7 maggio 2013
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Thursday 31 may 2012 4 31 /05 /Mag /2012 20:01
Kià, all'epoca in cui ricevetti il commento di Giò del 2 aprile 2011,
che io ritengo provenga da Padre Gino Burresi, stavo vivendo un periodo meraviglioso dal punto di vista spirituale, in quanto sentivo dentro di me la voce e le ispirazioni della teologa Adriana Zarri, scomparsa a novembre 2010. Le dedicai una poesia dopo la sua morte e lei per ringraziarmi mi ha trasmesso l'eco dei miei pensieri.
Fu proprio grazie alle sue ispirazioni che iniziai la marcia per la liberazione di Padre Gino Burresi.
E' stata opera della teologa Adriana Zarri l'avermi spinto ad impegnarmi per far cessare le sofferenze di Gino.
C'è da dire che esiste un parallelismo tra Adriana e Gino.
Adriana fu eremita per scelta. Gino invece è l'eremita forzato, perché da 25 anni allontanato dalla Chiesa.
Difatti Adriana si è definita la gemella spirituale di Gino.
Sono infinitamente grato a Padre Gino Burresi per avermi fatto pervenire quel commento sul mio blog nelsegnodizarri.
Quel commento mi ha dato la prova della sua santità e della sua profonda umiltà, perché ha confessato di essere inciampato, molto probabilmente nella sensualità. Kià, I veri mistici sono sensuali (parola di Adriana Zarri ) e a volte è difficile mantenere l'equilibrio fra sensualità e spiritualità. Un mistico che ama solo Dio e la Madonna non è un vero mistico, perché escluderebbe dalla sua sfera di sentimenti l'amore per l'Umanità e per il Creato.
Il fatto di avere confessato di essere inciampato non lo rende meno santo.
A me però, Kià, non sta tanto a cuore dimostrare la santità di Padre Gino Burresi.
A me preme porre fine alle sue sofferenze che sento bruciare nelle mie viscere.
In Padre Gino Burresi, a prescindere dall'inciampo, io vedo tutti coloro che sono perseguitati dalla Chiesa.
Per me Padre Gino Burresi è la raffigurazione di quanti vorrebbero dalla Chiesa un gesto di maternità e di misericordia ed ottengono invece solo rigore e fustigazioni.
La primavera del 2011 è stata per me la più bella primavera sia per la vicinanza spirituale con la teologa eremita Adriana Zarri, che ho conosciuto solo dopo la sua morte, sia per la fiducia che Padre Gino Burresi mi ha dato nell'affidarmi il suo lamento di condannato ad una solitudine troppo pesante per lui.
Riccardo Fontana