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3 giugno 2011 5 03 /06 /giugno /2011 07:00

TRATTO  DA :  PROGETTO  GIONATA

 

Il cardinale Martini e "il rischio della fede" per i cristiani

riflessioniRiflessioni di Carlo M. Martini tratte da Conversazioni notturne  a Gerusalemme. Sul rischio della fede (Mondadori, 2008) scelte da Giovanni Panettiere di Noi siamo chiesa - Emilia Romagna

Non so, se abbiate letto Conversazioni notturne a Gerusalemme, il libro scritto a quattro mani dal cardinale Carlo Maria Martini, intervistato dal gesuita austriaco Georg Sporchill. Il testo è di una bellezza indicibile grazie all’affresco di una Chiesa dialogante, aperta al mondo e sempre pronta a rinnovarsi che emerge dalle parole dell’arcivescovo emerito di Milano.
Martini è conscio di star vivendo gli ultimi chilometri del suo itinerario terreno e, pertanto, con sincerità e senza reticenze, ci lascia le sue speranze per la Chiesa e la società del futuro. In quello che è il suo testamento spirituale.


Quasi in punta di piedi, per rispetto a colui che considero un profeta del nostro tempo, ho voluto delineare un piccolo itinerario del pensiero di Martini, così come emerge dalle sue risposte alle domande di padre Sporschill. Fermo l’augurio che possiate immergervi nella lettura completa di un libro da non dimenticare. Ne vale la pena.          

 




A CHI NON CREDE IN DIO

"Avrei molte domande da porgli. A cosa attribuisce importanza? Quali sono i suoi ideali? Quali valori ha? E’ questo che vorrei scoprire.
Non intenderlo convincere di nulla, ma solo dirgli che deve provare a vivere senza fede in Dio e, nello stesso tempo, riflettere su se stesso. Forse in alcuni periodi della vita avvertirà una speranza, si accorgerà di cosa dà senso e gioia alla vita.
Gli auguro di dialogare con persone in cerca della fede e con credenti. Forse Dio gli donerà la grazia di riconoscere che esiste".

 
 
IL DESIDERIO DI CRISTO PER L’OGGI


"Credo che risveglierebbe proprio i giovani benestanti e li porterebbe dalla sua parte per cambiare il mondo insieme a lui. Cambiare il mondo significa togliere le paure agli uomini, ridurre l'aggressività, abolire le ingiustizie tra poveri e ricchi.
E soprattutto dare agli uomini una patria così che si sentano al sicuro, siano essi bambini, stranieri, anziani, moribondi o malati".

 
 
LA REGOLA D’ORO

"La più importante è: ama il prossimo tuo, amerai il prossimo tuo come te stesso. Oppure, come recita l’originale ebraico: amerai il prossimo tuo perché egli è come te.
Se sono consapevole che l’altro è fatto della mia stessa pasta, che ha gli stessi pregi e difetti che ho io, questa vicinanza dà anche la forza di volergli bene".

 
 
SESSO E MATRIMONIO

"Non potere avere un amore che si esprima anche nella tenerezza corporea sarebbe disumano. Accettare delle regole, prepararsi a un legame tra uomo e donna, è invece necessario come lo è imparare a essere capaci di amare con il corpo e con la mente.
Dall’altro canto, se non riservi qualcosa al momento dell’impegno e del matrimonio, se anticipi tutto, il rischio di fallire a causa delle debolezze e dei limiti umani e del tuo rapporto è grande. L’amore tra due persone è sempre unico.
Per questo è opportuno tutelarsi da una ‘svendita’. Se un uomo ha già vissuto prima o al di fuori del matrimonio tutto ciò che è fisicamente possibile con molte donne, oppure una donna con molti uomini, non resta quasi spazio per la scoperta di nuove esperienze comuni.
Ma questo è troppo poco per un rapporto coniugale che non si basi sulla pura fortuna e sul caso".



 
L’INCONTRO

"Un giorno, quando ero ancora molto giovane, mi sono seduto su una panchina accanto a un ragazzo dall’aspetto assai trascurato. isvegliandosi dal suo stato di ebbrezza, mi guardò spaventato: ‘Chi sei?’. La domanda mi colse impreparato. ‘Sono un sacerdote. Posso fare qualcosa per te?’.
Entrammo insieme in un bar, perché era affamato. osì ebbe inizio un rapporto che mi fece scoprire per la prima volta il mondo delle droghe e della terapia. E riuscii a trovare un posto per quel giovane in una casa gestita da suore".



 
GIOVANI

"Ai giovani non possiamo insegnare nulla, possiamo solo aiutare ad ascoltare il loro maestro interiore. Suonano strane, ma sono parole di Sant’Agostino. Egli afferma con grande chiarezza che possiamo solo creare le condizioni per consentire a un giovane di capire.
La comprensione, il giudizio deve essergli dato dalla sua interiorità".
 
 
 
CHIESA E NUOVE GENERAZIONI

"Certamente il metodo giusto non è predicare alla gioventù come deve vivere per poi giudicarla con l’intenzione di cercare di conquistare coloro che rispettano le nostre regole e le nostre idee. La comunicazione deve cominciare in assoluta libertà, in caso contrario non è comunicazione. E, soprattutto, in questo modo non si conquista nessuno, caso mai lo si opprime".

 
 
HUMANAE VITAE

"La cosa più triste è che questa enciclica ha contribuito a far si che molti non prendessero più in seria considerazione la Chiesa come interlocutrice o maestra.
Soprattutto la gioventù dei nostri paesi occidentali, che non pensa più a rivolgersi a rappresentanti ecclesiastici per questioni riguardanti la pianificazione familiare o la sessualità.
Riconosco che l’enciclica Humanae vitae ha purtroppo prodotto anche un effetto negativo. Molte persone si sono allontanate dalla Chiesa e la Chiesa dalle persone. Ne è derivato un grave danno".

 
 
CONTRACCEZIONE

"Già nel 1964 una commissione composta da specialisti dei settori della medicina, della biologia, della sociologia, della psicologia e della teologia presentava a papa Paolo VI un parere esauriente sui temi che furono in seguito trattati nella Humanae Vitae.
Tuttavia, con un solitario senso del dovere e mosso da profonda convinzione personale, il papa pubblicò l’enciclica. Sottrasse scientemente l’argomento ai dibattiti dei padri conciliari; in questa materia volle assumere una responsabilità altamente personale.
A lunga scadenza, la solitudine di questa decisione non si è dimostrata un presupposto favorevole per trattare il tema sessualità e famiglia.
Papa Giovanni Paolo II, una grande personalità, ha seguito la via di una rigorosa applicazione. Non voleva che su questo punto sorgessero dubbi. Pare che avesse perfino pensato a una dichiarazione che godesse del privilegio dell’infallibilità papale.
Dopo l’enciclica Humanae Vitae, i vescovi austriaci e tedeschi, e molti altri vescovi, hanno seguito, con le loro dichiarazioni di preoccupazione, un orientamento che oggi potremmo portare avanti. Quasi quarant’anni di distanza (un periodo lungo quanto il passaggio di Israele nel deserto) potrebbero consentirci una nuova visione".



 
CHIESA, VITA, AMORE

"Sono fermamente convinto che la direzione della Chiesa possa mostrare una via migliore di quanto non sia riuscito all’enciclica Humanae Vitae. La Chiesa riacquisterà credibilità e competenza.
Papa Giovanni Paolo II ha contribuito molto a infondere nuova vita al rapporto tra
Chiesa ed ebraismo, così come al rapporto tra Chiesa e scienza, pronunciando quelle indimenticabili ammissioni di colpa che oggi, secoli dopo l’ingiusta condanna di Galileo Galilei o Darwin, hanno grande effetto.
Per i temi che riguardano la vita e l’amore non possiamo in nessun caso attendere tanto. Sapere ammettere i propri errori e la limitatezza delle proprie vedute di ieri è segno di grandezza d’animo e di sicurezza".
 
 
 
AIDS

"Quando penso alla problematica dell’Aids (secondo l’Onu circa quaranta milioni di persone hanno contratto l’Hiv, in prevalenza in Africa; lo stesso rapporto registra nel 2006 tre milioni di morti), entrano in gioco non soltanto la medicina, ma anche la politica e la cooperazione allo sviluppo.
Se la Chiesa riuscisse a promuovere la comunicazione con tutte queste parti, interrogandole e ascoltando con attenzione, sarebbe senz’altro un’iniziativa costruttiva.
In Vaticano si discute dell’uso dei preservativi, non ultimo perché il papa è molto preoccupato per la piaga dell’Aids.
Anche l’ipotesi di consentirne l’uso come «male minore» alle coppie che hanno contratto l’Hiv non è sufficiente. Questa presa di posizione mi ha portato a contrasti. Sono diventato il ‘cardéal da camisinha’, mi ha riferito ridendo un sacerdote del Brasile. E un po’ come dire il ‘cardinale dei preservativi’. A volte, dunque, vengo messo in cattiva luce, specie da alcuni giornali".



 
RAPPORTI PREMATRIMONIALI

"Nessun vescovo e nessun sacerdote ignora ormai che la vicinanza fisica delle persone prima del matrimonio è un dato di fatto. Se vogliamo proteggere la famiglia e promuovere la fedeltà coniugale, dobbiamo rivedere il nostro modo di pensare.
Illusioni e divieti non portano a nulla. Da amici e conoscenti ho avuto modo di vedere che i giovani andavano in vacanza con loro e dormivano insieme in una stanza. Nessuno pensava di nasconderlo o di considerarlo un problema.
Avrei dovuto dire qualcosa al riguardo? E difficile. Non riesco a comprendere tutto, anche se sento che qui forse nasce una nuova vicendevole attenzione, un comune apprendere e un accordo più saldo delle generazioni.
Questo rende felici vecchi e giovani e non lascia soli né gli uni né gli altri nelle loro domande su amore e solitudine.
Desidero accompagnare questa evoluzione con benevolenza, interrogando e pregando".
 
 
 
OMOSESSUALITA’

"Nella mia cerchia di conoscenze vi sono coppie omosessuali, persone stimate e altruiste. Non mi è mai stato chiesto, né mai mi sarebbe venuto in mente, di giudicarle.
La questione è come possiamo affrontare questo argomento. Mi riesce più facile trovare un modo quando conosco qualcuno di persona e non devo difendere tesi generali.
La Bibbia condanna l’omosessualità con parole forti. A motivarle era la problematica prassi dell’antichità, quando gli uomini avevano, accanto alla famiglia, amanti di sesso maschile, a volte anche ragazzi. Un famoso esempio è Alessandro Magno.
La Bibbia vuole invece tutelare la famiglia, la donna e lo spazio per i figli. Nella Chiesa ortodossa l’omosessualità è considerata un orrore.
Nella Chiesa evangelica i rapporti sono molto più aperti. Esistono coppie omosessuali anche tra pastori, sono autorizzate a esercitare la loro funzione, purché non pubblicizzino questo modo di vivere.
Sappiamo che l’argomento ha messo a dura prova la Chiesa anglicana. Nell’ebraismo gli  ortodossi vietano severamente l’omosessualità, ma nell’ebraismo riformato esistono apposite sinagoghe per omosessuali.
In questa pluralità cerchiamo la nostra strada. La preoccupazione principale delle Sacre Scritture è la tutela della famiglia e uno spazio sano per i figli, che in ogni caso vengono dalle coppie eterosessuali.
Di conseguenza io propendo per una gerarchia di valori e non, in linea di principio, per una parità di diritti. Ho già detto più di quanto non avrei dovuto. Percorriamo insieme e con prudenza cammini che si differenziano.
Ma non dobbiamo farci la guerra a causa di questi percorsi diversi. Ho già citato i limiti tracciati dalla Bibbia.
Nel rapporto con l’omosessualità, tuttavia, nella Chiesa dobbiamo rimproverarci di essere spesso stati insensibili. Penso a un giovane che si sforzava di comprendere il proprio orientamento sessuale. Era in grande difficoltà. Non poteva parlarne con nessuno perché si vergognava. Sentiva che se avesse confessato le sue tendenze omosessuali sarebbe stato emarginato. Questo giovane si è ammalato perché non lo abbiamo aiutato.
Le depressioni lo hanno condotto da uno psichiatra, dal quale ha trovato un orecchio pronto ad ascoltarlo e un incoraggiamento".


 
 
CELIBATO OBBLIGATORIO


"Il celibato è un altro argomento. Questo tipo di vita è oltremodo impegnativo e presuppone una profonda reli¬giosità, una comunità valida e forti personalità, ma soprat¬tutto la vocazione a non sposarsi. Forse non tutti gli uomini chiamati al sacerdozio possiedono questo carisma. Da noi la Chiesa dovrà escogitare qualcosa.
Oggi a un arroco vengono affidate sempre più comunità, oppure le diocesi mportano sacerdoti di culture straniere. Questa a lungo termine non uò essere una soluzione. La possibilità di consacrare viri probati uomini esperti, di provata fede e capacità relazionale) dovrà in ogni caso essere discussa".
 
 
 

CATTEDRA DEI NON CREDENTI

"A Milano avevo istituito la Cattedra dei non credenti per sentirli parlare del loro contributo alla salvezza del mondo e di ciò che hanno da dire all’uomo. Non dimenticherò mai un famoso psicoanalista che parlò della preghiera dei non credenti. Volevo coinvolgere individui pensanti. Dovevano partecipare con la loro ricerca della verità.
Ho chiesto ai non credenti da dove traessero il loro fondamento etico. Un noto giornalista ha replicato: "Non lo so. Non ho avuto alcun motivo per vivere e per servire, eppure l’ho fatto. Perché?". E’ stato il più sincero. Ho sottolineato spesso che mi interessava il soggetto, che in questa cattedra i docenti erano i non credenti.
A volte essi hanno espresso qualche critica nei nostri confronti portando la Chiesa a correggersi e soprattutto ad ampliare il suo orizzonte. Mi hanno indicato alcuni problemi e ingiustizie nell’ambito della diocesi.
Hanno donato ai giovani la tolleranza eliminandone le paure, perché tutti noi abbiamo sentito che non erano nemici, al contrario condividevano con noi obiettivi fondamentali e talvolta escogitavano idee e percorsi migliori dei nostri".



CHIESA E FEMMINISMO

"Gli ecclesiastici devono chiedere perdono alle donne per molte cose, ma, soprattutto, oggi devono considerarle maggiormente come interlocutrici. Negli ultimi anni le donne hanno molto lottato, una certa dose di femminismo è necessaria.
Non per questo gli uomini devono avere timore e lasciarsi spingere a un atteggiamento opposto. Le donne vogliono uomini, non 'donnicciole' mi ha detto con stupefacente schiettezza un'impetuosa signora.
Per quanto riguarda la direzione della Chiesa vorrei, tuttavia, invitare, alla pazienza: essa scoprirà sempre più le possibilità delle donne. Sono stati fatti molti progressi e se ne compiranno altri ancora, specie se portiamo avanti un rapporto di collaborazione.
Desidero ricordare che su questo problema le diverse chiese seguono ritmi differenti. La nostra Chiesa è un po' timida.
Maria, la madre di Gesù, dovrebbe essere più amata dagli uomini moderni. A nessuno Dio ha attribuito un'importanza maggiore per il Messia che a questa donna. Se osserviamo l'albero genealogico del Messia, troviamo donne notevoli, che le Sacre Scritture rendono anelli di una catena a cui Dio collega la famiglia.
Vi scopriamo anche donne dai ruoli inconsueti, dal coraggio impressionante e dalla grande fantasia redentrice. La Bibbia rafforza le donne e aiuta la Chiesa ad andare avanti".



ORDINAZIONE FEMMINILE

"Ovunque nella Chiesa si può constatare che le donne assumono sempre più compiti direttivi. Ammetto che questa evoluzione positiva è nata più dalla necessità che da una convinzione del clero.
Ma è uno sviluppo promettente. Nella Bibbia vi sono donne che dirigono comunità: penso a Lidia di Filippi e alle molte collaboratrici di Paolo a capo delle sue comunità.
Nel Nuovo Testamento incontriamo le diaconesse, presenti nella Chiesa primitiva e fino al Medioevo.
Negli ultimi anni le teologhe hanno scoperto l'importanza di queste donne per la Chiesa. Per quanto riguarda il sacerdozio, dobbiamo tenere conto del dialogo ecumenico con gli ortodossi e delle mentalità in Oriente e in altri continenti.
Negli anni Novanta sono andato a trovare a Canterbury l'allora primate della Chiesa d'Inghilterra, l'arcivescovo dottor George Léonard Carey. L'ordinazione di donne aveva provocato tensioni nella sua Chiesa.
Ho tentato di infondergli coraggio in questa impresa: potrebbe aiutare anche noi a rendere più giustizia alle donne e a comprendere come andare avanti. Non dobbiamo essere scontenti perché la Chiesa evangelica e quella anglicana ordinano donne, introducendo così un elemento fondamentale nel contesto del grande ecumenismo. E tuttavia questo non è un motivo per uniformare le diverse tradizioni".



UNA CHIESA APERTA

"Sì, voglio una Chiesa aperta, una Chiesa che abbia le porte aperte alla gioventù, una Chiesa che guardi lontano. Non saranno né il conformismo né tiepide proposte a rendere la Chiesa interessante. Io confido nella radicalità della parola di Gesù che dobbiamo tradurre nel nostro mondo: come aiuto nell’affrontare la vita, come buona novella che Gesù vuole portare.
Tradurre non significa svilire. Oggi la parola di Gesù deve mostrare il suo carattere attraverso la nostra vita con il coraggio dell’ascolto e della confessione religiosa.
Gesù vuole liberare gli afflitti e gli oppressi, mostrare ai ricchi le loro possibilità e opporsi agli ingiusti. Sono colpito dalla domanda di Gesù: il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede? Egli non chiede: troverò una Chiesa grande e bene organizzata?
Sa apprezzare anche una Chiesa piccola e modesta, che ha una fede salda e agisce di conseguenza. Non dobbiamo dipendere dai numeri e dai successi. Saremo molto più liberi di seguire la chiamata di Gesù".



VESCOVI E RIFORMA ECCLESIALE

"Non possiamo sempre gridare forte la verità. Essa presuppone amore e sensibilità, I vescovi non sono soli, possono ascoltare i loro fratelli e sorelle, le loro collaboratrici e i loro collaboratori.
La Chiesa ha sempre bisogno di riforme. La forza riformatrice deve venire dal suo interno. Non solo il singolo, ma anche la comunità e la Chiesa locale possono fare esercizi spirituali, rivedere il proprio percorso, individuare cosa sia riuscito e quali siano stati gli errori".



L’ESSENZA DEL CRISTIANO

"Un cristiano si distingue per il suo coraggio, per il coraggio che gli viene dalla fede. Sa che Dio lo guida e lo sostiene. E allo stesso modo Dio parla per bocca degli altri. Vale dunque la pena di ascoltare l’opinione altrui.
I cristiani non temono il dialogo, cercano la collaborazione di persone di diversa fede e pensiero, di chi pone domande e di chi è insoddisfatto.
Con loro, insieme e in concorrenza, i cristiani portano nel mondo luce, orientamento, guarigione, protezione, pace e gioia di vivere. L’insieme dei cristiani nell’ecumenismo e il dialogo interreligioso sono richiesti e favoriti dalle necessità del mondo".

 
 
ISLAM

"Noi cristiani dobbiamo combattere pregiudizi diffusi e nemici immaginari. I terroristi non possono appellarsi al Corano. I fondamentalisti esistono da entrambe le parti. Soltanto l’istruzione e il progresso sociale possono privarli del potere. In questo consiste uno degli attuali compiti di noi cristiani: essere all’altezza del nostro ruolo di ospitanti.
Per esempio nel far fronte ai problemi scolastici e linguistici dei figli dei lavoratori stranieri.
Sono contento degli sviluppi nell’ora scolastica di religione cristiana che oggi prevede di insegnare ai nostri bambini le grandi religioni. Sapranno che i musulmani credono nella Vergine Maria e in Gesù il Messia, che venerano anche santi cristiani di epoca bizantina".



GIUSTIZIA

"Come cristiani guardiamo a Gesù. Egli è motivo di un’assoluta novità, la Chiesa. Gesù ha svolto il compito ricevuto da Dio di creare, accanto al primo popolo eletto di Israele, un secondo strumento per la pace.
Si trova dunque in prima linea; si è confrontato con tutte le autorità politiche: con Erode, con Pilato, con il sinedrio, con i partiti dei farisei e dei sadducei. Si è battuto con passione per la giustizia e ha voluto cambiare il mondo.
La Chiesa di Gesù Cristo deve contribuire a rendere il mondo più giusto e più pacifico.
Secondo la Bibbia, la giustizia è più del diritto e della carità: è l’attributo fondamentale di Dio. Giustizia significa impegnarsi per chi è indifeso e salvare vite, lottare contro l’ingiustizia. Significa un impegno attivo e audace perché tutti possano convivere in pace.
La giustizia deve vegliare affinché il diritto, così com’è formulato nelle leggi, consenta a tutti gli uomini un’esistenza dignitosa. Gesù ha dato la sua vita per la giustizia".



STRATEGIA POLITICA

"‘Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio’ (Mt 22,21). Gesù rispose così alla domanda su come debbano essere suddivisi i poteri.
La collaborazione tra istituzioni religiose e statali, tra associazioni umanitarie, singole imprese sociali e organizzazioni pubbliche è importante. Abbiamo bisogno di tutte le forze, fino a quando non vi saranno più affamati.
Gesù si distingue perché ama il nemico. Se uno ti percuote una guancia, porgigli anche l’altra. Vale a dire: sorprendi il tuo nemico e sta a vedere cosa succede. Una concessione, una sorpresa, una cortesia fa sì che qualche inimicizia si spenga da sola.
Uno sguardo al Discorso della montagna è rivelatore: chi è beato per Gesù? Non i vincitori, ma i perseguitati. Non i felici, bensì gli afflitti. Non i possidenti, bensì i poveri e gli affamati. Non i conformisti, ma coloro che sono maltrattati. Gesù ha risvegliato le energie più intime dei poveri e ne ha fatto
politica.
Una strategia che parte dalla sua percezione del travaglio degli esseri umani. Gesù vive con loro. Riceve richieste di aiuto da molte persone, eppure non si rassegna, anzi, cerca dei giovani e li prepara per farne suoi collaboratori, apostoli. Questa formazione dei suoi discepoli era senz’altro anche "politica".
Imparavano ciò che Gesù voleva, proprio attraverso gli aspri confronti che egli aveva, o era costretto ad avere, con gli avversari politici. Gesù mostrava ai suoi discepoli il disagio dei pagani, che non conoscevano Dio e la dignità dell’essere umano. I suoi discepoli dovevano andare da coloro che cercavano aiuto e far sentire loro l’amore di Dio per tutti gli
uomini. La vita di Gesù culmina sulla croce.
Ha pagato il suo impegno con la vita. Forse, per avere successo è necessario rinunciare al successo. Non si tratta soltanto di un’astuta strategia contro il male. Dare la vita non è un gesto facile da spiegare in modo razionale. È possibile confidando in lui".
 
 
 
 
 
Carlo M. Martini -  Georg Sporschill, Conversazioni notturne  a Gerusalemme. Sul rischio della fede, Mondadori, 2008, 124 pagine


Il libro può essere acquistato anche presso la Libreria Claudiana di Firenze, con uno sconto del 10% per i lettori di gionata.org
 
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  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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