvisamente… coda ferma, tutte le corsie. Piede sul freno. Una scossa elettrica percorre i nervi. Anna. Marco. Luca. Io.

Otto.
Nessun dispositivo elettronico riesce a fermare una berlina a 210 all’ora in meno di cento metri. Impossibile. E sei airbag non servono a niente contro le barre d’acciaio del telaio di un camion che penetrano nell’abitacolo attraverso il parabrezza. Il sapore caldo del sangue. Odore di benzina e ferro bruciato. Perché io sono vivo? Le voci, i poliziotti: «la traccia sull’asfalto inizia qui, è lunghissima, andava almeno a 200 all’ora, avrà frenato per otto, nove secondi». Nove secondi. Infiniti.
Senza paracadute dal Becco dell’Aquila allo zoccolo sono nove secondi. Esatti.

Nove.

 

 

 

www.youtube.com/watch?v=tpbKMqL0gIc
02/nov/2010 - Caricato da THER3Y3S
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  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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