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17 dicembre 2010 5 17 /12 /dicembre /2010 10:14

                      LETTERA   APERTA   ALL'ONOREVOLE  SILVIO  BERLUSCONI

 

 

 

Caro  Silvio,  fratello in Gesù Cristo,  permettimi di  approcciarti  quale Capo del Governo con questo intimo  tono di  familiarità   e  coram   populo,  tanto  non  ho   paura di  contagiarmi per    quello che  è stato diagnosticato  come  stato di confusione  e di  democrazia  in  decomposizione.

Da un po' di tempo mi cimento e mi diletto in quel fuori campo un po' negletto che è la poesia, attraverso la quale svelo tutta l'anima mia.

Sono anche un sognatore e compongo con ardore poesie di ogni sorta e mi fa piacere trovar qualcuno che mi apra la sua porta e che mi faccia entrare, così tanto per dialogare.

Oggi busso al Tuo portone, perchè vorrei farti un bel sermone.

Ti premetto che sono un sacerdote mancato, ma che ho ricevuto in dote dalla mia anima gemella il permesso di svolgere lo stesso la mia missione, che consiste nel diffondere a tutti la Buona Novella,

qualche volta, veramente in un modo un po' azzardato, ma non vado tanto per il sottile, quando si tratta di riportare una pecorella smarrita all'ovile e ogni mio approccio un po' avventato mi viene alla  fine  perdonato.

Mia moglie lo può testimoniare senza esagerare che tutte le mie poesiole, da me composte per portare avanti la mia opera di evangelizzazione, nascono  da un'ispirazione, frutto di un parto con tanto di doglie e di travaglio, in cui la mia lingua si libera come da un bavaglio, battendo e martellando dove il dente duole.

Si parla tanto in questi giorni delle Tue presunte tristi gesta.

Ogni Tua  pubblica  e  privata  azione o  esternazione   enormi ed  abnormi  reazioni  generali desta.

Tu vieni continuamente bersagliato da giudizi che alla Tua filosofia di vita sono avversi, secondo i quali Tu avresti rispolverato o mai abbandonato antichi  presunti vizi, travestendoli da virtù, che a tanta gente fan raddrizzare i capelli,  anche a quelli  che non ne hanno più,  perchè  questa stessa gente, il Tuo Popolo, in queste virtù  non vi vedrebbe  dei gioielli ma dei mostruosi orpelli e la Tua filosofia di vita verrebbe vista come una vera e propria atrofia mentale, causata da una cellula impazzita a livello cerebrale.

La  Tua arzilla attività avrebbe raggiunto il picco di vitalità  proprio nel tempo più ricco di momenti di riflessione interiore, vertente sul nostro fine corsa, sulle nostre ultime ore, ineluttabile termine della vita, quando ad esperienza terrena finita, ritorneremo in modo inesorabile ad essere polvere e volgeremo  con lo spirito lo sguardo verso tutti coloro che han già raggiunto il traguardo, sorgente della vera Vita,  immersa  in uno sfondo  di  musica   da  organo celestiale. 

In questo contesto sembrerebbe  che con  il  Tuo Manifesto della  vita, conducendo una esistenza che  dicesi  banale,  ricolma di  tanti ameni diversivi,  Tu voglia  invece   abbeverarti  a  ben altri rivi  e  così anche il  fine corsa  del  nostro  faticoso  viaggio  terreno,  in salita,  preludio di  un meritato premio  alla  costanza  e  alla  perseveranza  nella Fede,  diventerebbe  per Te  il   finecorsa  ammortizzatori  di un  aristotelico  motore  immobile,  utile  per  smorzare  anche  i  tuoni  della, a Tuo avviso, ignobile   polemica  intorno  al  presunto  stile  bombastico  della  Tua vita  che, si dice, sia agiata  e  ben molleggiata, che verrebbe  giocata o  addirittura   sprecata,  per  ricevere al  suo termine un gran premio,  quello di  Monza  o  quello di  Vallelunga,  dopo  aver  corso  all'impazzata con ogni comfort,  da  monte a valle,  nonostante la Tua età avanzata ed il carico di  elevata responsabilità sulle spalle,  dicesi  a  bordo   di una  antica   escort,   sulle note del  bunga  bunga,  con una guida così spericolata,  incurante dei  punti  e degli alleati  persi,  sfrecciando su  terreni sconnessi, accidentati e  minati, dove se  non subirai un tracollo, ti  romperai di certo  l'osso del collo.

Te lo dico col cuore in mano, qui  non si  tratta di  voler  fare  il  menagramo.

Se questa  fosse veramente  la   nuda e cruda  realtà sul tuo conto, non ti aspettare da Dio nessuno sconto  e  fai  subito una  rapida inversione di marcia,  se  non vuoi  rovinare disastrosamente   sul  bitume bollente  e  transitare   direttamente con  la  Tua   escort    in un  buio Aldilà  altrettanto cocente.

A  questo punto Ti domanderei  seriamente se non  sia meglio staccare la spina ed  uscirne indenne, anziché scendere la china,  bruciarti   e   rimetterci  pure  le  penne!

Se  le cose stessero  proprio in questi termini  e su questa strada  così erta,  Tu dovresti  allora veramente stare all'erta,  riallacciarti la cintura,  revisionare la Tua vita, recuperare la salita e chiudere in soffitta con tanto di lucchetto tutto ciò che  Ti  ha  portato alla sconfitta, lasciandoti alle spalle ogni bega e chiudendo  definitivamente ogni  Tua bottega!

Vedrai  che così viaggerai più protetto fino al capolinea  del Tuo viaggio, quando Ti verrà tributato il giusto omaggio,  per avere  con   coraggio rinunciato ad ogni spasso  e  così dopo  il Tuo trapasso verrai da  Dio benevolmente giudicato.

Con  affetto.

 

Riccardo Sante Maria Fontana

 

 

   

 

 

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17 dicembre 2010 5 17 /12 /dicembre /2010 10:07

                Popolo di santi, poeti e navigatori  e le dodici tribù d’Israele

 

 

 

Sarà un ritorno catartico alle origini l’ancora di salvezza per il nostro popolo italiano?

 

Quando i vincoli di parentela fra le tribù si saranno sciolti e  folti gruppi saranno andati dispersi,  avendo smarrito la cognizione della propria origine e appartenenza ad  un unico popolo.

 

Quando la paura  del  fallimento dilagherà  e agirà  come una calamita, catalizzando gli animi dei sopravvissuti del terremoto sociale,  esploso con la crisi, causando anarchia e ingiustizia sociale.

 

Quando una nazione si smembrerà.

 

Quando tutto questo si sarà compiuto,

 

si ergeranno  finalmente  dalle ceneri le figure carismatiche,  i salvatori,  per sferzare le coscienze allontanatesi dalla via regale della verità, per fustigare l’obbrobrio morale di quei tempi, per difendere i baluardi dell’umana giustizia,

 

si apriranno  finalmente le segrete trincee della politica,

si scaverà tra le macerie e

si investigherà quanto le frane morali potranno  avere disgregato un popolo di santi, poeti e navigatori,

si sferzeranno  i costumi corrotti e la cupidigia di quei giorni.

 

Chi si straccerà le vesti di fronte a tanto degrado politico, morale e spirituale?

 

Quando vedrà la luce una nuova primavera per la giustizia?

 

Chi guiderà il nostro popolo, duro di cervice?

 

Chi ci libererà dagli adoratori dei falsi dei?

 

Chi ristabilirà la giustizia sociale?

 

Solo alla fine,

 

 tornerà negli sfiduciati la fiducia nella legge,  perché il loro grido sarà stato ascoltato.

 

Scoccherà  l’ora  della  tribù dei giudici onesti, coraggiosi e intraprendenti,  con a capo il giudice ed eroe Sansone,  per governare rettamente e ristabilire l’ordine, la pace e la giustizia.

 

Compiendo il supremo sacrificio,  rientreranno tutte le tribù disperse, restaurando l’interezza del popolo italiano.

 

 

 Riccardo Sante Maria Fontana

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17 dicembre 2010 5 17 /12 /dicembre /2010 10:05

                                                 IL  POSITIVISTA

Il  Manifesto,

quotidiano  comunista,

non  ha   perso  mai  di  vista

l'interesse  per   la  nostra  Nazione.

 

Ho  anzi   reclutato  un  ingente   battaglione

di  innumerevoli,   coraggiose

e  generose   anime

di  sinistra,

per  compensare  il  trattamento,

riservatoci,   in  modo  unanime,

da   chi  ci  amministra.

 

Sgomento

e  preoccupato  dei  tagli

e  dei  bavagli,

imposti  dal  governo

al   nostro  Bel  Paese,

ho  pensato,

con  animo  fraterno,

quale  misura  urgente  in  materia  di  previdenza,

ma  anche  come   kit  di  sopravvivenza,

non  gravando  più  di  tanto  sulle  spese

e  sul   bilancio,

di  dotare  tutti  noi    Italiani,

sia  i  più  rovinati,

che  quelli   rimasti  ancora  sani,

di  una  gavetta  per  il  rancio

e  di  una  borraccia 

per  l'acqua  di  sorgente,

nell'attesa

di   una     benedetta

riforma,

non  di   misure  tampone 

o   di    clamorosi  voltafaccia,

ma   di  un  vero   salvagente,

corretta  dagli  sbagli,

che   sbaragli

la   pretesa

di  chi  ci  impone

come  norma,

di   vivere  'sta   vitaccia.

 

Riccardo Sante Maria Fontana

 

 

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17 dicembre 2010 5 17 /12 /dicembre /2010 10:02

                                                 SACRO    E    PROFANO

 

Come  la   preghiera  in  convento scandisce  i  momenti di convivio  e  la tavola dei frati,

così anche i  miei  pasti  quotidiani  sono ormai  da  tempo  accompagnati

dalle  presunte tristi gesta  del Cavaliere,

l’Onorevole Berlusconi,

riportate e  rappresentate  dalla TV a  più riprese,

insieme alle fatiche da lui  intraprese,

per  trovare  la  soluzione ideale e duratura

ai  problemi dell’attuale legislatura.

 

A  colazione, a  pranzo  e  a  cena

assisto ormai da anni con angoscia  alla stessa scena,

che, anche  se  riletta in senso inverso,

mi fa sempre andar qualcosa di traverso.

 

Su  di   lui  sento  ripetere  puntualmente la  stessa   triste   storia.

Meno male che  almeno  dai   frati  ogni  salmo  finisce   in  gloria.

E,  non ne faccio  un mistero,

se  confesso  che  qualche volta  ho  veramente  pensato sul serio

che  la vita dell’Onorevole  Berlusconi,

che, a quanto pare,  tra le sue amicizie tante sante fanciulle vanta,

cambierebbe di sana pianta

se si  ritirasse   in un  monastero.

 

Intanto le notizie  del TG  si susseguono in un baleno

ed  io ho lo stomaco  già   pieno;

mi passano davanti delle immagini,

mi si parano dinanzi  paurose voragini

e cumuli di rifiuti,

poi  si  ripassano al setaccio i recenti o i già trascorsi vissuti 

del Cavaliere,

che egli puntualmente liquida  come  fantastiche chimere,

secondo lui  cavalcate dall’opposizione

tanto per creare negli animi  astio e confusione,

con l’intento di esporlo al  pubblico ludibrio,

per fargli  perdere l’equilibrio,

o  per  potergli fare lo sgambetto,

lui, che è un uomo così protetto

dall’alto

da un angelo custode

e quindi degno dell’altrui  lode .

 

Si   torna  poi a  parlare di Antigua e di Montecarlo,

e  nel frattempo sento rodere nella sedia un grosso tarlo,

che  avrebbe  potuto  intaccare  la maggioranza,

se  questa non fosse stata trattata  a monte

con  un   impregnante così  tanto  potente.

 

Ma  ecco che il  Tg  sta  per finire,

ed  io sto finalmente cominciando a digerire.

In frigo c’è ancora della torta,

forse mi  addolcirà   questa giornata  finita  storta,

 

E adesso me ne vado  finalmente  a dormire.

Prima  però,  come ogni sera,  voglio recitare la mia  preghiera.

Non so perché, mi viene,  così  per caso, in mente

il Cavaliere 

e    subito accendo una  candela   sul candeliere, 

e, nonostante  egli sia  per molti una  nota dolente,

decido di  racchiuderlo nella mia   preghiera  fervente.

 

Poi  penso che  il giorno di Tutti  i  Santi  è  il  mio cinquantaseiesimo compleanno.

Non voglio esser superstizioso, ma spero che da ciò non me ne derivi qualche  malanno,

e che quindi   possa  trascorrere  spensierato  anche quest’anno

una  bella festa   con la  mia  famiglia, 

nonostante tutto questo parapiglia.

 

Riccardo Sante Maria Fontana

 

 

 

 

 

 

 

 

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17 dicembre 2010 5 17 /12 /dicembre /2010 09:52

 

 

                            

                      

DEDICATO A IL MANIFESTO

           Ormai è da tutti risaputo

ma, essendo io molto cocciuto,

continuerò a ribadirlo all’infinito;

si può certo manifestare,

però sempre con il benestare

del governo,

che con me si è ogni volta dimostrato

molto paterno,

mi ha puntualmente sostenuto,

anche quando si diceva contrariato,

perché rompevo il silenzio dell’imbuto

dell’informazione

e ruggivo come un leone,

sempre pronto a stare

dalla parte di coloro,

che in ciò che luccica non ci vedono solo oro.

 

Ora però c’è un controsenso

che, se non si chiarisce,

resterà un mistero denso.

 

Se il governo mi ha lasciato col suo consenso manifestare,

perché adesso la libertà di parola non me la vuol proprio più dare?

Anzi, mi vuole addirittura imbavagliare

e Il Manifesto del tutto eliminare.

 

Ciò può essere molto controproducente,

perchè col togliere il mio giornale a tante genti,

non si avrà più un riscontro dei processi delle loro menti.

 

E’ meglio allora continuare a finanziarmi

e smettere presto di perseguitarmi.

Il Manifesto è sempre stato una bella voce

e non si merita di essere appeso ad una croce.

Sono oramai un braccato ed un fuggiasco,

ma spero che il mio persecutore venga come Saulo

folgorato sulla via di Damasco.

 

 

Riccardo Sante Maria Fontana

 

 

 

 

 

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17 dicembre 2010 5 17 /12 /dicembre /2010 09:46

                             LETTERINA   DE   “IL MANIFESTO”  A    BABBO   NATALE

 

 

Caro  Babbo  Natale,

Ti   scrivo,   così  in  anticipo,  la  mia  missiva,

poiché  se  ne   posticipo  l'invio,   potrebbe  andare  alla  deriva,

o  incappare   in  un   ingorgo,

o   restare  inevasa  in   un  sobborgo.

 

Alla  prima  riga   del  mio  testo 

Ti   chiedo,   quale   infallibile   toccasana,

di  continuare  a   far  proteggere  da   una  mirabile  diga  umana

il  mio  quotidiano   “Il Manifesto.”

 

Troppi  venti   e   correnti  a  me  contrari

potrebbero   ancora  condurmi  fuori  dai  binari.

 

Non  vorrai  certo  che   io  cada   in  un  precipizio,

o   finisca  i  miei  giorni  in  un  ospizio,

dove  i  giornali,  che  dal  governo  più  non  vengono  finanziati,

se  più  non   fossero  da  nessuno  sostenuti,

terminerebbero  la  loro   esistenza  grama    da   poveri  disperati,

o  che  venga  conservato  ai  posteri  in  un'umida  cantina

o  gettato  magari  in  una   sentina.

  

Io  spero  di  avere  più  fortuna

ed   una    sistemazione  più  opportuna

e  più  adatta  al  mio  giornale,

che,  penso,  meriti   un  più  accogliente  focolare  ed   un  futuro  più  ideale.

 

Anche  quest’anno,  sotto  l'albero,  simbolo  del   Natale  così  vicino,

per  molti   ridotto  al  lumicino,

come  per  una  ricorrenza  mesta, 

per  altri  invece,  addobbato    a  festa 

ed   illuminato  da   miriadi  di   luci,  

vedrai    riunita  una  moltitudine  di   persone,  insieme   un  po'  tristi  e  un   po'   felici.

 

Caro  Babbo  Natale, 

porta  con  sollecitudine 

tanti  bei  doni,   in  segno  di  gratitudine,

ai  miei  fedeli   abbonati  e   ai  miei  solerti  sostenitori,,

a  tutti  i  miei  affezionati  lettori,

agli  amici  intrepidi,

ma  anche   a  quelli  un  po'  più  tiepidi,

a   tutti  i  componenti  della    mia   Redazione,

uniti  da  una  solidale  condivisione,

 

E  fa'   che  il   mio   persecutore   per  eccellenza,

sistemato  a  puntino  e  già  conciato   per  le  feste,

si  dia   un  tantino   anche  alla   beneficenza, 

donando   magari   la   sua  stonata  campana

alla   Signora  Befana.

 

Ed   infine,   con  un  bel   rametto  di  vischio,

allontana  da  me    anche   il  rischio,

che   l'anno  nuovo,   in  coincidenza  con  altre   solenni   feste, 

sguscino  fuori  dall'uovo

altri  imprevisti  guastafeste.

 

  .Riccardo Sante  Maria  Fontana

 

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17 dicembre 2010 5 17 /12 /dicembre /2010 07:55

Si  sono  riuniti  per  esprimere  i  loro  voti,

lontani  dal  popolo,  che  per  loro  non  sono  che  dei  vuoti

a  perdere,

al  quale  oramai  non  è  rimasto  che  il  freno  da  mordere,

come  i  cavalli, aizzati  per  la  corsa,

han  già  ripreso  tutti  la  rincorsa,

ci  hanno  rimesso  le  antiche  briglie,

e  per  finire  ci  hanno  legato  le  caviglie.

L'unica  corsa  che  ora  ci  è   concessa

è  quella  ai  regali  per  il  Natale  che  si   appressa.

Cercheremo  conforto  almeno  in  Gesù  Bambino,

perché  le  nostre  speranze  sono  ormai  ridotte  al  lumicino.

 

Riccardo  Sante  Maria  Fontana

 

 

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16 dicembre 2010 4 16 /12 /dicembre /2010 09:20

AMICI  DI  ADRIANA

Vorrei  essere  presente  per  il  giorno  del suo  trigesimo, ma non posso.  Se  qualche pia  persona  fosse  presso  la  sua  ultima  dimora, le  canti  queste  due  poesie, grazie.

Riccardo  Sante Maria  Fontana

 DEDICATO AD ADRIANA ZARRI   NEL  TRIGESIMO

DEDICATO AD ADRIANA ZARRI                          

E' buio pesto,

sono uscita

dalla vostra vita

alla chetichella,

sotto una tintinnante pioggerella.

Col mio solito passo lesto,

ho camminato lungo un viale,

intorno a me un mesto silenzio glaciale.

Sotto un cupo cielo notturno,

su cui si è aperto uno squarcio di sereno,

saltello su un tappeto di foglie bagnate,

anch'esse coricate sotto gli alberi,

su cui sono nate,

le cui chiome sono rimaste tristi e spoglie,

ed ecco che in un baleno

per me è già tutta una festa,

perché, mischiati tra le foglie,

vi rivedo con le vostre riviste

e i vostri giornali.

Mi illuminavate sul mistero nascosto nell'uomo,

nel reale,

troppo corrotto, per esser sgorgato

da uno sprazzo di luce soprannaturale

e sulle sue molteplici vie.

Scrutando, sulle vostre luminose scie,

l'imperscrutabile inquietudine del vostro tempo,

con un chiarore in costante fermento,

luccicavate nella mia solitudine,

quanto le stelle del firmamento.

Ora vedo la stella cometa,

che mi conduce verso

l'agognata meta,

il mio pargolo tanto atteso,

che, disteso in una culla di foglie sparse,

mi sorride, stille di rugiada sulle mie labbra arse

dal recitare ininterrotto

una preghiera accorata,

quasi un pianto a dirotto,

speranza di una resurrezione desiderata.

Vi terrò stretti fra le mie braccia,

vi sfoglierò fra le mie dita,

al palpito del suo e del vostro cuore

nulla più mi addiaccia

nella mia nuova vita.

Alla vostra memoria

ho consegnato la storia

della mia sia lieta, che sofferta esistenza,

vissuta alla sua e alla vostra costante

e confortante presenza,

alla ricerca dell'intrinseca essenza

delle inesauribili parabole,

segno mirabile del Signore.

E ora lasciate che finalmente mi affidi

alle sue amorevoli cure.

Riccardo Sante Maria Fontana

 

VERSO IL TRIGESIMO DI ADRIANA ZARRI

Amici vicini ed amici lontani,

mici piccini e mici soriani.

E' quasi giunto il trigesimo

della mia dolce dipartita terrena

e del mio battesimo

in questa nuova vita serena.

Ora che sono finalmente giunta a destinazione

e per di più, in una bella stagione,

mi sono sistemata sotto un tiglio,

ed ora mostro di nuovo il mio antico piglio.

L'accoglienza che qui mi è stata dimostrata

oltrepassa quella che mi ero immaginata,

senza ombra di dubbio.

Con la mia mente sono ancora,

come immersa in un connubio

fra immanente e trascendente.

I confini che formano la loro linea di demarcazione,

spesso si confondono, dando luogo

ad una sorta di intercomunicazione

fra due mondi, che m'appaiono fra loro sempre più vicini

ma non altrettanto affini,

per molte differenze, di cui ve ne espongo alcune,

senza pietose reticenze.

Qui ho trovato un'armoniosa partecipazione

di composti, mirabili saperi,

che sulla terra sono, di frequente, motivo

di una vera e propria guerra fra vari ed opposti poteri.

In ordine ad una unanime volontà,

qui la parola d'ordine è “rigetto della guerra”

che, sulla terra, è in subordine

alle terrene glorie ed alle voluttà.

In questo luogo regna l'unanime comunione fra le anime,

ma niuno mai si sdegna, se qualche novellino come me,

talvolta vi si esime ed esprime il desiderio di cercar del refrigerio

dal coinvolgente calore divino, all'ombra di un gelsomino.

Ho chiesto, oltracciò, la cortesia,

dettata da una struggente nostalgia,

di ritirarmi, di tanto in tanto,

nel mio antico ed amato eremo,

ove mi sovvengono i nostri bei convivi

alla mia buona tavola,

a suggere il nettare della gioia e della concordia

ed a bandire la noia e la discordia

ed ogni ipocrisia,

in dolce compagnia di persone fini

e dei miei tanto amati amici felini,

un fugace assaggio

del mio antico ed ameno paesaggio, da favola.

Se, di quando in quando,

vi sentiste ombrosi od affaticati,

correte anche voi a cercare, fiduciosi,

l'uscio del mio eremo

che non è un guscio di lumaca

e rinfrancatevi, meditando,

sulla mia dolce amaca.

Allorché vi sarete ristorati,

potrete riprendere, pian pianino,

il vostro cammino verso una sempre nuova dimensione

ed al termine d'ogni gradino vi attenderò

e vi spronerò con infinita commozione.

Nel frattempo, vi prometto che

nei miei ritagli di tempo,

e non siate maravigliati,

perché qui siamo davvero tutti molto indaffarati,

continuerò ad inviarvi qualche altra letterina;

la prossima cercherò di farvela un po' più carina,

E' che non ho mai abbandonato l'estro,

d'altra parte qui nessuno m'ha posto mai il capestro.

Di contestatori in questo luogo ce ne sono tanti,

malgrado non siano stati fatti ancora santi.

Le contestazioni non vengono qui vissute con timore,

perché sono solo manifestazioni d'amore.

Tutti mi hanno infatti incoraggiato

a continuare a scrivere le mie parabole,

suggellate con tanto di divin imprimatur,

che per i residenti hanno invero il sapore di tristi favole,

pur trovando divertenti i coraggiosi dissidenti.

Ed io, con le mie nuove bozze,

ci vado veramente proprio a nozze.

Quando sarà pronto il primo testo,

l'Angelo Gabriele,

dopo aver dato il lieto annuncio a Maria,

s'è già offerto di recapitarlo, prima di venire via,

al suo omonimo, presso “Il Manifesto”,

in tempo utile per un fine settimana,

magari per la prossima Befana, per l'Epifania.

Ma il Signor Polo non mi chieda un giorno

di aggiornargli anche il “Paradiso” di Dante,

ché questa sarebbe una pretesa tracotante

e poi su questo altare non mi immolo.

A meno che non me lo chieda Papa Benedetto,

che rimarrebbe, comunque, dimolto interdetto.

Ma arrivando al dunque, una postilla vorrei ancora

aggiungerla da qui,

riguardo all'ultima mia parabola,

uscita quando già ero contumace,

con la speranza di far scattare una scintilla

ed anche per fare un'opera di pace:

cercate di non fare d'ogni vostra bega

solo e sempre una cattiva strega,

ma anche delle buone fate.

Riccardo Sante Maria Fontana  

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15 dicembre 2010 3 15 /12 /dicembre /2010 21:47

Ho  creato  il  presente  blog  per  tenere  viva  la  memoria  della  teologa, scrittrice  e  poetessa  Adriana  Zarri, alla quale  mi  sento  molto  affezionato. Le  ho  già  dedicato  due  poesie, che  ho  inviato  alle   testate giornalistiche, a diversi  blog, alle  persone  che  l'hanno  ricordata  nei  giorni  successivi  alla  sua  dipartita  terrena,  quale   suo  segno  di   ringraziamento della  stima  e  del  supporto   da  lei  ricevuti.

Mi  sono  fatto  in  un  certo  senso  suo  portavoce  e  attraverso  la  composizione  di  semplici, modesti  versi  ho  dato  voce  al  suo   infinito   sentimento  di  gratitudine.

Presto  riporterò  su  questo  blog  le  mie  poesie  già  composte  e   ne  aggiungerò    di  nuove,    seguendo  sempre  le    sue   orme.

Con affetto.

Riccardo  Sante  Maria  Fontana

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15 dicembre 2010 3 15 /12 /dicembre /2010 20:25

Questo è il primo articolo del tuo blog. È stato creato automaticamente per aiutarti ad iniziare su OverBlog. Puoi modificarlo o eliminarlo attraverso la sezione "pubblica" dell'amministrazione del tuo blog.

Buon blogging

L'équipe di OverBlog

PS : per collegarti alla tua amministrazione appuntamento sul portale blog OverBlog

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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