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9 luglio 2013 2 09 /07 /luglio /2013 09:57

 

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-40294

Sospeso

   

Libro.
Sospeso.
Fili sottili come tela di ragno
mi legano fra nuvole e fango,
fili fragili che si spezzano
ad un solo battito d’ali di farfalla,
ma resistenti al peso di questo corpo
in bilico nel vuoto…
…E l’attesa diventa ricerca d’equilibrio,
il tempo diventa dolore,
i muscoli contratti per non sentire,
i pensieri avvinghiati ai ricordi
sembrano lame conficcate con forza
nella mente…
E tutto appare slegato,
nomi, sguardi, visi, voci,
tutto volteggia intorno come coriandoli
senza direzione…
Sospeso.

 

Ugo Bertani

 

www.youtube.com/watch?v=kc54yZhHJFM
Apr 28, 2011 - Uploaded by NathalieVEVO

 

 

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9 luglio 2013 2 09 /07 /luglio /2013 06:59

 

http://www.aphorism.it/antonio_gargiulo/poesie/lupo_mannaro_alla_luna/

 

 

Dietro le quinte

 

Lupo mannaro alla Luna

 

Nascosto tra mura abbandonate e fronde fitte,
guardo te, Luna, causa del mio male.
Tu bianca, ma vitrea come il ghiaccio
di una lacrima triste che solidifica
dopo un pianto intenso.
Tu, ragione di mia tristezza
per questo sortilegio che mi lega a te.
Tu, lontana, ma vicina al mio male,
legata a me con un legame
sì stretto da allontanar tutto il resto.
Tu, che mi costringi a riprender fiato
ogni volta per le convulsioni
causate dalle trasformazioni tue,
di cui io son specchio mio malgrado.
Tu, fredda ed insensibile a questo sentimento mio
di straziante sofferenza per essere costretto
a rivelarmi diverso da quel che sono.
Io che a causa tua posso avvicinarmi a lei
solo con corpo non mio,
guardarla attraverso occhi non miei
e comunicar con lei con un linguaggio
e una voce non mia, ti imploro.
Sparisci da questo universo,
o da questa galassia,
o almeno da questo sistema solare.
Oppur ancor vesti di nuvole le nudità tue,
copriti in modo che non possa vederti,
nasconditi agli occhi miei
e ad ogni singola cellula del mio essere,
fà in modo che non mi tramuti più
per poter esser suo.

 

Antonio Gargiulo

 

www.youtube.com/watch?v=kZJOG6-an9E
Jan 23, 2010 - Uploaded by aronathebigod
 

 

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21 giugno 2013 5 21 /06 /giugno /2013 05:07

 

 

http://www.writersdream.org/forum/topic/16305-ho-una-penna-in-mano/

 

 

Ho una penna in mano, a mezz’aria
e ancora non so quale sarà il mio domani;
se il sole tornerà a splendere,
se ancora dovrò cercare di danzare sotto la pioggia,
questo ballo troppo veloce
che non mi appartiene e
consuma le mie scarpe senza arrivare a meta alcuna.
Ho una penna in mano, a mezz’aria
e non mi riconosco più.
Immobile davanti a un foglio bianco,
pieno di parole mai scritte,
e fra di esse, lo so, c’è anche la mia storia.
Ho una penna in mano a mezz’aria
e riesco a sentire il silenzio
nel frastuono del mio cuore,
riesco a trovare un senso,
tra le parole inutili delle persone.
Ho una penna in mano a mezz’aria,
nuovi mondi potrei inventare,
così diversi da questo,
che non riesco più a capire.
Potrei, ma non lo faccio:
Io penso a te.

   

Tina

 

 

Vivere a mezz'aria Pamela - YouTube

www.youtube.com/watch?v=be4rEffsnWM
Apr 15, 2009 - Uploaded by youstar91

 

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15 giugno 2013 6 15 /06 /giugno /2013 16:41

 

 

 

http://scienza.panorama.it/Sonno-chi-si-sveglia-prima-e-piu-felice

 

  Sonno: chi si sveglia prima è più felice

Gufo o allodola?

 

 

Sonno: chi si sveglia prima è più felice

 

Più contenti e più in salute: così si sentono coloro che la mattina saltano giù dal letto come grilli. Lo dice una ricerca, che sostiene che una peggiore qualità del sonno può avere effetti sul sistema immunitario

 

Non so voi ma io sono una di quelle persone che non andrebbero mai a dormire la sera e non si sveglierebbero mai la mattina. Tra gli svariati problemi di chi condivide questa condizione (le corse sfrenate per portare i figli a scuola, gli sbadigli che punteggiano la mattinata di lavoro, specialmente durante le riunioni, e in generale la lentezza nel "carburare") si aggiunge adesso il cruccio di rischiare di essere anche meno felici degli altri. Una ricerca pubblicata sul numero di maggio della rivista Emotion ha infatti stabilito che le persone mattiniere di qualunque età sono mediamente più felici rispetto ai gufi che, come me, preferiscono i veglioni alle levatacce.

Per capire come si sentano le persone che si alzano presto rispetto ai tiratardi, i ricercatori dell'Università di Toronto hanno chiesto a due gruppi di persone (435 di età compresa tra 17 e e 38 anni e 297 tra i 59 e i 79 anni) di riempire dei questionari sul proprio stato di salute percepito, sul proprio stato emotivo e sulle loro abitudini riguardo al sonno. Quello che è emerso prima di tutto conferma che i giovani sono tendenzialmente più dormiglioni la mattina rispetto agli adulti e agli anziani. E che gli anziani, la maggior parte dei quali è mattiniera, riportano uno stato emotivo assai più positivo rispetto ai giovanissimi.

Anche non tenendo conto dell'età, però, le poche giovani "allodole" sono più felici rispetto ai coetanei tiratardi. Sarebbe insomma proprio la predilezione per le ore del mattino a rendere le persone che riescono a viverle appieno più serene. Forse non deve sorprendere allora che chi si sveglia presto abbia anche uno stato di salute (percepito) migliore rispetto a chi ha problemi ad alzarsi.

I ricercatori azzardano che un sonno di qualità peggiore possa avere un impatto negativo sul sistema immunitario. Siccome poi la società è organizzata in modo da rendere necessario essere operativi dalle prime ore della mattina, chi va sempre a letto tardi è come se soffrisse di un jet-lag permanente. Per noi gufi pare che l'unica soluzione sia quella di riabituarci a vivere secondo ritmi più naturali: andare a letto prima, lasciarci svegliare dalla luce del sole, insomma risintonizzare l'orologio interno spostando indietro di qualche ora le lancette. Provare per credere.

 

 

Roberto Angelini - La Gioia Del Risveglio - YouTube

www.youtube.com/watch?v=sTSv6dyNmhQ
Mar 13, 2009 - Uploaded by emimusic

 

 

 

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15 giugno 2013 6 15 /06 /giugno /2013 15:16

 

 

http://www.poesieracconti.it/racconti/opera-7881

 

 

 

 

  Le scarpe nuove, ovvero come giocarsi la reputazione in una mattinata

 

di Giuseppe Formica

 

Indubbiamente internet è una grande risorsa, quasi infinita, e qualsiasi cosa ti serva su internet la trovi, pure un paio di scarpe.
Quello che sto per raccontarvi è un episodio che vide protagonista, ma sarebbe meglio definirlo vittima, Salvo F. , uno stimato e benestante professionista sulla cinquantina di un paesone della provincia di Catania, che un giorno ebbe l'infelice idea di acquistare un paio di scarpe on-line.
Certamente nel suo paese non mancavano negozi dove poter comprare un paio di scarpe, di qualsiasi genere ed a qualsiasi prezzo, ma l'acquisto via internet a volte attrae in modo particolare, ed ha quasi il sapore di una conquista.
Mentre "navigava" in un sito dov'è possibile acquistare di tutto, la sua attenzione fu attirata da un'offerta molto allettante: un paio di scarpe in vera pelle, colore beige, misura 43, solo trenta euro. La misura era quella che lui calzava, il colore non gli dispiaceva, la qualità sembrava ottima. Salvo azzardò l'acquisto! Del resto la fotografia che le presentava non poteva mentire: erano di una marca rinomata!
Sommando il costo delle scarpe, quello della spedizione e del bonifico che avrebbe dovuto emettere, rimaneva sempre un buon affare da cogliere al volo.
Un paio di clic ben assestati e le scarpe erano sue: doveva solo pagarle anticipatamente. L'indomani mattina alle 8:30 era già in banca ed emise il bonifico, quindi ora si trattava solo di aspettare fiduciosi e sperare che non si trattasse di un "bidone".
Passarono tre giorni ed il corriere gli recapitò un pacco che Salvo scartò freneticamente. Al suo interno c'era proprio ciò che aveva richiesto. Magnifico!
Tolse subito i mocassini che calzava per provare le scarpe nuove, temendo che potessero essere strette o difettose: niente di tutto questo, calzavano a meraviglia. "Ottimo acquisto", disse tra sé e sé compiaciuto!
Decise di riporle nuovamente nella scatola per incignarle la domenica successiva, sì perché secondo lui un paio di scarpe che si rispetti si incigna sempre in occasione del giorno di festa!
Venne la domenica, e dopo essersi vestito elegantemente, Salvo andò a prendere la scatola, tirò fuori le scarpe delicatamente, tolse dal loro interno la carta velina appallottolata e le odorò chiudendo gli occhi. A lui piaceva tantissimo l'odore delle scarpe nuove.
I piedi scivolarono al loro interno con una facilità estrema, com'erano comode... Allacciò le stringhe e si alzò in piedi, quasi non se le sentiva! Com'era felice...
Era una splendida giornata di sole, quindi decise di uscire senza macchina per godere della loro comodità, ma non appena fu fuori dal portone incontrò un vicino di casa che gli offrì un passaggio. Accettò quasi a malincuore, e si fece lasciare nella piazza principale, vicino alla villa comunale. Scese dalla macchina e, fatti i primi passi, udì un rumore strano, come un soffio, uno sbuffo che proveniva proprio dalle sue scarpe; ogni due passi uno sbuffo, ogni due passi un soffio. Allentò le stringhe, ma lo sbuffo era sempre presente, a ritmare la sua camminata.

Com'era possibile? Percepì che la pressione gli stava aumentando. Provò a camminare molleggiandosi un po' sulle ginocchia, ancheggiando e piegando le caviglie un po' verso l'interno, e camminando così le scarpe non sbuffavano più, ma bastava che distogliesse un po' l'attenzione dall'adottare tutti quegli stratagemmi perché uno sbuffo impertinente venisse emesso all'improvviso. Inoltre fece in modo di coprire quei rumori con dei colpi di tosse, affinché nessuno li sentisse.
Allungò il passo per rientrare a casa il più presto possibile, cercando di capire quale delle due scarpe emettesse quel soffio, e si convinse che a sbuffare era quella destra, ma strada facendo la gente lo guardava molto incuriosita dal suo incedere, qualcuno ammiccava, un tizio gli fece l'occhiolino, un altro gli fece un fischio! Io ho il massimo rispetto per gli omosessuali, ma ancora oggi, nel terzo millennio, anche in un paese evoluto come quello teatro dell'episodio, si fa parecchio caso a chi cammina ancheggiando, soprattutto quando si tratta di un uomo, e in questo caso di solito lo si reputa un gay, etichettandolo con termini un po' più coloriti come finocchio o checca, ma soprattutto col termine in dialetto catanese "puppu".
Consapevole di ciò, lui affrettò l'andatura, ed arrivò dopo quasi mezz'ora a casa con la pressione a 200, le caviglie indolenzite, le ginocchia che gli facevano "giacomo giacomo" e le anche anchilosate.
Cercò subito di trovare una soluzione per eliminare il difetto, e pensò che praticando un forellino nella parte interna della scarpa difettosa avrebbe annullato lo sfiato. Scese in cantina con la scarpa, prese dalla cassetta degli attrezzi quella pinza che serve a praticare i fori nelle cinture di cuoio e fece un piccolo buco nella tomaia, nel punto che riteneva quello giusto.
Risalì subito a casa ed indossò le scarpe, fece qualche passo e, soddisfatto, constatò che il fastidioso rumore non c'era più. Poteva uscire di nuovo senza alcun problema, ma questa volta soprattutto per sgombrare il campo da qualsiasi illazione sulla sua reputazione! Ma era solo un'illusione.
Questa volta Salvo prese l'autobus sotto casa, destinazione la piazza principale del paese. Tutti dovevano convincersi che lui non era un "puppu"!
Sceso dall'autobus, fece alcuni passi e questa volta cominciò a sbuffare la scarpa sinistra! Si sentì raggelare il sangue.
Riadottò gli stratagemmi di prima, compresa la tosse, ma a peggiorare la situazione questa volta c'era anche un fischio che proveniva dal foro che aveva praticato nella scarpa destra.
Adesso Salvo sembrava un finocchio sciancato tubertolotico che fischiava!
Da quel giorno lo stimatissimo professionista Salvo F. per tutti i suoi compaesani è «u puppu ca frisca» (il finocchio che fischia).

 

www.youtube.com/watch?v=UyUfDl2N5ng
Aug 9, 2010 - Uploaded by FedeSalvatoreChannel

 

 

 

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14 giugno 2013 5 14 /06 /giugno /2013 18:14

 

 

http://www.poesieracconti.it/racconti/opera-7734

 

 

Foto di Vivastreet.it TELEVISORE GRUNDIG CON DIGITALE TERRESTRE

 

 

 

Una riparazione particolare

 

di Giuseppe Formica

 

Alla fine degli anni '80 riparare più di cinque televisori a domicilio, ogni pomeriggio, era una cosa normale, non come oggi che le riparazioni si fanno col contagocce.
Allora io ero sposato da poco, lavoravo in un importante laboratorio di Caltanissetta, e mi occupavo della riparazione dei televisori: la mattina in laboratorio e dopo pranzo a casa dei clienti. Ogni pomeriggio uno dei due titolari preparava i bigliettini con gli indirizzi da visitare e me li dava, cosicché io preparavo il materiale che avrebbe potuto tornarmi utile per le riparazioni ed uscivo con uno dei mezzi della ditta.
Una mattina d'estate, prima che uscissi per la pausa pranzo, mi si avvicinò il titolare anziano, il quale mi disse: "Peppino, oggi pomeriggio c'è da fare una riparazione un po' particolare: devi andare a riparare un televisore Grundig da una prostituta, non a casa sua ma dove lavora, quindi preparati il materiale adesso, portati la 112 e oggi pomeriggio, anziché venire in laboratorio, vai direttamente da lei, poi vai a fare le altre riparazioni".
Alle tre e mezza uscii di casa e mi avviai con la scassatissima 112 verso il centro storico, e all'indirizzo specificato trovai ad attendermi la cliente.
La prima cosa che mi colpì quando la vidi sulla porta fu che non era per niente una bellezza: sulla quarantina, qualche chilo di troppo, pancia prominente e volto molto vissuto. Posteggiai, scesi dalla macchina, presi la valigia degli attrezzi e quella dei moduli Grundig, salutai la cliente ed entrai nella casa. Era un enorme stanzone a piano terra, poco arredato: un letto matrimoniale, un comò sul quale c'era il televisore, un paio di sedie, un tavolino, un lavandino ed un bidè. Tra queste cose si aggirava curioso un bambino di circa cinque anni, il figlio della signora, il quale chiese alla sua mamma: "mà, ma tu lavori qua?".
La mamma non gli rispose, anche perché mi stava spiegando quale fosse il difetto del televisore.
Io cercavo di mantenere una parvenza di professionalità, ma confesso che mi sentivo molto a disagio in quella situazione.
Mentre stavo smontando lo schienale del televisore, da fuori si sentì urlare un uomo evidentemente ubriaco: "Marì, grapi e fammi trasiri. Marì, grapi ca nun ni puzzu cchiù, sbrigati" (Maria, apri e fammi entrare. Maria, apri che non ne posso più, sbrigati).
La signora si affacciò alla finestra e gli disse: "Vatinni, torna cchiù tardu" (vattene, torna più tardi), ma quello insisteva, e urlava, ma lei non gli dette più retta, e rivolgendosi a me disse: "Certo che quando fanno così..."
Mi sentivo sulle spine, non vedevo l'ora di andarmene. Individuai e smontai dal televisore il modulo guasto, presi dalla valigia quello nuovo, lo montai, verificai che tutto funzionasse regolarmente, richiusi il televisore, scrissi la ricevuta fiscale e mi feci pagare, afferrai le valigie e schizzai fuori più veloce della luce, salutando la cliente.
Era stata la riparazione più imbarazzante della mia carriera, con quell'ubriaco che urlava fuori dalla porta, la prostituta che faceva finta di non sentirlo e suo figlio che stava lì, innocente, a cavalcioni sul bidè non rendendosi conto di nulla.

Salii in macchina ed andai via sgommando, continuando il giro delle riparazioni.
Dopo alcune ore arrivai a casa dell'ultima cliente, una vedova dalla quale ero già stato qualche altra volta. Anche lei aveva un televisore Grundig da riparare, quindi mi portai dietro la valigia dei moduli.
Mentre procedevo con la ricerca del guasto discutevo del più e del meno con la signora, finché aprendo la valigia dei moduli mi accorsi che ne mancava uno... quello che avevo dimenticato dalla prostituta! Dovevo recuperarlo a qualunque costo, quindi chiesi alla signora se potessi fare una telefonata e chiamai la prostituta al lavoro. Lei mi rispose dopo parecchi squilli, e quando le spiegai che il modulo che avevo dimenticato avrei dovuto portarlo via mi disse. "va bene, se lo venga a prendere".
Mi toccò tornare nelle stradine del centro storico. Giunto a destinazione rimasi sconvolto: in fila, fuori dalla porta c'erano almeno sei marocchini in attesa di entrare. Scesi dalla macchina titubante, ma non mi sfiorò l'idea di bussare a quella porta, quindi anch'io mi misi ad aspettare che uscisse il cliente che si stava intrattenendo con la prostituta.
"E se mi vedesse qualcuno che mi conosce? Chissà cosa penserebbe..." questo mi stava passando per la mente, e quasi mi scappava da ridere considerando la situazione, ma proprio in quel momento passò di là il mio dirimpettaio che stava andando a trovare il figlio, che aveva una falegnameria lì vicino. Logicamente lui, benché piuttosto anziano e strabico, mi vide, e mi guardò con aria perplessa mentre ci scambiavamo un saluto.
Che figura di merda avevo fatto... chi avrebbe mai potuto credere alla storia del modulo?
Proprio in quel momento si schiuse di qualche centimetro la porta, e la prostituta mi porse il modulo, senza farsi vedere.
E non poteva farlo un minuto prima?

 

www.youtube.com/watch?v=IyYQQa2DoO0
Jan 22, 2012 - Uploaded by annaforever7

 

 

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14 giugno 2013 5 14 /06 /giugno /2013 04:06

 

 

www.repubblica.it/salute/amore_finito_via_le_foto_dal_comò_ogni_ricordo_riapre_la_ferita 

 

 

Amore finito? Via le foto dal comò
Il ricordo scatena "crisi di astinenza"

 

Secondo uno studio americano pubblicato sul 'Journal of Neurophysiology', la rottura traumatica di una relazione sentimentale lascia delle vere "ferite" e innesca meccanismi simili a quelli della tossicodipendenza. Ma il cuore non c'entra, tutto avviene nel cervello

 

ROMA - A un certo punto tutto finisce, anche quegli amori intensi che all'inizio promettevano eterna felicità. Quando succede, c'è sempre uno degli ex amanti che rivive il passato, dannandosi il cuore. Ed è disposto a tutto pur di dimenticare. Proprio come il protagonista di Se mi lasci ti cancello che, dopo una sofferenza d'amore, si sottopone alle cure di uno scienziato che ha messo a punto una macchina in grado di eliminare tutti i ricordi di una storia finita. Ma, come nel film, l'esperimento non sempre riesce, basta una fotografia infatti a riaprire la ferita. E la colpa è del cervello che, creando uno stato di sofferenza nell'innamorato, lo rende ansioso e desideroso dell'altro a tal punto di essere capace di comportamenti ossessivi tipici dei tossicodipendenti.

A spiegare questo meccanismo, un gruppo di ricercatori dell'Università di New York che, in uno studio pubblicato sul Journal of Neurophysiology, rilevano: "Quando un innamorato ferito guarda la foto dell'amato che l'ha lasciato, il suo cervello attiva intensamente aree legate al desiderio, alla dipendenza da droghe e al dolore". Insomma scatena una vera e propria crisi di astinenza, per cui diventa difficile andare avanti senza l'oggetto del desiderio. Per arrivare a questi risultati, i ricercatori, guidati da Helen E. Fisher, hanno analizzato con la risonanza magnetica il cervello di 15 studenti di college, dieci donne e cinque uomini, abbandonati da due mesi dal proprio amato, dopo un rapporto che durava da almeno due anni.

Bastava solo guardare in foto l'ex, o persone che gli assomigliassero, perché i volontari subissero delle "ferite" nel cervello, corrispondenti ad alterazioni legate alle aree del piacere e della ricompensa, le stesse implicate nella dipendenza da sostanze stupefacenti come la cocaina. In altre parole si attivavano diverse aree neurali: l'area "ventrale tegmentale", che controlla motivazione o incentivo a fare qualcosa da cui trarre appagamento (area già nota per il suo coinvolgimento nei sentimenti suscitati dall'amore romantico); il "nucleo accumbens" e le corteccie orbitofrontale e prefrontale, tutte zone associate al desiderio e alla dipendenza; il sistema dopaminergico, cioè quello della dipendenza dalla cocaina; la corteccia insulare e quella cingolata anteriore, associate a dolore fisico e stress.

"Abbiamo osservato un vero e proprio dolore fisico, che si manifesta nel tentativo di capire cosa è accaduto - spiega Fisher - e può ricominciare anche molto tempo dopo l'addio''. Non solo. La scansione con la risonanza magnetica funzionale ha rivelato che i ''cuori spezzati'' continuavano a tenere attive quelle zone cerebrali per molto tempo. Motivo per cui l'innamorato resta tale anche dopo la rottura. E il suo amore diventa la droga che lo appaga. E così i neuroni del sistema della ricompensa prolungano la loro attività.

E la rottura di una relazione diventa difficile da superare come la disintossicazione dalla cocaina e da altre droghe. Motivo questo che spiegherebbe anche comportamenti ossessivi-compulsivi tipici degli amanti. "Proprio il meccanismo di dipendenza e ricompensa - scrivono i ricercatori - spiega anche la nascita di sentimenti, legati a un rifiuto, difficili da controllare, come lo stalking, l'omicidio e il suicidio, e la depressione associata al rifiuto e alla perdita di un amore".
   

 

 

 

Sparirò, Luca Dirisio + testo - YouTube

www.youtube.com/watch?v=7TdUhtSNg10
 
Apr 9, 2010 - Uploaded by Claudiaaa22
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13 giugno 2013 4 13 /06 /giugno /2013 04:27

 

 

 

http://www.club.it/autori/sostenitori/ornella.ferrari.pavesi/poesie.html

 

 

 

mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm

 

 

BRICIOLE

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
BRICIOLE
Briciole, briciole di pane per i passerotti
Briciole d'avanzi per chi ha troppo fame
Briciole di tempo per chi non ne ha
E per chi lo pretende
Briciole di pensieri spezzettati
E gettati sul manto
Delle notti insonni,
briciole di occasioni mancate
per pigrizia, per paura, per ignavia
per amore, per egoismo, per pietà.
Briciole di tristezza, che si insinua
Nelle crepe delle certezze,
briciole di felicità sulla tavola, imbandita,
della vita
dove restano avanzi di pasti consumati avidamente,
sconsideratamente, ingordamente, faticosamente, bulimicamente.
Briciole d'amore a chi ne chiede un po',
a chi ne chiede troppo,
a chi non ne può più...
Briciole di pazienza per chi ne ha bisogno,
per chi è ignorato, per comodità...
Briciole, briciole, briciole
Di intenzioni, buone, ambiziose, deluse.
Briciole di parole, tante parole,
per riempire i vuoti, per stordirsi, per giustificarsi,
per farsi ascoltare.
Briciole che cadono e vengono raccolte
Da chi non ha niente, da chi è solo e disperato,
da chi si accontenta,
da chi..., da chi...,
da chi non vuole altro...
" Briciole, briciole gente
compratene un sacchetto! ", costano poco e...
sfamano!

  Ornella Ferrari Pavesi

www.youtube.com/watch?v=q_ufVJHMPz4
Oct 25, 2009 - Uploaded by NoemiVEVO

 

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9 giugno 2013 7 09 /06 /giugno /2013 03:53

 

 

http://www.aldoeduweb.it/sessualit%C3%A0.htm

 

 

 

 

LA SESSUALITA'

La sessualità può essere piacevole e divertente,
romantica come il tramonto
o come una cena a lume di candela.
La sessualità è un amore che sboccia tra due rapporti,
è il futuro,
è un fiore che sboccia,
una grande amicizia,
un manto di piacere,
una rosa spinata,
un fiore pieno di pistilli,
un cuore rosso che batte forte.

La sessualità è come un albero d'inverno e d'estate,
è come un mazzo di fiori di bontà,
come una borsa piena d'amore,
come una stella che brilla nel cielo,
come un campo di fiori colorati.

La sessualità ti ferisce
e ti fa provare sentimenti intensi.

Gli alunni della IV C della Scuola Matteotti

   

 

nati ieri siamo noi.wmv - YouTube 

www.youtube.com/watch?v=D6BCDmcM8Zs
Aug 7, 2011 - Uploaded by rosy rossi

 

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6 giugno 2013 4 06 /06 /giugno /2013 23:02

 

 

 

http://www.poesie.reportonline.it/favole-di-lev-tolstoj/il-viaggio-in-citta.html

 

 

 

 
 

Il viaggio in città di Lev Tolstoj


Mio padre stava andando in città. lo gli dissi:
Papà, prendimi con te!
Che idea! mi rispose. Tu moriresti di freddo lungo la strada.
lo mi voltai dall'altra parte. Scoppiai in lacrime e corsi a rinchiudermi nella mia camera.
Piansi a lungo e alla fine mi addormentai.
Vidi in sogno un sentiero che usciva dal nostro villaggio,
Mio padre camminava su quel sentiero. Lo raggiunsi, e insieme ci avviammo verso la città.
A un tratto, vidi in lontananza il negozio di un fornaio.
È questa la città? chiesi allora a mio padre.
Sì, è la città rispose.
Intanto eravamo giunti al negozio.
Nella vetrina vidi molti pasticcini appena sfornati e chiesi:
Papà, compramene uno!
Mio padre mi accontentò: comprò un pasticcino e me lo diede.
Proprio in quel momento mi svegliai.
Mi alzai, mi vestii, infilai i guanti e uscii di casa.
Nella strada c'erano ragazzi che scivolavano sul ghiaccio, che correvano e saltavano, e anch'io mi misi a giocare con essi, finché fui tutto intirizzito dal freddo.
Rientrai in casa per riscaldarmi, quando udii la voce di mio padre che era tornato in quel momento dalla città.
Gli corsi incontro tutto contento e gli chiesi:
Papà, me lo hai comprato un pasticcino? Sì rispose; e mi porse proprio quel pasticcino che avevo visto in sogno.
Allora fui preso da una tale felicità che saltai sulla tavola e mi misi a cantare.

 

 


www.youtube.com/watch?v=wQatGKLktqg
Oct 31, 2012 - Uploaded by Canale di machisei1
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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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