Cari lettori, vi avevo promesso che avrei fatto di tutto, perché voi mi abbandonaste e non mi ero sbagliato.
Poco alla volta resterò l'unico lettore di questo blog, ma io continuo ad andare avanti, come va avanti Padre Gino Burresi. Anzi sapete cosa vi dico ? Quanto meno lettori avrò, tanto più Padre Gino si riprenderà, perché molti di voi l'hanno oppresso e continuano ad opprimere il povero Padre Gino.
Mi sono state promesse testimonianze a favore di Padre Gino da parte di lettori entusiasti, che poi sono svaniti nel nulla. Lettori che scrivono, segnalando solo il loro nome di battesimo. Non abbiate paura. Se Padre Gino Burresi è rimasto per così tanto tempo segregato, lo è stato anche per colpa nostra, che non lo abbiamo amato abbastanza. Ce ne siamo serviti solo per i nostri scopi.
Con l'articolo di oggi rincarerò la dose, che di per sè è già colma.
Credo che abbia ragione Giovangualberto Ceri, quando dice che quel che ci unisce sono soprattutto " i cavoli amari ".
Riccardo Fontana
Massimo Cogliandro
Premessa
L’autore di questo saggio è eterosessuale. Ha deciso di preparare questo lavoro per dimostrare, che l’intolleranza della Chiesa Cattolica contro i diversi di qualsiasi specie, ivi compresi gli omosessuali, non ha alla sua base l’insegnamento del Grande Maestro, ma unicamente l’odio tipico di ogni gerarchia per qualsiasi scelta che sia il frutto della libertà umana o comunque di un sentire diverso rispetto a quello consentito dalla gerarchia stessa.
Il Vangelo Segreto secondo Marco
Recentemente sono stati ritrovati in una lettera di Clemente Alessandrino alcuni frammenti del Vangelo Segreto secondo Marco utilizzato dagli gnostici Carpocraziani.
In questo vangelo, risalente a giudizio dei principali studiosi dell’argomento (Morton Smith) alla fine del I° sec. d. C., i Carpocraziani, in evidente polemica con la Grande Chiesa, che usava deformare nei propri testi sacri gli insegnamenti di Gesù in modo tale da renderli compatibili con le proprie concezioni dell’uomo e del mondo, hanno riportato la vera scena sulla “morte” e “risurrezione” di Lazzaro.
Lazzaro era morto realmente?
Dall’analisi del testo del Vangelo Segreto secondo Marco usato dai Carpocraziani risulta, che Lazzaro era stato effettivamente chiuso in una tomba, ma che non era ancora morto:
“E Gesù adiratosi, andò con lei nel giardino dove era la tomba e subito un alto grido fu udito uscire dalla tomba. E Gesù, avvicinatosi, fece rotolare via la pietra che chiudeva la porta della tomba.”
In questo testo, infatti, si riferisce che le persone presenti hanno sentito innalzarsi un “alto grido” prima che Gesù si avvicinasse e facesse “rotolare via la pietra che chiudeva la porta della tomba”. Questo vuol dire che Gesù si era recato al sepolcro sapendo già che Lazzaro non era mai morto.
Ma cosa era successo? Perché Lazzaro era stato chiuso in quel sepolcro pur essendo ancora vivo? Doveva avere commesso senz’altro qualche crimine orrendo, che meritasse la più severa delle punizioni previste dall’antica religione ebraica: l’essere sepolti pur essendo ancora vivi.
Ma quale crimine poteva meritare una punizione così terribile? La risposta ci viene dalla lettura del Vangelo Segreto secondo Marco:
“E subito, entrando dove era il giovane, stese la mano e lo alzò prendendolo per mano. E il giovane, guardando verso di lui, lo amò e cominciò a implorarlo di poter stare con lui.”
Lazzaro dunque era un giovane omosessuale: questa era la sua colpa e per questo era stato punito a quella orribile pena.
Alcune parole di Tomaso riportate nel Vangelo di Giovanni provano che Tomaso e gli altri discepoli di Gesù, quando hanno deciso di accompagnare il Salvatore a Betania per liberare Lazzaro, avevano la piena consapevolezza che avrebbero corso il rischio di essere uccisi dalla folla inferocita:
Allora Tomaso, chiamato Didimo, disse ai condiscepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!” (Vangelo di Giovanni,11,16)
L'atteggiamento di Gesù verso il giovane omosessuale
Secondo il Vangelo Segreto secondo Marco, quando Gesù giunse a Betania, Maria “si prostrò davanti a Gesù dicendogli: `Figlio di Davide, abbi pietà di me´.
Ma perché mai Gesù avrebbe dovuto avere pietà di lei, se non per il fatto che aveva commesso qualche cosa, che agli occhi di Gesù risultava essere simile ad un delitto? E’ interessante a questo proposito analizzare l’atteggiamento sdegnoso di Gesù e dei suoi discepoli di fronte alla sorella di Lazzaro:
“Ma i discepoli la rimproverarono. E Gesù adiratosi, andò con lei nel giardino” (Vangelo segreto secondo Marco).
Ma che cosa ha commesso Maria di così grave?
Evidentemente, Gesù e i suoi discepoli le addossavano la responsabilità di quello che era successo a Lazzaro. Probabilmente era stata lei a denunciare Lazzaro alle autorità religiose del tempo in quanto omosessuale e a farlo chiudere vivo nel sepolcro.
Gesù, venuto a conoscenza dei fatti, è intervenuto immediatamente e il suo anatema si è abbattuto sulla sorella di Lazzaro.
Gesù ha avuto rapporti sessuali con Lazzaro?
Il testo evangelico non fa assolutamente pensare ad un’avvenimento del genere. Infatti, se è vero che Lazzaro, “guardando verso di lui, lo amò e cominciò a implorarlo di poter stare con lui”, è vero anche che il vangelo segreto secondo Marco si limita ad affermare che Gesù ha riaccompagnato a casa Lazzaro, probabilmente per evitare che venisse linciato dai giudei.
E’ assolutamente improbabile che Gesù abbia avuto rapporti sessuali con Lazzaro, anche per il fatto che Gesù, come ci riferisce il vangelo di Filippo, aveva per unica compagna Maria Maddalena.
Da quel momento in poi, Gesù, per avere infranto la “legge divina” che prevedeva la morte per gli omosessuali, si è attirato l’ostilità del giudaismo ufficiale, al punto che “non andava più apertamente fra i giudei, ma se ne andò di lì nella regione prossima al deserto, in una città chiamata Efraim, dove rimase con i suoi discepoli.” (Vangelo di Giovanni, 11, 54).
Il doppio significato del Vangelo segreto secondo Marco
Nel Vangelo Segreto tuttavia è scritto:
“Ed essi entrarono in Betania, e c’era una donna alla quale il fratello era morto.”
Questa frase apparentemente smentirebbe le ipotesi avanzate in questo saggio sulla scena di Lazzaro, ma in realtà non è così. I Carpocraziani, infatti, come tutti gli gnostici associavano anche un significato esoterico ai gesti e alle azioni di Gesù.
La scena del salvataggio di Lazzaro dalla morte a cui era stato condannato dagli Ebrei, oltre a rappresentare un attacco agli atteggiamenti anti-sessuali della burocrazia clericale, ha anche un significato più vasto: Lazzaro rappresenta lo gnostico, che, grazie alla acquisizione di una piena conoscenza di sé e di quella goccia di luce divina che si cela nel profondo del proprio cuore, muore in quanto “uomo psichico” e rinasce in quanto “uomo pneumatico”, cioè spirituale.
La “morte” di cui parla questo vangelo è una morte rituale, cioè il neofita, messo a dura prova dalla sua vita nel mondo materiale, giunge gradualmente a possedere i vari gradi della Conoscenza (=Gnosi) di sé e del mondo. Lazzaro nel Vangelo Segreto secondo Marco diventa la metafora dei giovani adepti di quella comunità gnostica, che, per poter giungere a possedere la Gnosi Perfetta e, quindi, la Salvezza, dovevano superare tutta una serie di prove e di ritualità iniziatorie.
Anche l’unione con Gesù, suggerita nel finale, ha in realtà un carattere più che altro mistico ed esoterico, dove lo spirito “femminile” dell’adepto, alla fine del rito di iniziazione, giunge ad unirsi con lo spirito “maschile” di Gesù nella perfetta unità primordiale androgina.
Conclusioni
Nel Vangelo Segreto convivono due significati, uno politico, legato alla vita materiale e sociale in polemica con la Grande Chiesa, che vuole riconoscere il diritto all’uguaglianza con gli altri esseri umani, pur nella consapevolezza della propria diversità, a quanti fanno scelte sessuali diverse da quelle che facciamo tutti noi, ed uno esoterico, legato strettamente alle ritualità iniziatorie carpocraziane, che vuole rappresentare una via verso la liberazione dai lacci della vita materiale dell’elemento divino che si trova celato in un angolo segreto del cuore di ogni uomo.
Roma, 14/9/2000