Ho trovato questo articolo sul quotidiano " City ". Vi ho trovato cose molto belle che ritengo anche vere. Sono felice di avere sposato una donna, che mi permette di vivere una sessualità serena ed equilibrata e consiglio a tutti coloro, nubili o celibi indecisi di convolare a nozze e che vivono una sessualità disordinata, di cercare nel matrimonio il nido d'amore fortificato, che li protegge dagli assalti di istinti e rapporti sessuali compulsivi. Sono sempre dell'avviso, contrariamente a quello che dicono le gerarchie ecclesiastiche, che l'abolizione del celibato dei preti comporterebbe una maggiore santificazione della Chiesa e ridurrebbe o eliminerebbe il problema della pedofilia. L'astinenza forzata dalla genitalità puo' ingenerare l'insorgere di fantasie sessuali distruttrici, anche e soprattutto nei sacerdoti, che trovandosi a contatto con la propria comunità di fedeli e guardando dall'esterno esperienze di relazioni di coppia felici, possono provare prima o poi una certa " invidia ", perché proprio i sacerdoti, che per antonomasia sono i cultori dell'amore per il prossimo, sono costretti ad escludere dalla propria vita l'espressione d'amore, che più li rende simiglianti a Dio, anche attraverso il dono della procreazione. L'esclusione forzata da queste divine delizie puo' portare a perversioni sessuali, relazioni clandestine ed omosessualità. Le lacrime del Cardinal Angelo Bagnasco versate sulla piaga della pedofilia dei chierici sono, a mio parere, lacrime di coccodrillo e spero che il buon Dio voglia un giorno smascherare l'ipocrisia delle gerarchie ecclesiastiche su questo tema.
Un supplemento dedicato al mio amico del giuguaro : ti prego di credermi, con queste mie affermazioni non intendo affatto gettare fango nè sul Papa nè sulla Chiesa. Sto solo soffrendo per il fatto, che i rappresentanti delle gerarchie ecclesiastiche continuano a voler essere miopi e vogliono intenzionalmente continuare a vedere in maniera distorta la natura ed il creato, che Dio ci ha donato. Sicuramente avranno un motivo, per agire così, forse perché si sentono loro stessi sporchi dentro, ma non intendono rivoluzionarsi e preferiscono mostrare una santità di facciata. Gesù Cristo ci ha promesso di più, di quanto loro ci offrono e come battezzato ho diritto alla mia parte di eredità spirituale e non me la lascio togliere.
Riccardo
TRATTO : DA CITY
venerdì 20.5.2011
Il sesso dei 50enni un mondo di emozioni
Emma Chiaia Counselor di sessuologia e giornalista specializzata in psicologia e salute, racconta l’eros visto dagli over 50. Con qualche consiglio.
Non si parla spesso dell’eros “maturo”...
Ed è uno sbaglio. Perché dai 45 anni si comincia a chiedersi cosa succederà al traguardo dei 50: una data importante alla quale ci si avvicina spesso con più di un timore. Come cambiano gli affetti, il privato, la sessualità? Cosa significa invecchiare? Ecco, nel mio libro spiego questo: non bisogna aver paura del passare degli anni.
Chi sono i protagonisti di “Amore e sessualità dopo i 50 anni”?
Il libro (Red editore, esce il 26 maggio, ndr)raccoglie le tantissime interviste che ho fatto a gente comune, dai 50 ai 75 anni. Una fase della vita nuova, che si è creata con l’allungarsi della vita. A differenza di un tempo, nemmeno troppo lontano, la terza età oggi comincia dopo i 70 anni: c’è quindi tutta una fascia di vita adulta che si può ancora vivere con pienezza, anche a livello erotico. Magari approfittando di qualche “istruzione per l’uso”.
Di fatto però la sessualità delle persone mature è un tabù.
Sì, è un tabù che ha origini lontane. Sono religiose, cioè il sesso come procreazione: esaurita la funzione riproduttiva, l’accoppiamento non è ammesso. Sono psicologiche: richiamano alla mente l’idea della sessualità dei nostri genitori, che ovviamente crea disagio. Poi sono culturali, soprattutto per quanto riguarda l’eros delle donne dopo i 50 anni. Tabù da cui ci si deve sbarazzare.
Come?
Smettendo di credere che la sessualità delle persone dopo i 50 prima, e i 70 poi, non possa essere soddisfacente, sia a livello fisico che psicologico. Che non sia, ovvero, capace di regalare gioia e benessere, o di creare legami affettivi importanti.
Lei gestisce anche un blog, Vitafelice.it. Come cambia la sessualità in età matura?
Ci sono innanzitutto alcune trasformazioni fisiche che è importante conoscere per evitare che vengano interpretate come segnali di “declino”. Per gli uomini, ad esempio, c’è bisogno di un tempo più lungo, rispetto a quando erano ragazzi, tra un rapporto e l’altro. Questa minore urgenza può però essere vissuta come un’occasione per rivalutare i preliminari, e tutti quegli aspetti dell’erotismo sempre un po’ trascurati.
Nel suo libro sostiene che, per molte donne, con l’età il sesso migliora.
Per molte è così. I motivi? Si è molto più sicure di sé, c’è una maggiore esperienza nel trasmettere emozioni, i figli piccoli non sono più un impedimento al sesso, i cambiamenti ormonali possono aiutare la libido. C’è poi una maggiore consapevolezza del proprio diritto al piacere: non più essere “come tu mi vuoi”, ma un sano proporsi paritariamente nell’esperienza sessuale.
In Gran Bretagna una donna su 4 sposa un uomo più giovane. In Italia le coppie sposate in cui la donna è più “vecchia” sono l’11,5%, secondo i dati Istat. Cosa attira un giovanotto verso una donna matura?
Non è vero, come molte pensano, che gli uomini vogliono solo donne giovani. Molti guardano a una compagna più “matura” perché in esse vedono una donna in grado di esprimersi compiutamente dal punto di vista affettivo ed erotico; capace di proporre un dialogo; piena di iniziative, di slancio, di entusiamo. Una donna con gli anni approfondisce il suo fascino.
È possibile anche in coppie “collaudate”, insieme magari da decenni, un sesso appagante, vivo?
Ci vuole impegno, certo, ma perché no? Non bisogna solo lasciare mano libera a quelli che io chiamo i “killer del desiderio”: i piccoli rancori quotidiani, le delusioni, spingono il cuore a chiudersi. Perché dovremmo desiderare di dare piacere o di accogliere nella nostra intimità una persona che ci ha appena dato una delusione, piccola o grande che sia? È l’accumularsi di queste piccole amarezze che spegne il desiderio nelle coppie di vecchia data.
Quindi cosa suggerisce?
Di fare l’amore come rituale d’amore. Ricordarsi quanto sia importante, negli anni, in una coppia, la sessualità; e mettere quindi un’intenzione molto precisa nel preservare questa ricchezza. Insomma: nelle nostre giornate strapiene, non mettere l’erotismo all’ultimo posto.
È importante una “frequenza”?
No. Per far durare il desiderio, bisogna rispettare anche i periodi di stanchezza, quelli in cui si fa l’amore poche volte, magari perché appunto siamo esauriti, o assorbiti da altre cose. Non bisogna mitizzare la frequenza. Fare l’amore non deve esser un dovere, come timbrare un cartellino, e periodi di minore desiderio, in un lungo arco di vita, sono normalissimi.
Laura Zangarini