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18 ottobre 2012 4 18 /10 /ottobre /2012 09:31

voltaire-liberta-di-pensiero.jpg

http://giacomoscimonelli.scrivere.info/index.php?poesia=252726

   

Giacomo Scimonelli
No... io non resto zitto
Buon giorno mondo
io son qui
pensavi di aver vinto
ma non è così

caparbio ho incassato
dolore, lacrime
ostacoli ben allineati
bastoni e sassi
perfettamente incastonati
lungo il cammino
dove ho inciampato.

Destino
adesso ti schivo...
senza vendetta
senza arroganza
fisso lo sguardo
l'orizzonte non temo...
galleggio
non demordo, non cedo.

No
non resto zitto...
vola il mio intimo grido
il mio ultimo anelito
uomo caparbio mi dipingo
malinconico ma non servo
non mi inchino all'inganno
non temo il pianto
schiaffeggiato da falsa morale
non genufletto il mio Io.

Il giudizio altrui accetto
ma pretendo rispetto

gli errori son umani
non sarò mai un Santo
son caduto nella pozza putrida
respirando il marcio...

sensi di colpa
sofferenze e facili sentenze
mi hanno schiaffeggiato
mi hanno alienato
come un criminale
come uno scarto
scansato ed insultato.

No
non resto zitto...
sfogo consapevole
sfogo razionale
ho chiesto perdono
son colpevole
ma adesso basta
son umano
ma non chino il capo.

Mondo ti sfido
falsi moralisti
giudici incatenati
questo è il mio viso
una lacrima lo sfiora
un timido sorriso lo colora

scusate lo sfogo
son conscio del mio posto
ultima fila
accanto l'uomo losco
ultima fila
in attesa dell'ultima sfida
contro un mostro
un mostro chiamato rimorso

ma non piango
trattengo lacrime
tutto chiuso dentro
al riparo da altre sentenze
macchio questo foglio
mi ribello in versi
rileggo i pensieri
e non annego.
► 3:33► 3:33
vimeo.com/3934584828 mar 2012 - 4 min
 
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18 ottobre 2012 4 18 /10 /ottobre /2012 07:29

 

http://quellicheilibri.forumcommunity.net/?t=43083228

 

poesie di moby dick

 

Morimmo nel crepuscolo
tra luce e buio
intuendo appena
la scheggia del sole
acerba ancora
dietro la collina.

Spariti
in questa notte senza stelle
continuiamo a sognare
il vostro giorno.

Dedicata ai bambini mai nati.

   

► 4:46► 4:46
youtube.com3 ott 2009 - 5 min - Caricato da 19shed72
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17 ottobre 2012 3 17 /10 /ottobre /2012 15:18

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-99811

 

 

[Senza titolo]

 

Sono concavo
amore mio convesso.
Perciò ti amo.

 

 

  Franco Buniotto

   

► 3:07► 3:07
www.youtube.com/watch?v=o_SL-IoCkMU2 ott 2008 - 3 min - Caricato da rcmariz

 

 

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17 ottobre 2012 3 17 /10 /ottobre /2012 06:47

  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1160935

 

Rinasci

In questo mondo
dove pretendono una perfezione
che non esiste,
provano a piegarti,
ad abbatterti,
tu devi rinascere.
Non permettere che spengano le tue fiamme
comincia a volare,
non per orgoglio
ma per la tua anima in gabbia.
Corri, sempre più veloce,
come se non fossi mai caduta.
Canta, con tutto il fiato,
come se nessuno potesse udirti.
Ama, ama tanto,
come se la vita non ti abbia mai reso triste.
Vivi ogni giorno
come se dovessi morire ogni sera
e rinascere con l’aurora.

   

► 3:47► 3:47
www.dailymotion.com/.../x69v0j_yiruma-river-flows-...28 lug 2008 - 4 min

 

 

 

 

 

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16 ottobre 2012 2 16 /10 /ottobre /2012 09:05

 

...PER SPICCARE IL VOLO 


 

specchio_per_bambini.jpg

http://www.poesieracconti.it/poesie/a/alexis-diaz-pimienta/dagli-occhi-di-un-bambino

 

  Dagli occhi di un bambino

  

Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
Solo la sua meraviglia li mantiene sospesi,
la sua piccola mano li fa alzare,
il suo cuore li muove e li allontana.
Senza un bambino appiccicato ai vetri,
alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
gli aeroporti morirebbero di orrore.
Un bambino non potrà mai pronunciare
la parola "aeronautica"
ma da lui dipenderà l'imitazione dell'uccello.
Un bambino non saprà calcolare le distanze
ma lui è la garanzia del ritorno.
Ogni aeroporto deve avere un bambino
appiccicato ai vetri,
vicino agli altoparlanti, dovunque si annidi
la paura.
Grazie a lui causerà meno lacrime il rientro di tutti,
soffrirà meno baci l'addio delle madri
e le hostess potranno evitare avvisi insulsi.
Un aeroplano nell'aria
sono molti i bambini che guardano l'orizzonte.
  

 

► 6:21► 6:21
www.youtube.com/watch?v=-agxj3cuaI416 mar 2011 - 6 min - Caricato da PJOKER94

 

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15 ottobre 2012 1 15 /10 /ottobre /2012 10:15

 

  http://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-giuseppe-ungaretti/poesia-di-giuseppe-ungaretti-gridasti-soffoco.html

 

 

Giuseppe Ungaretti questa poesia l'aveva già scritta in Brasile,  a caldo subito dopo la morte del figlio Antonietto, ma non l'aveva mai pubblicata. Poi questa drammatica esperienza volle metterla a disposizione degli altri ( che è addirittura il tema iniziale del Porto sepolto del 1916), la pubblicò. Il vecchio capitano è dunque giunto in porto, in definitiva è tornato a scegliere il deserto.

  

 

  Poesia di Giuseppe Ungaretti -

 

Gridasti soffoco

  
Non potevi dormire, non dormivi...
Gridasti: Soffoco...
Nel viso tuo scomparso già nel teschio,
Gli occhi, che erano ancora luminosi
Solo un attimo fa,
Gli occhi si dilatarono... Si persero...
Sempre era stato timido,
Ribelle, torbido; ma puro, libero,
Felice rinascevo nel tuo sguardo...
Poi la bocca, la bocca
Che una volta pareva, lungo i giorni,
Lampo di grazia e gioia,
La bocca si contorse in lotta muta...
Un bimbo è morto...

Nove anni, chiuso cerchio,
Nove anni cui nè giorni, nè minuti
Mai più s'aggregeranno:
In essi s'alimenta
L'unico fuoco della mia speranza.
Posso cercarti, posso ritrovarti,
Posso andare, continuamente vado
A rivederti crescere
Da un punto all'altro
Dei tuoi nove anni.
Io di continuo posso,
Distintamente posso
Sentirti le mani nelle mie mani:
Le mani tue di pargolo
Che afferrano le mie senza conoscerle;
Le tue mani che si fanno sensibili,
Sempre più consapevoli
Abbandonandosi nelle mie mani;
Le tue mani che si fanno sensibili,
Sempre più consapevoli
Abbandonandosi nelle mie mani;
Le tue mani che diventano secche
E, sole - pallidissime -
Sole nell'ombra sostano...
La settimana scorsa eri fiorente...

Ti vado a prendere il vestito a casa,
Poi nella cassa ti verranno a chiudere
Per sempre. No, per sempre
Sei animo della mia anima, e la liberi.

Ora meglio la liberi
Che non sapesse il tuo sorriso vivo:
Provala ancora, accrescile la forza,
Se vuoi - sino a te, caro! - che m'innalzi
Dove il vivere è calma, è senza morte.

Sconto, sopravvivendoti, l'orrore
Degli anni che t'usurpo,
E che ai tuoi anni aggiungo,
Demente di rimorso,
Come se, ancora tra di noi mortale,
Tu continuassi a crescere;
Ma cresce solo, vuota,
La mia vecchiaia odiosa...

Come ora, era di notte,
E mi davi la mano, fine mano...
Spaventato tra me e me m'ascoltavo:
E' troppo azzurro questo cielo australe,
Troppi astri lo gremiscono,
Troppi e, per noi, non uno familiare...

(Cielo sordo, che scende senza un soffio,
Sordo che udrò continuamente opprimere
Mani tese a scansarlo...)

 

 

► 3:34► 3:34
vimeo.com26 lug 2012 - 4 min

 

 

 

 

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13 ottobre 2012 6 13 /10 /ottobre /2012 07:53

                         Mal di voce  

  Nucci A. Rota

   Aracne editrice S.r.l.

 

 

Cap 6

 

 

 

Gli anni del coro di voci bianche della Scala di Milano

 

 

Vittoria, ricorda ancora con grande emozione ed un pizzico di nostalgia il giorno che mise piede nel tempio sacro della musica, le pareva che tutto le mettesse soggezione dalle persone agli ambienti. Anche i camerini pur nella loro fatiscenza, (la ristrutturazione della Scala avvenne qualche anno dopo), le sembravano luoghi d’incanto.

Tutto quell’oro, sopra lo sfondo color crema dei palchi, quel rosso scuro, ma non ancora bordeaux dei tessuti morbidi come il velluto, la luce che proveniva dal grande lampadario ma anche da fari giganteschi puntati su di loro quando provavano. La grande magia del palcoscenico con il gioco delle quinte che sapeva creare, ed annullare al contempo, mondi fantastici.  

Continuando a provare per ore e ore con il coro e con gli altri orchestrali, alla soggezione subentrò lo stupore, la curiosità e per finire un rassicurante senso di appartenenza, il sentimento di soggezione e smarrimento stava svanendo per lasciar posto a qualcosa d’altro. Non capiva bene perché, ma sentiva di essere un piccolissimo tassello di un grande ingranaggio che, quasi per magia produceva infinita bellezza ed armonia.

Cominciò a realizzare come dietro alla rappresentazione di un’opera vi fosse un grandissimo lavoro relativo non solo alla musica, ma anche all’allestimento scenico. Tutto un mondo a lei fino ad ora sconosciuto fatto di sarte, operai, elettricisti, ma anche altri assistenti dalle diverse competenze, lavoravano insieme per la realizzazione di uno spettacolo che poi durava diversi giorni.

La sua amica Alina era sempre molto attenta ai costumi di scena, all’allestimento teatrale in generale, a lei non interessava particolarmente questo aspetto, era invece decisamente catturata da tutto ciò che aveva attinenza con la musica: dagli orchestrali ed ai loro strumenti, al maestro ecc. Le piaceva tantissimo osservare gli ottoni, il loro luccichio le vibrazioni dei tamburi, ma anche la dolcezza di alcuni strumenti a corda come l’arpa e i violini. Si chiedeva quale strana alchimia potessero produrre quei gesti del maestro che dirigeva!

Certo un’opera come La donna senz’ombra non fu un inizio facile, opera impegnativa anche piuttosto lunga, dall’allestimento scenico superbo, ma Vittoria la ricorda ancor oggi con grande emozione soprattutto perché segnò il suo ingresso alla Scala.

Dopo La donna senz’ombra seguirono opere molto popolari come Tosca e La bohème.

 

► 2:39► 2:39
www.youtube.com/watch?v=34eVO_Hnt0k23 apr 2010 - 3 min - Caricato da maggiofiorentino

 

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11 ottobre 2012 4 11 /10 /ottobre /2012 04:48

 

 

http://via000.wordpress.com/2010/06/23/ho-bisogno-di-silenzio-alda-merini/

 

Ho bisogno di silenzio (Alda Merini)

 

Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.

Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina

disorientate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.

Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.

Gli amici veri, pochi, uno ?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.

Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.

Alda Merini

 

► 2:59► 2:59
www.youtube.com/watch?v=nywXES88oow20 giu 2008 - 3 min - Caricato da mexicanguy47

 

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9 ottobre 2012 2 09 /10 /ottobre /2012 09:01

                         Mal di voce  

  Nucci A. Rota

   Aracne editrice S.r.l.

 

 

Cap 6

 

 

 

Gli anni del coro di voci bianche della Scala di Milano

 

 

 

 

Vittoria rimase nel coro di voci bianche per quasi quattro anni, dai 9 ai 13 anni. Per lei furono anni faticosi ma anche un tempo di grandi emozioni. Due pomeriggi alla settimana, il lunedì e il giovedì si recava in Conservatorio dalle 5 alle 7, per le prove ma poi c’erano le opere ed i concerti a cui partecipare.

Il lunedì e il giovedì erano giornate molto piene per Vittoria, ricorda ancora i balzi dalla sedia quando suonava la campanella a fine giornata scolastica ed era la prima ad uscire, cercava subito la nonna ed insieme, senza perdere tempo si avviavano alla metropolitana. A volte in quel tratto di strada mangiava la merenda, anche perché poi finiva per cenare più tardi alla sera. Quando c’erano concerti od opere a cui partecipare si provava anche in altri giorni e quelli furono i momenti più faticosi.

Per le serate era tutta la famiglia a mobilitarsi, mentre per le prove normali in conservatorio, era quasi sempre la nonna che l’accompagnava, eccezionalmente la sorella maggiore, se proprio la nonna non poteva. La nonna aveva trovato il modo di utilizzare quelle due ore di attesa socializzando con le mamme degli altri bambini, bevendo un caffè al bar, o quando si stancava delle chiacchiere, come diceva lei, si sedeva nella biblioteca del conservatorio e leggeva il quotidiano o un romanzo.  

Vittoria più di una volta le chiese se si annoiasse in quelle due ore d’attesa, ma la nonna rispondeva sempre allo stesso modo:

«sono le uniche due ore della giornata tutte per me, e poi mi sarebbe piaciuto così tanto alla tua età avere una persona che mi desse l’opportunità di vivere un’esperienza musicale»!

«Non ti preoccupare per me pensa alla tua musica, pensa a cantare».

Molte furono le opere, i concerti a cui partecipò Vittoria nei 4 anni del coro. Ovviamente il ricordo di questo periodo nel tempo sfumò, ma non dimenticò mai il suo esordio al Teatro alla Scala con La donna senz’ombra  di Richard Strauss, diretta da Giuseppe Sinopoli, un grande direttore che morì pochi anni dopo.

Le prove per qualsiasi esibizione, sia concerto sia opera, generalmente si svolgevano nell’aula del Conservatorio, salvo le ultime che ovviamente avvenivano in teatro, in questo caso il teatro era appunto la Scala.

 

► 3:48► 3:48
www.dailymotion.com/.../xu2r99_pooh-cantero-p...Nuovo5 giorni fa - 4 min

 

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8 ottobre 2012 1 08 /10 /ottobre /2012 07:41

 

                         Mal di voce  

  Nucci A. Rota

   Aracne editrice S.r.l.

 

 

Cap 5

La panchina sexy 

 

La parola che per Vittoria era sempre stata un problema o in alcuni momenti anche  un incubo, perdeva improvvisamente potere. Vittoria si stava accorgendo che il semplice gesto poteva essere più espressivo delle parole, che il corpo aveva delle potenzialità forse infinite di comunicazione. Quel giorno sperimentò, per la prima volta il contatto visivo senza paura, senza il desiderio di spostare il proprio centro visivo da tutt’altra parte che non fossero gli occhi del suo interlocutore. Per lei che aveva allora 13 anni fu un giorno indimenticabile. (La comunicazione non verbale)

Dopo non accadde gran che se non durante le passeggiate quando Giacomino le prendeva la mano e lei gli sorrideva, ma già l’anno successivo lui aveva una ragazza e passava quasi tutto il tempo con lei.

Le capitò anche da adulta di tornare in quel paese di montagna. Giacomino era subentrato nella gestione della panetteria, sempre più grosso e rubicondo, gli occhi erano decisamente meno tristi di un tempo forse per una bella signora che stava alla cassa della pa-netteria e che era diventata sua moglie e due gemelli vivacissimi.  

Vittoria quando pensa alla panchina sexy sorride ancor oggi, le capitò di tornare al paese di montagna, tra le prime cose che fece fu di andare alla panchina, per osservare il mondo circostante. La panetteria del padre di Giacomino era rimasta uguale, solo una tenda verde scuro ne aveva abbellito l’entrata, la posteria era diventata un piccolo supermercato, l’edicola aveva cambiato gestione, il bar era stato ristrutturato sembrando ora più un bar di corso Como a Milano che un vecchio barettino di montagna, e anche quel momento magico che visse Vittoria a 13 anni non si ripeté mai più.

 

► 5:15► 5:15
dailymotion.com16 mag 2008 - 5 min

 

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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