http://digilander.libero.it/wholt/poesie2002/poesia_permesso_soggiorno.htm
PERMESSO DI SOGGIORNO
Rosso… una pausa. L’omino rosso è fermo.
Sul viale un via vai di traffico a doppio senso.
Chi va e chi viene
a seconda di come ti metti a guardare.
Qualcuno si lancia nello slalom tra le macchine
e viene dribblato con tanto di clacson da quelli in auto
che già tra di loro fanno fatica a sopportarsi
con ticchettio da giorno di ordinaria follia sul proprio volante.
Chi ce la farà a passare, rischiando così,
arriverà comunque prima di me.
Vorrei prendere di traverso anch’io questo movimento
ma per evitare incidenti
è meglio usare le apposite strisce che in pochi rispettiamo.
L’omino verde sembra slanciato.
Verde finalmente e forse è peggio così
tra quelli che passano col rosso, col verde
oppure s’inventano un colore qualsiasi per passare.
Insomma un giallo.
M’avvio verso l’agenzia di viaggi con l’insegna bianca e blu
come quelle delle biglietterie nei porti di crociera.
Bianca la parte sopra della parte sopra e
blu la parte sotto della parte sotto.
Socchiudo gli occhi per troppo abbaglio
e rivedo gli orizzonti nivei
di quella gita scolastica nell’URSS.
Sconfinano nel cielo.
Con il naso spiaccicato
contro il vetro di un pullman claustrale
non sento i rumori di quello che vedo.
Solo la voce prefabbricata della maestra guida,
colonna sonora per quel film
cupo e muto e dissonante.
Sconfiniamo per la prima volta e per me
è tutto uguale.
Non riesco proprio a vedere
le gloriose conquiste della classe operaia.
Le distese di neve si confondono con il cielo ma
senza alberi non c’è alcun orizzonte.
Bianca e blu l’insegna sopra la mia testa e furtivamente
mi assicuro di aver portato con me tutto:
foto, fotocopie, passaporto,
portafoglio – questo sì – e vari nulla osta. Magari.
Motivo del viaggio? Esilio intellettuale risponderei
ma chiederebbero anche la perizia psichiatrica.
Studi? Farei ridere anche i polli con le entrate del papà.
Ecco il suo biglietto! mi dice il commesso con aria trionfante.
Benvenuto in Italia e buona permanenza!
Eh, sì, qui danno molti fogli di via
ed io esco dall’agenzia di viaggi con un
biglietto per restare.
Mihai Mircea Butcovan
Mattia Cerrito Resterò con te - YouTube
www.youtube.com/watch?v=gmAX_xlNMsQ
Jan 9, 2011 - Uploaded by ArEtTiNa1234
1 - Sarebbe un dovere di qualcuno che ne ha le possibilità, se qualchedun altro scoprisse qualcosa di veramente utile per l’umanità, questi, cioè il primo, ne evidenziasse l’importanza agevolandone la pubblica presa d’atto e la divulgazione. Sì!, Poiché si tratterebbe di un problema di civiltà. E invece no, nemmeno se ne avevano ampi mezzi gli addetti ai lavori si sono interessati a quello che, incontestabilmente, io sono riuscito a dimostrare di meraviglioso e rivoluzionario dopo averlo dissotterrato con grandi fatiche. E mi riferisco alle mie scoperte sull’Opera dantesca e sul Medioevo di Dante in grado di influire sullo sviluppo della nostra cultura e civiltà. Queste sono infatti rimaste nell’ombra proprio a causa degli addetti ai lavori: Docenti universitari, Accademici e membri di varie ed importanti fondazioni. Adesso io credo sia venuto il momento che io rafforzi la mia ribellione. Anzi, lettore, ribelliamoci insieme se, infine, riuscirai a vedere che ho ragione.
2 – Ma dove credono di andare, fregandosene tacendo…!!!??? Il Poeta le sue più importanti verità le ha inscindibilmente legate ai suoi versi e ai suoi scritti, e costituiscono anzi lo spirito più profondo ed autentico di questi suoi e della mentalità della sua epoca, per cui sono e saranno sempre lì per l’eternità. Dove credono di andare dunque questi irresponsabili-responsabili impedendone la presa d’atto e la divulgazione? Vogliono forse far guadagnare alla menzogna ancora qualche altro anno? Sarà per convenienza personale? Ma alla fine faranno la faccia ancor più rossa. Se lo mettano bene in testa, non c’è nulla da fare, è una cosa scientifico-oggettiva e fa parte delle meraviglie di quel Medioevo. Io non avrei titoli accademici per poter scoprire e dunque, anche se ho scoperto, non vale? Se lo mettano comunque subito bene in testa gli esegeti quanto segue, anche se ci sono molte altre cose in più, come il lettore constaterà. Dante personaggio è nato il Martedì 2 giugno 1265 (Par., XXII, 110 – 117) in cui la liturgia recitata sugli altari, sintetizzandola, tutta la biografia di Dante. Conseguentemente e necessariamente Beatrice personaggio è nata il Venerdì 2 ottobre 1265 festa, ad libitum, dei ss. Angeli Custori, e apparve a Dante per la prima volta il Venerdì 2 febbraio 1274 festa doppia della Candelora (Vita Nuova, II, 1-2). Dante fu soavemente salutato da Lei per la prima volta per la stessa festa liturgica, quella del Martedì 2 febbraio 1283: e per tale primo saluto parve al Poeta vedere tutti i termini della beatitudine (Vita Nuova, III, 1-7). Beatrice personaggio fu concepita il Venerdì 26 dicembre 1264, in cui si esaltano i santi martiri ed i profeti (Vita Nuova, XXIX, 2). Beatrice morì, liturgicamente, il Venerdì 9 giugno 1290, andando a “gloriare sotto la insegna di quella regina benedetta virgo Maria lo cui nome fue in grandissima reverenzia ne le parole di questa Beatrice beata (Vita Nuova, XXVIII, 1). Quando è coinvolto Dante è tassativamente martedì, quando è coinvolta Beatrice è tassativamente venerdì. Il viaggio della Divina Commedia avviene invece, non nella primavera dell’anno 1300 come quasi tutti gli esegeti sostengono, ma l’anno dopo, il 1301, con inizio liturgico il sabato 25 marzo dell’anno 1301 del nostro computo storico, giorno che a Firenze era il capodanno “ab incarnazione Domini” e, per l’occasione, era anche giorno di apertura, sempre “ab Incarnatione”, del XIII secolo se calcoliamo che Cristo è nato di Domenica e si è incarnato di venerdì, il venerdì 25 marzo del 1° anno dopo Cristo del nostro computo storico, come viene indicato anche in chiusura de la “Quaestio de aqua et de terra”. Conseguentemente il viaggio dantesco termina alle ore 12 – 15 del Venerdì Santo 31 marzo 1301 e dunque nel momento del “quos pretioso sanguine redemisti” (Te Deum di ringraziamento, 22). Il viaggio, in base alle mie scoperte, si compie dunque durante il raggiungimento dell’apice del settimo giorno, giorno numericamente giubilare (3 + 3 = 6 + 1 [giubileo]= 7), e dura esattamente dalla festa dell’Incarnazione di Cristo alla Sua morte in croce per noi, quindi, seguendo il “Credo”, (v.7) - dall’ “incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine”, al “Crucifixus etiam pro nobis”: perciò nel tratto un cui i Fedeli sono invitati ad inginocchiarsi. In altre parole il viaggio dantesco, seguendo le mie scoperte, termina nel momento dello “Stabat Mater” di Jacopone da Todi (1233 – 1306): “Stabat Mater dolorosa / Juxta crucem lacrimosa / Dum pendebat Filius.” Quindi termina in perfetta armonia con la sensibilità religiosa di quel periodo. Quali argomenti per poter sostenere il contrario…?