http://www.raccontioltre.it/4950/il-mio-presepio/
Uno dei miei sogni più segreti è quello di diventare una statuina viva, altezza massima 15 cm, per riuscire un giorno a percorrere i sentieri del mio presepio. Proverò a descriverne una piccolissima parte, ma per quanto mi possa sforzare, vi assicuro che solo un’attenta osservazione dal vivo può far capire agli animi più sensibili ed artistici quanta dedizione ed amore ho messo fin da piccola nella realizzazione totalmente manuale di quello che considero – consentitemelo – “il mio capolavoro”…
Per prima cosa andrei a rinfrescarmi al Lago dei Desideri, e bagnandomi mani e piedi con quell’acqua di cristalline emozioni, giocherei un po’ con i candidi cigni, confondendomi nella nebulizzazione delle Cascatelle del Piacere.
Chiederei poi alla giovane ed instancabile Lavandaia, d’organza vestita con rossa fusciacca alla vita, da quale sporco lava i suoi panni. Già immagino la sua risposta: “Nella mia tinozza torno a far brillare le vesti di coloro che hanno smesso di sperare. Nel momento in cui capiscono che vale ancora la pena di lottare, loro da me vengono, carichi di lacrime, che più potenti di qualsivoglia sapone puliscono e donano nuovo colore e vigore a quelli che erano i loro sudici stracci”. Dopo aver salutato i due fratelli Boscaioli, che segano da sempre il Legno della Determinazione con venature di Costanza, chiederei loro aiuto per arrampicarmi sul Ponte del Dolore: pericolante, stretto, tortuoso.
Ma è l’unica strada per raggiungere il Villaggio dei Legami che brulica di vita: per il Dolore bisogna sempre passare.
Una volta giunta al paese, acquisterei una fragrante Pagnotta d’Affetto dall’umile fornaio, che ogni giorno impasta con Amore la morbida massa, dedicando il suo operato a tutti coloro che da sempre si vogliono bene. Andrei dal saggio Falegname, che con la sua pialla toglie la ruvida corteccia dai tronchi ottusi facendone venir fuori legno plasmabile e affamato di sapere, per chiedergli solo pochi riccioli di quel nobile materiale che lui ha già sapientemente sgrezzato.
Un salto poi alla bottega dell’anziana Calzolaia, che suola le scarpe degli instancabili viaggiatori che ancora cercano la loro strada, ma ahimè, fanno fatica a trovarla e a volte si demoralizzano. Quella donna ha un dono: ti guarda negli occhi, ti sorride con dolcezza, e dopo aver riparato le tue scarpe ti augura Buon Viaggio infondendoti tanto coraggio.
Tantissimi sono gli affascinanti personaggi che popolano il mio presepio, se ne può scoprire uno in ogni angolo; li ho creati, li ho amati, gli ho affidato un compito… ne sono orgogliosa.
Vorrei portare ora i miei sandali dalla vecchina e stringerle la mano incrociando il suo sguardo… vorrei perdermi nel mio presepio… vorrei ritrovare la forza e il coraggio di ricostruirlo… non lo faccio più da troppo tempo.
Roberta Gambi