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4 settembre 2013 3 04 /09 /settembre /2013 01:32

 

 

http://www.corriere.it/salute/pediatria/13_settembre_02/dossier-scuola-finestre-aperte-aule_68264d3e-1172-11e3-b5a9-29d194fc9c7a.shtml

 

 

 

Per studiare meglio apriamo le finestre
(prima delle lezioni)

 

L’aria pulita in classe può ridurre le assenze dei ragazzi, invece spesso è più inquinata di quella in strada

  

 

A breve le scuole riapriranno i battenti. Così bambini e ragazzi, da ora e per i prossimi mesi, si ritroveranno a passare gran parte della giornata al chiuso, entro spazi che dovrebbero essere confortevoli e salutari: aule ben illuminate, con una buona ventilazione e senza sostanze dannose nell'aria. In realtà non è sempre così, anche se spesso basterebbe poco per migliorare la qualità degli ambienti dove si studia. Un recente studio del Berkeley Lab, in California, ad esempio, ha dimostrato che anche solo aprire spesso le finestre in classe migliora parecchio la ventilazione e riduce il numero di assenze per malattia degli studenti. Gli autori, raccogliendo dati in 162 aule di 28 scuole elementari, si sono accorti che se l'aria viene fatta circolare in misura adeguata (l'ideale sarebbe una ventilazione pari a 7 litri al secondo per studente) le assenze dei bambini si riducono di circa il 3,5% all'anno. Non poco, visto che ciò si tradurrebbe per le famiglie in un risparmio di 80 milioni di dollari in cure, babysitter e costi per i giorni di lavoro persi dai genitori.

 

VENTILARE LE AULE - Danilo Cottica, responsabile del Centro ricerche ambientali dell'Area di Igiene Ambientale e Industriale dell'IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia, conferma: «Se non c'è un sistema di trattamento dell'aria interna - che peraltro in caso sia presente va mantenuto in perfetto stato ed efficienza - è importante ventilare le aule aprendo le finestre al mattino presto, quando non c'è il traffico delle auto che portano i bimbi a scuola. Se l'aria viene cambiata quando fuori c'è il picco di inquinamento, infatti, l'effetto diventa negativo perché entra lo smog. Purtroppo nelle scuole, così come negli uffici e nelle abitazioni, non di rado l'aria è più inquinata rispetto a quella in strada: all'interno, gli inquinanti si concentrano se non c'è una ventilazione adeguata, se vengono usati materiali che emettono sostanze tossiche o per abitudine scorrette, quali il fumo».

IL PROGETTO - Cottica è fra i responsabili del «Progetto Scuole» a Pavia: dall'inizio del 2013 in 8 istituti della città (5 primarie, 1 secondaria di primo grado e 2 secondarie superiori per un totale di circa 400 ragazzi) i ricercatori hanno utilizzato il Radiello, uno strumento brevettato dalla Fondazione Maugeri, per valutare con precisione la qualità dell'aria che respiriamo. Gli apparecchi hanno assorbito per tre giorni l'aria dentro e fuori le aule, mentre a bambini e ragazzi è stato chiesto di contare le auto che passavano fuori dalla scuola per valutare l'eventuale correlazione fra traffico e inquinanti indoor. I risultati, presentati nel maggio scorso al convegno «Progetto Scuole» da Elena Grignani, igienista industriale della Fondazione Maugeri, dimostrano che moltissime sostanze dannose sono più concentrate in classe che all’esterno: nelle aule e nei laboratori degli istituti tecnici, dove si fa uso di composti chimici, l'incremento degli inquinanti indoor è impressionante e i composti organici volatili ad esempio arrivano a essere fino a 40 volte di più, ma l'effetto è visibile anche all’interno delle scuole elementari e medie, dove si può arrivare a concentrazioni di inquinanti perfino 10 volte maggiori rispetto all’esterno.

LE CONSEGUENZE - Le conseguenze possibili vanno da un maggior rischio di allergie, riniti, irritazioni oculari, problemi respiratori, anche se, naturalmente, molto dipende dalla quantità di composti tossici presenti: più ce ne sono, più sale il rischio di effetti avversi sulla salute. Ma da dove vengono le sostanze chimiche di cui abbonda l'aria delle scuole? «Allo smog che entra dall'esterno si aggiungono le emissioni dai mobili e dai prodotti di pulizia, nonché i composti che provengono da colle, pennarelli, carta, profumi. Chiudere il bianchetto dopo averlo usato, ad esempio, è una buona abitudine da insegnare a tutti i bambini — osserva Cottica —. Purtroppo, non esistono regolamenti veri e propri per tutelare l'ambiente scolastico nel nostro Paese. In Francia sono state definite linee guida per classificare le scuole in base alla qualità dell'aria e identificare procedure per ridurre l'inquinamento interno; in Italia tutto è lasciato al buonsenso degli insegnanti, anche se il progetto GARD Italy (Global Alliance against Chronic Respiratory Diseases) per la prevenzione delle malattie respiratorie si sta in parte ispirando alle iniziative francesi».

I RISCHI A SCUOLA - Che la scuola e i rischi sanitari per chi la frequenta nel nostro Paese siano un po' una «terra di nessuno» lo conferma Salvatore Tringali, dirigente medico dell'Unità operativa ospedaliera di Medicina del lavoro dell'IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia: «La sorveglianza sanitaria costa e la scuola non ha soldi — sintetizza il medico —. Purtroppo, oggi non riusciamo quasi mai a prevenire i rischi sanitari nelle strutture scolastiche, come sarebbe nello spirito della legge 81/2008 sulla sicurezza sul lavoro, ma di fatto solo a intervenire quando è già emerso un problema. I funzionari Asl vanno nei cantieri e nelle aziende a più alto rischio, ma a controllare che tutto sia a posto nelle scuole non va nessuno». I pericoli per la sicurezza e la salute dei ragazzi e degli insegnanti infatti esistono, aria poco pulita a parte, nonostante in gran parte dei Documenti di Valutazione dei Rischi vengano minimizzati escludendo dalla scuola la presenza del medico competente: ad esempio, educatori e insegnanti di sostegno che devono gestire bambini e ragazzi con disabilità dovrebbero essere valutati per la movimentazione di carichi e dal punto di vista psicoattitudinale; nei laboratori esiste un rischio chimico che per alcuni, come gli allergici, potrebbe essere consistente (basterebbe far compilare agli studenti un piccolo questionario per individuare chi è più suscettibile alle sostanze che possono essere manipolate a scuola). «Le scuole dovrebbero avere spazi e strutture idonee alle attività che vengono svolte, con caratteristiche previste da norme UNI-EN — spiega Tringali —. Ad esempio, dovrebbero essere presenti luci regolabili così da assicurare che sulle lavagne vi sia una luminosità pari a 500 lux e nelle aule di disegno tecnico salga a 750 lux, mentre in palestra ne bastano 300, in mensa 200 e sulle scale 150. Perfino il colore delle pareti sarebbe utile per favorire la concentrazione o la socialità, scegliendo per i diversi ambienti tinte calde o fredde. Inoltre, bisognerebbe misurare la luminosità a 85 cm da terra, cioè dove si trova il piano di scrittura. Esistono, poi, otto tipi di banchi per altezza diverse (dagli 80 cm dei bimbi prima dei tre anni di età, ai due metri dei diciottenni)e con il piano inclinabile fino a 60 gradi, nonché sedie con schienali anch’essi inclinabili. Ma chi li ha mai visti nelle classi? Di rado la scuola garantisce la giusta postura: nelle aule di informatica spesso ci sono vecchi monitor profondi 50 cm piazzati sui banchi, che impediscono ai ragazzi di stare seduti come dovrebbero. Realisticamente, vista la scarsità di fondi, si può fare ben poco; però, aumentare le conoscenze e la sensibilizzazione di genitori e ragazzi potrà servire per far valere con più forza il diritto a scuole dove il benessere sia davvero una priorità».

 

www.youtube.com/watch?v=rWrYB8hY3bk
Jun 3, 2012 - Uploaded by 5 STARS CHANNEL
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4 settembre 2013 3 04 /09 /settembre /2013 01:10

 

 

 

 

http://www.profduepuntozero.it/2011/09/11/il-primo-giorno-di-scuola-che-vorrei/

 

 

 

 

Il primo giorno (di scuola) che vorrei

 

Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente?

Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.

Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.

Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.

E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo.

Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…

Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.

Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.

E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.

Per questo, un giorno, vi ricorderò.

 

www.youtube.com/watch?v=5WSvLCDAxd8
Dec 6, 2007 - Uploaded by FragolinaSpears
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31 agosto 2013 6 31 /08 /agosto /2013 04:32

 

 

 

http://notizie.tiscali.it/socialnews/Lodoli/793/articoli/-Figli-e-figlie-degeneri-la-Vita-troppo-forte-per-voi.html

 

 

 

 

 

“Figli e figlie degeneri, la Vita è troppo forte per voi

Gengive al posto dei denti, lacrime al posto di uno sguardo attento, sospiri al posto di una voce convinta: così stiamo scivolando poco a poco giù verso il fondovalle. Non abbiamo più gambe per andare, convinzioni e speranze che ci ridiano lena e strada. Ci lamentiamo di continuo, e abbiamo tante buone ragioni per farlo, non ci sono i soldi, non c'è lavoro, questo paese sembra un carro di carnevale che rotola verso il baratro, sembra quasi che la vita stessa non abbia più senso di questi tempi.


Corruzione, soprusi, violenza, cinismo ci assediano, l'unico paradiso sembra il successo mondano, il denaro comunque sia, da qualunque posto arrivi. E i ragazzi sentono la crisi e a volte quasi vi si accomodano, come su un divano sfondato. Non c'è niente da fare, ripetono i miei studenti di periferia, non c'è salvezza in questi tempi marci. Ripeto: nessuno può negare che la sfiducia e il disamore dei ragazzi e degli adulti abbiano forti motivazioni, ma non per questo dobbiamo consumare l'esistenza piagnucolando. La vita è sempre dura, non è mai esistita l'età dell'oro, Eldorado o Atlantide sono solo sogni.


I nostri padri, e i loro padri, e tutti gli uomini da sempre hanno sofferto eppure hanno anche amato, hanno avuto la corrente contraria e hanno remato, hanno visto la distruzione e hanno ricostruito, hanno perso i figli e ne hanno fatti degli altri. Che le nostre lacrime non creino stagni d'acqua ferma e morta. Che i nostri lamenti non formino uno scirocco che stordisce. `Amor fati` dicevano i classici: comunque sia la nostra vita, la nostra epoca, noi dobbiamo starci dentro da protagonisti, cercando di inclinare i giorni verso il meglio, se un meglio esiste. Per questo in classe oggi ho dettato una delle più belle e meno conosciute poesie di Spoon River di Edgar Lee Masters, dove Lucinda Matlock ci racconta la sua semplice vita e da morta lancia un sasso nella nostra immobilità penosa:


Andavo ai balli di Chandlerville

e giocavo a carte a Winchester.

Una volta cambiammo cavalieri

tornando a casa in carrozza col chiarore di luna

di metà giugno, e così trovai Davis.

Ci sposammo e vivemmo insieme settant'anni

godendo, lavorando, allevando i dodici figli

otto dei quali ci morirono

prima che avessi sessant'anni.

Filavo, tessevo, tenevo la casa, curavo i malati,

coltivavo il giardino, e per una vacanza

vagavo per i campi dove cantavano le allodole,

e presso lo Spoon raccoglievo tante conchiglie

e tanti fiori e tante erbe medicinali –

gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.

A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,

e passai a un dolce riposo.

Cos'è questo che sento di dolore e stanchezza

Collera, scontento e speranze vacillanti?

Figli e figlie degeneri,

la Vita è troppo forte per voi –

ci vuole vita per amare la Vita.

 

 

 

 
 
 
www.youtube.com/watch?v=Qfil-u6qi30
Aug 6, 2008 - Uploaded by Bimbetta24



 

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30 agosto 2013 5 30 /08 /agosto /2013 20:07

 

 

http://www.paroledelcuore.com/poesia.php?poesia=317011&t=Mamma+perdonami

 

henna tattoos

 

Mamma, perdonami

 

Perdonami, mamma, se non sono
il figlio che desideravi tanto
e se il tuo sguardo cela del rimpianto
che mi ferisce il cuore come un tuono.

Lo percepisco il movimento stanco
della tua testa quando abbassi il viso
vedendomi nel buio dove arranco
nell'emisfero opposto al Paradiso.

Per te è una pugnalata non vedermi
felice col sorriso sempre acceso
con l'aria spensierata nel godermi
la vita come fossi senza peso...

Ma il peso io ce l'ho, fin troppo grande
e me lo porto qui, sopra la schiena
tatuaggio che col tempo ancor s'espande
proporzionale al male che m'aliena...

E mi dispiace, so che mi vuoi bene
e lo sa solo Dio quanto ne voglio
io a te, ma non lo dico per orgoglio
che mi ha legato il cuor con le catene...

Vorrei tornare indietro per cambiare
ed esser quello che hai sempre sognato
con un lavoro, colto, laureato
e non un folle matto da legare...

Ma così sono e niente posso fare...
ma anche se combino solo guai
per me sei sempre l'unica, lo sai,
la sola che mi ha mai saputo amare...

Vorrei tu mi potessi perdonare...

 

Rossi Alessio

 

 

 

 

Amore Puro Alessandra Amoroso TESTO - YouTube

www.youtube.com/watch?v=mxdmvkmjMnw
4 hours ago - Uploaded by Antonio Giuliano
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30 agosto 2013 5 30 /08 /agosto /2013 03:48

 

 

http://www.lanazione.it/pistoia/cronaca/2013/08/29/941778-altroconsumo-pistoia-spesa-firenze.shtml

 

E' Pistoia la città più conveniente dove fare la spesa

Bene anche Firenze, la più conveniente tra i capoluoghi regionali. Nella classifica stilata da Altroconsumo

 

Un carrello della spesa al supermercato (Ansa)
Un carrello della spesa al supermercato (Ansa)

Pistoia, 29 agosto 2013 - E' Pistoia la città più conveniente dove fare la spesa: qui in un anno una famiglia spende 5.876 euro, secondo la 'mappa della convenienza' tracciata da Altroconsumo per quanto riguarda le famiglie italiane alle prese con la spesa quotidiana. Quella più cara è invece Aosta, con 6.850 euro per la spesa-tipo. L'inchiesta annuale sui supermercati stilata dall'associazione dei consumatori è arrivata ormai alla 24esima edizione.

Le grandi città si posizionano tutte poco sopra la media nazionale: Napoli, Torino poco meglio di Milano e Roma. Bene anche Firenze e le altre città toscane, regione dove le tensioni concorrenziali tra i diversi punti vendita svolgono un ruolo virtuoso per le tasche dei consumatori. Se si sceglie di acquistare negli hard discount prodotti non di marca il risparmio - dice Altroconsumo - s'impenna di oltre il 50%. Al contrario dove c'è un'offerta povera, la concorrenza non esiste e i prezzi si livellano verso l'alto. 

Ecco nella mappa di Altroconsumo, la classifica dei capoluoghi di provincia e delle province autonome, dove la spesa è più salata fino a quella più conveniente. Dalla prima posizione alla decima, le città più care, dalla 11esima fino alla 18esima nella media, dalla 19esima alla 21esima le più convenienti.

 

Città spesa in euro 

 

1) AOSTA 6.850
2) ROMA 6.611
3) GENOVA 6.577
4) ANCONA 6.560
5) TRIESTE 6.559
6) CAGLIARI 6.546
7) PALERMO 6.511
8) POTENZA 6.505
9) PESCARA 6.499
10) MILANO 6.463
11)BOLOGNA 6.439
12)VENEZIA 6.406
13)TORINO 6.397
14)NAPOLI 6.395
15)TRENTO 6.392
16)CAMPOBASSO 6.382
17)BOLZANO 6.297
18)BARI 6.268
19)CATANZARO 6.239
20)PERUGIA 6.197
21)FIRENZE 5.911

www.youtube.com/watch?v=cRG4ti3KuCA
Mar 23, 2012 - Uploaded by surya7773



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29 agosto 2013 4 29 /08 /agosto /2013 04:57

 

 

 

http://www.grimmstories.com/it/grimm_fiabe/il_ladro_e_il_suo_maestro

 

 

 

Raccolte Fotografiche - fermata, crimine. fotosearch - cerca archivi fotografici, foto, illustrazioni, stampe murali, immagini e foto clipart

 

 

 

 

Il ladro e il suo maestro Fiaba

Una fiaba dei fratelli Grimm



C'era una volta un uomo che voleva far imparare un mestiere al figlio; va in chiesa a domandare a Nostro Signore che cosa fosse meglio. Dietro l'altare c'era il sagrestano che dice: -Il mestiere del ladro! Il mestiere del ladro!-. Allora egli va a casa e dice al figlio che deve imparare a fare il ladro: glielo ha suggerito Nostro Signore. E parte con lui per cercare qualcuno che conosca il mestiere. Cammina un'intera giornata e arriva in un gran bosco, dove c'è una casina e dentro una vecchietta. Dice il padre: -Non conoscete per caso qualcuno che sappia l'arte del ladro?-. -Potete imparare benissimo qui, mio figlio ne è maestro.- Allora egli parla con il figlio e gli chiede se davvero sa fare il ladro. Il maestro dice: -Istruirò vostro figlio. Tornate fra un anno, e se lo riconoscerete non voglio nessun compenso, ma se non lo riconoscerete, dovrete darmi duecento scudi-. Il padre torna a casa e il figlio impara bene l'arte degli stregoni e dei ladri. Trascorso l'anno, il padre si incammina e piange, perché‚ non sa come fare a riconoscere il figlio. Mentre va e piange, gli viene incontro un omino che dice: -Perché‚ piangete, siete così afflitto?-. -Oh- risponde -un anno fa ho lasciato mio figlio da un ladro perché ne imparasse il mestiere; questi mi ha detto di tornare dopo un anno, e se non avessi riconosciuto mio figlio, avrei dovuto dargli duecento scudi, mentre se lo avessi riconosciuto non avrei dovuto dargli niente. Adesso ho tanta paura di non riconoscerlo e non so dove trovare il denaro.- Allora l'omino gli dice di prendere un pezzetto di pane e di andare a mettersi sotto il camino: -Là, sopra la spranga, c'è una gabbietta con dentro un uccellino che guarda fuori: è vostro figlio-. Il padre va e getta un pezzo di pane davanti alla gabbia, allora viene fuori l'uccellino e lo guarda. -Olà! sei qui, figlio mio?- dice il padre. Il figlio è tutto contento di rivedere il padre, ma il maestro dice: -Ve l'ha detto il diavolo, come riconoscere vostro figlio!-. -Andiamo, babbo!- dice il ragazzo. Il padre ritorna a casa con suo figlio; per strada passa una carrozza e il figlio dice: -Mi tramuterò in levriero grigio e vi farò guadagnare molto denaro-. Il signore grida dalla carrozza: -Buon uomo, volete forse vendere il cane?-. -Sì- dice il padre. -Quanto volete?- -Trenta scudi.- -Ehi, buon uomo, è una bella somma, ma è un cane così bello che lo prenderò ugualmente.- Il signore fa salire il cane in carrozza ma, dopo aver fatto un tratto di strada, il cane salta fuori dal finestrino: non era più un levriero ed era tornato da suo padre. Se ne vanno insieme a casa. Il giorno dopo c'è mercato nel villaggio vicino e il giovane dice a suo padre: -Mi muterò in cavallo; vendetemi, ma quando mi vendete toglietemi la cavezza, altrimenti non posso più riprendere l'aspetto umano-. Il padre porta il cavallo al mercato, ed ecco arrivare il maestro del figlio che compra il cavallo per cento scudi; ma il padre si scorda di togliergli la cavezza. L'uomo va a casa con il cavallo e lo mette nella stalla. Arriva la serva e il cavallo dice: -Toglimi la cavezza, toglimi la cavezza!-. La serva si ferma e borbotta: -Sai forse parlare?-. Va e gli toglie la cavezza; allora il cavallo diventa un passero e vola fuori dalla porta, e il maestro diventa anche lui un passero e gli vola dietro. S'incontrano e si sfidano, ma il maestro perde, si butta in acqua e diventa un pesce. Anche il giovane si tramuta in pesce, si sfidano di nuovo e il maestro perde. Si trasforma in pollo mentre il giovane diventa una volpe e con un morso stacca la testa al maestro. Così quello è morto e morto rimane.
 
www.youtube.com/watch?v=PRaDroA6bu0
Jul 11, 2011 - Uploaded by pauliemafia27



 

 

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28 agosto 2013 3 28 /08 /agosto /2013 03:08

 

 

 

http://www.lamenteeilcuore.it/:racconto-paura-e-coraggio 

 

 

Montagne e scalatori, gli acquerelli nel segno di Goethe 

 

 

Racconto :  Paura e Coraggio

 

 
Tanto tempo fa, quando ancora la Vita era solo agli inizi, tutti i Sentimenti e le Emozioni erano liberi di vagare ovunque e, per non annoiarsi, trascorrevano le ore giocando spensieratamente e confusamente insieme. Un giorno, Coraggio e Paura, che sempre s’ inseguivano per superarsi a vicenda (loro gioco preferito), si ritrovarono a correre lungo le sponde di un tranquillo torrente di pianura. Ah che bell' acqua limpida e fresca..., ma erano talmente presi dal loro vicendevole inseguimento, che quasi non si accorsero di quella meraviglia. Spesso era Coraggio, intrepido e fiero, a superare Paura e a tenerle testa, conducendo avanti a lei la corsa, ma quasi altrettanto spesso era Paura ad avere la meglio e a lasciare indietro Coraggio. Ad un certo punto però, davvero stanchi per il tanto correre, dandosi un' amichevole, pacifica tregua, si fermarono a riposare in uno splendido spiazzo alberato, dove il tranquillo torrentello, creava una magnifica e rilucente ansa d' acqua calma e cristallina. E mentre erano lì, a godersi il rilassante fresco degli alberi, si misero a dialogare un po':

-A volte è vero che riesci a superarmi, ma, lasciatelo dire, bella e brava come me, tu non potrai mai essere.- Disse Coraggio con un po' di presunzione:

-Guardami, sono forte, bellissimo, fiero e potente.-

Continuò a dire, specchiandosi e pavoneggiandosi sulla piatta, luminosa superficie di quell' acqua cristallina: -Con me al fianco, ne sono sicuro, tutti gli esseri viventi diventeranno forti e potranno affrontare con più fiducia in se stessi, le difficoltà della vita. Vivranno sicuramente meglio, se io sarò vicino a loro.- Concluse soddisfatto, continuando ad ammirarsi su quel magnifico specchio di torrente.

Paura allora, sempre molto timida e di poche parole, avvicinatasi anch' essa sulla sponda dello specchio d' acqua, benché riconoscesse in cuor suo che Coraggio fosse davvero bello e importante, che facesse davvero sempre una gran bella figura, dopo averci pensato un po', rispose pacatamente e con timida, ma grande saggezza:

-E' vero che sei molto bello e affascinante, però, riguardo al fatto di far vivere meglio gli esseri viventi, se Tu fossi sempre al loro fianco, non ne sarei tanto sicura. Sai, Tu hai il difetto di essere impulsivo, di non riflettere abbastanza prima di fare le cose, e di usare dunque poca prudenza. Sei troppo ottimista, sottovaluti i pericoli, e in tante occasioni, spingeresti gli esseri viventi a sopravvalutare le proprie forze, ad illudersi vanamente di potercela fare, nonostante la chiara evidenza del contrario. Dunque se ci pensi bene, in tante occasioni potresti mettere in serio pericolo la vita di chi ti avrebbe al suo fianco, se ti desse sempre retta. Io invece, riuscirei a salvarne tanti, perché grazie a me, scapperebbero velocemente dai pericoli, o si metterebbero in salvo nascondendosi prontamente al sicuro per proteggersi. Penso di essere molto importante anch' io e, grazie alla mia prudenza, salverei la vita in moltissime occasioni di pericolo.- Disse Paura ringalluzzendosi un po’.

-Sì, però, tu faresti scappare tutti anche di fronte a pericoli inesistenti. Non sarebbe prudenza la tua, ma vera esagerazione, non faresti vivere più nessuno con serenità, e non farebbero più niente, se ti dessero sempre retta.- Replicò ancora Coraggio, più convinto di prima. 

Insomma nessuno dei due aveva torto, ma senz' altro quest' ultimo era molto più forte e potente di Paura che, riconoscendolo, si sentiva paurosamente in svantaggio. Così, dopo tanto pensarci, quest’ ultima trovò la soluzione: entrare nel cuore di tutti gli esseri viventi e coinvolgerlo a tal punto da diventare una forte, potente, incontrollabile emozione. Così fu. Subito dopo Coraggio seguì Paura, perché da solo, nonostante la sua forza, non poteva stare, non aveva senso di esistere, e, da allora, entrambi vivono nel cuore di tutti gli esseri viventi dove, sebbene abbiano poco spazio per fare quelle belle corse all' aria aperta di un tempo, continuano ugualmente a competere e a superarsi a vicenda ad ogni buona occasione. Chi vince, vince, ma ormai lo specchio del vincitore, potrà essere soltanto la nostra anima.

 

mecan

 

 

www.youtube.com/watch?v=pA2lQHe6K6c
Jun 29, 2012 - Uploaded by laquilone1

   

 

 

  

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18 agosto 2013 7 18 /08 /agosto /2013 07:24

 

 

 

http://marcosimonelli.wordpress.com/poesie/

 

 

 

Woman running in autumn fall forest

 

 

IN LODE DELLA GIRELLA

 

 

Lo strato marrone del cioccolato
artificialmente sintetizzato
s’attorciglia a spirale Pan di Spagna.

Non so se il gusto ci guadagna,
non conosco l’identità della sorpresa.
Quando fai la spesa la confezione è chiusa.

E’ una magna infanzia del soggetto
l’arrotolarsi al cuore del sapore,
concepire le ore come un’ansia
che tutto ti distacca dal perfetto.

Un simile prodotto di mercato
mi gira dentro al petto, nel costato.
Non l’ho desiderato il nocciolato
che cosparso di me sempre m’ammanta.

Sono stato confezionato
durante gli anni Ottanta.

 

 

Marco Simonelli

 

 

 

Alice - Messaggio 1982 - YouTube

www.youtube.com/watch?v=0afNc5SmEck
Oct 4, 2008 - Uploaded by fritz51315

 

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18 agosto 2013 7 18 /08 /agosto /2013 06:16

 

 

 

http://marcosimonelli.wordpress.com/poesie/ 

 

 

 

 

LAUNDRY MACHINE

 

 

Un vortice la ruota che calcarea
fa fortuna centrifuga che gira,
m’ammira e stira
e smacchia intera l’area
dove lo sporco impùdico s’aggira.

Oh feticcio straccio, strofinaccio
che sfrega e affoga
e poi mi linda e monda,
che roventa e più non s’accontenta
del bianco sconcio che più bianco non si può!

Io non so
l’amore perlana e delicato
che candeggia brillante sul tessuto,

non conosco il fresco ammorbidente
che m’ammolla il bucato nella mente.

Detergo solo il nero del pensiero
che lava come l’ava il sangue intero,
che smacchia il cuore e netta per davvero
poi muta in neve il lordo Calimero.

 

 

Marco Simonelli

 

 

 

Numeri2 - Fiori Nel Cervello (Videoclip Ufficiale) - YouTube 

www.youtube.com/watch?v=Do7Z0f0N024
Jul 24, 2008 - Uploaded by TBBFM

 

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17 agosto 2013 6 17 /08 /agosto /2013 08:50

 

 

 

http://www.lisacorva.com/it/author/Georg+Trakl

 

 

 

Salisburgo, Austria: Mirabel Park

 

 

 

Una fontana canta. Nubi stanno
nel vivo azzurro, delicate, chiare.
Persone assorte e zitte a sera vanno
Per il vecchio giardino a passeggiare.
Degli avi il marmo s’è ingrigito. Passa
Uno stormo d’uccelli, via, lontano.
Gli occhi morti un silvestre fauno abbassa
su ombre che svicolan nel buio vano.

 

 

Georg Trakl 


 

 

Apriti sesamo - Franco Battiato - YouTube

www.youtube.com/watch?v=rTRM9ub6a2E
Oct 24, 2012 - Uploaded by Anxanumreich

 

 

 

 

 

 

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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