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31 marzo 2020 2 31 /03 /marzo /2020 07:53

 

FRANCESCO E LA RIABILITAZIONE DI PADRE GINO BURRESI

 

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/05/San_Vittorino_Romano_-_Nostra_Signora_di_Fatima_08.JPG

Il Santuario di N. S. di Fatima a San Vittorino 

 

Detto sinceramente, non capisco come mai Papa Francesco indugi tanto a riabilitare Padre Gino Burresi post mortem.

Quale altro segno vuole dal Cielo per restituirgli la dignità sacerdotale?

La scelta delle parole espresse nella preghiera di Giò del 2 aprile 2011 rivolta alla Chiesa matrigna mi induce a pensare che Padre Gino Burresi fosse l'alter ego di Gesù Cristo, che ha calcato la nostra terra per ben 86 anni.

Oltre a tutti gli oltraggi subiti, a partire dal 1988, data in cui fu cacciato dal Santuario di San Vittorino, da lui fondato, a seguito delle accuse di abusi sessuali e di abusi nella direzione spirituale, mossegli dai suoi ex seminaristi, egli ha dovuto anche patire per lungo tempo a causa di una malattia, per morire in seguito a questa, lontano dalla Chiesa che lo ha definitivamente condannato nel 2005 attraverso un decreto del Cardinale Levada e fatto proprio da Papa Benedetto XVI.

Vale a dire che Papa Benedetto XVI ha confermato la condanna, pur non avendola scritta di proprio pugno. Questo vuol dire "confermare in forma specifica" nel gergo giuridico del tribunale vaticano.

Si sta avvicinando la settimana santa e così  come Gesù fu trascinato in tribunale e condannato, così anche a Padre Gino Burresi è stato fatto lo stesso.

Io da tanto tempo sono paladino della libertà di Padre Gino Burresi, cercata anche attraverso ben due petizioni.

La gente ha paura di firmarle, le manca il coraggio, teme rappresaglie da parte del Vaticano e così ha contribuito a che Padre Gino Burresi spirasse senza intravedere spiragli di luce. Ecco perché Giò dice di aspettare l'alba ma di vedere tramonto.

Se Papa Francesco e il Papa emerito  Benedetto XVI vogliono ancora temporeggiare, aspettiamoci altri segnali dal Cielo.

Vi saluto.

Riccardo Sante Maria Fontana

Gerardo Pulli - Svegliami ad Aprile (versione HD ... - YouTube

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30 marzo 2020 1 30 /03 /marzo /2020 14:15

 

MENSA EUCARISTICA E CORONAVIRUS

 

https://www.sabinopaciolla.com/wp-content/uploads/2019/03/A4B19BFD-CFE2-4418-AE75-D8A3FC9240EA.jpeg

 

A causa del coronavirus e per evitare assembramenti nelle chiese, tutte le messe pubbliche sono sospese e i fedeli, oltre  a non poter partecipare alle funzioni, non possono nemmeno gustare neanche un briciolo di Ostia consacrata.

 

Ci sono stati dei santi nella storia della Chiesa che vivevano solo della Comunione eucaristica.

 

 

Ora come avrebbero potuto sopravvivere senza accostarsi al banchetto del Signore?

 

Sarei tentato di dire che allora le messe sono inutili e che dell'Eucaristia ne potremmo forse anche fare a meno.

 

Cosa mi avrebbe detto Padre Gino Burresi in una circostanza come questa, se potesse parlarmi e non fosse  recluso?

 

Sì perché recluso lo è ancora, non essendo stato ancora riabilitato da Papa Francesco.

 

Si affretti la Chiesa a riabilitare Gesù, anziché tenerlo prigioniero, e il virus verrà  sconfitto, così come il peccato è stato sconfitto attraverso la Passione e la Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.

 

Ed ecco le  parole di Padre Gino Burresi rivolte proprio a un miscredente come me, tratte dal libricino Fratel Gino ci parla di....

 

" Eucarestia mistero di fede

 

Quando da oriente a occidente squillerà la tromba dell'angelo, e noi riprenderemo la nostra veste di creature purificate, la ritroveremo (l'Eucaristia) tessuta di luce dal riverbero del Santissimo e adorna di tutte le lacrime e i ricami di spine della vita terrena.

Chi vive nella cianfrusaglia, finisce per credere tutto cianfrusaglia: anche le ostie del calice, anche il Sangue del Cristo versato per noi. Sono i discendenti del Superbo quelli che sanno tutto e contestano tutto. I soli sapienti. Abitatori lontani, molto lontani dall'umile suono del " sì " di Maria, usi a sbattere la porta del loro " no " in faccia a qualunque argomento.

Vorremmo dir loro: " Parlate di meno e amate di più. Siate veri. Non cianfrusaglie di chiacchiere. La verità è lo specchio della luce"."

 

Un grazie a Padre Gino Burresi che con le sue riflessioni ci sta vicino in questa situazione di emergenza, dove sembra che persino Dio ci abbia abbandonati.

 

Riccardo Sante Maria Fontana

 

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29 marzo 2020 7 29 /03 /marzo /2020 08:44

 

 

PREGHIERA A PADRE GINO BURRESI CONTRO IL CORONAVIRUS

 

gino

Padre Gino Burresi

 

Caro Padre Gino,

 

negli anni del tuo isolamento, dopo le  accuse che ti furono fatte dai Tuoi ex - seminaristi di San Vittorino, io Ti sono stato spiritualmente vicino, come sotto la Croce di Gesù, perché io credo che Tu, Padre Gino, attraverso le stimmate e i miracoli, portavi i segni di Nostro Signore sul Tuo corpo.

Ma soprattutto nella Tua seguente preghiera alla Chiesa di Papa Benedetto XVI era ed è tuttora Gesù che attraverso di Te parlava e parla alla Sua Chiesa.

Chi può in effetti affermare di amare, desiderare e capire la Chiesa se non Gesù, che l'ha istituita!

Caro Padre Gino, così come Ti sono stato vicino in quei momenti così tristi e dolorosi per Te, ora sono io a pregarTi di intercedere presso Dio Padre, affinché l'Umanità tutta, colpita dal Coronavirus,  possa essere presto liberata da questo male.

 

Tuo Riccardo Sante Maria Fontana

 

Preghiera di Giò alla Chiesa, partita dal cuore stesso di Gesù:

 

"Sono dentro,
donna o uomo che vive li
nel seno di questa chiesa.
Da me amata,
desiderata e capita...
Sono dentro.
Mi manca aria,
Aspetto l'alba,
Vedo tramonto.
La chiesa dei cardinali
madri per gioielli,
matrigne per l'amore.
Ho inciampato
e la chiesa non mi sta
raccogliendo.
Solitudine a me dona,
a lei che avevo chiesto
Maternità.
E l'anima mia,
Povera,
Riconosce lo sbaglio
di aver scelto il dentro e,
Vorrei uscire
ma dentro dovrò stare,
per la madre
che non accetta,
Il bene del vero
che ho scoperto
per l'anima mia.

Chiesa,
Antica e poco nuova,
Barca in alto mare,
Getta le reti
Su chi ti chiede maternità.
Madre o matrigna,
per me oggi
barca in alto mare
che teme solo di
Affondare!
Matrigna."

Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27

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25 marzo 2020 3 25 /03 /marzo /2020 08:03

 

TANTI AUGURI MINA

 

 

 

MINA, LA REGINA DEL CIELO MUSICALE ITALIANO,

INTERCEDITRICE CONTRO IL CORONAVIRUS.

 

 

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27 febbraio 2020 4 27 /02 /febbraio /2020 09:37

 

https://necrologi.corriere.it/defunti/gino-burresi-

 

Riscoprire con i bambini il valore della gratitudine

 

Necrologi

 

09 giugno 2018

 

A nome di tutti coloro che hanno ricevuto tanto bene, sia grazie ai suoi consigli, sia grazie al suo esempio di uomo di Dio, sia grazie alla sua grande carità, siamo vicini con la nostra preghiera a tutta la Famiglia del Cuore Immacolato di Maria per la triste perdita avvenuta un mese fa del loro padre fondatore

 

Gino Burresi

 

Antonio, Maria e Luigi.

 

Venezia, 9 giugno 2018

 

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19 dicembre 2019 4 19 /12 /dicembre /2019 21:33

 

https://www.avvenire.it/agora/pagine/presepe

 

Natale. Giacomo Poretti: cosa s'impara facendo il presepe

 

 
«Si cominciava il giorno dell’Immacolata Concezione e si finiva una settimana dopo. Sette giorni, proprio come il tempo impiegato da Dio per creare la terra...». Il racconto di Giacomo Poretti
 
 
Il racconto di Natale di Giacomo Poretti cosa si impara facendo il presepe

 

Il racconto di Natale di Giacomo Poretti: cosa si impara facendo il presepe

 

Il mio papà ha sempre fatto il presepe, il primo che ricordo quando avevo cinque anni. l primo che ricordo quando avevo cinque anni. Si cominciava il giorno dell’Immacolata Concezione, l’8 di dicembre, e si finiva una settimana dopo. Sette giorni, proprio come il tempo impiegato da Dio per creare la terra. Appena il papà arrivava con lo scatolone dalla cantina, la mamma cominciava a urlare dicendo che per prima cosa bisognava ricoprire di carta di giornale il mobile dove si sarebbe fatto il presepe. Non si poteva sbagliare: avevamo un solo mobile in sala, quello che conteneva i bicchieri piccoli da liquore e due bottiglie di superalcolici da servire solo in occasioni eccezionali tipo cresime o battesimi, una di Fernet Branca e l’altra di Vecchia Romagna etichetta nera. Messo in salvo il mobile, il papà cominciava la sua opera d’arte: le prime cose che realizzava erano le montagne, le quali magicamente comparivano dopo aver avvolto con la carta apposita verde e marrone le scatole delle scarpe o il dizionario; le dune del deserto il papà le faceva con la sabbia del gatto, il laghetto con il vetro dello specchio da barba; poi c’è stato l’anno che hanno inventato il domopak e finalmente siamo riusciti a fare anche le cascate: io non avrei mai smesso di lavorare quella carta di alluminio, infatti un anno avevamo la parete tutta ricoperta di domopak e il prete, quando è venuto a benedire, ha chiesto cos’era: io ho risposto «le cascate del Niagara ». Verso le 11 di sera, dopo aver costruito il ponte sul laghetto, esausti, si andava a dormire. Il mattino successivo il papà cercava le sue scarpe per andare al lavoro e poi si accorgeva che le aveva avvolte dentro la montagna del presepe, allora amaramente si rendeva conto gli toccava andare in giro fino all’Epifania con i sandali aperti dell’estate. Forse è per quel motivo che al mio papà durante le feste natalizie veniva spesso il raffreddore.

Comunque, il secondo giorno si andava a staccare il muschio che cresceva sulla corteccia dell’albero del vicino (all’epoca esistevano ancora gli alberi e il muschio non lo vendevano in cartoleria), e lo si stendeva attorno al paesello arroccato sulla montagna; il mio papà tendeva a costruire il paesello con quello che aveva, inevitabilmente il risultato era un insieme di epoche e stili diversi: una baita, un castelletto, una villetta a schiera, un grattacielo fatto con il Lego.

Il terzo giorno era quello dedicato agli animali, mettevamo galline, tacchini e pecorelle e al massimo uno o due cammelli: dipendeva dalla disponibilità che aveva la cartolaia da cui ci servivamo. Il giovedì era il giorno in cui si disponevano le statuine dei pastori, le donne con la brocca in testa, il cammelliere che dormiva sotto la palma, quello che con le mani cercava la stella cometa nel cielo, il tagliaboschi con la scure mentre tagliava i tronchi, un pompiere dei Playmobil, qualche cowboy e indiano, la contadina che teneva in mano una tunichetta da regalare al nascituro, gli zampognari e un clone di Guerre stellari. Una folla eterogenea e variegata, che dava la sensazione di non essere a Betlemme, in Palestina, dove era accaduto quel fatto storico, ma in un luogo strano, un paese, un mondo, che sembrava contenere tutti mondi. Forse ogni presepe, compreso quello del mio papà, vuole dire proprio questo, che quel fatto avrebbe potuto accadere in ogni angolo della terra, che quel bimbo nato nel posto più sfigato del Medio Oriente avrebbe potuto nascere ovunque: a Betlemme, a Norimberga, o nell’Alto Milanese dove abitavamo noi, a Sydney, Pechino, Mosca e perfino tra gli eschimesi. Il presepe ha senso solo se ci sono gli attori principali, il resto è relativo, la scenografia può variare, l’ambientazione pure. E il mio papà questa cosa la sapeva da sempre, non c’era bisogno di fare il liceo artistico. Chiunque si accinge a fare un presepe, questa cosa la sa.

E poi arrivava il venerdì che era dedicato a fare il cielo. Dovete sapere che noi usavamo la carta lucida blu scuro con le stelle dorate che incollavamo al muro con lo scotch, il quale non stava mai attaccato, ma questo era un dettaglio insignificante che faceva molto irritare solo il mio papà. Il sabato era il giorno più emozionante, era quello destinato alla capanna e alle statuine più importanti. Il capo cantiere, il papà, e la mamma le svolgevano dalla carta di giornale dove erano state avvolte per tutto l’anno: il bue, l’asino, san Giuseppe con la barba e la faccia triste. Io chiedevo chi fosse e la mamma, omettendo imbarazzanti spiegazioni, rispondeva: «Il papà di Gesù bambino». Poi mi mostrava la statuina della Madonna e mi diceva: «E questa è la sua mamma!». La mia, di mamma, invece avrebbe voluto aggiungere qualcos’altro, poi si guardava negli occhi con il papà e decideva che non era ancora il caso di avventurarsi nella storia della verginità di Maria, l’avrebbe fatto fra due o tre presepi. Nell’ultimo pacchetto di carta c’era Gesù bambino che aveva indosso solo un panno che gli lasciava le braccia e le gambe nude; io avrei voluto sistemarlo subito nella mangiatoia, ma mamma e papà tentavano di spiegarmi che nasceva tra venti giorni, a Natale; io replicavo che «se era già lì non aveva bisogno di nascere». Alla fine si arrivava ad un compromesso e la statuina di Gesù bambino sarebbe rimasta al caldo nel cassetto delle calze fino al giorno di Natale. Siccome quello che c’era da dire in quel momento era delicato e importante, prendeva la parola il papà: «Gesù bambino… è il figlio di Dio!». «Figlio di Dio? Papi, ma sei fuori? Ma non era san Giuseppe il suo papà?».

Mi ha sempre intenerito e interrogato la figura di san Giuseppe, ho passato un sacco di tempo a domandarmi perché nessuno andava da lui a offrirgli un bicchiere di spumante dato che era appena diventato papà. E poi questo bimbo, di chi era figlio per davvero? Il mistero cominciava ad aleggiare sopra il presepe, quando i miei genitori dicevano: «Ah, poi ci sono anche loro». «Loro chi?». La mamma estraeva dalla carta gli ultimi tre personaggi. «Questi sono i Re Magi – spiegava il papà – ma non vanno messi adesso perché arrivano il giorno dell’Epifania». E io replicavo: «Ma all’Epifania non arriva la Befana? ». Lì partiva una lunga, articolata e confusa spiegazione teologica da parte dei miei genitori, che non ha mai chiarito definitivamente ad un bambino di cinque anni chi riempiva la calza di dolci e frutta secca la mattina del 6 di gennaio, se la Befana, i Re Magi o la nonna. Finalmente quel mattino si mettevano le ultime statuine sul presepe: erano le più eleganti nel portamento, vestite bene, avevano proprio l’aria di signori importanti. Come allora, quando ero bimbo, non ho mai smesso di chiedermi da dove venissero, che mestiere facessero, se è vero che erano astronomi, scienziati per modo di dire, persone colte, forse addirittura regnanti essi stessi. E che cosa li aveva spinti a muoversi dalle loro lussuose abitazioni – chi gliel’aveva fatto fare di intraprendere dei viaggi così lunghi? – perché a giudicare dall’aspetto provenivano da tre nazioni diverse, anche per il colore della loro pelle; e poi, si conoscevano? Strano, sono anche raffigurati di tre età differenti. Si saranno trovati per strada o si erano dati appuntamento? Che so, uno parte da Norimberga, un altro parte da Bagdad, il terzo, quello nero, non può che venire dal Senegal... Cosa avranno detto? «Ci incontriamo ad Aleppo»? Mah!

Nella mia idea si son trovati lì, nei pressi della capanna, e hanno incominciato a parlarsi: «Mah… mi sentivo inquieto, di notte non dormivo… faccio faccio ma mi sembra sempre che manchi qualche cosa…». «Io invece ero inquieto anche di giorno, mi chiedevo perché facevo quello che facevo… ». «Io invece non so di preciso perché sono in cammino, so soltanto che non riesco a staccare gli occhi dal cielo… ». Saranno stati anche più di tre, cento, forse migliaia, una specie di Woodstock di inquieti, che non sapevano nemmeno loro cosa erano lì a fare, cosa stavano aspettando, lì in un posto più sfigato dello slum di Mumbai, più desolante dei sobborghi di Los Angeles, più tetro delle banlieue parigine di notte, tutti quanti, quelle migliaia di persone, a confessarsi reciprocamente che sentivano una mancanza dentro al cuore, una malinconia senza posa, una nostalgia di una casa che non avevano ancora abitato. E allora quei tre siamo tutti noi, che vaghiamo per le giornate in attesa che il nostro cuore si plachi in una luce. Ma poi perché quei tre vanno a trovare, meglio a omaggiare un bimbo che è venuto al mondo in una catapecchia? Metti anche che si siano mossi da tre punti diversi del pianeta perché dovevano andare ad inchinarsi ad un magnate, un professorone, a prostrarsi di fronte ad un capo di Stato come loro: una volta arrivati lì si sarebbero accorti dell’equivoco. E invece si fermano lì, addirittura portano dei regali preziosissimi come l’oro, perché è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re; l’incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio; la mirra, usata nel culto dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo mortale.

Chissà cosa avranno provato Gaspare, Melchiorre e Baldassarre nel vedere quella mamma che mostrava loro il suo bimbo? E si saranno accorti che in quel momento il nitore della luce che scaturiva proprio nel mezzo della scena, la luce accecante della mamma, figlia di suo figlio, e del corpo del bimbo, scoloriva tutto il resto? Avranno percepito che la semplice luce della coppia mamma e figlio si impone su tutti i colori sgargianti e alteri degli abiti e delle pietre preziose? Quella è una luce per tutti, percepibile anche dai daltonici. Sì, penso che se ne siano accorti, infatti come interpretare quel gesto di donazione se non come un gesto di spoliazione di tutto quello che di importante pensiamo di aver fatto, costruito e pensato fino a quel momento? Se ne sono accorti, i Magi, perché sui loro volti si legge il rapimento operato da quella semplice eterna luce che sgorga dal centro della scena, e tutto intorno le case e i palazzi possono crollare, i cavalieri possono armarsi, ma loro finalmente hanno trovato la risposta alle loro inquietudini.

Il 7 gennaio, nel tardo pomeriggio, quando tornavo dall’asilo, il presepe non c’era già più, tutto era stato inscatolato per l’anno prossimo, il mobile ritornava ad essere agibile e il mio papà finalmente guariva dal raffreddore: aveva potuto rimettersi le scarpe.

 

Susan Boyle -
Have Yourself a
Merry Little
Christmas
(Official ...

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20 novembre 2019 3 20 /11 /novembre /2019 06:13

PRIMA E DOPO LA SUA MORTE

 

Si attendono Vostre testimonianze firmate con nome e cognome da pubblicare su questo blog.

Grazie

Riccardo Fontana

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18 novembre 2019 1 18 /11 /novembre /2019 10:43

 

PADRE GINO BURRESI: UNA NOVENA A PADRE LANTERI

 

 

 

NOVENA AL VENERABILE PADRE PIO BRUNO LANTERI PER LA RIABILITAZIONE DI PADRE GINO BURRESI


Padre Gino Burresi, ex  Oblato  di  Maria  Vergine,  si  affida  alle  vostre  preghiere,  nella  novena  a  Padre  Lanteri,    affinché  Papa  Benedetto  XVI  gli  mostri  la  sua  misericordia  e  voglia  affrettare  la  sua  riabilitazione. Padre  Gino  vuole  di  nuovo  servire  la  sua  amata  Chiesa.
Voglia  il  Santo  Padre  fargli  ancora  pascere  le  sue  pecore  ed  i  suoi  agnelli, prima  che  P.  Gino  lasci  questa  terra, revocando il Decreto di condanna  del  27  maggio  2005,  come  segno  di misericordia, per  la  rinascita  alla  vita   di  P. Gino.
 Riccardo 

1° Giorno

Venerabile  Lanteri  Pio  Bruno,
bello  come  te  non  ve  n'è  veruno,
il  tuo  è  un  volto  molto  buono.
In  mezzo  al  mio  frastuono
risuonano   nei  tuoi  occhi
i  dolci,  soavi  e  lenti  rintocchi
dell'avemaria,
sei  l'anima  più  pura  che  ci  sia.
Aiuta    Padre  Gino  Burresi
a  portare  con  gioia  i  suoi  grevi  pesi,
ma  affretta   la  sua  liberazione,
implorerò  da  Dio  la  tua  beatificazione.
Te  lo  chiedo  davanti  al  Tabernacolo,
intercedi  per  questo  grande  miracolo,
la  revoca  del   decreto  di  condanna,
O  Venerabile  Lanteri,  fa'  scendere  su  Gino  la  divina  manna.
 
Tuo  per  sempre  Riccardo
 
Ave  Maria.....

2° Giorno

O  Venerabile   Padre  Pio  Bruno  Lanteri,
leggendo  la  tua  biografia
ho  saputo  dei  tuoi    infantili  dispiaceri.
Dal  tuo  cammin  non  ti  disvia
la  morte  della  tua  mamma,
pur  essendo  per  te  un   vero  dramma.
In  tuo  padre  ti  rifugi,
consacrarti  a  Maria 
non  indugi.
Conosci  Padre  Burresi  Gino,
un  tempo  ti  fu  molto  vicino,
la  vita  te  lo  ha  allontanato,
la  Vergine  Maria  te  l'ha  riportato.
Fu  lui  che  mi  ha  appassionato
per  la  tua  persona. 
Per  lui  non c'è  più   festa,
sulla  sua   testa
tuona
il  verdetto  :  
condannato.
Pio  Bruno,  Padre  Beato,  muovi   a  compassione
Papa  Benedetto
ed  intercedi  per  la  piena  riammissione
di  Gino  nella  Chiesa.
Perdona  la  mia  audace  pretesa,
con  questa   mia  affettuosa  irruzione
Dio  affretti  la  tua  beatificazione,
quando,  grazie  alla  tua  intercessione,
gli  verrà   revocato  l'esilio  in  colonia  penale
e   concessa   la  cittadinanza  ecclesiale.
 
  Tuo  innamorato  Riccardo 
 
Ave  Maria........

  3° Giorno

Caro  Padre  Lanteri,
si  avvicina  la  sera,
scende  il  buio  sugli  umani,  arcani  misteri.
Non  trovo   le  parole  per  la  mia  preghiera,
vedo   già  il  tramonto,
non  mi  consolo.
Per  non  restare  solo
questa  notte  andrò,   in  sogno,
al  desiato   incontro
coi  tuoi  Oblati,
in  cui  cerco  degli  alleati,
a  cui   esprimere   il  mio  bisogno
far  riabilitare   Gino  Burresi,
 loro  ex - confratello,
mi  basta  un  saio  ed   uno  scalpello
per   scalfire   la  tesi
del  giudice  supremo,
fare  ricorso   con  un  rimedio  estremo,
per  liberarlo,
eliminando  il  tarlo.
Padre  Lanteri 
teologo  dottore,
cercami  fra  di  loro  il  mio    scultore,
con  la  sua  perorazione  in  favore  dell'accusato,
ti  meriterai  il  titolo  di  Beato.
Vi amo  e  vi  sono  unito  a  costo  di  qualunque sacrificio,
pur  di   darne  a  Burresi  Gino  il  beneficio.

Riccardo

Ave Maria...
 
4° Giorno

Caro   Padre  Lanteri,
schiavo  della  Vergine  Maria,
tu  che  conosci   i  suoi    poteri,
carica  l'artiglieria,
bombarda  nei   cuori  persecutori
di  Padre    Gino  Burresi,
trasforma  i   loro  languori
in  tanti  fervori  accesi.
 
Nel  mese  dedicato  a  Maria, 
la  tua  padrona  ed  innamorata,
spara  in  aria
una  cannonata
a  salve di  neve,
per   segnare   la  fine  della    parasceve,
ed  intona  il  canto  del    "Salve  Regina"
invocandogli   materna  misericordia   Benedettina.
 
Pio  Bruno,  Padre  Venerabile,
prenditi  cura  della  sua  condizione  miserabile.
 
 Io   ti  ringrazio.
 Di  pregarti  non  sarò  mai  sazio.
 
 Sarai  sempre  per  questo   ricordato.
 La  Chiesa   ti  proclami   presto   Beato.
 
Riccardo
 
Ave  Maria.....

5° Giorno

Caro  Padre  Lanteri,
coi  tuoi  insegnamenti
limpidi  e  veritieri
spalanca   le  menti
di  coloro  che  hanno  accusato   
Padre     Gino  Burresi,
fa'  che  nel    condannato
vedano  uno  degli   esseri  indifesi
della  terra,
e  non  gli  facciano  più  la  guerra.
Invoca   un  armistizio,
per  porre  fine  al  suo  supplizio.
Donagli  un  po'  di  pace,
toglilo   dalla  brace.
Scatena
nei  tuoi  Oblati
ed  affiliati
l'amore  alla  novena
per   Gino  Burresi,
trasforma  i  loro  malanimi
in  animi  magnanimi
con  la  pratica   dell'ascesi.
O  Padre  Venerabile
resterà  un giorno  memorabile
quello  della  sua  liberazione,
preludio  della  tua beatificazione.
 Riccardo

Ave Maria...

6° Giorno

Caro  Padre  Lanteri,
di   te  saremo    molto  fieri,
se    tu   inveri
le  nostre  speranze,
che  le  accuse   
contro  Padre  Burresi  Gino
siano   solo  maldicenze,
confuse
dal   tuo  lanternino.
Eppur   aneliamo  alla  verità,
ora  diciamo   basta  alle  falsità.
Dissipaci   le  tenebre,
dileguaci  la  funebre
malinconia,
infondi  su   Padre  Burresi  Gino  la  sinfonia  
della  verità.  
Finché 
dentro  di  sé
sarà  ancora   
da  nemici  circondato,
mai  accetteresti  il  titolo  di  beato,
ché  ti  preme  più  la  carità
che  non  la  vanità.
Per  questo  ti  amiamo
e  proclamiamo
le  tue  virtù  eroiche,
che  rimarranno  storiche,
se  da  te   sarà   salvato 
dalla  gogna
del   fuoco  fatuo
 un  uomo  che  del  suo 
e  del  nostro  vero  
e  sincero
fuoco  della  Verità   
più  abbisogna.
 Riccardo


Ave Maria....

7° Giorno

Venerabile    Padre  Lanteri,
nostro  amato  Fondatore,
anche  tu  speri
con  Nostro  Signore 
che  mai  più  nessuno  copra  di  vituperi
il  nostro  ex - confratello   Padre  Gino  Burresi ?
Noi   ci  eravamo   arresi.
Gli    sforzi  finora  intrapresi 
sono   risultati  vani.
Adesso   attendiamo  allora  di  conoscere  i  tuoi  piani.
Donaci  il  tuo  ausilio!

Padre   Burresi  Gino
è  inginocchiato  là,   in   un  angolino
della  Toscana,   bella  come  un  girasole,
lui  non  è  più  la  viola  odorata
sui     giardini   e   sulle     aiuole.  
        
Ma  la   Vergine  Immacolata
molto   si   duole 
di  vederlo  patire
e   vuole  impietosire
Papa  Benedetto
per  questo  suo  figlio,
 da  sei  anni   interdetto,
tornato  puro  come  un giglio.
 
Padre  Lanteri,   Venerabile,
con  il  tuo  discorso  mirabile,
  intercedi  per  la  sua  riabilitazione,
tanto  più  gioiosa  sarà  la  tua  Beatificazione.
 
I  tuoi  Oblati  di   Maria  Vergine   &    Riccardo  
 
  Ave  Maria......

8° Giorno

Caro   Padre  Lanteri,
per  giorni  interi
non  ho  pensato  che  a  te  e  a  Padre  Burresi  Gino,
tenendo  sempre  acceso  con  la  fede
e  la  costanza
il  lumicino
della  speranza,
che  ancor  non  cede,
ma  tu  soccorrila  con  la    carità
dell'unità,
ché  io  sono  un  po'  maldestro,
mentre  tu  ne  sei  un  fulgido  maestro.
Con  la  fiamma  del  tuo  amore
rafforza  il  flebile  tepore
di  questa  novena,
perché  sol  così  potrà   sciogliersi   la  catena,
a  cui  è  vincolato  Padre  Gino,
il  condannato
e  tu,   il  suo  Beato  
paladino,
lo  guiderai,  per  Maria,  al   cenacolo   pentecostale.
Ti  sarà  ascritto  come  miracolo  ecclesiale.
                                                                                        
Riccardo
 
Ave  Maria...

9° Giorno

Caro   Padre  Lanteri,
tu  adorni
i  miei  giorni
trascorsi  in  tua  compagnia.
Mi  vuoi  libero  dall'egemonia 
del  peccato  e  dai  suoi  effetti  deleteri.
Oggi  termina  la  novena
e  per  me  è  una  grande  pena
non  averti  più  sì  vicino,
ché  tu  sei  l'ardente  mio   scaldino.
Siimi   sempre   sorridente,
  perché   anch'io   sia    confidente
in  attesa  del   tuo  ausilio,
per  por  fine  al  lungo  esilio
imposto  a  Padre  Gino   Burresi.
Desidererei  tanto  vi  fossero  dei  punti
  non  ben  compresi
dall'Ex Sant'Uffizio,
riguardo  al  suo  giudizio
sulla  base  delle  accuse,
e  se  fossero  state  un  po'  confuse ?
 
L'arte  avvocatizia 
sarebbe  per  Padre  Gino,  d'ora  in  poi,  un  po'  più  propizia.
Sento  come   se  mi  si  stringa 
il  cuore,
e  vorrei  un'arringa 
dal  Cielo 
in  suo  favore,
che  sciogliesse  il  gelo
intorno  al  suo  dolore.
 
E  che,  completamente  assolto
e  non  più  considerato  un  criminale  feroce,
scendesse  dal  crinale  della  croce
verso  il  dolce  pendio,
avvolto
dal  puro  manto  di  Dio.
 
Padre  Lanteri,
mio  tesoro,
spero  nel  riavvio
del  tuo  processo  di  Beatificazione
ma   t'imploro,
intercedi  con  un   divin  artifizio
per  la  revisione 
da  parte  dell'Ex Sant'Uffizio
del  processo  di  sospensione
di  Padre   Gino, 
forzando  la  barriera
della  sentenza
che  non  ammette  appello,
col  tuo   saio  e  lo   scalpello
e  con   la  potenza 
della   preghiera,
il   tuo  efficace   grimaldello.
                                                                                      
Riccardo

Ave Maria...

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18 novembre 2019 1 18 /11 /novembre /2019 10:30

 

PADRE GINO BURRESI: LA VOCE DI FRANCA

 

franca 07/10/2018 12:50

sono sr Franca una suora che ha vissuto 11 anni nel l'ordine delle suore. Non dimenticherò mai quegli anni perchè sono stati i più belli dellla mia vita. Solo oggi ho appreso della sua morte e ne provo un grande dolore. Mi sarebbe piaciuto andare al suo funerale.Una cosa sola devo dire che c'è stata tanta cattiveria e gratuita per la sua persona.Mi sei stao vicino Padre Gino e tante cose mi avevi ibsegnato, spero che il buon Dio ti dia merito per utto il bene che avevi fatto.
sr Franca (sr Gina nell'ordine delle OMVF)

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18 novembre 2019 1 18 /11 /novembre /2019 10:26

 

PADRE GINO BURRESI: LA VOCE DI RITA

 

Rita 08/24/2018 18:03

Sono Rita ho vissuto 8 anni nella Congregazione OMVF, ho dei buoni ricordi delle suore e di Padre Gino , mi ha fatto sentire in famiglia. Ringrazio P. Gino per essersi occupato della mia formazione e della mia vocazione, ringrazio tutte le suore soprattutto le Madri maestre e le superiore locali.Provo dolore e dispiacere per tutta la cattiveria che si e scatenata sulla sua persona . Concordo con Suor Franca che Dio e la santa Chiesa guardino al bene che lui ha fatto e gli rendano merito adesso che è in Paradiso. (Ex suor Giuseppina). Chi volesse contattarmi mi trova disponibile via e-mail. Un abbraccio a tutte le suore OMVF ed anche ex suore

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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