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9 giugno 2011 4 09 /06 /giugno /2011 13:27

Neonati: super intelligenti già a tre mesi(IAMM) Massachusetts, 9 Giu 2011 -  Una ricerca condotta dal Massachusetts Institute of Technology ha dimostrato che i  neonati di appena tre mesi sono già in grado di “ragionamenti puri” ed analisi molto sofisticate del mondo che li circonda. Scopo della ricerca, che rientra nell'ambito dell'Intelligence Initiative del MIT, è quello, secondo il ricercatore Josh Tenenbaum, di capire come funziona l'intelligenza umana fin dai suoi primi passi per poi provarla a replicarla in maniera artificiale. Secondo quanto riportato da Corriere, Tenenbaum fa sapere che "il pensiero dei bambini piccoli è puro ragionamento analitico: calcolano la probabilità di un evento sapendo in maniera innata che un oggetto non può “teletrasportarsi” da un luogo all'altro o apparire o sparire nel nulla".
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Mina - Il Genio del Bene
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SALUTE
I neonati sono piccoli geni

Già a tre mesi i bambini sono capaci di ragionamenti e analisi sofisticate del mondo che li circonda

SALUTE

I neonati sono piccoli geni

Già a tre mesi i bambini sono capaci di ragionamenti e analisi sofisticate del mondo che li circonda

I neonati possono essere molto intelligenti
I neonati possono essere molto intelligenti

MILANO - A volte capita, guardando un neonato di pochi giorni. Sembra che in quello sguardo, serafico e un po' assente, ci sia tutta la sapienza del mondo. Un'impressione più veritiera di quanto potremmo supporre, stando a una ricerca unica nel suo genere pubblicata sulla rivista Science: secondo i dati raccolti da Josh Tenenbaum, ricercatore del Massachusetts Institute of Technology, i neonati di appena tre mesi sono già capaci di “ragionamenti puri” e analisi molto sofisticate del mondo che li circonda.

MODELLO – I dati arrivano dal progetto “3-6-12” nell'ambito dell'Intelligence Initiative del MIT, per il quale bambini di tre, sei e dodici mesi vengono studiati per capire che cosa “sanno” del mondo fisico e sociale attorno a loro; lo scopo, chiarire come funziona l'intelligenza umana fin dai suoi primi passi per provare poi a replicarla in maniera artificiale. I complessi esperimenti di Tenenbaum prendono le mosse da ricerche precedenti di una psicologa di Harvard, Elizabeth Spelke, che ha dimostrato come il livello di “sorpresa” di un bambino di fronte a un evento esterno sia quantificabile attraverso la durata del suo sguardo sull'evento stesso: tanto più il piccolo resta a guardare, quanto più per lui lo spettacolo è inatteso. Tenenbaum ha messo a punto un modello computazionale, chiamato “modello dell'osservatore ideale”, che a partire da principi astratti sulle caratteristiche degli oggetti sensibili “prevede” come quegli oggetti si dovrebbero comportare in determinate situazioni. Se i neonati possiedono i principi astratti su cui si basa il modello, esso dovrebbe essere in grado di prevedere quanto a lungo il neonato guarderà una determinata situazione e quindi quanto è insolita per lui, e di conseguenza dovrebbe essere capace di indicare quale “conoscenza del mondo” abbiano i piccolissimi.

ESPERIMENTI – Per capire meglio come funziona il tutto, prendiamo uno degli esperimenti condotti da Tenenbaum: a bimbi di dodici mesi veniva fatto vedere un contenitore in cui quattro oggetti, tre blu e uno rosso, rimbalzavano liberi; il contenitore veniva poi coperto per pochissimi istanti, durante i quali uno degli oggetti usciva di scena attraverso un' apertura. Se il contenitore veniva “oscurato” per un tempo infinitesimale (0.04 secondi) e a sparire di scena era l'oggetto più lontano dall'uscita, i neonati guardavano la scena più a lungo perché percepivano la minor probabilità dell'evento a cui avevano appena assistito; se invece il contenitore era coperto per due secondi, la distanza dell'oggetto uscente dall'apertura non li sorprendeva più e restavano stupiti solo se l'oggetto rosso, quello “raro”, usciva di scena. Il modello computazionale costruito da Tenenbaum prevedeva perfettamente quanto a lungo i bimbi avrebbero osservato la scena e quindi quanto per loro era inusuale. Tutto questo, in soldoni, significa che i bambini molto piccoli ragionano come piccoli “computer”, simulando mentalmente scenari possibili a partire dai dati di fatto e prevedendo l'evento più probabile, sulla base di pochi principi fisici astratti che già hanno “interiorizzato”.

 

PSICOLOGIA INTUITIVA -«In passato questi aspetti della cognitività dei bambini molto piccoli erano stati espressi sulla base di intuizioni, mai attraverso dimostrazioni pratiche e matematiche come queste, che mettono in campo modelli computazionali precisi – dice Tenenbaum –. Il pensiero dei bambini piccoli è puro ragionamento analitico: calcolano la probabilità di un evento sapendo in maniera innata che un oggetto non può “teletrasportarsi” da un luogo all'altro o apparire o sparire nel nulla. L'intelligenza umana del resto è la capacità dell'individuo che si trova in una situazione nuova di utilizzare i suoi principi astratti e le conoscenze empiriche per “governare” ciò che accade e orientarcisi». Il ricercatore proseguirà i suoi studi inserendo anche altri elementi astratti come la forza di gravità o la frizione degli oggetti, perché «i bimbi sono molto più intelligenti del nostro modello, ne sono convinto: riescono a tener conto di molte più variabili di quante abbiamo considerato noi nel provare a costruire un sistema “artificiale” di ragionamento. E ci stiamo interessando anche alla “psicologia intuitiva” di questi piccoli, ovvero alla loro capacità di capire e prevedere come gli altri si comportano. Identificare un modello per questi aspetti può aiutarci a capire come funziona il “cervello emotivo” di un bimbo normale e magari darci indizi per comprendere che cosa succede quando qualcosa non va, ad esempio in caso di autismo», conclude Tenenbaum.

Elena Meli
09 giugno 2011
 

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  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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