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Dietro la balbuzie spesso c'è un divorzio o un padre assente
Bambini che ripetono ossessivamente parole o sillabe, e altri che, rossi in viso e solo dopo un grande sforzo, riescono a 'buttare fuori' un nome o una frase. ''Sono queste le due facce della balbuzie, un problema in forte aumento, negli ultimi cinque anni, fra i piccoli italiani. Specie fra le femmine''. Parola di Donatella Tomaiuoli, psicopedagogista e docente di logopedia della Sapienza di Roma, responsabile di un Centro specializzato per la terapia della balbuzie nella Capitale. ''A balbettare è il 2% della popolazione, e il problema è più diffuso fra i bambini, soprattutto maschi. Ma se fino a poco tempo fa era molto raro incontrare una bimba balbuziente, adesso nel nostro centro ne seguiamo tantissime - spiega l'esperta - E questo forse si collega al fatto che i piccoli sono sempre più ansiosi e stressati. Si chiede loro moltissimo, il loro tempo diventa frenetico fin dall'infanzia''.
Il problema si manifesta tra 3-5 anni. E può regredire ma anche cronicizzare. ''Dietro un bimbo che balbetta c'è spesso una separazione fra i genitori, o un papà assente - aggiunge l'esperta - Ma esiste anche una base organica e una familiarità che concorrono con fattori ambientali''. Insomma, sono molti gli aspetti alla radice del problema. ''Ma è importante non trascurarlo: ormai all'estero si interviene già a 3 anni, mentre da noi si tende ad aspettare il sesto compleanno. Questo è sbagliato: attivarsi prima aiuta molto il bambino''. La balbuzie scatena insicurezza, il piccolo tende a isolarsi e ad evitare tutte quelle attività che lo costringerebbero a parlare, come i giochi in gruppo o le telefonate. ''Anche per questo nel nostro programma ci serviamo della telefonoterapia: abituiamo bambini e ragazzi a familiarizzare con questo strumento, a parlare quando serve e ad acquisire sicurezza. Con lo stesso scopo ci serviamo del doppiaggio del film e mettiamo in scena trasmissioni tv come il 'Costanzo Show', in cui si interpretano ruoli e si passa attraverso molteplici stati d'animo. Con risultati eccezionali''.
Il programma messo a punto dalla Tomaiuoli punta a 'rompere' l'isolamento e spezzare l'insicurezza ''di bambini che spesso hanno un Qi più alto della media. Purtroppo - dice l'esperta - oggi ci sono moltissimi metodi che promettono guarigioni miracolose in pochissimi giorni: tutto fumo e niente arrosto''. Occorre invece stimolare bambini e ragazzi, facendoli anche divertire.
''Abbiamo costruito negli anni un percorso giocoso che li aiuta ad uscire dai due ruoli tipici di questi piccoli, la passività o l'aggressività. Per i più piccoli, invece, al posto della telefonoterapia e della simulazione di programmi tv, abbiamo realizzato un 'Laboratorio di gioco''. Lì si mettono in scena favole e storie, aiutando i bambini a parlare e a gestire la pressione del tempo.
Obiettivo, ridurre al minimo o superare il problema, ''ma soprattutto far vivere bene questi futuri adulti, dare loro sicurezza''. ''Il mio consiglio ai genitori - conclude l'esperta - è quello non sottovalutare il problema: se il piccolo inizia a balbettare, a ripetere parole, frasi o sillabe, è bene rivolgersi subito allo specialista. Solo lui è in grado di valutare la gravità del problema''.
youtube.com31 ott 2011 - 5 min - Caricato da ObiProvKenobi |