Purtroppo, in seguito al terremoto in Abruzzo, si può vivere chiaramente la tristezza per le numerose vittime che hanno lasciato l’impronta in questa terra. Bambini, anziani e persone di qualsiasi età, sono morte a causa di una catastrofe naturale che trasmette esclusivamente dolore, ma anche la forza di superare le intemperie che ci presenta la vita. Solo con l’amore possiamo sconfiggere la morte e il dolore che essa causa, come stanno facendo le persone che stanno donando con immenso e profondo amore, il loro spirito. Stanno compiendo tutti una sola volontà, quella di Dio, donarsi completamente al prossimo con amore, con un unico obbiettivo: la vita.
L’essere umano ha una visione della vita circoscritta da un corpo fisico e dai sentimenti interiori, l’amore, la ragione, la coscienza, la morale. Legami profondi che spingono il nostro IO a non accettare la morte e il più delle volte a ritenere la vita ingiusta. La ragione ci dice giustamente che non si può accettare la vita per come si presenta in varie situazioni. Quando si parla di catastrofi naturali e di morti dovute a questi eventi, si è soliti attribuire la colpa a Dio, e il più delle volte lo si rifiuta per la sofferenza arrecata ingiustamente. Molti non accettano la presenza di Dio e ci si chiede davanti a tutto questo: Come si può credere in Lui?
Gli atei cercano cosi di fortificare le loro “certezze”, affermando che Dio non esiste proprio perché altrimenti sarebbe intervenuto per evitare le conseguenze. In ogni istante la vita continua: sta sorgendo e tramontando. Disgrazie, morti a causa di incidenti stradali, violenze, guerre, omicidi. La vita si presenta in tutte le sue tonalità, che siano belle o brutte, giuste o ingiuste: la vita prosegue in un ciclo infinito. Quale è allora il senso?
La morte dovuta al caso è una tragedia che “forse” si poteva evitare, ma essa si presenta inaspettatamente, non si sa come e quando, ma perché scagliarsi contro Dio che ce l’ha donata con profondo amore? Perché il non credente non assegna la colpa alla natura, che è stata ingiusta? Sarebbe più coerente, ma cosi non potrebbe fortificare la certezza che si fonda sul concetto che Dio non esiste. Un dubbio davvero irrisolvibile. Vuole consolidare l’ateismo tramite il confronto con la fede in Dio, al fine di contrastare il credente non per antipatia, ma perché non riesce a trovare una ragione tale da rafforzare la “presunta certezza”. L’ateismo non è fede perché non può esistere e nascere nella sola ragione, occorre la volontà per aprirci a Dio e far sì che ce la doni.
Affermare che Dio non esiste perché non è intervenuto, sarebbe imporre la nostra volontà sulla Sua, non per forza coincidente. Siamo presuntuosi e patetici e siamo esseri davvero limitati per rapportarci a Dio. La volontà dell’uomo coincide con quella di Dio, nell’amore e nel donarsi totalmente agli altri.
Dire: “Se Dio esistesse, farebbe qualcosa per la vita”, “avrebbe evitato la morte in tanti casi nella storia”, “avrebbe salvato persone innocenti” e rifiutarlo per questo, significa cadere nell’illusione materialistica della vita, offuscando la fede e rifiutando la grazia Divina, perché il Signore non è malvagio, e tanto meno si scaglia contro gli innocenti. Inoltre: “perché è morto un bambino innocente?”.
La vita non ha fine e ognuno ha il suo compito e la sua missione. La morte si presenta da un momento all’altro, e nelle varie casualità impreviste, secondo noi: “Qualcuno avrebbe dovuto fare di più”, ma l’uomo non può elevarsi al pensiero di Dio. La ragione naturalmente, non ci permette di accettare la vita, ma è Dio che stabilisce i modi e le date, e noi dobbiamo solamente essere consapevoli che fa parte della nostra esistenza e della nostra natura; e prima o poi toccherà a tutti. Siamo solo chiamati a vivere, a essere.
Io voglio solo poter dire la mia, sul fatto che è sbagliato attribuire la colpa a Dio, e ancor di più diventare atei per queste ragioni, perché: che ne sappiamo noi del volere di Dio?
Inoltre quel che è giusto per noi non necessariamente è giusto per Dio, e viceversa.
La sofferenza unisce tutte le persone in un modo o nell’altro. Chi più, chi meno nella malattia del corpo, nella sofferenza dello spirito, nelle disgrazie che ogni giorno caratterizzano la nostra vita, che è felicità ma anche sofferenza, poi sarà gioia pura e vita eterna nell’anima; dove saremo liberi da ogni vincolo materiale, da qualsiasi traccia di egoismo per la materialità, e vivremo con i doni dello Spirito Santo: amore, felicità, pace, beatitudine, libertà.
Dobbiamo sperare in una vita giusta e lottare affinché la nostra anima sia pura, per accogliere già sin da ora i doni dello Spirito Santo, e con la fede nutrire amore verso se stessi ma specialmente verso il prossimo, con perdono e speranza. Tutto ciò serve per vivere, l’amore è la base della vita, perché placa le sofferenze. Tutti i sentimenti che creano disordine interiore, si sistemano solo con amore, che ordina e determina la pace. Se in questi momenti di dolore, non ci fosse amore, sarebbe disgregazione totale, indifferenza. Se scrutiamo la nostra coscienza, ci accorgeremo che tantissime persone accompagnate da sentimento d’amore reciproco, si aiutano e ciascuno dona se stesso al sostegno del prossimo, realizzando in tal modo il progetto di Dio. Questa è la Sua Volontà: l’amore.
In qualunque sostegno verso il prossimo c’è amore, e dove c’è amore c'è Dio.
La vita va avanti e purtroppo dobbiamo lottare con la tristezza del nostro tempo, perché poi verremo premiati e un giorno, potremo vivere il momento dell’abbandono del nostro veicolo: l’anima è pronta a vivere libera. La morte si presenta in qualsiasi individuo umano, dobbiamo solo essere pronti ad accettare il mistero di Dio e la Sua Volontà.
Il dolore e la sofferenza generata dai frutti della vita, creano un vuoto interiore, che è proprio nella natura dell’uomo, ma noi con tutto il nostro spirito e con la forza trasmessa da Dio, possiamo superare questi momenti. Occorre nutrire la fede e superare le dure prove che caratterizzano il nostro percorso.
Certamente come si può non soffrire davanti a una disgrazia? Come si può essere indifferenti a una persona triste? Come possiamo convincerci di non provare dolore per la vita, se questa si presenta crudele nei nostri confronti? Tutto ciò è determinato dalla sofferenza dello spirito, non di certo dalla carne e dal corpo, perché se fossimo solo carne, dove sarebbe l’amore?
La carne è solo il vestito delle nostre emozioni, che sono dell’anima, la morte rappresenta il distacco completo da questo veicolo, liberando la nostra personalità e continuando il percorso nella vita con Dio. La morte è una rinascita, piangiamo sempre per la vita, perché anche chi abbiamo "perso" rinasce nuovamente. La carne non racchiude i sentimenti, perché altrimenti saremo indifferenti alla sofferenza e al dolore.
Sorge la SPERANZA, ed è proprio in questi casi che Lui è più vicino, perché ci separiamo dalla materialità, sciogliendo i nodi che offuscano l’anima come: l’odio, l’egoismo, il peccato.
Siamo in comunione con Lui e viviamo la sofferenza, che rappresenta l’anima con bisogno infinito di scambiarsi l’amore. La sofferenza e il dolore segnano la vita, come la gioia, ad esempio la nascita di un bambino che piange esultando per la vita, trasmettendo l’amore. Tutto ciò è una manifestazione di Dio.
Lo stesso, dove era Dio durante il genocidio degli ebrei?
Dio era in tutti i sofferenti e innocenti. Anche loro hanno avuto la sensazione dell'abbandono di Dio, frutto dell’atroce sofferenza, come avvenne a Cristo che si sentì abbandonato. Questa è la condizione umana che di fronte al dolore ci fa sentire persi, ma è proprio qua che Dio ci è vicini. Come un bambino che soffre perché la mamma lo ha accompagnato a scuola, in realtà non lo abbandonerà mai e lo ama sempre immensamente. L'uomo porta la sua croce come fece Cristo che ha sofferto per noi, condizione che Dio lascia all’uomo per renderlo capace di amare, anche di fronte alla difficoltà.
Quello che non dobbiamo fare è perdere la speranza e l'amore che si fa immensamente vivo durante questi momenti. È qui che Dio chiama ciascuno e ci mette alla prova, ed è proprio in queste fasi della nostra esistenza che ci rendiamo conto di quanto sia importante la vita. Certamente noi più fortunati possiamo pregare, riporre la fiducia in Dio perché è proprio in queste situazioni che Lui è più vicino.
La sofferenza è amore, e tutti i volontari che stanno aiutando le persone in difficoltà, lo fanno per amore verso gli altri e verso la vita. In questo modo anche Dio si fa vivo, perché basta l’atto d'amore e di carità. Rifiutare Dio davanti a queste situazioni è sbagliato, la Sua Volontà non la conosciamo, sappiamo solo che ci ama e soffre con noi. La vita non termina e non dobbiamo dare la colpa a Dio, perchè questa è la vita che ci ha donato e si presenta in tutte le sue sfumature, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore. Quello che siamo chiamati a fare è amare, sperare e pregare Dio. L’amore è fondamentale per vincere la sofferenza, che si presenta nel dolore dell’anima, ma è pur sempre il sentimento che ci lega alla vita. La SPERANZA serve per vivere, ed è l’ultima a morire.
Il mio pensiero va a tutti coloro che sono sofferenti date le circostanze della vita, di confidare in Dio perché ci ama profondamente. Non posso che citare l’esperienza di Santa Bernadette quando le appare la Madonna a Lourdes e le dice:
”Non prometto di farti felice in questa vita, ma nell’altra”...
Il mio pensiero vuole ricordare i terremotati dell’Abruzzo e le persone che hanno perso i loro cari per via di questa tragedia. Sperando che possano confidare in Dio e trovare in Lui pace, preghiamo il Signore perchè dia conforto alle loro anime.
| youtube.com5 giu 2011 - 5 min - Caricato da Fabio67377 |