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5 luglio 2011 2 05 /07 /luglio /2011 10:55
Monday 4 july 2011 1 04 /07 /Jul /2011 21:02

LETTERA AL VESCOVO DI VOLTERRA, S. ECC. MONSIGNOR ALBERTO SILVANI

Commenti

No, no, no! Io non conosco Mons. Alberto Silvani. A parte il Bartoletti, di cui con il silenzio dei "media" si è deciso di oscurarne la figura, io non sono stato amico di altri vescovi. Di Mons. Bartoletti ero invece il suo primo e più grande amico, così penso. E non solo perché lui mi disse una volta che "i suoi veri amici si contavano solo sulle dita delle mani e, forse (aggiunse), di una mano sola", ma inoltre anche perché credo di essere stato, in pectore, anche il suo intimo Segretario, per quanto sbagliato, o sballato, e dichiaratomi anzi lui anche "traditore". Da tale accusa credo però di essermi riscattato telefonando a don Alessandro Campani della pubblicazione delle lettere di don Milani allo stesso Bartoletti datate 10 settembre 1958 e 1 ottobre 1958, a cura di Massimo Toschi (1994). Ho poi conosciuto solo l'Agresti e l'Ablondi. Io, gli altri vescovi, li conosco solo per sentito dire. Quando però venne per Natale a Firenze Paolo VI, nei 1966 ai tempi dell'alluvione e io ero già da allora schierato e incazzato per gli APPALTI e la CORRUZIONE e le TANGENTI sul Dazio a Firenze e a Palermo, papa Montini, uscito dopo le funzioni dalla Basilica di Santa Croce, in piedi sulla macchina quando mi vide da lontano fece fermare l'auto per parlarmi. Mi trovavo a sinistra guardando la facciata e all'altezza del monumento di Dante che, allora, si trovava al centro della piazza, con tutti i riflettori addosso che ancor oggi mi accecano. Rifiutai recisamente il dialogo col Pontefice per una serie di motivi complicati, però mi rafforzai nell'idea che, in seguito, avrei fatto importanti scoperte su Dante e sul medioevo, che il Bartoletti sarebbe stato il suo grande amico, e che quell'eroico rompipalle di don Lorenzo Milani, proprio a causa di quel silenzioso momento, avrebbe finalmente avuto il successo che lui stesso si aspettava. Come vede, Caro don Gino Burresi, è chiaro che sto delirando. Tuttavia mi piace, anche perché mi giunse dalla Germania (TV) una lettera in cui un amico aveva notato il tentativo di Montini di parlare con me. Quando andai a Roma, nel 1974, a trovare il Bartoletti, mi volle anche ricordare che la mia previsione scritta, che lui sarebbe diventato grande amico di Paolo VI, si era avverata, ma poi cambiò subito discorso, fortunatamente. Una volta mi risposte assai cordialmente anche il Card. Martini e un'altra il Card. Biffi: per me stanno bene insieme tutti e due, anche se qualcuno ne sottolinea troppo le differenze. Io li credo ancor oggi entrambi attratti dalla "linea bartoletti" alla C.E.I.
In seguito all'invio dei miei volumi mi hanno risposto, mandandomi la loro amata Benedizione Apostolica, anche il Sommo Pontefice Karl Wojtyla e J. Ratzinger, però non hanno avuto il tempo, così credo, di dire, o di fare appurare, che io, su Dante e sul Medioevo, ho pienamente ragione. Non credo sia stato perché pensano che non convenga alla Chiesa sottolineare questa verità poiché la VERITA', secondo il Vangelo, ad Essa conviene sempre, alla fine.
Sono invece in questi giorni rimasto molto dispiaciuto che il degnissimo e stimatissimo Cardinale DIONIGI TETTAMANZI di Milano abbia accettato di passare fra gli Emeriti insieme a Martini, senza esigere di NOMINARE LUI STESSO DI PERSONA IL SUO SUCCESSORE. Pare arrivi a Milano il Patriarca di Venezia SCOLA. Speriamo che lui abbia ancora in mente l'impostazione culturale del Bartoletti quando il Bartoletti stesso si fece nominare da Paolo VI a seguire COMUNIONE E LIBERAZIONE, al fine che non deviasse. Questa associazione non avrebbe dovuto essere infatti, per me, quella che è oggi. Secondo la mia personale sensibilità, quale partecipante, con molti forse e per interposta persona (il Bartoletti) al CONCILIO VATICANO II, l'amatissimo e stimatissimo Cardinale TETTAMANZI, data la situazione attuale, avrebbe dovuto prendere il sacerdote, o il laico, per lui più adatto e degno a succedergli e, in segreto, avrebbe dovuto consacrarlo vescovo, e poi mettere nella sua corrispondenza privata una sua dichiarazione notarile dell'avvenuto e della sua personale volontà: così sarebbe stato rispettato lo spirito del CONCILIO VATICANO SECONDO, almeno secondo il mia personalissima opinione.
Ho detto cose sbagliate, o inopportune? Ma tanto presto noi del 1937 siamo morti e tutto verrà sepolto.
Firenze, 5 Luglio 2011
GIOVANGUALBERTO CERI
Commento n°1 inviato da Giovangualberto Ceri oggi alle 11h17

Caro Giovangualberto, Lei non dice mai, a mio avviso, cose sbagliate o inopportune. Lei dice  solo quello che pensa, perché è sincero e un giorno la Sua sincerità sarà premiata. Se Lei non ha tanta fretta di morire, lo vedrà coi propri occhi, non appena Padre Gino Burresi verrà riabilitato.

Riguardo a Mons. Alberto Silvani, mi azzardo adesso io a fare una previsione scritta, che io  diventerò grande amico di un futuro Papa, l'attuale  Mons. Alberto Silvani, che sceglierà il  nome  di Celestino VI quando salirà sul Soglio Petrino e sarà il Papa,  che la teologa Adriana Zarri  ha sempre sognato. Spero che anche Lei, Giovangualberto, sia presente in Piazza San Pietro quel giorno e piangeremo insieme dalla commozione.

 

Riccardo

Vita e morte senza miracoli di Celestino VI

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commenti

G
<br /> DANTE non è morto per la festa LITURGICA dell'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE del LUNEDI' 14 settembre 1321 del nostro computo storico. E' morto invece in quella del MARTEDI' 14 settembre 1322 del<br /> nostro computo storico e perciò è morto il martedì, giorno dedicato a Marte, 14 settembre 1321 seguendo l'ANTICO CALENDARIO STILE FIORENTINO: calendario non riportato nemmeno dal MANUALE di Adriano<br /> CAPELLI. E ci sarà una ragione! Se non lo riporta il Cappelli, lo rammenta invece DANTE, e non è poco, e non è per caso!, in chiusura della "Quaestio de acqua e de Terra" indirettamente<br /> puntualizzando che per lui l'anno zero, costituito dai sottomultipli dall'anno (minuti, ore,giorni, settimane, e mesi), parte da quello in cui CRISTO è nato di DOMENICA che poi sarebbe la domenica<br /> 25 dicembre del 1° anno d.C. del nostro computo storico. A nessuno interessa questa “QUESTIONE”, ma così è, ed è fondamentale!!! INTERESSERÀ FORSE ALL’ARCIDIOCESI DI LUCCA, AL COMUNE DI LUCCA E AI<br /> LUCCHESI? Se questo calendario esistesse il VIAGGIO della COMMEDIA, per una ragione scientifica in più, sarebbe da porsi, anch’esso, un anno dopo e cioè nel 1301 del nostro computo storico al fine<br /> di essere posto, come lo pone Dante, nel 1300 dell’Antico Calendario Stile fiorentino non ricordato nemmeno, appunto e come ho già rilevato, da A. Cappelli. Hai, hai, hai, furbizia del Vaticano?<br /> Non è da escludere se esso avesse interesse a porre il viaggio di Dante nell’anno del primo giubileo GIUBILEO indetto da papa Bonifacio VIII. Aggiungo: quanto sei superiore per intelligenza e<br /> furbizia, oh Vaticano!, a quella sinistra, o a quegli esegeti, anche Docenti Universitari, legati al Partito Democratico, o PD. Per CRITICA DANTESCA la notizia sarebbe addirittura esiziale. Basta<br /> provare a fare i conti, cioè a computare.<br /> Per chiarire la mia posizione e preparazione mi si perdoni intanto questa nota autobiografica.<br /> Anche Don Lorenzo Milani aveva i suoi limiti. Pensava che quando la classe operaia e contadina fosse andata al potere il problema delle tangenti e della corruzione legata agli appalti della P.A. si<br /> sarebbe in gran parte risolto da sé. Il più importante problema era dunque, per lui, dare un’istruzione ai proletari. Ma forse era arrivato a questa conclusione anche per ragioni affettive verso i<br /> suoi ragazzi. Il Milani era una chioccia che avrebbe dato la vita per i suoi pulcini.<br /> Sulle tangenti e la corruzione, dopo che io in più occasioni mi ero sfogato con lui a Barbiana, mi fece fare anche un intervento, in cattedra, davanti ai suoi ragazzi sull'appalto delle Imposte di<br /> Consumo, o Dazio, a Firenze. Io, seguendo la delibera consiliare dell'Amministrazione di Giorgio La Pira del 5 ottobre 1964, n. 5555/710/C, avevo intrapreso una dura lotta per togliere gli appalti<br /> e andare in gestione diretta del servizio di accertamento e riscossione. Mi dava una mano il mio amico mons. Enrico Bartoletti. Allora a Firenze le Imposte di Consumo (attuale I.V.A. sulla cessione<br /> di beni) erano in appalto alla Società Trezza, S.p.A. con sede a Verona. La Trezza aveva però in appalto tali imposte anche al Comune di Palermo: nella Palermo dei cugini Salvo e di Vito<br /> Ciancimino. Capirete che musica!!! Don Milani condivideva in teoria il principio che io difendevo ma se ne stava alla larga. Se oggi abbiamo l'IVA non appaltabile, invece che l'ICO appaltabile come<br /> volevano gli appaltatori (INGIC, SARI, CREMONINI, e a Roma BOURSIER, ecc) in occasione della Riforma Tributaria del 1/1/1973, si deve soprattutto a questa delibera di LA PIRA, all'intervento di<br /> mons. Bartoletti e credo anche di Aldo Moro. Tuttavia non giovò alla tranquillità di La Pira, del Bartoletti, di Moro e forse anche di Paolo VI, aver impedito questo illecito arricchimento facendo<br /> approvare l’IVA (Si confronti riunione dell’ANCI a Viareggio nella seconda metà del 1972). Di me dico solo che "me ne frego", anche se è un motto fascista inviso a don Milani. Risparmio a prezzi<br /> attuali, per avere l’IVA al posto dell’ICO, stimabile in cinque miliardi di euro annui per possibili tangenti. Per rendersi conto come il mio discorso sia vero e dell' "Antifona", del "vento"<br /> preoccupante per le istituzioni repubblicane che anche allora tirava partendo dal DAZIO, si veda l'originale del ricorso di La Pira datato 16/01/1965 da me pubblicato su Facebook a: "Foto" di<br /> Giovangualberto Ceri. Come minimo, prima del peggio, ti ISOLAVANO: e La Pira, il Bartoletti, Moro e Paolo VI ritengo, come minimo, che siano stati lasciati soli. Il Bartoletti in particolare anche<br /> per il suo Convegno dal titolo, “MALI DI ROMA”. Riguardo al problema della corruzione affidarsi ad andare a votare come diceva don Milani sarebbe stato come impugnare un “fucile” interessante, ma<br /> scarico. Questo perché si aveva l’impressione che, ai vertici, una parte di tutti i partiti che sedevano in parlamento fosse un po’ coinvolta dalla corruzione. Per questo si arrivò ai movimenti<br /> extraparlamentari. A me, che ero dell’Esecutivo Giovanile della D.C. e Consigliere Comunale, Don Milani mi disse con passione, per rimediare!, di VOTARE SOCIALISTA: cosa che feci subito anche poi<br /> non rinnovando più, quale necessaria conseguenza, la mia tessera della D.C. (1966). E non la rinnovai nemmeno quando, qualche anno dopo, l’On.le Forlani mandò a casa mia per convincermi due<br /> importanti suoi rappresentati.<br /> Don Milani mostrò inoltre i suoi limiti coscienziali anche quando mandò a mons. Enrico Bartoletti le due lettere datate 10/09/1958 e 1/10/1958 i cui effetti negativi, dopo la loro pubblicazione<br /> avvenuta nel 1994 (MASSIMO TOSCHI, “Don Lorenzo Milani e la sua Chiesa”, Polistampa, Firenze, 1994, pp. 158 -166), credo furono evitati proprio in seguito alla mia telefonata, a Sommaia, all'amico<br /> don Alessandro Campani ancor vivo. Tale lettera il Milani, per me, se la sarebbe dovuta proprio risparmiare. Cfr. Google, AGENZIA RADICALE su Mons. E. Bartoletti; Cfr. FOTO: ILARIA DEL CARRETTO:<br /> http://www.facebook.com/media/set/?set=a.228902670488564.62602.100001064993213&l=48437d71c1&type=1<br /> Domanda. Quante probabilità ci sono che il “veltro” posto da Jacopo della Quercia ai piedi di Ilaria del Carretto possa raffigurare ANCHE il “veltro” di Dante (Inf., I, 85 – 111) incaricato di<br /> rimandare la lupa, ma forse anche l’Inquisizione cattolica se fosse da lei stessa simboleggiata, in quell’Inferno da dove si suppone sia venuta? Il papa ha già chiesto scusa per la sua presenza<br /> nella storia. Nella mia intervista alla TV Canale 10, e a sostegno della tesi di molti docenti universitari di ITALIANISTICA che dicono, “nessuna probabilità che la lupa simboleggi l’Inquisizione<br /> medievale”, anch’io avrei voluto potergli dare ragione. Il “veltro” di Dante non può essere quello di Ilaria! Se non lo feci è perché pensai però che Monsignor Bartoletti non sarebbe stato<br /> pienamente soddisfatto. Infatti se la Chiesa può essere ANCHE Ilaria; e se Ilaria è morta; dovrà pur venire qualcuno, il “veltro”, a resuscitarla. E questo dice Dante. Cfr. Google – YOUTUBE,<br /> http://www.youtube.com/watch?v=wV4vEG15yjA.<br /> Cosa ne pensano di tutte queste date di Beatrice sul DVD, la SOCIETA’ DANTESCA ITALIANA, la SOCIATA’ DANTE ALIGHIERI, la BIBLIOTECA CLASSENSE di Ravenna, la CASA DI DANTE in Roma, la DANTE SOCIETY<br /> OF AMERICA, la DEUTSCHE DANTE-GESELLSCHAFT ? Perché non rispondono? Hanno qualcosa da temere?<br /> F.to Giovangualberto Ceri.<br />  <br /> <br /> <br />
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G
<br /> Anche Don Lorenzo Milani aveva i suoi limiti. Pensava che quando la classe operaia e contadina fosse andata al potere il problema delle tangenti e della corruzione legata agli appalti della P.A. si<br /> sarebbe in gran parte risolto da sé. Il più importante problema era dunque, per lui, dare un’istruzione ai proletari. Ma forse era arrivato a questa conclusione anche per ragioni affettive verso i<br /> suoi ragazzi. Il Milani era una chioccia che avrebbe dato la vita per i suoi pulcini.<br /> Sulle tangenti e la corruzione, dopo che io in più occasioni mi ero sfogato con lui a Barbiana, mi fece fare anche un intervento, in cattedra, davanti ai suoi ragazzi sull'appalto delle Imposte di<br /> Consumo, o Dazio, a Firenze. Io, seguendo la delibera consiliare dell'Amministrazione di Giorgio La Pira del 5 ottobre 1964, n. 5555/710/C, avevo intrapreso una dura lotta per togliere gli appalti<br /> e andare in gestione diretta del servizio di accertamento e riscossione. Mi dava una mano il mio amico mons. Enrico Bartoletti. Allora a Firenze le Imposte di Consumo (attuale I.V.A. sulla cessione<br /> di beni) erano in appalto alla Società Trezza, S.p.A. con sede a Verona. La Trezza aveva però in appalto tali imposte anche al Comune di Palermo: nella Palermo dei cugini Salvo e di Vito<br /> Ciancimino. Capirete che musica!!! Don Milani condivideva in teoria il principio che io difendevo ma se ne stava alla larga. Se oggi abbiamo l'IVA non appaltabile, invece che l'ICO appaltabile come<br /> volevano gli appaltatori (INGIC, SARI, CREMONINI, e a Roma BOURSIER, ecc) in occasione della Riforma Tributaria del 1/1/1973, si deve soprattutto a questa delibera di LA PIRA, all'intervento di<br /> mons. Bartoletti e credo anche di Aldo Moro. Tuttavia non giovò alla tranquillità di La Pira, del Bartoletti, di Moro e forse anche di Paolo VI, aver impedito questo illecito arricchimento facendo<br /> approvare l’IVA (Si confronti riunione dell’ANCI a Viareggio nella seconda metà del 1972). Di me dico solo che "me ne frego", anche se è un motto fascista inviso a don Milani. Risparmio a prezzi<br /> attuali, per avere l’IVA al posto dell’ICO, stimabile in cinque miliardi di euro anni per possibili tangenti. Per rendersi conto come il mio discorso sia vero e dell' "Antifona", del "vento"<br /> preoccupante per le istituzioni repubblicane che anche allora tirava partendo dal DAZIO, si veda l'originale del ricorso di La Pira datato 16/01/1965 da me pubblicato su Facebook a: "Foto" di<br /> Giovangualberto Ceri. Come minimo, prima del peggio, ti ISOLAVANO: e La Pira, il Bartoletti, Moro e Paolo VI ritengo, come minimo, che siano stati lasciati soli. Il Bartoletti in particolare anche<br /> per il suo Convegno dal titolo, “MALI DI ROMA”. Riguardo al problema della corruzione affidarsi ad andare a votare come diceva don Milani sarebbe stato come impugnare un “fucile” interessante, ma<br /> scarico. Questo perché si aveva l’impressione che, ai vertici, una parte di tutti i partiti che sedevano in parlamento fosse un po’ coinvolta dalla corruzione. Per questo si arrivò ai movimenti<br /> extraparlamentari. A me, che ero dell’Esecutivo Giovanile della D.C. e Consigliere Comunale, Don Milani mi disse con passione, per rimediare!, di VOTARE SOCIALISTA: cosa che feci subito anche poi<br /> non rinnovando più, quale necessaria conseguenza, la mia tessera della D.C. (1966). E non la rinnovai nemmeno quando, qualche anno dopo, l’On.le Forlani mandò a casa mia per convincermi due<br /> importanti suoi rappresentati.<br /> Don Milani mostrò inoltre i suoi limiti coscienziali anche quando mandò a mons. Enrico Bartoletti le due lettere datate 10/09/1958 e 1/10/1958 i cui effetti negativi, dopo la loro pubblicazione<br /> avvenuta nel 1994, credo furono evitati proprio in seguito alla mia telefonata, a Sommaia, all'amico don Alessandro Campani ancor vivo. Tale lettera il Milani, per me, se la sarebbe dovuta proprio<br /> risparmiare. Cfr. FOTO: ILARIA DEL CARRETTO: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.228902670488564.62602.100001064993213&l=48437d71c1&type=1<br /> F.to Giovangualberto Ceri.<br />  <br /> <br /> <br />
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G
<br /> CHI ERA QUEL MONS. ENRICO BARTOLETTI, GRANDE AMICO DI PAPA PALO VI, MAESTRO, alla Conferenza Episcopale Italiana fino al 1976, DI MONS. ALBINO LUCINI poi diventato papa anche lui quasi certamente<br /> al posto dello stesso Bartoletti? L’Arcivescovo Bartoletti, che almeno una volta credo abbia rifiutato che Paolo VI che gli mettesse sulla testa lo zuccotto rosso cardinalizio per vari motivi<br /> gestionali e di opportunità politica, era amico dell’On.le ALDO MORO e un giorno, molto tempo prima, al mattino del 3 GIUGNO 1956 assai commosso, mi predisse che io avrei scoperto in futuro la data<br /> di Nascita di DANTE ALIGHIERI personaggio insieme, ovviamente, a tante altre cose su BEATRICE personaggio e sul Medioevo? I “media” non possono parlare del Bartoletti e nemmeno delle sue profezie<br /> poiché, alla fine, è stata vincente la linea pastorale e culturale che lui non condivideva e di cui anzi temeva. Oggi mi domando se forse esiste una interessata, sottile, e pervicace volontà di non<br /> far sapere nulla della “LINEA BARTOLETTI” che, dopo la morte di Luciani, aveva precedeuto la “LINEA RUINI” inaugurata da papa WOJTYLA. Se oggi potesse essere illustrata la “Linea Bartoletti”, della<br /> cui esistenza riferisce anche l’Enciclopedia WIKIPEDIA, il fatto sarebbe sconvolgente e, per me, da premiare, forse con il Nobel, poiché finirebbe per integrare, o anche smentire, tutta la<br /> plurisecolare ESEGESI DANTESCA TRADIZIONALE fedelmente e amorevolmente seguita con entusiasmo anche dal rivoluzionario ROBERTO BENIGNI. Con la “linea Bartoletti”, che è AUTENTICAMENTE ancorata al<br /> CONCILIO VATICANO II, verrebbero meglio inquadrati anche i motivi pastorali e culturali che condussero al crudele assassinio della neoplatonica IPAZIA DI ALESSANDRIA (415 d.C.), e anche i motivi<br /> del sorgere, dentro la Chiesa, di una mentalità INQUISIZIONALE tanto biasimata anche da Dante per motivi pastorali seguendo, ovviamente, la “LINEA DI SAN PIETRO APOSTOLO”.<br /> Come incominciare il discorso? Rispondendo a Don Gino Burresi.<br /> <br /> Caro Don GINO BURRESI, per me non è possibile soprassedere al pensiero, alla vita e alla vicenda di Mons. ENRICO BARTOLETTI, anche se fosse morto di morte naturale, poiché e con la fine della<br /> "LINEA BARTOLETTI" che poi si è potuta aprire la "LINEA RUINI". Lei mi sta parlando del dopo la "linea Ruini". Allora non potremmo che iniziare dal riconsiderare il Bartoletti: ecco perché ne parlo<br /> sempre. Ottima l'indicazione del nome di papa CELESTINO VI, meglio, come segnale, non si poteva trovare!!! Chi sa come ne rimarrà contento nell'aldilà CELESTINO V. Dunque il Bartoletti va sempre<br /> ricordato, non solo perché ad un certo punto stranamente, o sorprendentemente (?) si è aperta la Causa per la sua Beatificazione promossa sotto Ruini. Altra stranezza, però: il Promotore della<br /> Causa venuto da Roma, un frate, mi parve che a metà funzione, la sera della Domenica 11 Novembre 2007, ad un certo punto abbandonasse il rito, la cerimonia. Perché? Avrò preso lucciole per<br /> lanterne? Mons. Alblondi questo episodio me lo fece ripetere per ben due volte poiché lui alla Cerimonia fu assante, così mi disse, "per gravi motivi", poi si chetò. Può essere giusto riflettere<br /> sopra a tutto questo? Si volle allora anticipare un giudizio !!! Per me l'episodio sarebbe TERRIFICANTE, se non vidi male.<br /> Leggo sul Blog del COMUNE DI CALENZANO, patria di don Lorenzo Milani e del Bartoletti, che faranno a Settembre 2011, quindi p.v., un Convegno su Mons.ENRICO BARTOLETTI guidato dall'On.le ROSA RUSSO<br /> IERVOLINO. L'idea è molto affascinante e politicamente centrata, buonissima, ma va in una direzione diversa da quella che lei si auspica che io intraprenda: dimenticare!!! Insomma il problema e che<br /> con la linea "Ruini", o ugualmente "Wojtyla", si è forse voluto cancellare a monte la figura del Bartoletti. Ha me è sembrato mettendo sotto controllo anche i "media" perché non ne parlassero.<br /> Tanto potere sui giornalisti esiste? L'una cosa ( quella bartolettiana) avrebbe finito per offuscare l'altra cosa (quella wojtiliana. Son matto? Mi sbaglio? Chiedo, appunto, lumi. Per me del<br /> Bartoletti meglio forse che non se ne sapesse nulla com'è affettivamente poi avvenuto? E' questo sembra essere nell'interesse anche della parte zoppicante, sia del PD che del PDL, eccetera, poiché<br /> il Bartoletti intervenne anche sulla politica: e, per questo, si considerava già morto, per quanto io no lo afferrassi bene durante l'ultimo colloquio. Perché dimenticare?. Legga le lettere che lui<br /> mi inviò e che io ho messo su FACEBOOK, "FOTO",a mio nome, insieme alla Delibera dattiloscritta, di 5 pp., di La Pira, veramente terrificante sul piano politico-amministrativo e, quindi, della<br /> democrazia. Io dunque insito, mentre da una parte sono dell'idea che il fertile progetto che lei ha in mente, Caro Burresi, cioè di profondo cambiamento, sia importantissimo, portatore di piacere<br /> spirituale e che anzi abbia la possibilità anche di concretizzarsi, dall'altra, a stare alle lettere inviatemi dal Bartoletti, io avrei, attraverso di Lui stesso, forse anche partecipato al<br /> CONCILIO VATICANO II e, certamente, all'interpretazione successiva che poi lui ne dette in tutta Italia (IL TRAGHETTATORE; colui che era contro i "MALI DI ROMA". Dunque insisto con questo mio<br /> intervento politico-autobiografico. Per me, al punto in cui è arrivata la CENTRALIZZAZIONE VATICANA, voluta con energica fede da WOJTYLA, l'unica strada per uscirne EVANGELICAMENTE sarebbe la<br /> seguente. Che quei vescovi che se la sentono di assumersene le responsabilità, consacrassero allora in segreto VESCOVO un sacerdote, o anche un laico (per il Bartoletti non vi era differenza<br /> sostanziale), e poi lo indicassero, con una lettera autografa sigillata e consegnata ad un notaio, quale degno successore, in base al loro stesso giudizio, della loro stessa Diocesi. Mons. Alberto<br /> Silvani potrebbe condividere? Ovviamente non volglio saperlo!!! Il nuovo Papa che lei pare abbia già individuato e che, probabilmente, credo degnissimo, per me dovrebbe poi anche arrivare a<br /> codificare quanto qui le ho imprudentemente rivelato, o auspicato. Ecco comunque il mio nuovo e palloso intervento autobiografico.<br /> <br /> Mi è dispiaciuto molto aver visto pubblicate nell'anno 1994 da MASSIMO TOSCHI le due lettere inviate da Don Lorenzo Milani (da ex san Donato alla parrocchia di Barbiana) a Mons. Enrico Bartoletti<br /> (di ex Carraia ad Ausiliare dell'Arcivescovo di Lucca e poi a Roma alla CEI). Le due lettere sono quelle in data 10 settembre 1958 e 1° ottobre 1958. Il dispiacere? Poiché il mio amico Don<br /> Alessandro Campani di Sommaia, in esse stesse più volte ricordato dal Milani, non vi faceva una bella figura, mentre lui era ancor vivo e vegeto; da aggiungere che anche il Bartoletti, nel modo in<br /> cui il Milani l'aveva trattato, appariva tutt'altra persona da quello che era effettivamente, specialmente in quel momento e che poi fu ancor più meravigliosamente. Dunque io dovetti avvisare<br /> telefonicamente il Campani della pubblicazione anche perché queste due lettere non erano esaltanti, appunto, nemmeno per la persona di Mons. Enrico Bartoletti. Mi fece piacere sentirmi poi dire da<br /> mons. Alberto Ablondi, vescovo Emerito di Livorno, che non solo avevo fatto bene a telefonare al Campani, ma anzi, che così telefonando, avevo dimostrato di essere un pochetto anche il Segretario<br /> in pectore dello stesso Bartoletti, come una volta il Bartoletti stesso si era fatto sfuggire di bocca, chi sa perché.<br /> ADESSO AGGIUNGO.<br /> Della Politica? Un po’ se ne interessano anche la C.E.I., il Vaticano e il Sommo Pontefice.<br /> Come…?<br /> Si legge su l’ENCICLOPEDIA Wikipedia alla voce<br /> Mons. Enrico Bartoletti<br /> Wikipedia, l'enciclopedia libera.<br /> Enrico Bartoletti (San Donato di Calenzano, 1916 – 5 marzo 1976) è stato un arcivescovo cattolico italiano.<br /> Nel 1958 fu nominato vescovo ausiliare di Lucca. Fu consacrato vescovo nella basilica fiorentina dell'Annunziata, in quanto non appartenente al capitolo della cattedrale. Chiamato (da papa Montini)<br /> a ricoprire l’incarico di Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana nel 1972, sotto il pontificato di Paolo VI, dimessosi da arcivescovo di Lucca (o da Amministratore Apostolico,<br /> sede plena, dell’Arcidiocesi di Lucca resta ancora da chiarire [?]) nel 1973, si trasferì a Roma ove rimase fino alla sua improvvisa morte per malattia ( avvenuta il 5 marzo 1976 in ospedale dove<br /> però sembra stesse piuttosto benino).<br /> Mons. Bartoletti propose di far leva sulla Parola di Dio (cioè sullo spirito del Vangelo improntato alla più ampia libertà di scelta). Il primo piano pastorale della CEI fu battezzato "linea<br /> Bartoletti" tanto era dominato dal suo orientamento pastorale. (Un sacerdote mi confidò che in alcuni ambienti del Vaticano, anche dopo diversi anni dalla sua scomparsa, alla parola “Bartoletti”,<br /> tremavano ancora per la profonda idea che lui aveva della LIBERTA’). I documenti figli del piano pastorale “linea Bartoletti”, si muoveranno nell’ottica bartolettiana centrata sull’annuncio del<br /> Vangelo. Egli si prodigò affinché le indicazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II venissero recepite ed attuate dalle diocesi e dalle parrocchie. La linea Bartoletti” ha guidato le scelte della<br /> conferenza episcopale italiana fino all'arrivo in Cei della linea Ruini. Nel novembre del 2007 , (nella Cattedrale di san Martino la Domenica 11 Novembre 2007) è stata aperta a Lucca la fase<br /> diocesana della causa per la sua beatificazione. Ma com’è che passiamo, appunto, dalla linea Bartoletti alla linea Ruini? Dalla linea Bartoletti che puntava, fra le altre cose, sull’onorevole Aldo<br /> Moro, alla linea Ruini che invece puntava sull’onorevole Silvio Berlusconi? Il Vescovo Emerito di Livorno, Mons. Alberto Ablondi, che durante il sequestro Moro si voleva sostituire a lui nella<br /> carcere delle Brigate Rosse<br /> <br /> <br />
Rispondi
N
<br /> <br /> Grazie Giovangualberto. Allora non sono pazzo ! Anch'Ella, esperto di astrologia dantesca, vede,  fra gli astri, il lunigiano incamminarsi verso la Città Eterna. Forse  può anche<br /> indicarci la datazione esatta  del viaggio di solo  andata di Mons. Alberto Silvani verso  Piazza  San  Pietro ?<br /> <br /> <br /> Riccardo<br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> Antonello Venditti - Sotto il segno dei pesci - 1978‏ - YouTube<br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> www.youtube.com/watch?v=zuQI_ury8pg6 min - 18 nov<br /> 2009 - Caricato da LaVoceDelPadrone78<br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br /> <br />

Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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