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6 ottobre 2013 7 06 /10 /ottobre /2013 17:25

 

 

 

  http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_ottobre_06/convento-frusinate-apre-bisognosi-stanze-famiglie-difficolta-poveri 

 

 

CIOCIARIA

 

 

Convento del Frusinate apre ai bisognosi
stanze per famiglie in difficoltà e poveri

 

Il monastero di San Lorenzo a Piglio accoglie l’appello di papa Francesco: ospitalità per coppie di anziani e stranieri. L’eremo fu fondato nel 1215 da San Francesco, in viaggio verso Subiaco

 

Il convento di San Lorenzo a Piglio, in Ciociaria
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il convento di San Lorenzo a Piglio, in Ciociaria
 
 
 
«Aprite i conventi a bisognosi e rifugiati». Detto, fatto. Le parole di Papa Francesco, pronunciate un mese fa al centro Astalli di Roma, trovano una risposta concreta in Ciociaria. Il convento di San Lorenzo a Piglio, cinquemila abitanti vicino a Fiuggi, apre le porte a coppie in stato di indigenza. Lo ha deciso il superiore del monastero, Padre Angelo Di Giorgio, 74 anni, il primo,di fatto, a raccogliere l’invito del Pontefice.

 

L’APPELLO DI FRANCESCO - Papa Bergoglio era stato chiaro: « I conventi vuoti - aveva ammonito - non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi». Poi aveva sottolineato: «Dovrebbero servire per la carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo. Mostrare che con l’accoglienza e la fraternità si può aprire una finestra sul futuro».

VITTO E ALLOGGIO GRATIS - L’appello del Santo Padre ha colpito la sensibilità di padre Angelo, che ha così deciso di dar seguito a quella perentoria richiesta. Nell’eremo di Piglio, alle falde del monte Scalambra, 8 ettari tra lecci e lauri secolari, l’ospitalità sarà riservata a coppie di anziani pensionati (anche stranieri), autosufficienti, liberi da qualsiasi impegno familiare, Nell’imponente monastero, situato nella parte alta del paese lungo la provinciale per gli Altipiani di Arcinazzo, poco distante dai boschi scelti da Giovanni Paolo II per una delle sue gite in montagna, saranno garantiti vitto e alloggio gratis. Le donne, in cambio, dovranno provvedere alle quotidiane attività domestiche, mentre gli uomini saranno chiamati a mantenere il decoro del monastero e a lavori di sistemazione del giardino. Per conservare in buono stato il suggestivo complesso fondato nel 1215 da San Francesco, in viaggio verso Subiaco.

CONTRATTO ANNUALE – Qualche anno fa, il convento doveva chiudere per crisi di vocazione dei frati minori conventuali. Poi la mobilitazione della popolazione fece rientrare la decisione. Oggi, con il padre superiore, a San Lorenzo è rimasto solo un frate, di 65 anni. La struttura, che conserva affreschi tardo medievali e ha una biblioteca, è un regno di pace e di meditazione. Ventisei le stanze a disposizione, ognuna con doppio letto e servizi. Spesso utilizzate per ritiri spirituali. Per gli anziani ospiti è previsto un contratto annuale, con possibilità di rinnovo. E per diventare «inquilini» nel convento di Piglio, che negli anni ha accolto santi e beati e che nel lontano 1937 vide la presenza di Massimiliano Kolbe, gli interessati devono presentare una domanda al padre Superiore del monastero. C’è tempo fino al 30 novembre. Poi ci sarà la selezione, che si annuncia piuttosto rigida. Perché vivere in un convento non è certo impegno dei più semplici.

 

www.youtube.com/watch?v=LsDwokftbbA
Nov 14, 2012 - Uploaded by karikiamo
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3 ottobre 2013 4 03 /10 /ottobre /2013 05:07

 

 

 

 

Gesù Bambino che giace nella mangiatoia figurina sul fieno Archivio Fotografico - 4170651 

FIGLI DELLA MEZZANOTTE

 

 

 

RINASCO NEL TUO CUORE

 

A MEZZANOTTE,

 

NON SENTO PIU' IL DOLORE

 

DELLE TUE BOTTE.

 

SENTI LA MIA VOCE NEL TUO SENO,

 

ADAGIAMI COME GESU' NEL FIENO.

 

 

RICCARDO FONTANA

 

 

 

Gigi D'Alessio -Mezzanotte Ed Un Minuto - YouTube

www.youtube.com/watch?v=v_GuZDqZzZI
Jun 3, 2009 - Uploaded by MrAlbarosa

 

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2 ottobre 2013 3 02 /10 /ottobre /2013 03:54

 

 

 

http://www.lapappadolce.net/poesie-e-filastrocche-i-nonni/

 

Campagnia in favore degli anzianisoli



 

 

Nonno e nipotino

 


Passan sul prato nonno e nipotino.
Il nonno è vecchio, il bimbo è piccolino:
il bimbo è biondo, il nonno è tutto bianco,
il bimbo è dritto, il nonno è curvo e stanco.
Passan sul prato dandosi la mano.
Il nonno dice: “Presto andrò lontano,
molto lontano e più non tornerò…”
E il bimbo: “Nonno mio, ti scriverò”.

 


L. Schwarz

   

 

La nonna  

 


D’inverno ti mettevi una cuffietta
coi nastri bianchi come il tuo visino,
e facevi ogni sera la calzetta,
seduta al lume, accanto al tavolino.
Io imparavo la storia sacra in fretta
e poi m’accoccolavo a te vicino
per sentir narrar la favoletta
del Drago Azzurro e del Guerrier Moschino.
E quando il sonno proprio mi vinceva
m’accompagnavi fino alla mia stanza
e m’addormivi al suono dei tuoi baci.
Agli occhi chiusi allor mi sorrideva
in mezzo ai fiori una gioconda danza
di sonni dolci, splendidi e fugaci.

 

 

G. D’Annunzio

 

 

 

Lucio Dalla - Malinconia D'Ottobre - YouTube

 

www.youtube.com/watch?v=tnBCMZfvxr4
Oct 3, 2009 - Uploaded by LUCIODALLAVEVO

 

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27 settembre 2013 5 27 /09 /settembre /2013 03:58
 
Archivio Immagini - passare, casa, chiavi, fronte, nuovo, casa. fotosearch - cerca archivi fotografici, foto, illustrazioni, stampe murali, immagini e foto clipart

 

La chiave del sogno

 

   

 

Assalto e tempesta

 

 

 

Stanotte ho composto un tema,

  

m'ero addormentato con il patema.

 

 

E' stato corretto dai militari

   

con dei tratti rossi,

  

m'ero addormentato con i più vari

   

paradossi,

 

 

mi sono svegliato e non ne ricordo il contenuto

    

ora il mio cuore è solo e muto.

    

  

Riccardo Fontana

 

 

 

Matteo Becucci ... "Fare A Meno Di Te" - YouTube

 

www.youtube.com/watch?v=Z1O0ojW3ejg
May 7, 2011 - Uploaded by Haran Banjo

 

 

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26 settembre 2013 4 26 /09 /settembre /2013 02:51

 

 

 

http://www.comune.sancesareo.rm.it/images/raccolta%20differenziata/poesia-bambina.pdf

 

 

 

Provincia di Palermo, Italia: trippa alla romana

 

   

 

A’monnezza

 

A’monezza m’ha ispirato sta poesia senza pretese

Speranno de nun fanne poi le spese

Ascoltando li TG e leggendo li giornali

Me so fatta l’idea che l’ommini so come li maiali

Hanne riempito er monno de monnezza

E mo’ che ce famo de tutta sta schifezza?

Li secchioni paren un gran vulcano:

Eruttano rifiuti e odor malsano

Le strade so’ fatte a baricate

Stracolme de sacchi a palate

Li roghi vomitan diossina

Che l’ommini e l’aria inquina

An do’ finirà sta pora tera

Se quella de li buzzichi è na guera?

Secondo li sapienti dovemo da’ na svolta

e ncomincià a differenzià la racolta

E in quanto a me, tengo sul gargarozzo

Chi se ne frega de sto’ monno zozzo

Nun è posibbile continuà a sprecà

Le risorse che la natura ce dà

Me rivolgo a te che m’ascolti indifferente

E che de sta Tera nun te ne frega niente

Paro paro io te digo niente meno:

Aoh! Famola finita o moriremo

E allora sbrigamoce a gettà ne li secchioni

La plastica, er vetro e li cartoni

Ad ognuno er suo, secondo er colore

E per fallo nun bisogna esse dottore

E per l’organico famo tosto tosto

In un altro bidò er composto

Basta un po’ de bona volontà

Per migliorà de sta vita la qualità

E se rispetteremo sora natura

Avremo un’aria più tersa e pura

E lasceremo al futuro un monno

Pulito come quello de mi nonno

Cor mare limpido e il cielo trasparente

Che rallegra er core de la gente

E per conclude voglio lascià un messaggio:

Viva er riutilizzo, viva er riciclaggio.

 

Travaglini Sara

 

 

 

Jacopo Ratini - La Raccolta differenziata (Videoclip) - YouTube  

 

 

www.youtube.com/watch?v=TuUnYFrehpY

 

 

Nov 25, 2009 - Uploaded by Jacopo Ratini
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20 settembre 2013 5 20 /09 /settembre /2013 01:48

 

 

 

 

  http://annamaria-liberipensieri.blogspot.it/2013/07/irriconoscenza.html

 

 

Grazie a mano su una nota Archivio Fotografico - 14169122 
 
 
Irriconoscenza

 

   Una lacrima perlacea le scese sulla guancia, un rivolo sottile le bagnò le ciglia e lentamente inumidì la gota appoggiata e quasi nascosta dal guanciale. Uno sbattito di palpebra, un quasi visibile segnale della sua esistenza. In una piccolissima frazione di tempo tornò agli anni giovanili e al suo percorso, alla sua vita che era scorsa fra mille difficoltà.
   Mario l’amava e la desiderava, volle portarla con sé lontano dalla sua terra. Lei dovette integrarsi in un mondo diverso, aveva dalla sua la voglia di farcela e di dimostrare, a coloro che avevano osteggiato quell’unione, di aver fatto la scelta giusta.
   Il marito era sempre fuori per lavoro: alla catena di montaggio ci restava tutto il giorno; occorrevano i soldi degli straordinari e lui tornava a sera stanco, una cena rapida e poi crollava come un sasso. Lei era dispiaciuta, avrebbe voluto dargli una mano lavorando in fabbrica, ma la gravidanza non le permise quella decisione: era tutto il giorno sofferente per le nausee che le procuravano conati di vomito. Allo stabilimento non accettavano donne gravide con problemi, il capo era stato chiaro quella mattina in cui lei si assentò più volte per andare a vomitare anche l’anima.
   E Mario si prodigò a lavorare sino a tarda sera. Nacquero tre bambini, come avessero fatto a concepirli, lei se lo domandava: facevano l’amore sporadicamente e non c’era tempo, neanche, per quello. Ma lei era fertile: le bastava quell’unica e rapida volta per restare incinta. Ogni gestazione si presentò sofferta e il parto altrettanto. I figli crebbero, fra non pochi problemi, e quando furono in età scolare, poté dare una mano al marito riprendendo il lavoro in fabbrica.
   Avevano i turni sincronizzati: quando smontava uno, montava l’altro. Non mancò nulla a quella famiglia: ogni necessità fu esaudita, ciò che mancò fu il riposo per loro genitori e lo stare insieme come ai tempi in cui si conobbero al paese. Lei non si lamentava: c’era la salute, bene prezioso; tutto il resto, diceva, poteva anche aspettare. Passarono gli anni e i figli ormai cresciuti si erano laureati, tutti con ottimi voti; il giorno della seduta di laurea erano loro a far giungere a casa fiori augurali con dedica ai genitori “ E’ stato merito vostro. Grazie!”.
    Mario era andato in pensione e lei ne aveva ancora per qualche anno, ora il tempo di stare insieme finalmente c’era, facevano progetti per una nuova esistenza e avevano anche programmato un viaggio, una crociera sul Nilo, sarebbe stata la luna di miele mai avuta. Lei si era comprata un bel guardaroba nuovo: il suo andava svecchiato, e aveva osato anche sull’intimo, perfino un babydoll rosso come la passione. Suo marito aveva sessant’anni e la guardava ancora con desiderio, da quando era a riposo: s’erano accesi gli antichi bollori. Lei se ne vergognava, dopo anni passati a reprimerli, quasi si era dimenticata come fossero, ma ora stava riscoprendo un mondo diverso, il viaggio da soli avrebbe rinverdito il loro amore.
   Era tutto pronto, i bagagli nell’entrata, raccomandazioni fatte all’unico figlio non sposato, occorreva solo andare a prendere l’auto che li avrebbe condotti al porto: la nave avrebbe salpato di lì a poco.
   E il piroscafo levò le ancore senza di loro, un infarto fulminante si portò via Mario, lasciando lei nello scoramento più totale, lo choc le causò una profonda depressione. Non tornò più al lavoro e non permise a nessuno di rimuovere i bagagli, Mario, diceva, sarebbe tornato e lei doveva far trovare tutto pronto.
   Passarono gli anni, il figlio celibe si trasferì all’estero: divenne ricercatore, in Italia non c’erano opportunità. Gli altri figli avevano le loro vite ed erano stanchi di sentire le solite lamentele. “La vita va avanti, mamma!” dicevano “Basta! Papà non tornerà più!”.

 

   La trovarono un giorno agonizzante: aveva sbattuto il capo allo spigolo del letto in ferro battuto. Rimase in coma a lungo, molto a lungo e i cari figli esasperati si batterono affinché staccassero la spina. La portarono all’estero e il tutto stava per compiersi, quando lei, che da un po’ sentiva i loro discorsi, ce la mise tutta a far scivolare quella lacrima. Il medico fermò ogni cosa, allontanò i figli e la tenne in ospedale per molto, molto tempo; la durata della riabilitazione le restituì una nuova vita e un nuovo amore.
 
Annamaria
www.youtube.com/watch?v=jPWlpWmyNJ8
Sep 17, 2008 - Uploaded by Joe J
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19 settembre 2013 4 19 /09 /settembre /2013 18:16

 

 

 

http://www.giomi.it/Portals/0/giomi/images/stories/News/news_367/Poesia%20in%20Corsia.pdf

 

 

  bambini reparti ospedalieri. 3D render Archivio Fotografico - 5063269

 

 

In Corsia

 

Mi sono ritrovato in corsia,

il dolore ha bussato alla mia porta

ed io gli ho aperto, spaventato e sgomento.

 

E' stato un ospite inatteso e sgradito

che credevo lontano, ed invece era lì,

pronto ad aggredirmi,

ad impossessarsi del mio corpo,

a ridurmi all'impotenza,

a portare via il mio tempo.

 

Mi sono ritrovato in corsia

dove il dolore non ha bisogno di bussare,

qui, il dolore è di casa, compagno fedele,

complice e ruffiano.

 

Ti fa guardare gli altri...e vederli.

Ti fa vedere l'umanità, solidarietà,

pazienza, dolcezza che solo in corsia puoi trovare,

nei volti stanchi degli infermieri,

nelle mani forti dei medici,

 

Scoprirai poi … che la corsia è come una Chiesa

in cui la preghiera è il sacrificio di tutti

e ritrovi il valore del tempo e di te stesso.

 

Roberta Viglianisi

   

 

Ministri - Vorrei Vederti Soffrire [TESTO] + Videoclip American ...

www.youtube.com/watch?v=FJB9LdBVanA
Dec 28, 2012 - Uploaded by LadyDarkCrow20

 

 

 

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19 settembre 2013 4 19 /09 /settembre /2013 02:52

 

 

 

http://www.goccedipoesia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=53109%3Atu-dormi-mentrio-veglio&catid=3&Itemid=1

 

 

Torte per il divorzio

 

    Tu dormi mentr'io veglio

 

 

Tu dormi mentr'io veglio,

ti penso ma più non mi tormento

sul mare sta soffiando il vento

l'onda s'affanna e arranca

sulla scogliera fortemente sfianca

il suo avanzare blocca

anch'essa ormai non parla

pel troppo amaro che gorgoglia in bocca.

Ti penso nel tuo letto

mai più nel mio entrerai,

le tue carezze ormai più non aspetto

ad altri amanti di certo donerai.

Ti penso e come il vento

sul mar disperdo l'ultimo tormento,

perché il dolor s'è spento

tra la risacca che ha sciolto l'amore

mentre triste vien dal campanile

il battito tardivo delle ore.

   

Salvatore Armando Santoro

 

 

 

Zero Assoluto - Per Dimenticare - YouTube 

www.youtube.com/watch?v=6I_gY_fyY_8
Jun 20, 2012 - Uploaded by zeroassolutoworld

 

 

 

 

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18 settembre 2013 3 18 /09 /settembre /2013 04:09

 

 

 

http://moltinpoesia.blogspot.it/2013/03/arsenij-tarkovskij-poesie-scelte.html

 

L'Enterprise della serie Star Trek.

     

    Catalogo delle stelle  

 

Finora non ci avevo pensato.
A che mi serve un catalogo delle stelle?
Nel catalogo dieci milioni
di numeri di telefoni celesti,
dieci milioni di numeri
di telefono di nebbie e mondi,
codice pieno di luminescenza e scintillio,
elenco di abbonati dell’universo.
Io so qual è il nome della stella,
troverò anche il suo telefono,
aspetterò il turno della terra,
girerò l’alfabeto d’acciaio:
L – 13 – 40 – 25
Io non so dove cercarti.
Si metterà a cantare la membrana del telefono:
Risponde Alfa Orione.
Sono in viaggio, io ora sono una stella.
Io ti ho dimenticato per sempre.
Sono una stella – sorellina dell’aurora,
non vorrò nemmeno venirti in sogno.
Di te non mi importa più nulla.
Telefonami tra trecento anni.
Arsenij Tarkovskij
www.youtube.com/watch?v=OAU4F5sXYJA
Jul 10, 2010 - Uploaded by bazinga679
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16 settembre 2013 1 16 /09 /settembre /2013 20:37

 

 

http://archivio.grazia.it/people/autori/julie-myerson-ho-cacciato-mio-figlio-di-casa

 

 

Julie Myerson: "Ho cacciato mio figlio di casa"

 

Rubava, era diventato violento, un pericolo per i fratelli. Quando Jake, per colpa della droga, si è trasformato in una minaccia per la sua famiglia, la giornalista Julie Myerson l’ha mandato via. Ora racconta in un libro la sua esperienza. A lieto fine

 

 

Julie Myerson:  

  Writer Pictures, London Media

 

 

C’è chi l’ha chiamata “madre coraggio”, ma per la maggior parte della critica inglese Julie Myerson, scrittrice e giornalista, tre figli e un marito (Jonathan Myerson, sceneggiatore, scrittore e regista), è una scriteriata che ha strumentalizzato il disagio di un ragazzo per la propria ambizione letteraria. Il suo ultimo libro, Il figlio perduto (uscito in Gran Bretagna nel marzo 2009 e appena pubblicato in Italia da Einaudi), è stato al centro di forti polemiche. Cosa ha scatenato tanto risentimento? Il fatto che la Myerson abbia raccontato la sua decisione drastica: cacciare di casa Jake, il figlio, trasformato da mite 17enne a violento tossicodipendente a causa di un tipo di cannabis molto potente, lo skunk. La incontriamo a Londra, dove abita. Ha 49 anni, ma ne dimostra dieci di meno. È gentile e mite. Poco per volta ci rivela le sue fragilità e sofferenze.
Signora Myerson, che cosa l’ha spinta a scrivere un libro così crudo e privato?
«È stata una decisione difficile che ho preso con mio marito e con mio figlio Jake. Prima di pubblicarlo l’ho fatto leggere anche a lui, per avere la sua approvazione».
E l’ha avuta? I giornali inglesi hanno scritto che suo figlio ha voluto cambiare nome, che l’ha accusata di aver scritto un libro “osceno” e di essere pazza.
«Mi ha fatto tenerezza quando ha fatto questa dichiarazione: i teenager pensano sempre che i genitori non siano sani di mente. Può darsi che abbia usato la parola osceno in qualche intervista, è un suo modo di dire, ma la cosa grave è un’altra: il Daily Mail ha offerto 80 mila sterline a mio figlio per raccontare la storia dal suo punto di vista. Siccome a quell’epoca ancora si drogava, ha accettato i soldi e certo, per quella cifra, ha parlato male del libro. Ha cambiato il nome, è vero, perché suona in una rock band, ma non il cognome, né mi ha ripudiata. E non è vero neppure che ho cacciato mio figlio di casa. Gli ho solo dato un ultimatum: o cambi il tuo comportamento o te ne vai. È stata una sua scelta. Non ha accettato l’ultimatum. Se ne è andato, ma siamo stati sempre in contatto telefonico».
Che cosa l’ha portata a questa scelta estrema?
«La disperazione. Ho visto mio figlio cambiare da un giorno all’altro: ha incominciato a drogarsi e a passare la droga a suo fratello minore. Per procurarsela aveva bisogno di soldi e ne chiedeva sempre di più. È diventato violento. Prendeva a calci le porte, minacciava di distruggere i computer e la casa, ci rubava in casa ed è arrivato ad aggredirmi. Fu uno shock».
Come avete capito che si trattava di droga e in particolare di skunk?
«Ce lo ha detto lui. Ci ha informato che fumava spinelli, cannabis. Non ci siamo preoccupati, la cannabis non è pericolosa. Ma quando abbiamo visto la sua personalità cambiare, abbiamo cercato di capire e abbiamo scoperto che era skunk».
Che cos’è esattamente?
«È una sostanza geneticamente modificata, molto diversa dalla cannabis, che contiene l’ingrediente chiamato Thc, una sostanza che può portare alla psicosi, che attacca i lobi frontali e può causare danni irreversibili».
Chi le ha dato queste informazioni?
«Un’amica psichiatra che abita a New York. In Inghilterra nessuno sapeva o parlava di questo tipo di droga».
Come si riconosce lo skunk?
«Lo skunk sembra tè: sono piccole foglioline mescolate a piccoli rametti. Viene venduto in bustine ed è molto facile da trovare. Dà effetti molto più potenti della cannabis per lo stesso prezzo. E crea dipendenza. Non è una dipendenza fisica, ma psicologica. Se lo fumi alla sera, la mattina dopo non riesci neppure ad alzarti dal letto. Mio figlio doveva fumarlo al mattino appena sveglio, per poter iniziare la giornata. Gli ha cambiato il carattere».
Quando suo figlio se ne è andato, che cosa ha provato?
«Sollievo e devastazione allo stesso tempo. La nostra casa è tornata a essere un luogo sicuro. Fino a quando c’era lui, tutti noi ci chiudevamo nelle nostre camere a chiave, per paura che entrasse. Vivevamo come in guerra. Ma dopo la sua partenza pensavo costantemente a lui, non sapevo come aiutarlo. Non c’è niente di peggio al mondo che chiedere a un figlio di andarsene di casa. Dovevo scegliere: salvare gli altri due miei ragazzi e la vita con mio marito o allontanarlo».
Nel libro lei scrive: “Pensavo che l’amore potesse risolvere tutti i problemi, invece l’amore è solo un aspetto del problema”. Che cosa vuole dire?
«Se ami davvero tuo figlio, cerchi di proteggerlo. Ma non sempre puoi. E, se non ci riesci, è terribile».
Quante copie ha venduto il suo libro in Inghilterra?
«Non molte, a causa delle pessime critiche. Ho ricevuto però molta solidarietà da alcuni lettori e amici».
Come si è difesa dagli attacchi della stampa?
«Non sono riuscita a fare granché. Anzi, stavo molto male. Quando Jake ha iniziato a fumare lo skunk, ebbi i primi attacchi di panico. Più la stampa mi attaccava, più io peggioravo. I giornalisti hanno cercato di intervistare anche i miei due figli più piccoli, nella loro scuola».
Si è sentita colpevole?
«Molto. Tutta la mia famiglia era sulle prime pagine dei giornali per colpa mia. Ora sto meglio».
E Jake, dov’è adesso?
«Ci sentiamo tutti i giorni, sta bene, non si droga più. Abbiamo un bellissimo rapporto. Vive a Londra. E sta dalla mia parte. Ha abbandonato la scuola per ora, ma deve dare degli esami per essere ammesso all’Università. Jake è molto bravo, ha il senso dell’onore e della famiglia. Ed è un tipo molto affascinante».
Che cosa consiglia alle madri italiane che leggeranno il suo libro?
«Io non ho soluzioni o consigli da dare. Non sono né una politica né una predicatrice, né una fanatica moralista. Posso solo aiutare altre madri condividendo la mia esperienza con loro, raccontando quello che mi è successo».
Che cosa sperava suscitasse il suo libro in Inghilterra?
«Un dibattito. Non è stato così ma, dopo l’uscita del libro, il problema dello skunk è stato discusso in Parlamento. Qualcosa, almeno, sono riuscita a farla».

 

Anna Gennari

 

www.youtube.com/watch?v=Bc_TEvDLBp0
Jun 20, 2007 - Uploaded by Enrico Ruggeri

 

 

 

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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