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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:56

Cari lettori e care lettrici!

 

Appresi di padre Gino Burresi agonizzante due giorni prima della sua morte.

 

Me lo immaginavo nel letto, ultima sua dimora terrestre, dopo una malattia durata tanto tempo.

 

Piansi al pensiero del suo desiderio irrealizzato di una riconciliazione con la Chiesa, da lui tanto amata.

 

Padre Gino Burresi avrà rivolto a se stesso le parole che lui indirizzava ai malati a San Vittorino durante la benedizione dei malati:

 

"La vostra sofferenza sia quella che ci aiuta a far venire quanto prima il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, perché soltanto allora - ce l'ha detto la Madonna stessa - avremo un po' di pace in un mondo migliore."

 

e ancora

 

"Cari ammalati, non vi dovete sentire inutili ma preziosi nelle mani di Dio, perché nessuno più di voi è unito al dolore di Lui, di Lui crocifisso.

Gesù benedetto, quando stava sulla croce diceva:

"Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno".

 

Lo diceva non con odio ma con amore.

Ebbene, cari malati, la vostra voce, unita a quella di Gesù Cristo che soffre, parli a Dio Padre per il bene di tutti.

 

Diteglielo anche voi: "Padre perdonaci tutte le offese che Ti abbiamo fatto e concedi alla nostra terra un po' di pace".

 

Questo è chiedere, questo è ottenere.

 

Ve lo torno a ripetere: mettetecela tutta la vostra sofferenza, la vostra preghiera, la vostra infermità.

 

Unitela a quella di Gesù benedetto sulla croce e assieme a Lui pregate Dio Padre per noi che ne abbiamo bisogno. Pregate per questi uomini che si sono fatti di nuovo un cuore di pietra invece che di carne, e non sappiamo ancora dove andremo a finire."

 

(Tratto da: Fratel Gino Parole ai malati)

 

Addio, mio dolce Padre Gino!

 

Riccardo

 

within temptation - our farewell con traduzione + testo - YouTube

 

 

 

 

 

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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:55

 

Ambito modenese (1826), Ex voto con uomo malato a letto e sacerdote
 

Sono a letto ammalato.

 

Che cosa voglio da Gesù?

 

Primo: Gesù, per prima cosa desidero che Tu diventi il vincitore di tutto me stesso.

 

Secondo: essere stritolato dalla macina del Tuo amore nel più perfetto rinnegamento di me stesso e nel totale abbandono alla Tua volontà per qualunque via Tu voglia che io passi.

 

Vuoi che passi per la via del dolore?

 

E va bene....

 

Vuoi che passi per la via di una lunga malattia?

 

E va bene...

 

Terzo: Che io veda sempre Te nelle creature che mi amano e sappia amarle come cose Tue, che sappia donare ogni momento ad esse quello che Tu doni a me.

 

Che cosa dovrei fare per trovare Iddio?

 

Ogni momento libero devo immergere la mia mente nell'infinito pensiero di Lui.

 

Devo parlargli intimamente: Egli è il più vicino, il più caro di tutti i tuoi cari.

 

Devo amarlo come un avaro ama il suo danaro, come un uomo ardente ama la sua amata.

 

Se anelerai a Dio con questo fervore, Egli verrà a te.

 

Signore, fammi tutto tuo e fammi un sorriso d'angelo per tutti.

 

(Tratto da: Fratel Gino Parole ai malati)

 

 

 

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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:52

Se Dio ti chiama a tirar fuori qualche anima dal deserto, ricordati che prima ci sono stato io a tirar fuori te.

 

Quelli che Lui ha destinati a te non li ha destinati a me.

 

Tu eri destinato a me, ma adesso quelli che Dio vuole salvi attraverso di te, devi salvarli tu.

 

Ognuno deve salvare coloro che il Signore gli affida.

 

Voi che avete provato la desolazione del deserto e la tristezza dell'anima senza pace e senza capacità di sorridere, in questi giorni esultate di gioia.

 

Se volete tornare a piangere nel deserto, ne conoscete la via: quella di prima!

 

Ricordate però quel: Ho paura di Dio che passa  perché non sapete se ritorna.

 

I giorni di grazia che Dio vi dà afferrateli bene.

 

Vi scuote l'anima?

 

Bene! Fatela risorgere!

 

Ma se volete riprendere la via del deserto, Egli vi lascia liberi: non è un dittatore!

 

Chiede soltanto un briciolo d'amore.

 

In questi giorni vi ho fatto vedere quanto Dio ci ha amato e quanto ci ha amati sua Madre.

 

Vi ho fatto vedere infine il deserto e vi ho insegnato ad uscirne e a tenere aperta la bocca come gli uccelli del cielo e i pesci del mare per prendere il proprio cibo.

 

Noi lo prendiamo il nostro cibo dallo Spirito Santo e non dal deserto.

 

Nel deserto si muore di fame e di sete.

 

Vi ho detto anche, che, come altri ha tolto voi dal deserto, ora dovete cominciare anche voi a fare altrettanto con i fratelli.

 

Come un padre Oblato aiutò me ad uscirne, così ora io sto aiutando gli altri.

 

Ascoltate la voce di Dio.

 

(Tratto da: Gino Burresi Oblato di Maria Vergine La Stagione del Castagno)

 

 

 

 

 

 

 
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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:49

 

http://www.accademianuovaitalia.it/images/0-03MISTI/000-VERITAS.jpg

 

 

I santi, vedete, non sono stati come noi.

 

Noi, per dire sì al Signore che, in fondo, non vuole altro che farci vivere un po' meglio il nostro battesimo, quante difficoltà solleviamo!

 

Quante cose bisogna fare per sfondare un pochettino questi timpani e far arrivare qualche cosa al cuore!

 

Batti, batti, e ribatti....

 

Se c'è una volontà di Dio, che in fondo cerca solo il nostro bene, che paura abbiamo a deciderci?

 

Come siamo pigri!

 

Rispecchiamoci un po' nei tre bambini di Fatima che abbiamo visto nella trasmissione di ieri sera: possibile che avessero visto la Madonna?

 

Semplici bambini com'erano, potevano aver visto benissimo una cosa per un'altra.

 

Eppure persistono nella loro affermazione, disposti anche a entrare nel fuoco, anche a morire, per non tradire la verità.

 

Che forza di spirito!

 

Ma essi vivevano la vita dello spirito, vivevano la verità e confessavano la verità.

 

Hanno tentato di intimorirli, li hanno minacciati, ma niente da fare.

 

Conosciuta la volontà di Dio e il desiderio della bella Signora venuta dal cielo, andranno imperterriti fino in fondo e, così, il messaggio di Fattima, per la fermezza eroica dei tre bambini, è stato fatto conoscere a tutto il mondo, come Dio voleva, e ancora si diffonde.

 

Tante volte pensiamo che Dio sia complicato come noi uomini.

 

Invece Dio è molto semplice e le cose grandi le rivela ai semplici.

 

Quei tre bambini hanno rivoluzionato il mondo, e neppure il governo massonico di allora riuscì a frenare quella rivoluzione.

 

Attraverso di essi Fatima è sulla bocca di tutti, anche dei non credenti, ai quali Fatima dà tanto fastidio per quello che il messaggio contiene.

 

Erano talmente grandi quei semplici bambini, da stupire e sbalordire persino i teologi che li avvicinavano.

 

Ecco che cosa sa fare Dio!

 

Ecco il cuore del santo quando Dio lo rende libero.

 

(Tratto da: Gino Burresi Oblato di Maria Vergine La Stagione del Castagno)

 
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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:48

 

sacra rota romana

 

 

Cari lettori e care lettrici!

 

Sono trascorsi quasi quattro anni dalla morte di Padre Gino Burresi.

 

Qualche giorno dopo la sua morte, avvenuta il 3 maggio 2018, ci fu uno scambio di battute a livello giuridico tra un certo Paolo De Paoli e Galileo Galilei, Amministratore del sito laici.forumcommunity.net.

 

Riporto qui di seguito il contenuto di questo dialogo.

 

Paolo De Paoli  (08.05.2018 ore 13.57):

"Ma secondo voi, visto che siete di cervello illuminato (nel senso che non c'è materia che impedisce il passaggio della luce), per reati penali del genere dove molte persone chiedono giustizia a distanza anche di anni, il fatto che non ci sia stata una denuncia a livello civile in questi trent'anni e, tra l'altro, neppure a livello ecclesiastico - visto che il processo a lui intentato non riguardava il crimine di abusi sessuali -, non vi fa venire il dubbio che queste accuse di molestie siano state una calunnia?"

 

Galileo Galilei  (08.05.2018 ore 14.03):

"E' stato condannato dal Vaticano proprio per denuncia di sue vittime. Fin dal 1988."

 

Paolo De Paoli (08.05.2018 ore 14.46):

"Strano non ho letto negli Acta Apostolicae Sedis, il decreto di condanna per abusi sessuali... Ho visto solo il decreto Amministrativo, con una sanzione disciplinare che non riguarda l'accusa di abusi sessuali...."

 
Galileo Galilei (08.05.2018 ore 15.10):

"Strano che quel zozzone di Burresi non abbiano mai querelato Sandro Magister e tutti quelli che per decenni hanno ricostruito pubblicamente le sue accuse di crimini sessuali.

Se aspettiamo gli Atti publici del Vaticano stiamo a posto. Atti coperti dal segreto pontificio a pena di scomunica."

 

Paolo De Paoli (08.05.2018 ore 18.10):

"Gli atti pubblici del Vaticano (vedi Acta Apostolicae Sedis) già contengono motivazioni incresciose verso reati di questo genere (giusto pochi numeri previ a quello riguardante la sanzione amministrativa riguardante p. Burresi del 2005) e dunque perché non pubblicare proprio quelle inerenti a lui? Le motivazioni di una sentenza resa pubblica (da indicare obbligatoriamente in un decreto in cui si giudica qualcuno), non sono sotto segreto pontificio in quanto vengono indicate nel rescritto contenente il giudizio.
Sandro Magister mi pare che non sia il portavoce del Tribunale Apostolico e, nel suo articolo, accenna a un articolo comparso in una testata Statunitense ed anche lui non porta nessuna prova concreta.
Gli atti ufficiali dicono questo. Se non ci si basa sui fatti appurati allora ognuno se la suona e se la canta... ma la verità e la giustizia sono altra cosa.
Oppure ci si appoggia al pre-giudizio e non c'è dialogo che valga la pena di intraprendere, perché il giudizio è già stato posto a prescindere dai fatti che possano o meno essere appurati.
Io nell'88 andavo alle medie e non ero presente nei luoghi dove venivano dibattute queste accuse.
Ora, su queste vicende, noto solo che in ogni dove vengono citate alcune accuse verso quest'uomo (e per me ogni persona è innocente finché non viene provato il contrario negli atti processuali e nelle sentenze), ma vedo anche che da nessuna parte si trova la certezza della sua colpevolezza.
Nessuna persona merita di essere messa alla gogna pubblica, soprattutto senza che pubblicamente sia chiaro e certo che abbia commesso tali cose."

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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:46

Come sarebbe bello vedere il cuore di un santo!

 

Se un chirurgo lo togliesse dal suo corpo e lo mettesse accanto a quello di un altro, non  noteremmo nessuna differenza.

 

Ma se lo guardassimo con gli occhi di Dio, come lo vede Dio, assisteremmo a delle meraviglie.

 

Osservatelo il santo quando dà un pezzo di pane ad un povero: il suo volto si illumina della carità che gli arde nel cuore.

 

La carezza che ti fa il santo è la mano di Dio che ti arriva al cuore.

 

La gentilezza di un santo, la parola di un santo, tante volte vale più di una predica; è talmente eloquente e profonda che basterebbe a far diventar santi anche noi.

 

E' bello vedere la vita dei santi e il loro comportamento sulla terra.

 

Dio vuole vedere in tutti lo stesso comportamento e la stessa vita.

 

Più pulirai il tuo cuore più Dio prenderà possesso di te e ti sentirai padre di tutti.

 

Padre Gino Burresi

 

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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:43

Noi, pur desiderandoli, abbiamo spesso paura dei doni di Dio.

 

Abbiamo paura che Dio ci tocchi.

 

Facciamo cioè tutto l'opposto del cieco nato che, appena accortosi della vicinanza di Gesù balza in piedi, getta via il mantello e si dirige verso di lui.

 

Eppure, se guardassimo bene, ci accorgeremmo come ognuno di noi è oggetto delle attenzioni di Dio che ci cerca e che, movendo questa o quella pedina, tutto dispone in modo che possiamo incontrarlo, così come sta avvenendo ora che ci ha condotti qui, dove c'è Gesù.

 

Ora tocca a noi a liberarci  dal timore di prendere il dono che Lui ci vuol dare.

 

E' vero che il dono dobbiamo pagarlo, ma, in fondo, non ci chiede un prezzo eccessivo, un sacrificio enorme.

 

Ci domanda solo un po' d'amore. Tutto qui!

 

L'amore solleva sempre. Solleva anche quando ce lo vogliamo tra noi.

 

Ma se questo sollevamento avviene quando abbiamo un amico naturale, che cosa sarà quando si diventa amici del Tutto?

 

Amici del Creatore e amici di Cristo?

 

Questo amore eleva talmente che, a un certo momento, si arriva anche all'estasi.

 

Che cos'è l'estasi?

 

E' il rapimento dello spirito  che si immerge nell'amore infinito di Dio: il nulla che si perde nel Tutto.

 

Si perde il contatto col mondo e si è capaci anche di sollevarsi in alto.

 

Quanti santi si sono veduti sollevati in aria!

 

Conseguenza: dobbiamo ripagare questo grande dono soltanto con un po' d'amore.

 

 

(Tratto da: Gino Burresi Oblato di Maria Vergine La Stagione del Castagno)

 

 
 
 
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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:40

Siamo tutti poveri, ma dobbiamo arricchirci di Dio.

 

Oltre a pregare qualche santo scelto a protettore, ricordiamoci di pregare anche la Piena di Dio, la Madonna, perché ci aiuti nel cammino intrapreso a non sciupar niente, e a compiere  bene la volontà divina.

 

Non manchiamo di avere sempre una grande devozione alla Piena di Dio, che ha tanta pietà e compassione di noi.

 

Lei non esclude nessuno di noi, se nessuno di noi la escluderà.

 

Essa lavorerà il nostro povero cuore di creature e lo farà tanto grande e tanto bello, da diventare il cuore del Creatore.

 

Così il viaggio di ritorno sarà gioioso.

 

Quando ci incontreremo col Padre che abbiamo portato nel cuore, Egli ci accoglierà e ci proclamerà beati e beati saremo.

 

Padre Gino Burresi

 

 

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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:26

 

Quando i tempi sono maturi, gli eventi si susseguono: Signore, resta con noi..

Cari lettrici e cari lettori!

 

Oggi ho scoperto che il signor Sandro Magister, considerato il principe dei giornalisti vaticanisti italiani, ha cancellato il suo articolo del 28 luglio 2005 pubblicato su L'Espresso (www.chiesa.espressonline.it), recante il titolo
> La prima sentenza del prefetto Levada fa tremare la Legione

L'articolo è stato rimosso dal web ma il suo contenuto è riportato su altri siti, che l'hanno ripreso da Sandro Magister, quando l'oggetto del loro articolo era la condanna di Padre Gino Burresi.

 

Lo riporto qui di seguito nella sua versione integrale:

 

"La congregazione per la dottrina della fede ha colpito con una pesante condanna padre Gino Burresi. Le colpe? Le stesse di cui è accusato padre Marcial Maciel, fondatore dei potenti Legionari di Cristo
di Sandro Magister

ROMA, 28 lugli 2005 – Il quotidiano cattolico “Avvenire” ha pubblicato il 19 luglio la seguente nota della segreteria generale della conferenza episcopale italiana:

“A seguito del decreto in data 27 maggio 2005 della congregazione per la dottrina della fede, si rende noto che nei confronti di padre Luigi (Gino) Burresi, della congregazione dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, sono stati decisi i seguenti provvedimenti canonici:

“1 – revoca della facoltà di ricevere le confessioni di tutti i fedeli in ogni luogo, di cui ai canoni 966 e 969 del codice di diritto canonico;

“2 – proibizione definitiva di svolgere il ministero della direzione spirituale nei confronti di tutti i fedeli, siano essi laici, chierici o consacrati;

“3 – revoca della facoltà di predicare di cui ai canoni 764 e 765;

“4 – divieto di celebrare i sacramenti e i sacramentali in pubblico;

“5 – divieto di concedere interviste, scrivere su giornali, opuscoli, riviste periodiche o tramite internet, partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive che trattano questioni attinenti la dottrina cattolica, la morale, i fenomeni soprannaturali e mistici.

“Tanto si rende noto per conoscenza e utilità dei fedeli”.

In pratica, la CEI ha comunicato che padre Gino Burresi, fondatore dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, deve lasciare il ministero e ritirarsi a vita privata.

Tra i motivi del provvedimento, il decreto della congregazione per la dottrina della fede cita abusi nella confessione e nella direzione spirituale. Ma fonti vaticane hanno confermato che a questi motivi vanno aggiunte le accuse di abuso sessuale rivolte contro padre Burresi da alcuni che furono suoi seguaci e seminaristi negli anni Settanta e Ottanta.

Il decreto vaticano non è stato reso pubblico. Ma il settimanale americano “National Catholic Reporter” ne è entrato in possesso, e il suo corrispondente John L. Allen ne ha dato conto nella sua Newsletter “The Word from Rome” del 22 luglio.

Il decreto contro padre Burresi è il primo emesso dalla congregazione per la dottrina della fede nel pontificato di Benedetto XVI. È il primo che porta la firma del suo nuovo prefetto, l’ex arcivescovo di San Francisco William J. Levada (nella foto). Ed è stato approvato personalmente dal papa il 27 maggio ricevendo in udienza il segretario del dicastero, l’arcivescovo Angelo Amato. L’approvazione papale, “in forma specifica”, non ammette appello.

In quanto diretto contro il fondatore di un ordine religioso sulla base di accuse risalenti a decenni addietro per abusi sessuali compiuti su suoi seguaci, il decreto contro padre Burresi richiama un altro caso analogo ma di peso molto maggiore, anch’esso sotto esame da parte della congregazione per la dottrina della fede: il caso di padre Marcial Maciel Degollado, fondatore del Legionari di Cristo.

Non è escluso che la severità adottata contro padre Burresi preluda a un provvedimento di analogo rigore contro padre Maciel.

* * *
Padre Burresi, che oggi ha 73 anni, ha fatto parte fino al 1992 degli Oblati della Vergine Maria, un ordine fondato nel 1816 dal sacerdote italiano Bruno Lanteri. Devotissimo delle rivelazioni di Fatima, divenne prete abbastanza avanti negli anni, nel 1983, ma già prima s’era guadagnato una grande fama come mistico e direttore spirituale, oltre che per le stimmate e le visioni.

In piccolo, la sua popolarità somigliava a quella di padre Pio da Pietrelcina. E neppure troppo in piccolo: da lui accorrevano ogni giorno centinaia di persone in cerca di conforto, dall’Italia e dall’estero, compresi alti prelati, politici, ambasciatori. Dalle lontane Filippine, l’allora presidente Corazon Aquino mandò un giorno un suo messo a far benedire un rosario da quest’uomo in profumo di santità.

Il suo quartier generale era nelle campagne sotto Tivoli, poco fuori Roma, nella località di San Vittorino, dove ora sorge un vistoso santuario mariano in vetrocemento a forma di cono, edificato con le offerte dei devoti. “Fratel Gino”, come tutti lo chiamavano, riceveva inizialmente in una baracca di legno e lamiera, al posto della quale la congregazione degli Oblati costruì poi un seminario internazionale. Perché padre Burresi era anche un grande magnete di vocazioni alla vita religiosa.

Finché nel maggio del 1988 prima due, poi altri cinque suoi giovani seguaci ruppero l’incanto. Riferirono ai superiori della congregazione che il sacerdote li aveva attratti più volte nella sua camera e aveva abusato sessualmente di loro. Messi per iscritto, i loro racconti oscillavano tra fascinazione e autocolpevolizzazione. Ad esempio:

“Padre Gino baciava e nello stesso tempo diceva cose belle e sante: ‘Lasciati toccare da Dio. Amare non vuol dire peccare’. Ero confuso e paralizzato. sapevo che egli era uno stigmatizzato, uno che aveva contatti diretti con la Madonna. Perciò sentivo che mi sbagliavo, non poteva essere come pensavo, perché se così fosse stato Dio non lo avrebbe scelto come suo ministro in terra. Dissi tra me: Guarda quanto sono cattivo e marcio, vedo la malizia anche negli abbracci affettuosi di un santo”.

Vagliate queste accuse, i superiori degli Oblati presero una decisione fulminea. Il 6 giugno 1988 imbarcarono padre Burresi su un volo per Vienna e lo trasferirono nel loro convento austriaco di Loretto. E il giorno dopo il superiore generale dell’ordine, l’argentino Julio Cura, rimise il dossier d’accusa al prefetto della congregazione vaticana per i religiosi, che era il cardinale Jérôme Hamer.

Ma nella stessa congregazione l’allora segretario Vincenzo Fagiolo, futuro cardinale, era un simpatizzante dell’accusato. “Veniva spesso a confessarsi da me”, fece prontamente sapere padre Burresi, che intanto era già scappato dal confino austriaco ed era rientrato in Italia, a Montignoso di Gambassi Terme, in Toscana, diocesi di Volterra, dove tutt’ora risiede.

Sta di fatto che dal Vaticano misero sotto processo, più che padre Burresi, i superiori degli Oblati, alle cui costole posero un ispettore, Marcel Gendrot, monfortano. Dopo due mesi d’indagine, questi concluse a favore del ritorno di padre Burresi a San Vittorino e con una nota di biasimo a carico dei superiori dell’ordine.

I quali allora si appellarono a papa Giovanni Paolo II. Il ricorso, in data 22 novembre 1988, riempie tre pagine. Elenca i capi di accusa: atti omosessuali consumati con più giovani, sequestro di persona a scopo di libidine, violazione del segreto sacramentale. Rimprovera all’ispettore Gendrot d’aver insabbiato l’indagine. Chiede al papa di togliere il processo ad Hamer e Fagiolo e di affidarlo invece all’allora prefetto della congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger, oppure a una commissione speciale.

Il 3 gennaio successivo la risposta: ricorso respinto. Non solo. Padre Cura e gli altri superiori degli Oblati sono dimessi d’autorità. Da ispettore, Gendrot è promosso commissario dell’ordine. Il processo resta nella mani di Hamer e Fagiolo. Unica concessione: un supplemento d’indagine affidato a tre cardinali oggi defunti: Giuseppe Caprio, Opilio Rossi, Luigi Dadaglio. Questi riascoltano uno solo dei sette iniziali testimoni d’accusa, alla fine divenuti undici. E un anno dopo, nel febbraio del 1990, concludono consentendo a padre Burresi di restare dov’è, a Montignoso, e di continuare lì la sua opera, col solo divieto di occuparsi di giovani vocazioni.

Ma padre Burresi ormai s’è messo in proprio. Nel 1992 lascia gli Oblati e fonda una nuova congregazione, i Servi del Cuore Immacolato di Maria, con ramo maschile e femminile, oggi forte di 150 membri.

Cinque anni più tardi, però, nel 1997, torna a indagare su di lui la congregazione per la dottrina della fede. Il processo si conclude il 10 maggio 2002 con un decreto firmato da Ratzinger e dall’allora segretario del dicastero, Tarcisio Bertone, oggi cardinale e arcivescovo di Genova.

La sentenza prende atto che le accuse sono cadute in prescrizione e quindi non condanna né punisce padre Burresi. Ma il rapporto di venti pagine che accompagna il decreto – anch’esso oggi in possesso del “National Catholic Reporter” – ha passaggi che meritano d’essere citati. È firmato dai quattro prelati incaricati delle indagini, presieduti da Velasio De Paolis, oggi vescovo e segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

Il rapporto elenca le accuse contro il sacerdote: violazione del segreto confessionale, uso illegittimo delle confidenze avute in confessione a danno del penitente, offesa al buon nome delle persone, violazione del diritto alla privacy, induzione alla disubbidienza contro i superiori, falso misticismo, asserite apparizioni, visioni e messaggi soprannaturali.

Ammette che i fatti oggetto delle accuse sono caduti in prescrizione. Ma chiede alla congregazione per la dottrina della fede di comminare ugualmente contro padre Burresi delle sanzioni amministrative. Per questo motivo:

“Non va dimenticato che durante questo processo alcuni [seguaci di padre Burresi] hanno detto che l’accusato ‘uscirebbe da esso trionfante, più rispettato che mai, e quindi senza alcuna ombra, più glorioso di prima’. [Essi hanno detto] ‘che la segreteria di stato difende padre Gino, per cui la vittoria è assicurata’. Se nessun limite fosse applicato alla sua libertà di esercitare il ministero semplicemente per il fatto che le accuse provate sono cadute in prescrizione, probabilmente la sentenza di questa corte sarà usata come strumento di propaganda a favore dell’accusato. Egli sarà in grado di continuare a far danno a quelle persone psicologicamente deboli che si mettono sotto la sua direzione spirituale”.

* * *
L’asserito appoggio della segreteria di stato a padre Burresi – richiamato nel rapporto – è un altro degli elementi che accomunano il suo caso a quello di padre Maciel.

In effetti, nella segreteria di stato lavorano due prelati che appartengono l’uno, Angelo Tognoni, ai Servi del Cuore Immacolato di Maria fondati da padre Burresi, e l’altro, Donal Corry, ai Legionari di Cristo fondati da padre Maciel.

Non solo. I Legionari di Cristo risultano avere come loro sostenitore, da molti anni, il segretario di stato in persona, il cardinale Angelo Sodano.

Una conferma dell’appoggio della segreteria di stato alla causa dei Legionari si è avuta lo scorso venerdì 20 maggio, poco dopo l’uscita di un servizio di www.chiesa dedicato all’indagine sul caso Maciel avviata dalla congregazione per la dottrina della fede.

Grazie a un fax a loro pervenuto senza firma ma con un timbro della segreteria di stato, i Legionari di Cristo hanno emesso quel giorno un comunicato che diceva:

“At this time there is no canonical process underway regarding our founder, Fr Marcial Maciel, LC, nor will one be initiated”.

In realtà, il fax della segreteria di stato era meno perentorio, riguardo al futuro. Esso letteralmente diceva, in italiano:

“Non vi è nessun procedimento canonico in corso né è previsto per il futuro nei confronti di p. Maciel”.

La formula “non è previsto per il futuro” è ricorrente in Vaticano per indicare atti che sono nelle sfera del possibile, ma sui quali non è stata ancora presa una decisione formale.

Di certo c’è che sul caso Maciel l’indagine preliminare è andata avanti anche dopo la pseudo-smentita del 20 maggio, acquisendo ulteriori testimonianze e documenti. E sulla base di questa indagine la congregazione per la dottrina della fede – non la segreteria di stato – deciderà circa il processo canonico contro il fondatore dei Legionari di Cristo.

Il caso Burresi insegna. Pareva definitivamente archiviato dalla benevola sentenza del 10 maggio 2002. E invece è ripartito e arrivato a una conclusione ben più severa. Con Ratzinger giudice supremo, nel frattempo divenuto papa.

www.chiesa"

Fin qui l'articolo di Sandro Magister

 

Quattro anni fa e precisamente il 08.05.2018 Paolo De Paoli, forse un avvocato del tribunale apostolico, aveva criticato il contenuto dell'articolo di Sandro Magister, affermando che Sandro Magister non era il portavoce del Tribunale apostolico e accenna a un articolo comparso in una testata statunitense ed anche lui non porta nessuna prova concreta della colpevolezza in materia di abusi sessuali.

Paolo De Paoli afferma di aver visto negli Atti pubblici del Vaticano (vedi Acta Apostolicae Sedis)  solo il decreto amministrativo con una sanzione disciplinare che non riguarda l'accusa di abusi sessuali.

La critica di Paolo De Paoli compare sul sito laici.forumcommunity.net, in una sezione riguardante Padre Gino Burresi.

In questa sezione scrive anche un certo Hanss, che, così come ha fatto Sandro Magister, ha cancellato tutti i suoi commenti.

Io li ho salvati e posso riproporveli qui di seguito:

 

"La brutta chiesa di San Vittoriano Romano dedicata alla Vergine di Fatima.


Avevo poco più di vent'anni quando fui invitato a san Vittorino Romano, non lontano da Roma, in un centro spirituale animato da padre Gino Burresi. Chi mi invitò fu un giovane amico, Agostino, il quale aveva scoperto in padre Gino un uomo di grande levatura spirituale.

Al tempo ero giovane anch'io, quindi inesperto del mondo clericale. Raggiunsi la casa di ritiro per giovani nella quale era presente padre Gino e qualche organizzatore assieme a tanti altri giovani e al mio amico Agostino. Credo ci rimasi per una settimana. Ogni giorno c'era la messa e qualche preghiera in comune. Il discorso pomeridiano che padre Gino rivolgeva a noi giovani per incitarci ad amare Cristo e ad offrire noi stessi, entrando nel suo istituto religioso, era particolarmente atteso.

Il clima che si respirava aveva un non so che di "eccessivo", di "pompato" o "drogato".
Sembrava che tutti si aspettassero qualche evento soprannaturale, da un momento all'altro.

Padre gino girava per la casa con un paio di guantoni neri sotto i quali, si diceva, c'erano delle stimmate. Al tempo, ero un cattolico convinto ma piuttosto diffidente nei riguardi di fenomeni "eccezionali". Guardai, dunque, quei guantoni con un misto di sospetto e paura.

I discorsi di padre Gino tendevano molto ad essere di "pancia", poco razionali e molto emotivi, come quella volta in cui disse:

"Se io devo andare in Paradiso senza il papa o in inferno col papa preferisco questa seconda scelta!"

Se la prese, poi, con le Chiese cristiane che non riconoscono al papa il potere che ha nel Cattolicesimo. Nelle sue parole si sentiva il peso di molta arroganza, una notevole forzatura e ignoranza, oltre che un evidentemente capovolgimento di valori!!
Ma, forse, fu anche il desiderio di "piacere" al Vaticano con quest'inutile e gratuita piaggeria insegnata ad ingenui ragazzi...

Altre volte leggeva qualche passo dal suo diario. Una volta si soffermò su una sua "visione":

"Vidi la Vergine Maria con in braccio il bambino Gesù. Si avvicinò a me e me lo diede tra le braccia. Io fui estasiato vedendo la CARNE di quel bambino, bianca e profumata che sapeva di Paradiso....".

Se, per la maggioranza degli uditori, questo passo sembrava comprovasse la "santità" di padre Gino, personalmente mi lasciò molto scettico e inquieto: il padre si sentì in Paradiso ed estasiato al pensiero della CARNE di un bambino piccolo???? Il clima era tale che, se anche si avesse avuto sospetti di pedofiia, immediatamente ce li autocensuravamo.

Qua e là si sentiva qualcuno che diceva: "Povero padre Gino! Pare che lo combattano molto, gli diano molti dispiaceri ma in Vaticano viene protetto contro chi gli vuole male!".
Non lo dicevano chiaramente ma, già quella volta, padre Gino era sospetto e accusato di pedofilia e la cosa era abbastanza nota...

La sera, il reverendo padre girava per i dormitori. Io e gli altri dormivamo su letti a castello. Il religioso passava per gli stanzoni a vedere se era tutto a posto con una torcia elettrica, al buio.
Una di quelle sere si avvicinò a me, come precedentemente aveva fatto con altri.
Mi sorprese perché mi passò arditamente la mano sul petto nudo passando sotto la maglietta, me lo accarezzò completamente dicendo:

"Vuoi fare parte della nostra Congregazione e seguire Gesù?".

Rimasi molto confuso ma anche qui non riuscii a pensare "male".

Al termine del ritiro giovanile, decisi di non prendere alcuna decisione religiosa: ero troppo perplesso e confuso. Pensando di trovare comprensione, lo dissi al padre Gino ma, scattando d'ira, costui mi rivolse una risposta pressapoco come segue:

"Bene! Allora ti troverai una stupida donnetta, inutile come te, e ti sposerai".

Sentii una violenta arroganza e un disprezzo in quelle parole, tale da agghiacciarmi totalmente. Il religioso mi umiliò davanti ad altri con parole quanto meno sconvenienti. Avrei voluto dire al mio amico Agostino: "E' questo il santo che mi dicevi d'ascoltare?". Lasciai perdere e mi allontanai cercando di dimenticare tutta la strana vicenda.
(Per Agostino ci volle molto tempo in più: entrò nella loro congregazione e l'abbandonò dopo ben un anno. D'altronde, lui era molto più inquadrato cattolicamente di me, quindi più restìo ad accorgersi di "certe" cose).

Dopo 10 anni scoprii, casualmente, che padre Gino Burresi era stato condannato per pedofilia dal Vaticano.

Compresi, allora, perché dopo ogni cena, al momento della ricreazione, mi avvicinavo "irrazionalmente" verso i cancelli chiusi osservando la strada d'uscita di quel luogo di ritiro. Il mio corpo aveva sentito l'oppressione quando la mia mente di credente cattolico non voleva ancora ammetterla....

Edited by hanss - 26/5/2011, 12:52"

 

Resta da capire per quale motivo sia Sandro Magister che Hanss abbiano cancellato i loro articoli.

E' stato dettato forse da un loro pentimento?

 

Vi riporto ora una mia lettera  scritta a Sandro Magister il 17 giugno 2011:

 

"Buongiorno,   Sandro,  sono  Riccardo  Fontana.

Permettimi  di  darti  del  tu.

Non  so  se   ti  ricordi  di  me, ci  siamo incrociati  sul  web  a  causa  di  una  o  più  mail,  che  ho  avuto  l'ardire  di  inviarti,  poco  dopo  aver  iniziato  la  mia  marcia  per  la  liberazione  di  Padre  Gino  Burresi,  una  tua  vecchia  conoscenza,  che  è  stato  il  tuo  cavallo  di  battaglia  in  passato  e  che  io  ti  offro  oggi  su  un  piatto  d'oro,  ma  non  perché  tu  lo  cannibalizzi  di  nuovo,  essendo  ormai  ridotto  all'osso,  bensì  affinché  tu  mi  dia  una  mano  per  riassemblarne  i  pezzi,  giacché  il  Vaticano  lo  ha  letteralmente  lasciato lì, smembrato,  spolpato  ben  bene  ed  abbandonato   quale  capro  espiatorio   nelle  vetrine  di  molti  siti - macelleria  e  di  svariati  siti -mattatoio.

Stiamo  cercando  di  fare   riabilitare  Padre  Gino  Burresi  da  parte  di  Papa  Benedetto  XVI.

Nell'occhio  del  ciclone  del  mio  blog  " nelsegnodizarri " è  entrato  già  da  tempo  il  Prefetto  della  Congregazione  per  la  Dottrina  della  Fede, il    Cardinal  William  Levada.

E'  già  da  un  po'  che  sto  lavando  i  suoi  panni  sporchi  sul  mio  blog  e  fra  un  po'  metterò  in  moto  la  centrifuga  e  non  ti  so  dire  in  che  condizioni  il  Cardinal  Levada   uscirà  fuori  dalla  lavatrice.

Mi  è  giunta  nel  frattempo  da  una  fonte autorevole   la  notizia,  di  cui  sarai  tu  stesso  all'oscuro,  che  il  Cardinal  William  Levada  sarebbe   stato  in  passato  l'ex superiore  di  Padre  Gino  Burresi,  quand'egli  era  ancora  Oblato  di  Maria  Vergine  e  che  la  1^  sentenza  del  Cardinal  William  Levada,    da  lui  emessa   in  data  27  maggio  2005,  in  qualità  di  Prefetto  della  Congregazione  per  la  Dottrina  della  Fede   potrebbe  avere   l'amaro  sapore  di  una  vendetta  personale  del  citato  porporato  nei  confronti  di   Padre  Gino  Burresi.

Non  so  se  ti  alletta  questa  chicca,   per  farne  un  articolo  di  quelli  che  sai  scrivere  tu,   quando  fondi  nel  racconto  suspense  ed  effetto  sorpresa !

Conto  sulla  tua  collaborazione  per  scoprire  finalmente  tutti  gli  altarini,  su  cui  è  stata  sacrificata  la  vittima,  Padre  Luigi  (  Gino  )  Burresi,  che  pur  avendo  ammesso  sul  mio  blog  di  avere  inciampato,  si  lamenta  del  fatto  che  la  Chiesa  dei  cardinali,  madri  per  gioielli,  matrigne  per  l'amore,  non  lo  abbia  ancora  raccolto,  non  gli  dia  maternità  ed  anteponga  le  sue  brame  di  potere,  di  ricchezza  e  di  stabilità  politica  allo  spirito  di  carità,  di  misericordia  e  di  amore,   tradendo  così   il  mandato  a  lei  assegnato  dal  Capo  Supremo  della  Chiesa,  Gesù  Cristo.

 

Riccardo  Fontana

 

Ora Hanss è un nome di copertura di una persona che non vuole fare riconoscere la propria vera identità, ma Sandro Magister è un giornalista vaticanista di fama internazionale, al cui articolo su Padre Gino Burresi si sono ispirate tutte le testate giornalistiche del mondo. Tutti i giornali del mondo hanno riportato le accuse di abusi sessuali contro Padre Gino Burresi apprendendole dall'articolo scritto da Sandro Magister.

Ora se Sandro Magister avesse  cancellato il suo articolo, per non avere noie nel caso in cui venisse riesumato il caso di Padre Gino Burresi in vista di una sua riabilitazione, avendo riferito di accuse di abusi sessuali non indicate nel decreto di condanna depositato negli Atti pubblici del Vaticano, dovrebbe almeno pubblicare una lettera di scuse o almeno collaborare ad una riabilitazione di Padre Gino Burresi, attraverso la sua ottima penna, almeno per riparare il danno arrecato in tutto il mondo all'immagine di Padre Gino Burresi.

Papa Benedetto XVI non deve attraversare "l'oscura porta della morte" prima di aver chiarito a tutto il mondo perché Padre Gino Burresi sia stato relegato all'isolamento per decenni. Tutto il mondo si aspetta questo.

"Quando i tempi sono maturi, gli eventi si susseguono: Signore resta con noi"

Grazie dell'attenzione

 

Riccardo Sante Maria Fontana

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3 marzo 2022 4 03 /03 /marzo /2022 22:15

Si è guastato qualche vagone?

 

Ci sono stati degli sbagli nella  vita?

 

Gesù viene in nostro aiuto e rimette le cose a posto.

 

Non ricordate la bella parabola del figliuol prodigo?

 

In essa Cristo ci rivela l'infinita misericordia del Padre.

 

Il figlio disgraziato vuole tutto, prende tutto:

 

Padre, dammi tutto ciò che mi appartiene (Lc cap. 15), e lo sperpera nei bagordi, calpestando il comandamento dell'amore.

 

Il padre misericordioso lo cerca e l'attende.

 

Il figlio, attraverso le ghiande contese ai porci e il ricordo del pane bianco che a casa sua mangiano i servi del padre, rientra in se stesso:

 

Tornerò da mio padre. Non sarò più figlio, ma servo di mio padre, ma per lo meno sarò trattato bene e non mi mancherà più nulla.

 

Al suo ritorno, il padre gli corse incontro a braccia aperte, lo rivestì di un vestito nuovo, gli rimise l'anello al dito, uccise il vitello grasso e fece festa. Se il fratello maggiore brontolò un po', lo lasciò dire ma al figlio risuscitato condonò tutto.

 

Il padre aveva aggiustato i vagoni che il figlio aveva sfasciato.

 

Proprio come fa con noi il Padre celeste quando guastiamo i nostri vagoni durante il percorso della nostra vita.

 

Anche voi, questo Padre buono, ha cercato uno ad uno.

 

Per che cosa?

 

Per riportare dentro di voi quello spirito di vita che vi fa felici, quello spirito che vi fa veramente uomini.

 

Potrebbe farvi anche santi, ma per ora si accontenta di farvi uomini.

 

Ognuno pensi alla propria vita passata, ai vagoni che ha sfasciato, e rifletta:

 

Cosa c'è dentro di me?

 

Quelle azioni, quell'essermi fatto convincere dal male, quell'aver indotto altri al peccato, quell'aver sprecato inutilmente il denaro... quali vantaggi mi hanno arrecato?

 

E il danaro sprecato nei cinema proibiti?

 

Oltre ad avvelenarmi l'anima, ha contribuito a sostenere e incoraggiare l'immoralità e ad ingrossare il portafogli di quanti speculano sulle oscenità!

 

Non ho sentito il bisogno di interessarmi del vicino di casa in difficoltà, non ho saputo trovare mille lire per un po' di latte  per quei due poveri vecchietti, soli, che a malapena tirano avanti con la misera pensione, e li ho trovati invece per andare a impinguare chi è già grasso!

 

Non è questa la morte che portiamo dentro?

 

E osiamo ancora chiamarci uomini?

 

Ecco il cuore aspro, il cuore morto, che non sa donare più neanche un sorriso.

 

E come potrebbe donarlo se non ce l'ha più dentro?

 

Si dona ciò che si ha, non si può donare ciò che non si ha.

 

Piuttosto che far ritorno al Padre, al termine del nostro viaggio terreno, con tutti questi vagoni sciupati e rotti e senza aver fatto nulla di buono in questo mondo, meglio sarebbe non essere neppure nati!

 

Padre Gino Burresi

 

 

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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