TRATTO DA : PROGETTO GIONATA
Il cardinale Martini e "il rischio della fede" per i cristiani |
Riflessioni di Carlo M. Martini tratte da Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede (Mondadori, 2008) scelte da Giovanni Panettiere di Noi siamo chiesa - Emilia Romagna Quasi in punta di piedi, per rispetto a colui che considero un profeta del nostro tempo, ho voluto delineare un piccolo itinerario del pensiero di Martini, così come emerge dalle sue risposte alle domande di padre Sporschill. Fermo l’augurio che possiate immergervi nella lettura completa di un libro da non dimenticare. Ne vale la pena.
CATTEDRA DEI NON CREDENTI "A Milano avevo istituito la Cattedra dei non credenti per sentirli parlare del loro contributo alla salvezza del mondo e di ciò che hanno da dire all’uomo. Non dimenticherò mai un famoso psicoanalista che parlò della preghiera dei non credenti. Volevo coinvolgere individui pensanti. Dovevano partecipare con la loro ricerca della verità. Ho chiesto ai non credenti da dove traessero il loro fondamento etico. Un noto giornalista ha replicato: "Non lo so. Non ho avuto alcun motivo per vivere e per servire, eppure l’ho fatto. Perché?". E’ stato il più sincero. Ho sottolineato spesso che mi interessava il soggetto, che in questa cattedra i docenti erano i non credenti. A volte essi hanno espresso qualche critica nei nostri confronti portando la Chiesa a correggersi e soprattutto ad ampliare il suo orizzonte. Mi hanno indicato alcuni problemi e ingiustizie nell’ambito della diocesi. Hanno donato ai giovani la tolleranza eliminandone le paure, perché tutti noi abbiamo sentito che non erano nemici, al contrario condividevano con noi obiettivi fondamentali e talvolta escogitavano idee e percorsi migliori dei nostri". CHIESA E FEMMINISMO "Gli ecclesiastici devono chiedere perdono alle donne per molte cose, ma, soprattutto, oggi devono considerarle maggiormente come interlocutrici. Negli ultimi anni le donne hanno molto lottato, una certa dose di femminismo è necessaria. Non per questo gli uomini devono avere timore e lasciarsi spingere a un atteggiamento opposto. Le donne vogliono uomini, non 'donnicciole' mi ha detto con stupefacente schiettezza un'impetuosa signora. Per quanto riguarda la direzione della Chiesa vorrei, tuttavia, invitare, alla pazienza: essa scoprirà sempre più le possibilità delle donne. Sono stati fatti molti progressi e se ne compiranno altri ancora, specie se portiamo avanti un rapporto di collaborazione. Desidero ricordare che su questo problema le diverse chiese seguono ritmi differenti. La nostra Chiesa è un po' timida. Maria, la madre di Gesù, dovrebbe essere più amata dagli uomini moderni. A nessuno Dio ha attribuito un'importanza maggiore per il Messia che a questa donna. Se osserviamo l'albero genealogico del Messia, troviamo donne notevoli, che le Sacre Scritture rendono anelli di una catena a cui Dio collega la famiglia. Vi scopriamo anche donne dai ruoli inconsueti, dal coraggio impressionante e dalla grande fantasia redentrice. La Bibbia rafforza le donne e aiuta la Chiesa ad andare avanti". ORDINAZIONE FEMMINILE "Ovunque nella Chiesa si può constatare che le donne assumono sempre più compiti direttivi. Ammetto che questa evoluzione positiva è nata più dalla necessità che da una convinzione del clero. Ma è uno sviluppo promettente. Nella Bibbia vi sono donne che dirigono comunità: penso a Lidia di Filippi e alle molte collaboratrici di Paolo a capo delle sue comunità. Nel Nuovo Testamento incontriamo le diaconesse, presenti nella Chiesa primitiva e fino al Medioevo. Negli ultimi anni le teologhe hanno scoperto l'importanza di queste donne per la Chiesa. Per quanto riguarda il sacerdozio, dobbiamo tenere conto del dialogo ecumenico con gli ortodossi e delle mentalità in Oriente e in altri continenti. Negli anni Novanta sono andato a trovare a Canterbury l'allora primate della Chiesa d'Inghilterra, l'arcivescovo dottor George Léonard Carey. L'ordinazione di donne aveva provocato tensioni nella sua Chiesa. Ho tentato di infondergli coraggio in questa impresa: potrebbe aiutare anche noi a rendere più giustizia alle donne e a comprendere come andare avanti. Non dobbiamo essere scontenti perché la Chiesa evangelica e quella anglicana ordinano donne, introducendo così un elemento fondamentale nel contesto del grande ecumenismo. E tuttavia questo non è un motivo per uniformare le diverse tradizioni". UNA CHIESA APERTA "Sì, voglio una Chiesa aperta, una Chiesa che abbia le porte aperte alla gioventù, una Chiesa che guardi lontano. Non saranno né il conformismo né tiepide proposte a rendere la Chiesa interessante. Io confido nella radicalità della parola di Gesù che dobbiamo tradurre nel nostro mondo: come aiuto nell’affrontare la vita, come buona novella che Gesù vuole portare. Tradurre non significa svilire. Oggi la parola di Gesù deve mostrare il suo carattere attraverso la nostra vita con il coraggio dell’ascolto e della confessione religiosa. Gesù vuole liberare gli afflitti e gli oppressi, mostrare ai ricchi le loro possibilità e opporsi agli ingiusti. Sono colpito dalla domanda di Gesù: il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede? Egli non chiede: troverò una Chiesa grande e bene organizzata? Sa apprezzare anche una Chiesa piccola e modesta, che ha una fede salda e agisce di conseguenza. Non dobbiamo dipendere dai numeri e dai successi. Saremo molto più liberi di seguire la chiamata di Gesù". VESCOVI E RIFORMA ECCLESIALE "Non possiamo sempre gridare forte la verità. Essa presuppone amore e sensibilità, I vescovi non sono soli, possono ascoltare i loro fratelli e sorelle, le loro collaboratrici e i loro collaboratori. La Chiesa ha sempre bisogno di riforme. La forza riformatrice deve venire dal suo interno. Non solo il singolo, ma anche la comunità e la Chiesa locale possono fare esercizi spirituali, rivedere il proprio percorso, individuare cosa sia riuscito e quali siano stati gli errori". L’ESSENZA DEL CRISTIANO "Un cristiano si distingue per il suo coraggio, per il coraggio che gli viene dalla fede. Sa che Dio lo guida e lo sostiene. E allo stesso modo Dio parla per bocca degli altri. Vale dunque la pena di ascoltare l’opinione altrui. I cristiani non temono il dialogo, cercano la collaborazione di persone di diversa fede e pensiero, di chi pone domande e di chi è insoddisfatto. Con loro, insieme e in concorrenza, i cristiani portano nel mondo luce, orientamento, guarigione, protezione, pace e gioia di vivere. L’insieme dei cristiani nell’ecumenismo e il dialogo interreligioso sono richiesti e favoriti dalle necessità del mondo". ISLAM "Noi cristiani dobbiamo combattere pregiudizi diffusi e nemici immaginari. I terroristi non possono appellarsi al Corano. I fondamentalisti esistono da entrambe le parti. Soltanto l’istruzione e il progresso sociale possono privarli del potere. In questo consiste uno degli attuali compiti di noi cristiani: essere all’altezza del nostro ruolo di ospitanti. Per esempio nel far fronte ai problemi scolastici e linguistici dei figli dei lavoratori stranieri. Sono contento degli sviluppi nell’ora scolastica di religione cristiana che oggi prevede di insegnare ai nostri bambini le grandi religioni. Sapranno che i musulmani credono nella Vergine Maria e in Gesù il Messia, che venerano anche santi cristiani di epoca bizantina". GIUSTIZIA "Come cristiani guardiamo a Gesù. Egli è motivo di un’assoluta novità, la Chiesa. Gesù ha svolto il compito ricevuto da Dio di creare, accanto al primo popolo eletto di Israele, un secondo strumento per la pace. Si trova dunque in prima linea; si è confrontato con tutte le autorità politiche: con Erode, con Pilato, con il sinedrio, con i partiti dei farisei e dei sadducei. Si è battuto con passione per la giustizia e ha voluto cambiare il mondo. La Chiesa di Gesù Cristo deve contribuire a rendere il mondo più giusto e più pacifico. Secondo la Bibbia, la giustizia è più del diritto e della carità: è l’attributo fondamentale di Dio. Giustizia significa impegnarsi per chi è indifeso e salvare vite, lottare contro l’ingiustizia. Significa un impegno attivo e audace perché tutti possano convivere in pace. La giustizia deve vegliare affinché il diritto, così com’è formulato nelle leggi, consenta a tutti gli uomini un’esistenza dignitosa. Gesù ha dato la sua vita per la giustizia". STRATEGIA POLITICA "‘Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio’ (Mt 22,21). Gesù rispose così alla domanda su come debbano essere suddivisi i poteri. La collaborazione tra istituzioni religiose e statali, tra associazioni umanitarie, singole imprese sociali e organizzazioni pubbliche è importante. Abbiamo bisogno di tutte le forze, fino a quando non vi saranno più affamati. Gesù si distingue perché ama il nemico. Se uno ti percuote una guancia, porgigli anche l’altra. Vale a dire: sorprendi il tuo nemico e sta a vedere cosa succede. Una concessione, una sorpresa, una cortesia fa sì che qualche inimicizia si spenga da sola. Uno sguardo al Discorso della montagna è rivelatore: chi è beato per Gesù? Non i vincitori, ma i perseguitati. Non i felici, bensì gli afflitti. Non i possidenti, bensì i poveri e gli affamati. Non i conformisti, ma coloro che sono maltrattati. Gesù ha risvegliato le energie più intime dei poveri e ne ha fatto politica. Una strategia che parte dalla sua percezione del travaglio degli esseri umani. Gesù vive con loro. Riceve richieste di aiuto da molte persone, eppure non si rassegna, anzi, cerca dei giovani e li prepara per farne suoi collaboratori, apostoli. Questa formazione dei suoi discepoli era senz’altro anche "politica". Imparavano ciò che Gesù voleva, proprio attraverso gli aspri confronti che egli aveva, o era costretto ad avere, con gli avversari politici. Gesù mostrava ai suoi discepoli il disagio dei pagani, che non conoscevano Dio e la dignità dell’essere umano. I suoi discepoli dovevano andare da coloro che cercavano aiuto e far sentire loro l’amore di Dio per tutti gli uomini. La vita di Gesù culmina sulla croce. Ha pagato il suo impegno con la vita. Forse, per avere successo è necessario rinunciare al successo. Non si tratta soltanto di un’astuta strategia contro il male. Dare la vita non è un gesto facile da spiegare in modo razionale. È possibile confidando in lui". Carlo M. Martini - Georg Sporschill, Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede, Mondadori, 2008, 124 pagine Il libro può essere acquistato anche presso la Libreria Claudiana di Firenze, con uno sconto del 10% per i lettori di gionata.org |