Ho già chiesto a vari commentatori dei miei due blog “nelsegnodizarri” e “nelsegnodipadreginosantuariodimontignoso” di indagare per comprendere di quale inciampo parli Giò, alias Padre Gino Burresi nel suo commento del 2 aprile 2011.
Come ha già detto qualcuno (un certo Hansss, non meglio identificato), un atto di pedofilia non può essere considerato un inciampo, poiché si tratta di un crimine.
E allora come può Giò aver ridotto un crimine ad un inciampo 23 anni dopo i fatti, dopo aver avuto tutto il tempo necessario per elaborarli e giungere ad un loro giusto discernimento?
Di che natura sarà questo inciampo, che gli sta costando così
caro ? Siamo quasi a dieci anni di condanna dalla data della sentenza (27 maggio 2005) più gli anni di semi-isolamento dal 1988 al 2005.
Non ho ancora ricevuto una risposta esaustiva, anche perché le persone hanno paura di esporsi e di legittimarsi con il loro nome ed il loro cognome.
Lo stesso Hansss si guarda bene dal rivelare le proprie generalità e si nasconde dietro le tre esse.
Ci sono poi quelli che firmano la petizione rivolta a Papa Francesco per la riabilitazione di Padre Gino, ma non rivelano di essere sacerdoti per paura di qualche rappresaglia vaticana (sono usciti allo scoperto solo postando un commento sul blog o inviandomi una mail).
L'unico che si è professato sacerdote è Padre Edoardo Caruso, che ringrazio per il suo coraggio.
Lo stesso accusatore di Padre Gino Burresi, il Luigi che mi ha scritto sul blog “nelsegnodizarri” si è ben guardato dal firmarsi per esteso. Non saranno le stesse persone questo Hansss e quel Luigi?
Faccio inoltre notare che sul web circola la citazione di un libro scritto da un certo Mark Tedesco “That Undeniable Longing : My Road to and from the Priesthood”,
(Quel desiderio innegabile : Il mio viaggio da e verso il sacerdozio) con la seguente recensione:
“Questo affascinante libro di memorie inizia con l'autore che lascia la sua casa in California, all'età di diciannove anni, per entrare in un seminario alla periferia di Roma (San Vittorino Romano).Il seminario ha un "santo" residente ( Padre Gino Burresi ), che poi si scopre essere molto più umano che spirituale. L'autore ha lottato per essere fedele al suo impegno, sopprimendo i suoi bisogni emotivi, e pensò di cambiare la sua vita, ma si tratta di questioni come la ricerca di senso, della spiritualità contro l'umanità, la fede in Dio e di essere gay...”
Da questo libro, i cui primi capitoli sono tradotti sul web, Padre Gino ne esce sconfitto, umiliato, ridotto a una figura ridicola e orrenda.
Ora mi ricordo di un commento del 5 giugno 2013, postato da Luciano sul blog “nelsegnodipadreginosantuariodimontignoso” che "lotterà per far sì che Padre Gino diventi santo subito (dopo la morte)".
Perché ciò avvenga, dovrebbero essere smontate le accuse contro Padre Burresi.
Se qualcuno lo può fare, si faccia avanti subito. Di quale inciampo parla Giò, alias Padre Gino Burresi?
Riccardo Sante Maria Fontana
www.youtube.com/watch?v=xuHeCxLKKX0
27 mag 2013 - Caricato da Linea77