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10 luglio 2012 2 10 /07 /luglio /2012 14:14
embarquement 02

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-72000

 

Poesia di Loretta Margherita Citarei

 

Divorzio

 

Era lui, il tuo sogno
sin da bambina
il tuo desiderio acerbo
d'adolescente
il suono di un organo
in chiesa in quel giorno
di tulle e di organza
quando risuonarono
le note dell'eterna promessa
in quel sì benedetto dal cielo.
Gli sei stata accanto
credendo d'esser moglie
madre, amica, sorella
dandogli quanto hai ricevuto
d' amarlo quando lui t'amava
e che lui ti amasse come tu lo amavi.
Ma sbagliavi...
sono giorni...
che nella confusa mente
ossessiva è la frase
da lui detta:la vita è un'altra cosa...
un'altra cosa da quella insieme vissuta...
già... un'altra cosa...
da una rosa poggiata sul cuscino
dal riso gioioso nel bacio del mattino
da tenersi per mano e guardare
il bambino crescere che impara
a parlare, camminare
guardarsi negli occhi
e superare insieme ostacoli e dolori...
Già... un'altra cosa è la vita...
ed ora raccogli vetri infranti
riassesti sedie spaiate nella cucina
lavi un solo piatto
cambi ogni giorno
una sola federa del letto
intrisa dal pianto.
Già... lui ti disse che la vita è un'altra cosa...
ma cosa se se ne sta andando?
 
► 5:35► 5:35
vimeo.com/2701109328 lug 2011 - 6 min
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10 luglio 2012 2 10 /07 /luglio /2012 11:06

http://oldendailylog.wordpress.com/2010/01/02/i-saldi-sono-una-gigantesca-anacronistica-pagliacciata/ 

 

I saldi sono una gigantesca, anacronistica pagliacciata

Poichè i saldi sono una cosa assurda, l'immagine non ha alcuna attinenza con l'articolo

I tanto sbandierati “Saldi” sono una enorme stronzata. In primis, esiste la libertà di impresa e ogni negoziante è libero di prezzare la merce come e quanto vuole, fatti salvi eventuali accordi con i fornitori, di cui comunque nessuno è tenuto ad essere a conoscenza.
Ne deriva che un negoziante puo’ benissimo fare saldi tutti i giorni (senza chiamarli tali, poichè è severamente proibito), e poi magari fallire. Sono affari suoi.

Un altro negoziante puo’ decidere di raddoppiare i prezzi tutto l’anno e poi di dimezzarli durante i saldi. A quel punto il prezzo normale si avrà solo nei saldi, e il resto dell’anno si troverà un prezzo carissimo. Non è mica vietato, è una scelta commerciale come un’altra. (le compagnie telefoniche, ad esempio, lavorano così)
In una società regolata dal libero mercato l’istituzione di un periodo canonico e regolamentato di sconti generalizzati è praticamente una cosa comunista. Ma in un sistema comunista i prezzi sarebbero imposti, quindi i saldi avrebbero un senso. Non essendo controllati e imposti i prezzi iniziali, qui la faccenda non è comunista: è semplicemente una stronzata gigantesca.
Che i Saldi siano una pagliacciata, l’hanno capito da sempre i veri attori principali del commercio, ovvero Supermercati e Ipermercati, nonchè i grandi centri dell’elettronica di consumo, i quali fanno saldi tutti i santi giorni (sotto la dicitura “promozione”, o “3×2″ o “sottocosto” o altro) e nessuno gli dice niente. Se un negoziante fa una svendita fuori dal periodo canonico, invece, rischia la denuncia. Assurdo ma vero.
Il senso di istituire il tradizionale periodo dei “Saldi” deriva da un’epoca nella quale i ricarichi medi del commercio al dettaglio erano sempre elevati e piuttosto uniformati. C’erano meno prodotti, c’erano meno variabili, minori fasce di scontistica nei listini dei grossisti, eccetera. Oggi è una giungla. Nessuno sa quanto ogni singolo negoziante paga la merce, perchè dipende da molti fattori, e nessuno sa se il prezzo che ha deciso di fare è congruo, perchè dipende anche qui da molti fattori.
Spesso molti prodotti rimangono troppo cari rispetto al loro valore industriale anche se scontati del 30% o del 50%, durante i saldi. Quei prodotti non sono un affare neppure se comprati a metà prezzo.
Stante la complessità delle dinamiche del commercio al dettaglio, l’istituzione di un periodo limitato e regolamentato di Saldi è una baggianata senza alcun senso. Inoltre, in Paesi come l’Italia, dove s’inneggia al liberalismo un giorno sì e l’altro pure, si tratta di un modo di agire protezionistico, limitativo della libertà individuale e lesivo della libera concorrenza.
La tradizione dei Saldi così come la conosciamo (con tutta la regolamentazione relativa, a partire dall’assurda comunicazione al Comune) non ha più senso. E’ una obsoleta tradizione che resiste solo perchè i negozianti stessi, che spesso fanno finta di lamentarsi della rigidità della normativa, sono i primi a volerla conservare con le unghie e con i denti.
Già oggi, comunque, nulla vieta di vendere i prodotti al prezzo che si vuole. E nulla vieta di fare offerte e promozioni in qualsiasi periodo dell’anno (ma non si possono chiamare Saldi! Giammai! ). La grande distribuzione lo fa tutti i giorni, distruggendo liberamente il business di migliaia di piccoli negozi, che credono di salvarsi perseverando in assurde e obsolete tradizioni commercialmente errate.
I saldi sono una di quelle sciocchezze che resistono a tutto. Metterli in discussione in questo Paese equivale a bestemmiare. E’ evidente si tratta di una cosa priva di senso, ma alla quale tutti sono talmente affezionati che se provi a indurre le persone ad un ragionamento razionale sulla questione ti ritrovi ricoperto di insulti.
Ah, comunque stavo dimenticando di avvertire che da oggi visitare questo blog costerà il 50% in meno.
Però non si cambiano i post non piaciuti.

Paul Olden

► 3:54► 3:54
www.youtube.com/watch?v=Qe7DR-EAC8w17 lug 2009 - 4 min - Caricato da rolamp
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10 luglio 2012 2 10 /07 /luglio /2012 08:23

Pubblicità...

 

http://intenzionalita.blogspot.it/2012/04/gialal-ad-din-rumi-lessere-umano-e-una.html

 

Gialal ad-Din Rumi. L'essere umano è una locanda

 

 

L'essere umano è una locanda,  


ogni mattina arriva qualcuno di nuovo.  


Una gioia, una depressione, una meschinità,  


qualche momento di consapevolezza

 
... arriva di tanto in tanto,


come un visitatore inatteso


Dai il benvenuto a tutti, intrattienili tutti!


Anche se è una folla di dispiaceri


che devasta violenta la casa


spogliandola di tutto il mobilio,


lo stesso, tratta ogni ospite con onore:


potrebbe darsi che ti stia liberando


in vista di nuovi piaceri.

 


 Gialal ad-Din Rumi

► 4:41► 4:41
vimeo.com/361885404 feb 2012 - 5 min

 

 

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9 luglio 2012 1 09 /07 /luglio /2012 15:04

 

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-71035

 

Poesia di Umberto Sartori

 

Ti merito

 

Sono un uomo fortunato,

sono amato!

Il prossimo mi ama...

senza un perchè,  

in verità perchè...

perchè... sono io...  

così,

come mi vedi,

trasparente,

spontaneo fino all'ingenuità.

Ecco il motivo,

la ragione che cercavo.

Il dilemma,

il mistero,

perchè io..??!

È questo, semplicemente,

con un sorriso,

una parola gentile,

senza sforzo apparente,

io dono attenzione,

agiatezza d'animo.

Non è merito mio,

è un dono,

ecco perchè

ti merito!!!
► 4:59► 4:59
vimeo.com/363002956 feb 2012 - 5 min
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9 luglio 2012 1 09 /07 /luglio /2012 12:18
due bambini che giocano con la sabbia sulla spiaggia Archivio Fotografico - 9447270 

 

http://www.personaldreamer.com/psicologia/articolo/1107/il-discorso-del-re-una-guarigione-grazie-allempatia/

 

Il discorso del re: una guarigione grazie all'empatia

 

Albert, Duca di York e futuro Giorgio VI, ha un invalidante problema: è affetto da una forte balbuzie che, mentre si manifesta solo leggermente nell'ambito del caldo ambiente famigliare costruito con sua moglie e le sue bambine, esplode in modalità imbarazzanti ogni volta che deve affrontare un discorso in pubblico. O peggio ancora, davanti ad un microfono della BBC, che trasmetterà le sue parole inceppate in tutto il mondo. È sua moglie Elisabeth a contattare un esperto del linguaggio che usa un metodo speciale, decisamente alternativo agli studi medici dell'epoca. Come? Una vicinanza senza ruoli, dove Albert può sentirsi a suo agio in uno spazio protetto dove non vi è nulla da dimostrare. Cantando, muovendosi, utilizzando ogni mezzo possibile per sciogliere quella parte interna così rigida che non consente al futuro re di riprendersi la sua voce.

La balbuzie è un orco nero per molte persone e sono innumerevoli le prese in giro a cui vengono sottoposti i bambini che ne soffrono sia in famiglia che a scuola. Bloccati, inceppati nel dire o non dire? Fare o non fare? Mostrare o non mostrare? Chi balbetta non consente alla sua voce di uscire libera e sicura. Dietro c'è un pensiero eccessivo, una logica che non dà spazio ai sentimenti, alle emozioni né d'amore né di rabbia e ostilità.

Troppi divieti educativi non hanno probabilmente permesso al bambino di sporcarsi con la terra, giocare con il pongo o bagnarsi costruendo castelli di sabbia in riva al mare proprio quando iniziano le prime conoscenze del corpo, le prime autonomie senza pannolino. Non è necessario essere eredi al trono. È invece importante poter trovare (come per Albert) un ascolto attento, empatico e accogliente, che dia la possibilità a quelle voci, giovani o adulte, di poter raccontare la loro storia e di uscire allo scoperto senza paura.

Per la cronaca: Giorgio VI e il suo insegnante Logue rimasero amici per tutta la vita. Logue seguì il re in ogni discorso pubblico. Erano gli anni della seconda guerra mondiale, delle città devastate dai bombardamenti, della bestia nazista in Europa; anni in cui le parole di un re potevano confortare un'intera nazione.

 

► 3:54► 3:54
youtube.com22 mag 2010 - 4 min - Caricato da minafan51
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9 luglio 2012 1 09 /07 /luglio /2012 02:58

 

http://www.apicolturaonline.it/feraboli2.htm

 

UNA DOLCE TERAPIA ( L'impiego del miele e dello zucchero per il trattamento di ferite infette , ulcere , ustioni ...)



Dott. Franco Feraboli

Divisione di Ortopedia dell'Azienda Ospedaliera di Cremona


Contrariamente a quanto si potrebbe pensare , l'uomo ha utilizzato fin dai tempi più antichi sostanze antisettiche estremamente efficaci. Pensiamo per un momento alle gravi ferite ed alle amputazioni che venivano spesso riportate durante episodi bellici . Nell ' Iliade e nell ' Odissea , nei resoconti delle conquiste di Alessandro Magno , nei classici del Medio Oriente quali ad esempio il "Gilgamesh" o nelle storie degli Aztechi o ancora delle antiche dinastie Cinesi , si trovano racconti di guerieri feriti e sanguinanti , curati e ritornati a combattere.
Non sono citate in questi resoconti complicanze quali gangrene , sepsi ed altri tipi di lesioni che hanno ucciso , nelle guerre dei tempi moderni , più soldati che non le ferite stesse.Come ha potuto accadere ciò ? Una prima spiegazione la troviamo nel papiro Smith del 1700 prima di Cristo e nel papiro Ebers del 1500 prima di Cristo.
Entrambi descrivono medicazioni di ferite ed ustioni molto gravi utilizzando una amalgama di miele e latte coagulato applicata sulle lesioni con una benda di cotone. Una mistura simile fu impiegata da diverse popolazioni dell'antichità : dai Romani alle tribù africane , dagli Indiani d'America alle popolazioni rurali del Sud degli Stati Uniti.

Efficacia antisettica di un preparato a base di miele (1/3) e burro (2/3) , secondo una antica ricetta egizia. Gli stafilococchi sono rapidamente uccisi ( grafico a sinistra) così come l'Escherichia Coli (grafico a destra).


Pure il Corano riconosce le qualità terapeutiche del miele : " ...il tuo Signore ha ispirato le api / a costruire i loro alveari sulle colline / sugli alberi e nelle abitazioni degli uomini. / Dai loro corpi fuoriesce / una bevanda di vari colori ,/ in cui c'è la salute per il genere umano."
Il miele è anche un ingrediente molto comune nella farmacopea tradizionale cinese , essendo presente in molti medicamenti per ferite ed ustioni. Durante la II guerra mondiale , per esempio, la popolazione di Shangai utilizzò una mistura di miele e lardo per trattare ulcere e piccole ferite con eccellenti risultati.
In Messico gli antichi Aztechi guarirono molte ferite con del miele salato. Essi prepararono pure uno sciroppo fatto con il concentrato di linfa di una particolare agave (maguey) che ha una altissima percentuale di zuccheri. Questo estratto ha dimostrato di avere una potente attività antimicrobica.
Allo stesso modo in Inghilterra per generazioni si è raccomandato di usare il miele per trattare le ustioni. Ai nostri giorni ed in particolare intorno agli anni '70 furono pubblicati numerosi articoli riguardanti l'utilizzo del miele e dello zucchero in ambito medico.
Nel 1966 la comunità scientifica si stupì dei risultati ottenuti da un'infermiera di un ospedale di Bristol in Inghilterra, che aveva medicato con il miele alcuni pazienti affetti da ulcere da decubito e da infezioni dei monconi d'amputazione , resistenti ai trattamenti standard , portandoli a guarigione .
Nello stesso periodo sanitari Arabi ed Ucraini riferirono che il miele era stato utilizzato con successo per curare infezioni dell'orecchio , del naso, della gola ,della pelle , degli occhi e delle vie urinarie. Medici tedeschi trovarono che il miele mescolato con un anestetico locale ,la procaina, era estremamente efficace nel trattamento dell' Herpes Zoster.
Inoltre alcuni medici britannici usarono il miele per abbreviare i tempi di guarigione di pazienti operati di tumori dell'utero , mentre in India i sanitari locali lo applicavano su ulcere cutanee e nei casi di lebbra , e in Nuova Zelanda ed in Australia per curare ulcere tropicali , infezioni vaginali e addominali.
Chirurghi russi e tedeschi scoprirono che gli organi da trapiantare , quali vasi sanguigni, ossa e cornee , potevano essere conservati nel miele . Essi definirono questa metodica "MELITTIZZAZIONE" , dal latino "mel" che significa per l'appunto miele.

Dalla fine degli anni '70 l'uso del miele per le medicazioni era piuttosto comune a tal punto che nella farmacopea degli ospedali britannici era incluso il "miele con olio di ricino".
Nonostante questo prodotto fosse utilizzato frequentemente i primi studi clinici sulla sua reale efficacia risalgono al 1976. In quell'anno due medici , lavorando separatamente , uno in Argentina e l'altro negli Stati Uniti, verificarono indipendentemente che cosa ci fosse di vero riguardo le riferite proprietà cicatrizzanti ed antisettiche del miele e dello zucchero. Entrambi utilizzarono queste sostanze per medicare ulcere da decubito incurabili , infezioni insorte in seguito ad ustioni ed altre lesioni traumatiche.
Si trattava del Dott. Leon Herszage dell'Ospedale Torcuato de Alvear a Buenos Aires che per primo nel 1980 pubblicò i risultati ottenuti trattando 120 pazienti con una percentuale di guarigione del 99% . L'altro era il Dott. Richard Knutson , chirurgo ortopedico del Delta Orthopedic Center di Greenville in Mississippi , la cui ricerca durò cinque anni in cui analizzò i risultati ottenuti su 605 pazienti affetti da ustioni , ulcere, ferite da arma da fuoco , amputazioni e lesioni traumatiche infette resistenti alle terapie convenzionali. La completa guarigione avvenne nel 98% dei casi . Il risultato era estremamente significativo soprattutto se confrontato alla percentuale di guarigione del 90% ottenuta nei pazienti trattati con antibiotici. Oltremodo interessante era la rapidità di guarigione dei pazienti curati con il miele e lo zucchero. Anche ferite che si erano infettate durante il corso dei trattamenti convenzionali , dopo alcuni giorni di terapia con questa metodica alternativa , divenivano sterili e viravano verso la guarigione. Mentre il 40% dei suoi pazienti che non avevano ricevuto il trattamento alternativo dovevano essere sottoposti ad interventi di chirurgia plastica , nessuno dei pazienti curati con zucchero e miele avevano necessitato di ulteriori procedure chirurgiche. Entrambi i medici erano giunti separatamente alle stesse conclusioni : il miele e lo zucchero erano non soltanto più efficaci dei trattamenti convenzionali , ma erano senza ombra di dubbio più economici anche in rapporto alla durata della cura , dei prodotti impiegati e delle possibili complicanze.
In alcuni casi questa "cura dolce" ottenne risultati miracolosi. Il dottor Harvey Gordon ed i suoi colleghi del Northwick Park Hospital and Clinical Research Centre di Harrow , in Inghilterra , curarono in questo modo un paziente con due enormi ascessi glutei che lo avevano debilitato a tal punto da non riuscire più a camminare ed erano talmente dolorosi che per medicarlo era necessaria l'anestesia generale. Nessun trattamento standard aveva ottenuto alcun miglioramento. Disperati i sanitari avevano riempito gli ascessi con miele , zucchero e acqua ossigenata . Con loro grande sorpresa , dopo tre giorni di medicazioni , non fu più necessario anestetizzare il paziente che iniziò nuovamente a camminare dopo mesi di tormenti trascorsi a letto. Le sue ferite guarirono perfettamente nel giro di sei settimane. Gli stessi sanitari ottennero un risultato simile con un altro paziente affetto da sei mesi da un ascesso al collo. Anche lui guarì perfettamente entro sei settimane.

Simili risultati furono riportati da altri medici in vari continenti, curando pazienti affetti da ulcere associate ad anemia falciforme , diabete e disfunzioni del sistema immunitario.
Ancora più sorprendentemente , i chirurghi Jean Louis Trouillet, Jean Chastre ed i loro colleghi del Bichat Hospital di Parigi scoprirono che questa "terapia dolce" funzionava non soltanto per le infezioni esterne ma anche nel caso di infezioni interne localizzate. Così come altri cardioghirurghi , essi avevano un certo numero di pazienti le cui ferite al torace, in seguito ad interventi a cuore aperto , si infettavano e resistevano ai trattamenti antibiotici. In questi casi Trouillet e Chastre riempivano cotidianamente la cavità toracica attorno al cuore con lo zucchero. Le ferite diventavano sterili in media entro una settimana , la febbre spariva ed il numero di pazienti che moriva in seguito all'infezione diminuì enormemente. La durata media della degenza dei pazienti trattati in questo modo scese a 54 giorni contro gli 85 giorni di quelli curati con metodi convenzionali. Inoltre molti pazienti riferirono che le medicazioni erano praticamente indolori. Anche le gravi ustioni rispondono bene alla terapia con miele e zucchero.
Un medico indiano , il dottor Subrahmanyam descrisse in alcuni articoli su riviste specialistiche inglesi , come le medicazioni delle ustioni con il miele fossero più efficaci dei comuni trattamenti con garze medicate o con fogli in poliuretano imbevuti di prodotti antibiotici. Ma forse fra tutte, la più interessante indicazione all'uso del miele è quella per il trattamento dell' ulcera gastrica.
Fino ad ora si è ritenuto che le ulcere gastriche siano causate dagli stress e dalla conseguente iperproduzione di succhi gastrici acidi che erodono la mucosa dello stomaco. La medicina occidentale ha di conseguenza trattato queste lesioni con dei farmaci che riducono l'acidità dello stomaco. D' altra parte si ritiene oggi che molte di queste ulcere siano causate da un batterio , l' Helicobacter pylori , che può essere curato efficacemente con varie combinazioni di antibiotici. Possiamo a questo punto capire perchè per secoli guaritori e medici dei paesi arabi , caucasici ed asiatici hanno utilizzato con successo il miele per guarire questa patologia. Preso per via orale , in dosi concentrate , il miele ha una carica antibatterica sufficiente ad uccidere l' Helicobacter .In questo modo è stato dimostrato essere vero e scientificamente provato un altro aspetto dell'utilizzo del miele nella medicina popolare.
Il successo delle terapie con zucchero e miele ha suscitato l'interesse degli studiosi per cercare di comprenderne e spiegarne l'efficacia. Lo zucchero è stato utilizzato nei secoli per conservare i cibi sfruttandone le proprietà antimicrobiche.
Dalla metà degli anni '50 molti batteriologi dimostrarono con esperimenti di laboratorio che il miele ha proprietà antibiotiche ed antifungine. Ad esempio il dottor W.G.Sackett , batteriologo presso il Colorado Agriculture College di Fort Collins , verificò l'attività antibatterica del miele sui germi che causano il tifo ,la dissenteria , su pneumococchi , stafilococchi ecc.. Senza alcuna eccezione , tutti i batteri furono uccisi nel giro di alcuni giorni in seguito all'esposizione al miele e molti addirittura entro poche ore.

Un batteriologo turco , il dottor Ulker , dimostrò che il miele può uccidere anche i micobatteri , cioè i germi responsabili della tubercolosi e della lebbra.
Il meccanismo per mezzo del quale gli zuccheri , o raffinati o contenuti nel miele , esercitano le loro proprietà antibiotiche non è ancora del tutto chiaro.
Da una parte , sembra che gli zuccheri stimolino la fagocitosi, cioè il processo attraverso il quale i globuli bianchi aggrediscono e distruggono i germi. Dall'altra , sembra che essi proteggano i tessuti dalle infezioni nello stesso modo in cui conservano le marmellate e le gelatine .
L'alta concentrazione di zucchero crea una elevata pressione osmotica che non consente la sopravvivenza dei germi. Per capire che cos'è la pressione osmotica basti pensare che gli zuccheri ed il sale assorbono acqua. Tutte le cellule utilizzano la pressione osmotica per regolare il loro contenuto d'acqua. Se però si verifica che al loro esterno vi è una elevata concentrazione di sale o di zuccheri, l'acqua verrà assorbita dal loro interno disidratandole e provocando in tal modo la morte cellulare.
Tutto ciò può essere sfruttato in medicina poiché i microbi , che pure sono cellule , avvolti da una amalgama di miele e zucchero si disidratano e muoiono.
Ci si potrebbe aspettare che anche le cellule del nostro corpo che vengono in contatto con alte concentrazioni di zuccheri o di sale , si disidratino e muoiano, ma ciò non avviene.

Le cellule dei nostri tessuti sono in stretto contatto l'una con l'altra ed a loro volta con i vasi sanguigni e linfatici. Queste cellule , che fanno parte di un più vasto e complesso sistema , compensano le alterazioni della pressione osmotica assorbendo in continuazione acqua da altre zone del corpo.
Nello stesso tempo , le cellule del nostro corpo iniziano ad assorbire e metabolizzare gli zuccheri per trasformarli in energia per il nostro organismo. Soltanto le cellule che sono danneggiate , o quelle singole ed isolate come ad esempio i batteri , che non fanno parte del sistema corporeo , sono minacciate dalla alta concentrazione di zuccheri. La distruzione delle cellule danneggiate è un ulteriore effetto benefico delle terapie a base di zucchero o miele , poiché i tessuti morti rappresentano un terreno di coltura per molti tipi di batteri . In questo modo la "terapia dolce" è una efficace ed indolore forma di pulizia della ferita : essa elimina i tessuti morti e contemporaneamente cla lesione.
Inoltre il miele è un prodotto estremamente attivo contro funghi patogeni e batteri , ancora più dello zucchero, e ciò ci suggerisce che esso contiene sostanze antibiotiche fra cui perossido d'idrogeno (acqua ossigenata) , acido formico , vitamine e minerali (ferro, rame , manganese , calcio , potassio , sodio, fosforo e magnesio) . Tutte queste componenti contribuiscono ad aumentare la pressione osmotica e sono essenziali per stimolare la crescita e la riparazione delle cellule del nostro corpo.
Gli studi sull'efficacia dello zucchero e del miele sulla cicatrizzazione delle ferite con la conseguente eliminazione di interventi di chirurgia plastica , hanno ricevuto ulteriore conferma dalle ricerche di Mark Ferguson dell' Università di Manchester , che ha scoperto che alcuni zuccheri possono ritardare lo sviluppo del collagene, una proteina che forma il tessuto connettivo e che viene prodotta in eccesso nei cheloidi cicatriziali. Dopo essersi provocato delle ferite sulle sue braccia ed averle medicate con diversi tipi di zucchero (glucosio, fruttosio , saccarosio .......) , Ferguson ha dimostrato come essi prevengano la formazione di cicatrici deturpanti rispetto alle ferite non trattate .

Per molti di noi è difficile credere che con un metodo così semplice si possano guarire gravi lesioni incurabili con le tecniche della medicina ufficiale . Ma quest'ultima è soltanto una forma parziale di conoscenza che si deve confrontare senza pregiudizi con la cosiddetta "medicina popolare" , frutto della secolare lotta dell' uomo contro la malattia e della attenta osservazione dei fenomeni naturali.
Quando la gente ti chiede dove hai imparato questa tecnica , io rispondo : l'ho imparata qui e là , ma soprattutto avendo a che fare tutti i giorni con i pazienti , ed ogni giorno apprendendo qualche cosa di nuovo. La miglior scuola è la pratica e spesso la miglior terapia è dolce.

 

► 3:48► 3:48
www.youtube.com/watch?v=0qRHrn9USs412 feb 2008 - 4 min - Caricato da dracma81



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8 luglio 2012 7 08 /07 /luglio /2012 16:22

 

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SPINE  BENEDETTE  DI  OGNI  GIORNO

 

 

Spine  benedette  di  ogni  giorno,  vi  abbraccio  con  gioia  perché  mi  aiutate  a  guardare  il  cielo  e  per  mezzo  vostro  posso  testimoniare  a  Dio  il  mio  amore.

Venite,  o  croci  beate!  Se  il  cielo  per  me  le  ha  inviate,  non  vedo  perché  vi  debbo  buttar  via,  se  per  entrare  in  cielo  questa  è  la  mia  via.

La  croce  bella  o  brutta  che  sia,  essa  mi  canta  la  stessa  melodia.

Vieni  sofferenza  mia,

ti  abbraccio  e  ci  faremo  compagnia.

Se  della  porta  del  cielo  questa  è  la  chiave  mia,

grido  ancor  più   forte :

ti  abbraccio  o  sofferenza  mia !

 

Padre  Gino  Burresi

► 4:26► 4:26
www.youtube.com/watch?v=t8_7olF2WO010 nov 2009 - 4 min - Caricato da mautoa
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8 luglio 2012 7 08 /07 /luglio /2012 14:02

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www.lavitaoperadidio.altervista.org/artterremoto.htm 

 

terremoto-20abruzzo.jpg

 

La vita ai nostri occhi è ingiusta, non accusiamo Dio delle disgrazie

 

7/04/2009


di Andrea dal sito: www.lavitaoperadidio.altervista.org

 

Purtroppo, in seguito al terremoto in Abruzzo, si può vivere chiaramente la tristezza per le numerose vittime che hanno lasciato l’impronta in questa terra. Bambini, anziani e persone di qualsiasi età, sono morte a causa di una catastrofe naturale che trasmette esclusivamente dolore, ma anche la forza di superare le intemperie che ci presenta la vita. Solo con l’amore possiamo sconfiggere la morte e il dolore che essa causa, come stanno facendo le persone che stanno donando con immenso e profondo amore, il loro spirito. Stanno compiendo tutti una sola volontà, quella di Dio, donarsi completamente al prossimo con amore, con un unico obbiettivo: la vita.

L’essere umano ha una visione della vita circoscritta da un corpo fisico e dai sentimenti interiori, l’amore, la ragione, la coscienza, la morale. Legami profondi che spingono il nostro IO a non accettare la morte e il più delle volte a ritenere la vita ingiusta. La ragione ci dice giustamente che non si può accettare la vita per come si presenta in varie situazioni. Quando si parla di catastrofi naturali e di morti dovute a questi eventi, si è soliti attribuire la colpa a Dio, e il più delle volte lo si rifiuta per la sofferenza arrecata ingiustamente. Molti non accettano la presenza di Dio e ci si chiede davanti a tutto questo: Come si può credere in Lui?

Gli atei cercano cosi di fortificare le loro “certezze”, affermando che Dio non esiste proprio perché altrimenti sarebbe intervenuto per evitare le conseguenze. In ogni istante la vita continua: sta sorgendo e tramontando. Disgrazie, morti a causa di incidenti stradali, violenze, guerre, omicidi. La vita si presenta in tutte le sue tonalità, che siano belle o brutte, giuste o ingiuste: la vita prosegue in un ciclo infinito. Quale è allora il senso?

La morte dovuta al caso è una tragedia che “forse” si poteva evitare, ma essa si presenta inaspettatamente, non si sa come e quando, ma perché scagliarsi contro Dio che ce l’ha donata con profondo amore? Perché il non credente non assegna la colpa alla natura, che è stata ingiusta? Sarebbe più coerente, ma cosi non potrebbe fortificare la certezza che si fonda sul concetto che Dio non esiste. Un dubbio davvero irrisolvibile. Vuole consolidare l’ateismo tramite il confronto con la fede in Dio, al fine di contrastare il credente non per antipatia, ma perché non riesce a trovare una ragione tale da rafforzare la “presunta certezza”. L’ateismo non è fede perché non può esistere e nascere nella sola ragione, occorre la volontà per aprirci a Dio e far sì che ce la doni.
Affermare che Dio non esiste perché non è intervenuto, sarebbe imporre la nostra volontà sulla Sua, non per forza coincidente. Siamo presuntuosi e patetici e siamo esseri davvero limitati per rapportarci a Dio. La volontà dell’uomo coincide con quella di Dio, nell’amore e nel donarsi totalmente agli altri.
Dire: “Se Dio esistesse, farebbe qualcosa per la vita”, “avrebbe evitato la morte in tanti casi nella storia”, “avrebbe salvato persone innocenti” e rifiutarlo per questo, significa cadere nell’illusione materialistica della vita, offuscando la fede e rifiutando la grazia Divina, perché il Signore non è malvagio, e tanto meno si scaglia contro gli innocenti. Inoltre: “perché è morto un bambino innocente?”.
La vita non ha fine e ognuno ha il suo compito e la sua missione. La morte si presenta da un momento all’altro, e nelle varie casualità impreviste, secondo noi: “Qualcuno avrebbe dovuto fare di più”, ma l’uomo non può elevarsi al pensiero di Dio. La ragione naturalmente, non ci permette di accettare la vita, ma è Dio che stabilisce i modi e le date, e noi dobbiamo solamente essere consapevoli che fa parte della nostra esistenza e della nostra natura; e prima o poi toccherà a tutti. Siamo solo chiamati a vivere, a essere.

Io voglio solo poter dire la mia, sul fatto che è sbagliato attribuire la colpa a Dio, e ancor di più diventare atei per queste ragioni, perché: che ne sappiamo noi del volere di Dio?
Inoltre quel che è giusto per noi non necessariamente è giusto per Dio, e viceversa.

La sofferenza unisce tutte le persone in un modo o nell’altro. Chi più, chi meno nella malattia del corpo, nella sofferenza dello spirito, nelle disgrazie che ogni giorno caratterizzano la nostra vita, che è felicità ma anche sofferenza, poi sarà gioia pura e vita eterna nell’anima; dove saremo liberi da ogni vincolo materiale, da qualsiasi traccia di egoismo per la materialità, e vivremo con i doni dello Spirito Santo: amore, felicità, pace, beatitudine, libertà.
Dobbiamo sperare in una vita giusta e lottare affinché la nostra anima sia pura, per accogliere già sin da ora i doni dello Spirito Santo, e con la fede nutrire amore verso se stessi ma specialmente verso il prossimo, con perdono e speranza. Tutto ciò serve per vivere, l’amore è la base della vita, perché placa le sofferenze. Tutti i sentimenti che creano disordine interiore, si sistemano solo con amore, che ordina e determina la pace. Se in questi momenti di dolore, non ci fosse amore, sarebbe disgregazione totale, indifferenza. Se scrutiamo la nostra coscienza, ci accorgeremo che tantissime persone accompagnate da sentimento d’amore reciproco, si aiutano e ciascuno dona se stesso al sostegno del prossimo, realizzando in tal modo il progetto di Dio. Questa è la Sua Volontà: l’amore.
In qualunque sostegno verso il prossimo c’è amore, e dove c’è amore c'è Dio.

 

La vita va avanti e purtroppo dobbiamo lottare con la tristezza del nostro tempo, perché poi verremo premiati e un giorno, potremo vivere il momento dell’abbandono del nostro veicolo: l’anima è pronta a vivere libera. La morte si presenta in qualsiasi individuo umano, dobbiamo solo essere pronti ad accettare il mistero di Dio e la Sua Volontà.
Il dolore e la sofferenza generata dai frutti della vita, creano un vuoto interiore, che è proprio nella natura dell’uomo, ma noi con tutto il nostro spirito e con la forza trasmessa da Dio, possiamo superare questi momenti. Occorre nutrire la fede e superare le dure prove che caratterizzano il nostro percorso.

Certamente come si può non soffrire davanti a una disgrazia? Come si può essere indifferenti a una persona triste? Come possiamo convincerci di non provare dolore per la vita, se questa si presenta crudele nei nostri confronti? Tutto ciò è determinato dalla sofferenza dello spirito, non di certo dalla carne e dal corpo, perché se fossimo solo carne, dove sarebbe l’amore?
La carne è solo il vestito delle nostre emozioni, che sono dell’anima, la morte rappresenta il distacco completo da questo veicolo, liberando la nostra personalità e continuando il percorso nella vita con Dio. La morte è una rinascita, piangiamo sempre per la vita, perché anche chi abbiamo "perso" rinasce nuovamente. La carne non racchiude i sentimenti, perché altrimenti saremo indifferenti alla sofferenza e al dolore.

Sorge la SPERANZA, ed è proprio in questi casi che Lui è più vicino, perché ci separiamo dalla materialità, sciogliendo i nodi che offuscano l’anima come: l’odio, l’egoismo, il peccato.
Siamo in comunione con Lui e viviamo la sofferenza, che rappresenta l’anima con bisogno infinito di scambiarsi l’amore. La sofferenza e il dolore segnano la vita, come la gioia, ad esempio la nascita di un bambino che piange esultando per la vita, trasmettendo l’amore. Tutto ciò è una manifestazione di Dio.

Lo stesso, dove era Dio durante il genocidio degli ebrei?
Dio era in tutti i sofferenti e innocenti. Anche loro hanno avuto la sensazione dell'abbandono di Dio, frutto dell’atroce sofferenza, come avvenne a Cristo che si sentì abbandonato. Questa è la condizione umana che di fronte al dolore ci fa sentire persi, ma è proprio qua che Dio ci è vicini. Come un bambino che soffre perché la mamma lo ha accompagnato a scuola, in realtà non lo abbandonerà mai e lo ama sempre immensamente. L'uomo porta la sua croce come fece Cristo che ha sofferto per noi, condizione che Dio lascia all’uomo per renderlo capace di amare, anche di fronte alla difficoltà.
Quello che non dobbiamo fare è perdere la speranza e l'amore che si fa immensamente vivo durante questi momenti. È qui che Dio chiama ciascuno e ci mette alla prova, ed è proprio in queste fasi della nostra esistenza che ci rendiamo conto di quanto sia importante la vita. Certamente noi più fortunati possiamo pregare, riporre la fiducia in Dio perché è proprio in queste situazioni che Lui è più vicino.

La sofferenza è amore, e tutti i volontari che stanno aiutando le persone in difficoltà, lo fanno per amore verso gli altri e verso la vita. In questo modo anche Dio si fa vivo, perché basta l’atto d'amore e di carità. Rifiutare Dio davanti a queste situazioni è sbagliato, la Sua Volontà non la conosciamo, sappiamo solo che ci ama e soffre con noi. La vita non termina e non dobbiamo dare la colpa a Dio, perchè questa è la vita che ci ha donato e si presenta in tutte le sue sfumature, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore. Quello che siamo chiamati a fare è amare, sperare e pregare Dio. L’amore è fondamentale per vincere la sofferenza, che si presenta nel dolore dell’anima, ma è pur sempre il sentimento che ci lega alla vita. La SPERANZA serve per vivere, ed è l’ultima a morire.  

Il mio pensiero va a tutti coloro che sono sofferenti date le circostanze della vita, di confidare in Dio perché ci ama profondamente. Non posso che citare l’esperienza di Santa Bernadette quando le appare la Madonna a Lourdes e le dice:
”Non prometto di farti felice in questa vita, ma nell’altra”...

Il mio pensiero vuole ricordare i terremotati dell’Abruzzo e le persone che hanno perso i loro cari per via di questa tragedia. Sperando che possano confidare in Dio e trovare in Lui pace, preghiamo il Signore perchè dia conforto alle loro anime.

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youtube.com5 giu 2011 - 5 min - Caricato da Fabio67377
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8 luglio 2012 7 08 /07 /luglio /2012 10:58

Poster Omicidio a luci rosse

 

L'eiaculazione+precoce+ha+molte+analogie+dinamiche+con+la+balbuzie

 

L'EIACULAZIONE   PRECOCE   HA   MOLTE   ANALOGIE   DINAMICHE   CON   LA   BALBUZIE,   IN   AMBEDUE   I   CASI    SPESSO   IL   SINTOMO   ESPRIME   UN'ESPLOSIONE   DI   AGGRESSIVITA',   PER   CUI   L'ORGASMO   E   L'EIACULAZIONE   DIVENTANO   IMPULSIVI,   DEVONO   ESSERE   SPARATI    COSI'   COME   NELLA   BALBUZIE   DEVONO   ESSERE    SPARATE    LE    PAROLE.

 

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youtube.com24 nov 2011 - 3 min - Caricato da honirowebsite
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8 luglio 2012 7 08 /07 /luglio /2012 06:16
Corso di pipì.jpg

 

http://www.ok-salute.it/diagnosi-e-cure/11_a_storie-medicina-balbuzie.shtml

 

E il balbuziente Demostene
andò dal logopedista

 

Il celebre oratore greco tartagliava: risolse il problema con i sassolini in bocca

 

Il grecista Giorgio Ieranò è docente universitario, giornalista, scrittore e insegna storia del teatro antico, letteratura greca e filologia classica all'Università di Trento. Su OK La salute prima di tutto cura la rubrica Storie della medicina, da cui è tratto questo articolo.

Qualcuno di voi avrà visto il film Il discorso del re: racconta la storia di Giorgio VI, il padre di Elisabetta II d'Inghilterra, che, affetto da una grave balbuzie, ne viene guarito grazie ai metodi eccentrici e alla tenacia di un medico australiano. Così, con i suoi discorsi, riuscirà a infondere coraggio al suo popolo minacciato dalla Germania nazista.
Questa è una storia vera. Ma è, al tempo stesso, una storia tradizionale, che replica un modulo già antico. Una vicenda analoga, infatti, si raccontava riguardo al grande oratore ateniese Demostene: l'uomo politico che, nel IV secolo a. C., si oppose con coraggio ai piani espansionistici dell'impero macedone di Filippo II e di suo figlio Alessandro Magno, decisi a estendere la loro egemonia sulla Grecia. Demostene aveva un grave difetto di pronuncia; quando parlava, tartagliava, e si perdeva gran parte di ciò che andava dicendo.

Per una civiltà dove tutto, dalla politica alla poesia, era affidato principalmente all'oralità, alla recitazione e alla declamazione, non saper parlare era assai più grave che per noi moderni.
Ciò non toglie che vari personaggi illustri dell'antichità avessero difetti di pronuncia: dal leggendario Batto, il cui nome significa appunto «Il balbuziente», fondatore della città di Cirene, allo stesso Aristotele, che nelle sue opere scientifiche individua la causa della balbuzie in una malformazione della lingua, non disdegnando però osservazioni psicologiche.

Il balbuziente, dice infatti, è spesso un malinconico che immagina e pensa le cose più rapidamente di quanto la sua lingua possa esprimerle. Comunque sia, un giorno Demostene aveva tentato un discorso pubblico, ma l'uditorio lo aveva deriso. Era abbattuto e mortificato, quando un attore, un certo Satiro, lo confortò. E iniziò a sottoporlo a una vera e proprio terapia logopedistica, cioè di rieducazione del linguaggio.
Lo fece recitare più volte i brani dei grandi autori del teatro greco; gli insegnò le tecniche di respirazione; a quanto pare, fu d'aiuto anche un espediente piuttosto bizzarro: Demostene si esercitava per ore a parlare tenendo sassolini in bocca. Alla fine, la terapia funzionò.
Demostene divenne il più grande oratore di tutti i tempi. Anche se, al contrario di re Giorgio, perse la sua guerra e fu infine costretto a uccidersi.
Giorgio Ieranò - OK La salute prima di tutta

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youtube.com1 giu 2011 - 4 min - Caricato da siroxx1

 

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  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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