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31 marzo 2013 7 31 /03 /marzo /2013 21:31

 

 

http://www.ewriters.it/leggi.asp?W=34490

 

  avanti...

 

 

Mi giro e rigiro, la notte.

E sono già le due, le due e dieci.

E come niente le tre.

No, come niente.

Ogni istante è lungo come un treno merci.

Carico.

Traballante.

E smettila di pensare e dormi.

Che ti devi alzare.

Tra poco.

La notte è un binario sconnesso.

Ma il carico è saldo.

Non cade niente.

Sta tutto bello stipato

E lo controllo.

Sono giorni e giorni

e mattine fresche e pomeriggi e sere.

Che non c'era da fare.

O non c'era da dire. E quelli che sì. C'era.

Quelli che voglio ricordare e non dovrei.

Che vorrei dimenticare

e non posso.

E quelli che verranno. E la paura.

Stanno tutti lì.

E il treno viaggia, di notte.

Non arriva mai.

E non si fa mai giorno,

che sarebbe tutto più semplice.

Ci sarebbe il fuori, da guardare,

almeno...

...

...

...

(by poetella)

 

www.youtube.com/watch?v=W5yGHe_0JoY
15/feb/2012 - Caricato da robysoul1

 

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31 marzo 2013 7 31 /03 /marzo /2013 20:55

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-100826

 

 

 Soffitta... Sotto Le Stelle

 

Luogo arcano dove un dondolo regna sovrano.
Mille pensieri intrecciati in fili sospesi. Pianti
segreti, rifugi di diari odorosi in pezzi di cuore
che parlan d'amore.

Scatole sciatte in rimasugli di vita, trattenute con
nastri di seta sbiadita. Foto in bianco e nero di
volti in carta crepata, sbiadite e logorate, fan
fatica ad esser guardate.

Spicchio di cielo ribelle in lucernaio fa capolino, con
la luna, le stelle più belle, Sirio tra tutte la più
luminosa in riflesso di ordito prezioso. Testimoni
silenti e garbati di attimi di tempo ormai consumati!

 

Carla Composto

 

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www.youtube.com/watch?v=3vwjaiKf_vw
05/mag/2009 - Caricato da exRobyilbosss

 

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31 marzo 2013 7 31 /03 /marzo /2013 14:35

 

 

http://www.paroledelcuore.it/poesia.php?poesia=245509&t=Tra+l%92incudine+il+martello

 

Tra l'incudine e il martello

 

 

Ho di te
parole improbabili.

Coesione di limpida apparenza
e paura scura del reale.

Esisti davvero,
lo giuro su ciò che ho di più caro.

Tanto che ho ascoltato
il suo sermone.

Ed è stato inutile,
non ho mai pensato
di abdicare.

La colpa è mia,
prima ero metà felice,
ora ti offri e voglio prenderti.

Anche se argino il desiderio
per non inondare il proibito.

Scivolo su un melmoso
senso di colpa.

Soltanto due opzioni
questa volta.

E devo bloccare
l’oscillare fulmineo
del mio spirito.

L’equilibrio sta
nel non decidere.

Ma conservo sottovuoto
la tua possibilità,
perché non si alteri.

Resti fatalità
e cabala.

Mentre io
ardua ricerca di perdono,
per una notte distratta.

 

 

Emmaretta

 

 

Visualizza i firmatari | FIRMA questa Petizione

 

  

www.youtube.com/watch?v=0tvTfdiGyq8
17/feb/2012 - Caricato da CANALNOSTALGIA
 

 

 
 

 

 

 

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15 marzo 2013 5 15 /03 /marzo /2013 02:38

 

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-26233

 

 

 

Parte del Tutto

 

Passiamo
come
meteore
nell'attimo
vita...
... lasciando
indelebili
tracce
nell'altrui
cuore.

Siamo
Magici
e
Sterili...
... siamo : BrividiCosmici.

 

Filippo Di Martino

 

www.youtube.com/watch?v=_hkpWhXRZHU
06/mar/2011 - Caricato da morfea71

 

 

 

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14 marzo 2013 4 14 /03 /marzo /2013 05:28

 

 

 

http://www.poesieitaliane.it/poesie_italiane_01.php?idt01=4205

 

Rivoluzione a San Pietro

  

  

Bambini scomparsi

 

 

Bimbi scomparsi dal nulla sommersi
spariti in istanti... momenti preziosi
come inghiottiti da fantasmi silenziosi.
Spazi rubati di una normale vita
che lasciano solo una disperazione infinita
bambini rimasti senza identità
nel mondo perduti... ormai cresciuti
o forse non più vissuti.
Madri con gli occhi in fondo a una stanza
nell'anima solo un'immensa speranza
di un ritorno per loro deciso...
o magari meravigliosamente improvviso.
Padri che tengono in mano una foto...
del tempo passato alla ricerca di una verità
che possa dare risposta a...
quella dura realtà.
Ai bambini scomparsi ridate la voce
pregando non serva solo una croce.

 

Ornella Bianchini

 

 

www.youtube.com/watch?v=0ZtepLPVjt8
18/apr/2009 - Caricato da giuberny
 

 

 

 

 

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13 marzo 2013 3 13 /03 /marzo /2013 04:33

 

 

www.poesieracconti.it/poesie/opera-89786&hl=it&gl=it&strip=1 

 

 

In fondo al mare

 

 

Cantate una ninna
o sirene del mare
per tutti i bambini
e per quelli più grandi
che non hanno più casa
oltre il gelo dell'acqua.
Cantate... cantate
ma senza fare rumore.

 

Marcello Barbuscio

 

www.youtube.com/watch?v=8oqy0r0V12k
08/nov/2011 - Caricato da PiccolaGnagna1

 

 

 

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11 marzo 2013 1 11 /03 /marzo /2013 05:43

 

 
Affari Italiani
"Extra omnes": il dolce dedicato ai cardinali in Conclave
L'idea di Gabriele Faggionato, giovane chef emergente

 


 

Milano, 8 mar. (TMNews) - Gli ingredienti sono in linea: pane azzimo croccante, ovvero ostie, come quelle utilizzate nella preparazione del torrone, sorbetto rigorosamente al vin santo cui si unisce il tocco personale dello chef: panna di mandorle per rendere più appetitoso questo piatto "celestiale". Ideato e preparato immaginando un'ideale pausa - tra una fumata nera e un'altra - dei cardinali riuniti all'interno della Cappella Sistina. Per loro il giovane chef Gabriele Faggionato ha pensato a un dessert su misura: "Extra Omnes, il dolce del Conclave".

Una passione che diventa professione nascendo dal semplice gesto di mangiare un gelato - così Gabriele Faggionato, giovane chef di origine vicentina racconta il modo in cui si è avvicinato all'arte della cucina. "Abbino le mie esperienze e gli insegnamenti che ho ricevuto riconducendoli alla mia tradizione culinaria italiana. Non mi sento un artista o un esteta, faccio solo quello che mi piace".

Il percorso di Faggionato inizia con la scuola alberghiera, e dopo i primi lavori in ristoranti della provincia di Vicenza, si trasferisce a Milano e poi a Parigi, esperienze che hanno permesso a Faggionato di conoscere prodotti e tradizioni di altri paesi. Faggionato ama chiamare la sua cucina "metropolitana" e con un atteggiamento sperimentale prepara con semplicità quello che le persone vorrebbero mangiare e cioè piatti che sono prima di tutto frutto di un'esperienza di vita per proporre qualcosa di originale, in grado di rompere gli schemi senza sconvolgerne la vera essenza. Come un dolce per il Conclave.

 

www.youtube.com/watch?v=ruzHJ1K_eg8
18/mag/2011 - Caricato da deddegu

 

 
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10 marzo 2013 7 10 /03 /marzo /2013 07:51

 

 

 

   http://artemamma.blogspot.it/2012/09/dite-una-poesia-di-janusz-korczak.html

 

 

 

 

 

Dite. Una poesia di Janusz Korczak.

 

 

 

Dite:

è faticoso frequentare i bambini.

Avete ragione.

Poi aggiungete:

bisogna mettersi al loro livello,

abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.

Ora avete torto.

Non è questo che più stanca.

E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi

fino all’altezza dei loro sentimenti.

Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.

Per non ferirli.

 

                   Janusz Korczak

 

www.youtube.com/watch?v=LZmLmAY33Xc
08/dic/2007 - Caricato da fernandolopez12

 

  

 

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9 marzo 2013 6 09 /03 /marzo /2013 07:17

  

http://www.poesianuova.it/poesia.php?poesia=283173&t=Pagine+di+vita

 

 

 

Pagine di vita

 

 

Ogni giorno che passa si volta pagina,
una pagina di vita scritta nel libro del destino.
Pagine di vita, a sorpresa s’alternano.
Pagine di vita frenetica, emozionante
a pagine di vita noiosa, angosciosa.
Pagine di prolungati ed eloquenti silenzi
a pagine incomprensibili, imprevedibili.
Pagine simili a un romanzo d’avventura,
l’avventura d’una vita vera, più o meno lunga,
vissuta con dignità nonostante le avversità.
Pagine lette e rilette, logorate
dal tempo in corsa, sbriciolate
in cenere di ricordi...
ricordi sbiaditi o cancellati
dalla paura di rivivere momenti dolorosi.
Pagine mai scritte ma stampate
nella memoria di chi ha saputo, ogni giorno,
voltar pagina al libro della sua vita
senza sapere quando scriverà la parola:
“fine”

  

Agnese Iannone

  

www.youtube.com/watch?v=UPgxnV5-lc4
08/ago/2009 - Caricato da fano234

 

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7 marzo 2013 4 07 /03 /marzo /2013 04:57

 

Mal di voce  

 

  Nucci A. Rota

  Aracne editrice S.r.l.

 

 

 

Cap 11

Il locale nel quartiere Ticinese di Milano

  

 

Dopo qualche giorno dalla cena, Alina chiamò Vittoria per dirle che Raf nel fine settimana si esibiva con la sua band in un locale vicino a casa loro e la invitava alla serata, perché Raf aveva già parlato di lei ai ragazzi e tutti volevano conoscerla.

Vittoria accettò ma si sentì esattamente come quel giorno che la nonna le disse dell’audizione in conservatorio.

Non sapendo cosa aggiungere al telefono chiese se poteva dirlo anche a Blanche ed Alina rispose che ci aveva già pensato lei.

Si trovarono tutte e due sotto la casa di Alina e insieme raggiunsero il luogo dove suonava la band di Raf.

Il locale era sui Navigli e da fuori aveva l’apparenza di un piccolo pub, ma dentro, oltre ad un grande banco con un vecchio piano di zinco, aveva uno spazio molto ampio per i tavoli ed un discreto palco.

Raf che in quel momento era al banco del bar, le vide entrare e con la solita irruenza le accolse con:

«ecco le mie tre principesse,. la principessina a chi l’hai lasciata»?

«Ho chiesto a mia sorella di tenerla per questa sera». rispose Alina 

«Bene, venite tu e Vittoria che vi presento i componenti della mia band, Alina conosce già tutti».

Mentre Alina sceglieva il tavolo in posizione strategica rispetto al palco, Raf iniziò le presentazioni dicendo:

«queste sono Blanche e Vittoria due amiche di Alina. Vittoria in particolare è una cantautrice e mi piacerebbe che voi sentiste come lavora sulle parole e sulla musica».

Vittoria si stupì molto per le parole di Raf, quando disse come lavora, lei non aveva mai considerato un lavoro comporre le sue canzoni, per lei era puro piacere, per non parlare di quando cantava che in alcuni momenti si sentiva completamente in estasi.

Spesso quando parlava sentiva una scarsa disponibilità da parte degli altri nei suoi confronti, forse per il suo modo di parlare incerto e balbettante, quando cantava sentiva di perforare l’armatura dell’indifferenza altrui. In più per lei cantare significava redimere le parole dalla loro mediocrità. Come poteva tutto questo essere considerato un lavoro! Per lei era puro godimento.

«Alle percussioni c’è Paolo, qui c’è Claudio al sax, al piano Nicola, alla chitarra Bruno ed alla tromba, sai già chi sono. Siamo o no uno splendido quintetto»?

Quando Vittoria diede la mano a Bruno sentì una piccola scossa elettrica, forse perché aveva lo stesso nome del suo cane che un paio di anni prima se ne era andato lasciando un grandissimo vuoto, soprattutto nella sua vita.

Vittoria notò che i componenti della band non sembravano tanto giovani, forse solo Bruno poteva avere l’età circa di Raf, gli altri tre erano sulla quarantina e questo le procurava una certa soggezione. Raf poi disse al pubblico che il quintetto avrebbe iniziato lo spettacolo e durante l’intervallo Vittoria avrebbe cantato un paio di sue canzoni.

Vittoria conosceva bene tutte le sfumature del suo stato d’animo in quel momento. L’ansia ma proprio quella che assume l’aspetto concreto di una gabbia, un sentimento di paura misto a vergogna, poi i vari sintomi fisici respiro irregolare, tachicardia, pressione sul torace, ma poi nello stesso tempo disse a se stessa “ ma non devo parlare, qui devo solo cantare” e questo sembrò rilassarla un pochino.

Non riuscì tanto a sentire la band prima dell’intervallo, le sembrò comunque che fossero particolarmente affiatati ed avevano l’aria di divertirsi molto, anche se per loro le serate nel locale era lavoro retribuito. Vittoria pensò che dal modo con cui Alina guardava Raf suonare si capiva che era molto innamorata di lui, per Blanche non era certo la musica che preferiva, ma le piaceva comunque la situazione, così lontana dall’asettico perbenismo che di solito la circondava.

Arrivò l’intervallo e Raf si sentì in dovere di presentare al pubblico Vittoria e disse semplicemente:

«ora sentirete una musica completamente diversa dal jazz a cui vi abbiamo abituati noi, ma posso assicurarvi che è una musica che nasce dall’anima di Vittoria e ci procurerà molte emozioni».

A Vittoria piacque questa presentazione, prese la chitarra ed iniziò a cantare un paio di brani uno tra i primi che compose e l’altro invece più recente.

Dopo l’esperienza nel coro di voci bianche Vittoria preferì sempre cantare accompagnandosi con la chitarra, sapeva che la balbuzie comporta una certa rigidità gestuale, per cui non sapeva per esempio muovere bene le braccia e le mani, anche se le dicevano di avere mani bellissime. (comunicazione non verbale del balbuziente altrettanto difficoltosa!)

Quando cantava senza chitarra sentiva che erano i suoi occhi color camomilla a parlare e non di certo le sue mani. A volte si ricordava di tutto ciò che le era stato detto al corso riabilitativo a tale riguardo, e allora osava qualche timido gesto con le mani mentre cantava, ma tutto ciò le costava troppa energia aggiuntiva e preferì lasciare che fossero solo la sua voce ed i suoi occhi a comunicare.

Alla fine dei due brani Vittoria si sentiva talmente a suo agio che chiese a Raf se poteva cantare una canzone senza la chitarra. Raf ovviamente fu felice di questo e si mise ad applaudirla per incoraggiarla seguito dal resto del pubblico.

L’ultimo brano aveva un testo bellissimo ed il titolo era mal di voce e prima ancora che finisse Vittoria raccolse molte applausi.

Fu così per parecchie sere, anche se Vittoria andava al locale solo due volte alla settimana ma a volte il pubblico le chiedeva il bis.

Il locale aveva una clientela piuttosto stabile, gli avventori non erano giovanissimi ma neanche tanto in là con gli anni, il loro look era piuttosto casual; A Vittoria sembrava di conoscerli ormai quasi tutti. Forse l’unico, il cui aspetto si notava perché non era affatto casual, era di un signore sulla quarantina in giacca e cravatta che l’ascoltava cantare con un certo interesse.

Un giorno, mentre Vittoria stava entrando nel locale venne fermata proprio da lui che le disse:

«signorina ho bisogno di parlarle»

L’aspetto del signore, perché tale sembrava, in giacca, camicia azzurra, cravatta ed impermeabile chiaro sul braccio, non era quello delle persone che mediamente frequentavano il locale. Questo sulle prime la inquietò, anche se si ricordava di averlo già visto, quando sentì la sua voce non ebbe alcun timore, era una voce molto seducente ma con un piglio manageriale. Il gesto poi di toccare la sottile montatura degli occhiali e sistemarla sul naso mentre parlava, le ricordò Alfredo, l’assistente del maestro di coro e questo le diede fiducia.

«Lei non mi conosce, ma io conosco lei perché sono parecchie volte che vengo in questo locale soprattutto per sentirla cantare. Sono Matteo Rigoni, piacere. Di lavoro faccio il produttore discografico»,

mentre diceva tutto ciò allungò un biglietto da visita a Vittoria.

Vittoria si sentiva come da piccola quando le mettevano le mani sui capelli e si aspettavano una risposta. Ma gli allungò la mano ed uscì un:

piacere sono Vittoria».

« Volevo chiederle se può interessarle venire da me per provare ad incidere un disco e direi che mal di voce può essere la prima canzone, che ne pensa»?

« Scusi dimenticavo di dirle che venire da me significa venire in sala d’incisione della mia casa discografica».

Vittoria voleva in quel momento fare salti alti, più alti possibili, girarsi verso i passanti per mostrare i pollici della vittoria, dare un urlo, baciare il signore con la camicia azzurra e l’impermeabile sul braccio, fargli un inchino o buttargli le braccia al collo, quel che era certo è che in quel momento non le veniva in mente niente da dire.

Lui la guardava, spingendo sempre gli occhiali le disse:  

«signorina Vittoria tutto ok? Che ne pensa»?

«Penso che nei prossimi giorni non mi sarà possibile»,

certo che una risposta più idiota non poteva trovarla, ma lui questa volta sorridendo le disse

«vorrà dire che faremo la fine della prossima settimana, che ne pensa»»?

Vittoria questa volta rispose di sì e che la proposta le piaceva molto.

«Vedrà Mal di voce la faremo conoscere non solo in Italia».  

www.youtube.com/watch?v=xTvT_TuwIck
31/ago/2008 - Caricato da brubus61

 

 

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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