Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
7 ottobre 2012 7 07 /10 /ottobre /2012 13:37

 

 

http://www.rai.it/dl/radio1/2010/programmi/articoli/ContentItem-146f44cb-58e9-4570-a47f-22d8e93436f2.html

 

 

"E’ diventato sangue il tuo amore"

di

Nahabed Kuciag

(Poeta armeno)

E’ diventato sangue
il tuo amore,
è entrato in tutte le mie vene.
La tua anima è entrata nella mia.
Ho preso il coltello,
ho cercato di dire vattene a quel sangue.
Ma come immergere nella carne il coltello,
come dire all’anima va’ via?

 

► 3:45► 3:45
www.youtube.com/watch?v=I7wC0JQEOys22 giu 2009 - 4 min - Caricato da OoONeTtAOoO
Condividi post
Repost0
5 ottobre 2012 5 05 /10 /ottobre /2012 06:35

 

 

http://balbruno.altervista.org/index-736.html

 

Camillo Sbarbaro

 
Padre, se anche tu non fossi il mio

     Padre, se anche tu non fossi il mio  Padre se anche fossi a me un estraneo, per te stesso egualmente t'amerei. Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno Che la prima viola sull'opposto Muro scopristi dalla tua finestra E ce ne desti la novella allegro. Poi la scala di legno tolta in spalla Di casa uscisti e l'appoggiasti al muro. Noi piccoli stavamo alla finestra.   E di quell'altra volta mi ricordo Che la sorella mia piccola ancora Per la casa inseguivi minacciando (la caparbia aveva fatto non so che). Ma raggiuntala che strillava forte  Dalla paura ti mancava il cuore: ché avevi visto te inseguir la tua piccola figlia, e tutta spaventata tu vacillante l'attiravi al petto, e con carezze dentro le tue braccia l'avviluppavi come per difenderla da quel cattivo che eri il tu di prima.   Padre, se anche tu non fossi il mio Padre, se anche fossi a me un estraneo, fra tutti quanti gli uomini già tanto pel tuo cuore fanciullo t'amerei. 
► 3:59► 3:59
www.youtube.com/watch?v=46pWc4Apb1021 nov 2009 - 4 min - Caricato da Gys6
Condividi post
Repost0
4 ottobre 2012 4 04 /10 /ottobre /2012 08:26

 

 

                         Mal di voce  

  Nucci A. Rota

   Aracne editrice S.r.l.

 

 

Cap 5

La panchina sexy 

 

 

Un giorno tuttavia proprio su quella panchina, che da quel momento Vittoria iniziò a chiamare la panchina più sexy del mondo, successe qualcosa che andava a smentire quella opinione. Giacomino dopo una passeggiata tra i boschi si era fermato con lei sulla panchina per riposarsi, prima di far rientro a casa per la cena. Iniziò un discorso che a Vittoria sembrò piuttosto banale del tipo:

«non trovi che le montagne al tramonto cambino di colore»?

Vittoria rispose sì, poi lui aggiunse, sempre con lo stesso tono della voce ma decisamente balbettando:

«tu,tu,tu mi piaci molto»  

A Vittoria sulle prime sembrava una presa in giro, quasi volesse farle il verso, ma poi e forse per la prima volta realizzò che anche ai “normali”, o meglio ai normofluenti capita di incepparsi, di balbettare. Capì che l’ansia, la tensione nervosa può giocare brutti scherzi a tutti. Quel che invece faceva la differenza è che Giacomino subito dopo si riprese mentre se fosse capitato a lei, e di questo ne era certa, ad una prima balbettata ne sarebbe seguita un’altra e poi un’altra ancora trascinandola in una vertigine di ansia, disagio e vergogna. (Anche i “normali balbettano” teoria del riflesso contrario).

Vittoria guardò da quel momento Giacomino con occhi nuovi, i suoi capelli scuri con tutti quei riccioli morbidi le sembrarono bellissimi, si accorse solo in quel momento che anche il colore degli occhi, ma soprattutto l’espressione un po’ triste, le piaceva molto. Il colorito della pelle era abbronzato ma le guance, sempre un po’ arrossate, denunciavano la lunga permanenza in un clima secco, questo gli dava un tocco di ingenuità che, in quel preciso istante suscitava in Vittoria una grande tenerezza. Il corpo era decisamente grosso per un ragazzo di quella età ma anche questo aspetto a Vittoria piaceva un sacco e avrebbe voluto che le sue braccia cicciottelle la stringessero. Ma non accadde nulla di tutto ciò, si capiva che Giacomino aspettava che lei dicesse qualcosa.

Vittoria sentiva arrivare tutti i classici sintomi, la frequenza cardiaca stava aumentando, un calore sembrava nascere nello stomaco e salire sempre più su, sentiva di arrossire e la cosa le dava fastidio, anche le mani cominciavano a sudare ma in quel preciso istante scelse di non dire nulla, o meglio di non usare le parole per comunicare, anche perché sapeva che sarebbe uscita una spiacevole balbettata. Forse non fu neanche una scelta ma un comportamento istintivo.

Guardò Giacomino dritto dritto negli occhi, anche questo per la verità non era cosa facile per lei e semplicemente gli mise una mano tra i suoi meravigliosi riccioli scuri. Avrebbe voluto anche fare  

di più come accarezzargli le gote arrossate, guardargli a lungo i grossi polsi, toccargli le potenti spalle, ma si limitò a giocare con i suoi capelli. Pensò in quell’istante a come su di lei quel gesto fosse sgradito e come invece stava godendo nel passare le sue dita lunghe sottili tra i capelli di Giacomino. Lui sembrava gradire molto e chiuse ad un certo punto gli occhi. Fu un momento quasi magico. (Riuscire a sostenere lo sguardo dell’altro; la perdita del contatto visivo)

Che comunicazione/comunione profonda si stabilì quel giorno, quasi senza scambio di parole! Altro che due sfigati! Tra di loro si era creata una sintonia perfetta, la comunicazione era stata un profondo scambio di emozioni. 

 

► 5:03► 5:03
youtube.com18 ago 2010 - 5 min - Caricato da OettingerCroat

 

 

Condividi post
Repost0
3 ottobre 2012 3 03 /10 /ottobre /2012 12:09

  Panchina.jpg

 

http://www.poesianuova.it/poesia.php?poesia=72634&t=Una+panchina

Una panchina

 

 Una panchina
di fredda pietra
è sempre lì
che aspetta
le speranze e le gioie
di persone
a cui dona sollievo fisico.

Sa mantenere
i segreti
e sofferenze
di cuori infranti
e amori che nascono,
ricevendo in cambio
il calore del loro corpo.

Senza chiedere,
attende
il sicuro sfogo di pensieri,
offrendosi
come diario di nomi
e segni di amori
che nessuno mai scoprirà.

Con pazienza
aspetta
tutti quelli
che hanno bisogno
di parlare con i propri pensieri,
assorbendo lacrime
con il suo silenzio.

 

 

► 4:06► 4:06
dailymotion.com3 giu 2010 - 4 min

 

 

Condividi post
Repost0
3 ottobre 2012 3 03 /10 /ottobre /2012 04:11

 

                         Mal di voce  

  Nucci A. Rota

   Aracne editrice S.r.l.

 

 

Cap 5

La panchina sexy 

 

 

 

Vittoria pensò che per lei la panchina non era un luogo di ozio, piuttosto era un luogo da dove si poteva contemplare il mondo e dove potevano accadere cose quasi magiche. A questo proposito si ricordò che più tardi, negli anni dell’adolescenza, quella panchina in un piccolo paese della Val d’Aosta divenne il luogo della sua iniziazione amorosa.

Giacomino, il figlio del fornaio (perché almeno il forno era rimasto, gli altri negozi erano spariti tutti per lasciar posto ad un anonimo e piccolo super mercato), aveva da sempre simpatia per lei. Sin da quando erano bambini tra di loro vi era stata complicità, e grande senso dell’amicizia.

Spesso Vittoria non partecipava ai giochi con gli altri bambini soprattutto quando la parola era elemento essenziale del gioco, in quel caso anche Giacomino trovava qualche scusa per non parteciparvi e rimaneva con lei. (La rinuncia, l’evitamento)

Nelle passeggiate in montagna lui cercava di regolare il passo sui suoi tempi in modo da starle sempre al fianco.  

Giacomino era il suo nome ufficiale ma tutti lo chiamavano Mino, tranne Vittoria e la sua famiglia.

Vittoria sapeva perché lo chiamava Giacomino e non Mino, non era una scelta ma era una necessità indotta dalla balbuzie, chissà come mai la g le usciva meglio della m, sapeva perfettamente che entrambe erano consonanti e pertanto più difficili da pronunciare rispetto alle vocali ma evidentemente per lei c’erano consonanti più toste di altre. (Vocali amiche, consonanti nemiche)

Giacomino era un bimbo piuttosto anonimo dal punto di vista fisico, una certa lentezza motoria poteva lasciar intuire quei problemi che si sarebbero manifestati nell’adolescenza, infatti divenne piuttosto grosso e questo leggero soprappeso gli stava dando qualche problema psicologico. Ecco pensò Vittoria da cosa nasce la nostra grande alleanza:

Io mi sento diversa per la mia balbuzie e Giacomino si sente diverso perché grasso, siamo proprio due sfigati! (La diversità crea alleanze?)

 

    

► 3:24► 3:24
www.youtube.com/watch?v=61X019YboyM13 Nov 2009 - 3 min - Uploaded by Elysabeth74
Condividi post
Repost0
2 ottobre 2012 2 02 /10 /ottobre /2012 06:31

Mal di voce  

  Nucci A. Rota

   Aracne editrice S.r.l.

 

 

Cap 5

La panchina sexy 

Quando furono in cortile e mentre lo stavano attraversando Vittoria notò quanto fosse accogliente e bello quel luogo, si stupì solo di una cosa, non c’era alcuna panchina nell’ampio cortile e nemmeno sotto il porticato e lo disse alla nonna.

Può sembrare strano che una nipote faccia questa osservazione e non viceversa, ma a Vittoria piacevano molto le panchine. In particolare era affezionata ad una, ancora di tipo tradizionale in legno listato e con delle decorazioni in ferro battuto che si trovava nella piazzetta del paese di montagna dove andava in villeggiatura con la famiglia.

Al mattino quando accompagnava la nonna a fare la spesa si sedevano sulla panchina ed esattamente da quella postazione potevano osservare quasi tutta la vita che si svolgeva nel paese. C’era la panetteria del papà del suo amico Giacomino, dove oltre ad un pane meraviglioso, ogni giorno c’erano focacce salate e dolci. Prima che si insediasse un piccolo super mercato vi era una vecchia posteria, dove potevi trovare tutto dai detersivi ai chiodi, al prosciutto e alla verdura, l’odore che sentivi nella posteria di Mario era inconfondibile un misto di prezzemolo, saponette, biscotti.

L’edicola gestita dalla signora Viola che conosceva praticamente tutti nel paese, sia residenti che villeggianti. Un parrucchiere, un tempo solo per barba e capelli che recentemente serviva anche una clientela femminile soprattutto durante l’estate. C’era anche un piccolo bar dove stazionavano sempre 4 o 5 pensionati durante il giorno, ma alla sera era il punto di ritrovo delle compagnie giovanili. I gestori erano una coppia di valligiani simpaticissimi che parlavano con chiunque il dialetto.

«Se ci fosse una panchina, come quella in montagna dove ci sediamo spesso, questo cortile sarebbe ancor più bello, non trovi nonna»?

«Se non ci sono panchine ci sarà un motivo, in fondo il Conservatorio è un luogo di studio, di impegno e non si vuole incoraggiare tutti i giovani che circolano da queste parti a sostare in ozio, magari fumando o facendo qualcosa di peggio».

 

► 4:19► 4:19
ciaktube.com10 gen 2011 - 4 min

 

Condividi post
Repost0
1 ottobre 2012 1 01 /10 /ottobre /2012 06:31

 

                              Mal di voce  

  Nucci A. Rota

   Aracne editrice S.r.l.

 

 

Cap 4

L'audizione 

Vittoria si sentì confusa e ansiosa ma quando arrivarono le prime note dal pianoforte sentì che poteva farcela che come sempre succedeva la musica aveva su di lei un benefico effetto rilassante ed iniziò a cantare, e più cantava più le piaceva sentire la sua voce in quella lingua meravigliosa che usciva dalla sua bocca senza intoppi, senza blocchi, le consonanti sempre così ostiche quando parlava, ora uscivano con una fluenza armoniosa, era consapevole di cantare un grande inno all’amore, poco adatto ad una bambina di 9 anni ma lei si sentiva perfettamente a suo agio con quelle parole.

Quando cantava Vittoria le pareva persino di perdere le coordinate spazio-temporali, era solo lei o meglio era la sua voce e basta, tutto il resto non esisteva più.

Dovendosi paragonare ad un animale Vittoria quando parlava si immaginava di essere una talpa, quando invece cantava diventava improvvisamente una bellissima farfalla. Il suo livello di autostima normalmente basso quando parlava, subiva un’improvvisa impennata quando iniziava a cantare.

Anche all’audizione accadde tutto ciò, finché il maestro non la lasciò finire e disse «stop».

Vittoria interpretò l’interruzione come, smettila ne ho abbastanza e stava già andandosene quando lui la fermò e le disse:

«Tu sai che io dirigo il coro di voci bianche, bene la tua voce non è sicuramente “bianca”, anzi oserei dire che è piuttosto grigia, ma se tu mi assicuri un impegno costante nelle prove potrai venire e sarai inserita tra i contralti, tu che ne dici Alfredo»?

«Forse Vittoria, come dice lei maestro, ora non ha una voce da coro di voci bianche, ma certamente quando canta mette molta anima, poche altre volte mi è successo di verificare questa passionalità in una voce infantile».

«Si forse hai ragione», disse il maestro sicuramente non abituato ai complimenti ed anzi molto più a suo agio nelle stroncature.

Vittoria che non sapeva bene cosa dire, ma soprattutto era quasi certa che sarebbe arrivata la balbettata accennò ad un inchino e scappò dalla nonna. Subito dopo sì pentì di quel gesto insulso e servile, ma forse era meglio così.

«Signora la porti lunedì prossimo alle 5 del pomeriggio, mi raccomando la puntualità», disse il maestro.

La nonna mentre scendevano le scale le disse di averla sentita cantare molto bene senza nessuna esitazione ma aggiunse anche:

«tieniti pronta il maestro non mi sembra un tipo facile», ed il tempo le diede ragione.

 

► 3:59► 3:59
dailymotion.com24 apr 2009 - 4 min

 

Condividi post
Repost0
30 settembre 2012 7 30 /09 /settembre /2012 13:03

  

 

ABBIGLIAMENTO CASUAL

 

 

01PussinBootsimage2.jpg

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-68978

 

 

Poesia

di

Nicola Lo Conte  

Come un gatto randagio

 È notte:
sotto la finestra
un gatto si lamenta
come un bambino...
un gatto randagio,
eternamente in attesa
di una carezza
ed eternamente incerto
se entrare
in una porta aperta...
così l'uomo,
con le sue speranze
e con la vita!

 

► 3:00► 3:00
www.youtube.com/watch?v=MkMtCwML_WI19 Jun 2009 - 3 min - Uploaded by tribale84

 

 

Condividi post
Repost0
30 settembre 2012 7 30 /09 /settembre /2012 10:37

 

 

 

 

 

► 4:18► 4:18
www.youtube.com/watch?v=Kin5d-0IpEE22 nov 2011 - 4 min - Caricato da accasfilm
Adriana Zarri (26 aprile 1919 -- Crotte di Strambino, 18 novembre 2010) ... di tipo eremitico a ...
Condividi post
Repost0
30 settembre 2012 7 30 /09 /settembre /2012 07:01

   

...STA CRESCENDO DENTRO DI TE !!!

 

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-8277

 

 

Poesia

 di

Lory Giacobbe

 

Pianta mai nata

Storia di una pianta mai nata
dal fato rapita
dal destino avverso
naturalmente sradicata dal ventre confuso.
Pianto soffuso
non più preoccupato
di giovane madre con poco passato
e giovane padre di egual peccato.
Piange ora il cielo dopo tanti affanni
sono passati anni e anni.
Una pianta mai nata
dal fato rapita
ci saresti tu a consolar
la solitaria e triste vita.

 

► 4:15► 4:15
www.youtube.com/watch?v=l7Pwb2i0RcI19 gen 2012 - 4 min - Caricato da Americamydream

 

Condividi post
Repost0

Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
  • Contatti

Recherche

Liens