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2 marzo 2014 7 02 /03 /marzo /2014 14:05

 

 

 

http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/curia-curia-curia-donne-women-mujeres-32413/

 

 

 
 
 
 

(©Reuters) Alcune giovani donne in una chiesa

 
 
 
 
2/03/2014 
 
 Kasper: «Donne a capo dei pontifici consigli»
 

Nell'intervista ad «Avvenire» la proposta di portare ai vertici le presenze femminili. «In Curia ci sono troppi vescovi». E contro il carrierismo curiale, la proposta di mandati a tempo

ANDREA TORNIELLI
Città del Vaticano

 

«Il ruolo delle donne nella Chiesa va riconsiderato e integrato nella prospettiva del dinamismo sinodale e della conversione missionaria indicati dal Papa»: le donne possono essere coinvolte in ruoli guida nei pontifici consigli e nella futura Congregazione per i laici, in una Curia dove ci sono troppi vescovi e dove per contrastare il fenomeno del carrierismo si potrebbero introdurre mandati a tempo determinato, chiamando sacerdoti che hanno già un'esperienza pastorale alle spalle. È quando ha detto il cardinale Walter Kasper in una lunga intervista con Stefania Falasca pubblicata oggi su «Avvenire».

 

 

«Finora ai sinodi le donne - ha detto Kasper - sono state presenti generalmente in veste di uditrici e in posizione di scarso rilievo. Ci sono sempre due o tre uditrici che intervengono alla fine dei lavori, quando ormai hanno parlato tutti. Mi domando: come si possono preparare due sinodi sulla famiglia senza coinvolgere in primis anche le donne? Senza le donne la famiglia semplicemente non esiste. È insensato parlare della famiglia senza ascoltarle. Credo che debbano essere chiamate e ascoltate fin da ora, nella fase della preparazione».

 

 

«Penso che le donne - ha continuato il porporato tedesco al quale il Papa ha affidato la relazione di apertura dell'ultimo concistoro sulla famiglia - debbano essere presenti a ogni livello, anche in posizioni di piena responsabilità. È indispensabile l’apporto della ricchezza e delle capacità intuitive insite nel genio femminile. La Chiesa senza le donne è un corpo mutilato. Tante sono oggi impiegate attivamente negli organismi ecclesiali. Possiamo immaginare oggi strutture comunitarie, caritative, culturali senza la presenza delle donne? Senza di loro le parrocchie chiuderebbero domani stesso. Nella realtà e nella Chiesa “in uscita” prefigurata dal Papa, le donne sono già avanti, sono alle frontiere».

 

 

Kasper nell'intervista con «Avvenire» ha ricordato con le parole di Francesco che «nella Chiesa l’autorità dei ministri consacrati e dei vescovi non è dominio, ma è sempre servizio al popolo di Dio e deriva dalla potestà di amministrare il sacramento dell’Eucaristia. Intendere quindi l’esercizio dell’autorità legata al ministero ordinato in termini di potere è clericalismo. Questo si vede anche nella scarsa disponibilità di tanti presbiteri – sacerdoti e vescovi – a lasciare ai laici il controllo di ruoli di responsabilità che non richiedono il ministero ordinato. Nell’Evangelii gaudium il Papa si chiede se è proprio necessario che il prete stia in cima a tutto. Ciò infatti dà luogo a un immobilismo clericale, che a volte sembra aver paura di lasciar spazio alle donne, quindi anche di riconoscere lo spazio ad esse dovuto là dove si prendono decisioni importanti».

 

 

Il cardinale affronta quindi il nodo importante della questione di una presenza più incisiva delle donne negli ambiti decisionali, legato al fatto che «alcuni ruoli nella Chiesa prevedono l’esercizio della potestà di giurisdizione che è connessa con il ministero ordinato». Ma non tutti i ruoli di governo o di amministrazione presenti nella Chiesa, ha ricordato, «implicano la potestà di giurisdizione. Questi dunque possono essere affidati a laici e quindi anche alle donne. Se ciò non avviene, non si può in nessun modo giustificare questa esclusione delle donne dai processi decisionali nella Chiesa».

 

 

La donne, ha spiegato Kasper, «possono rivestire incarichi di responsabilità in quegli organismi che, anche ai livelli più alti, non implicano necessariamente la potestà di giurisdizione connessa con il ministero ordinato: nei Pontifici consigli, ad esempio. Nei consigli per la famiglia, per i laici (ricordiamo che la metà dei laici sono donne) per la cultura, per le comunicazioni sociali, per la promozione della nuova evangelizzazione, solo per citarne alcuni. In essi non troviamo ad oggi alcuna presenza femminile in posizione di rilievo. Questo è assurdo. Nei consigli, ed in altri organismi vaticani, l’autorità potrebbe essere esercitata dalle donne anche ai livelli più alti, con responsabilità piena». La presenza femminile può essere preziosa anche «negli uffici dedicati all’amministrazione, agli affari economici, nei tribunali. Ambiti di competenze nei quali le rinomate capacità professionali delle donne spiccano, ma non sono state qui ancora adeguatamente considerate».

 

 

Per quanto riguarda le Congregazioni, il cardinale precisa: «Pur rimanendo ferma e distinta la firma dell’autorità, anche una donna può essere sempre presente nelle decisioni e può quindi benissimo assolvere il compito di sottosegretario. Sono perciò convinto che anche con le vigenti regole canoniche si possa già fare qualcosa nelle Congregazioni, valutando le singole possibilità». Tra le congregazioni, il cardinale cita «l’Educazione cattolica, ad esempio: basti pensare al talento educativo delle donne e ai ruoli che esse occupano in questo campo. Anche alle Cause dei santi sarebbe prezioso il discernimento spirituale femminile. Escludo ruoli di responsabilità delle donne per ovvi motivi nelle Congregazioni per i vescovi e il clero. Ma già alla Dottrina della fede, ad esempio, c’è un’assemblea di teologi che prepara tutte le sessioni e nella quale a tutt’oggi la presenza femminile è ancora assente. Eppure abbiamo tante teologhe che sono anche docenti nelle università pontificie. Un loro contributo sarebbe auspicabile. Questo è vero a maggior ragione nella Congregazione per la Vita consacrata: l’ottanta per cento delle persone consacrate appartengono all’universo femminile».

 

 

Il criterio con cui vagliare le candidature, «dovrebbe basarsi sulla competenza e sullo spirito di servizio. Ovviamente, anche le donne - dice Kasper - possono essere mosse dalla smania di far carriera sul modello maschile. Ci sono alcune che manifestano questo problema, ma molte altre no. Occorre dunque saper scegliere con discernimento le persone giuste, non scegliere persone che rispondono a dinamiche viziate». Il cardinale ha citato l'esempio positivo di Mary Ann Glendon, professoressa di Harvard, alla quale la Santa Sede «ha affidato un compito importante inviandola come rappresentante alle conferenze dell’Onu dove ha svolto un servizio eccellente, riconosciuto da tutti». «Penso che un certo numero di donne - aggiunge - così potrebbero contribuire a sanare il clericalismo e il carrierismo nella Curia, che è un vizio terribile».

 

 

Contro il carrierismo curiale, Kasper afferma: «L’impiego con incarichi a tempo determinato potrebbe essere un rimedio. Si potrebbero impiegare persone con esperienza pastorale alle spalle, che hanno esperienza in diocesi, nelle parrocchie e affidare loro incarichi a tempo determinato. Ad esempio per un quinquennio. Un periodo al termine del quale alcuni potrebbero rimanere ma tutti gli altri tornerebbero in diocesi portando la propria esperienza nella Chiesa locale. Con questa prospettiva si potrebbe forse eliminare il problema delle persone che agiscono avendo come unico criterio il proprio avanzamento sulla scala».

 

 

Infine Kasper si domanda se sia indispensabile che «tutti i segretari dei dicasteri vaticani debbano essere vescovi». Nella Curia «c’è oggi un’alta concentrazione di vescovi - osserva - Tanti svolgono funzioni di burocrati, e questo non va bene. Il vescovo è un pastore. La consacrazione episcopale non è un’onorificenza, è un sacramento, riguarda la struttura sacramentale della Chiesa. Perché dunque è necessario un vescovo per svolgere funzioni burocratiche? Qui, a mio avviso, si rischia un abuso dei sacramenti».

 

Jul 11, 2011 - Uploaded by evakaty

 

 

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2 marzo 2014 7 02 /03 /marzo /2014 11:39

 

   

  

 

http://www.valdagno.info/index.php?option=com_content&view=article&id=547:riflessione-religiosa-della-settimana-santi-peccatori&catid=136:parrocchia-di-san-clemente&Itemid=68

 

 

 

 

Riflessione religiosa settimanale a cura di don Gianluca Padovan
 
13 GIUGNO - Oggi ricordiamo la festa di sant’Antonio, e vedete esposte ben due immagini che lo raffigurano. Antonio era un santo: un uomo di preghiera e di carità, uno studioso e un predicatore, innamorato di Dio e dedito al servizio degli uomini. Un cristiano perfetto, potremmo dire. 

Ma in che cosa consiste la santità? Essere santo, significa forse non peccare mai? Eppure Antonio stesso sentiva il bisogno di frequenti digiuni, di confessarsi spesso e di chiedere scusa ai fratelli francescani per i peccati che quotidianamente commetteva.

No, la santità non è semplicemente non peccare, la santità è qualcosa di diverso, e la Parola di Dio ce ne dà due esempi: Davide e la donna peccatrice.

Due esempi di santità molto strani, a ben guardare. Davide fu certamente un uomo eccezionale, la Bibbia stessa lo definisce “il santo re Davide”, parla di lui come di un grande condottiero, un sovrano illuminato e persino un profeta di Dio, e a Davide sono attribuiti anche molti dei Salmi che leggiamo durante la Messa.

Davide fu uno degli uomini che scrissero la Bibbia, quindi tra i più vicini a conoscere il mistero di Dio. Eppure proprio oggi abbiamo ascoltato la pagina più oscura della sua vita, quando Davide, stanco della moglie, si innamora di un’altra donna, sposata con il soldato Urìa. E Davide non solo la seduce ed ha un figlio da lei, ma fa anche uccidere Urìa.

Davide è certamente il santo re d’Israele, eppure fu un grande peccatore. La sua santità consiste nell’atto di fiducia che compie verso il Signore: Davide non finge di non aver fatto nulla, non cerca scuse e non si giustifica: “Ho peccato contro il Signore”, grida, e piange e chiede perdono a Dio. Davide sa che Dio è un Padre buono, spera in lui e si mette nelle sue mani.

Così la donna del Vangelo. Gesù lo dice chiaramente, lei ha “molti peccati” da farsi perdonare. Non è certamente una innocente, anzi. Ne ha combinate così tante che la gente la segna a dito per strada, e tutti sanno quello che ha fatto. Eppure è santa, santa perché ha amato il Signore e ha creduto che anche lui potesse amarla, nonostante avesse fatto cose per cui ormai nessun uomo voleva avere a che fare con lei.

Ecco, questa è la vera santità: credere che Dio ci ama ed è pronto ad accoglierci, e fare il primo passo verso di lui.
E se ci guardiamo intorno, ai quadri della nostra chiesa che rappresentano tanti santi, ci accorgiamo che nessuno di loro è senza peccati. Davide e Antonio, ma anche Francesco, Domenico, la Maddalena, gli Apostoli e gli Evangelisti, Giuseppe e Maria, tutti hanno peccato, tutti hanno dovuto convertirsi e chiedere perdono a Dio, tutti si sono affidati al suo amore. Per questo sono santi, perché ci mostrano che in ogni circostanza della vita noi possiamo sperare nel Signore. Per questo siamo santi noi, se affidiamo a Dio i nostri peccati; per questo è santa la Chiesa, non perché non pecca, ma perché non smette di credere di poter essere perdonata, e di essere sempre e comunque amata.

È l’invito di Paolo, lasciare che Cristo ci doni la sua grazia senza presumere di poter essere perfetti. Fuggiamo da questo peccato, da questo orgoglio: nessuno è perfetto, nessuno ha sempre e solo ragione, nessuno ha idee migliori degli altri, nessuno può pretendere diritti superiori agli altri o mettersi su un piedistallo. No, nessuno di noi vale più degli altri, e se lo comprendiamo, se ci accorgiamo di essere tutti peccatori, nessuno farà come il fariseo Simone, che si permette di giudicare la donna e persino Gesù, pensando di essere lui solo puro e immacolato.

Se noi comprendiamo di essere come quella donna peccatrice, diventeremo capaci di donarci agli altri, come le donne che chiudono il Vangelo: tutte sono state perdonate e guarite da Gesù, e tutte ora, con umiltà e semplicità, offrono quello che hanno e stanno insieme volendosi bene, perché sanno di avere peccato molto, ma sanno anche di essere amate molto di più.

(Nell'immagine: Ultima Cena, manoscritto armeno del XIV secolo - Museo dei manoscritti Yerevan)

 

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1 marzo 2014 6 01 /03 /marzo /2014 05:48

 

 

 

 

Visualizza i firmatari | FIRMA questa Petizione

 

 

Gentile lettore o lettrice che hai conosciuto Padre Gino Burresi,

racconta a Papa Francesco  di lui, delle belle o brutte esperienze avute nel contatto con quest'uomo, che se per un verso ha lasciato dell'amaro in bocca a qualcuno, per altri invece ha significato una svolta positiva nella propria vita.

Rosanna mi ha scritto che ha molto da raccontare....Ebbene lo faccia qui con tranquillità, senza paura. La paura di lasciare le proprie impronte sulla sabbia blocca la mano nell'atto di scrivere quello che si sente nel proprio cuore. Portiamo tutti le nostre impronte digitali nel cuore, che per taluni batterà con un ritmo gioioso mentre per altri assumerà un timbro stonato.

Qui possiamo reimpostare le corde del nostro cuore sintonizzandolo sull'onda di una confessione, di uno sfogo da tanto represso, di un sentimento a cui non abbiamo mai voluto riconoscere la cittadinanza.

L'importante è sapersi esporre ai pericoli dei venti contrari. Siamo su una barca che non affonderà mai, se veglieremo a turno non facendoci sopraffare dal torpore che addormenta le coscienze.

Siamo coscienti di questo ?

Se sì, allora racconta a Papa Bergoglio di Padre Gino.

 

Riccardo Fontana

 

 
 
www.youtube.com/watch?v=vVqQDIO0_YE
Feb 12, 2012 - Uploaded by astragigi
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25 febbraio 2014 2 25 /02 /febbraio /2014 05:38

 

 

 

 

http://www.raccontinellarete.it/?p=7177

 

 

 

 

“Sala d’aspetto” di Francesca Tocchet

 

La stazione di Trefiumi ha ben quattro binari, tre banchine, sei panchine di pietra, tre orologi e quattro lampioni (tutti funzionanti). Rumore di passi, valigie, voci di ogni età, treni in arrivo e partenza. Biglietti, riviste, ombrelli bagnati, cappotti, fumo di sigarette.

L’unica sala d’aspetto (prima e seconda classe) è immersa nel silenzio. Sul muro uno specchio con cornice; al centro un tavolo di rovere, alto e ruvido; nell’angolo sinistro un cestino, semivuoto; poggiate a tre lati della stanza tre lunghe panche di legno (una per lato); due termosifoni, entrambi regolati al minimo;un orologio fermo, da due anni, sulle 10.23.

Vicino alla porta c’è un signore, in un cappotto verde, con gli occhiali sul naso e il naso quasi schiacciato contro il vetro. Guarda i binari con le mani intrecciate dietro la schiena. Sembra che sia stato portato lì insieme al tavolo, allo specchio e all’orologio. Come l’orologio sta fermo, nella stessa posizione, senza stancarsi. L’uomo a cui dà le spalle non può vedere (né immaginare) il suo sorriso.

L’uomo col maglione giallo e il viso stanco sembra aspettare molto più di un treno. Tenta di sedere compostamente sulla panca, ma le sue spalle sono curve e il legno è duro e lucido. Accanto a sé tiene, ben piegato, il giornale di oggi. Guarda oltre le porte in vetro della sala d’aspetto. La stazione è piena di studenti e fa freddo. Le persone si muovono lentamente. Il tempo scorre piano, ogni secondo moltiplicato. L’uomo china lo sguardo sulla fede che porta all’anulare sinistro. Unico cerchio perfetto, oramai perduto, della sua vita. L’uomo percorre con lo sguardo tutto il perimetro della stanza – che lo fa sentire a disagio, come un bambino – e con il dito accarezza la superficie liscia della fede. Una porta si apre, un rumore di tacchi violenta il silenzio della sala. L’uomo alza lo sguardo, si gratta un punto qualunque sul collo e raccatta il giornale, per fingere di leggerlo.

La donna che è entrata posa le sue valigie nell’angolo destro, vicino al termosifone. Guarda l’uomo col maglione giallo e quello sulla porta, che le volta le spalle. Guarda lo specchio. Guarda se stessa dentro lo specchio in un tailleur melanzana e si siede. Pelle bianca, capelli scuri, occhi verdi, mani curate e polsi fini. Delicata e fragile, come la Madonna di porcellana poggiata sul comò della nonna e rivenduta a un mercatino dell’usato. Getta lo sguardo lontano, accavalla le gambe e si sistema la gonna. Donna vuota, come la sedia per l’ospite atteso inutilmente. Lei sospira, prende i grafici dalla cartellina in pelle, li guarda e pensa

sono gli altri che  mi hanno amata ingiustamente

Poi alza lo sguardo, nello specchio. Non una piega sul suo viso di porcellana.

Nei suoi occhi passa la figura dell’uomo col maglione giallo che attraversa la stanza con il giornale in mano. Non ha valigie. Mentre lui apre la porta per uscire, lei risistema i documenti nella cartellina, passa una mano tra i capelli e prende le sue valigie. Uscendo dalla sala d’aspetto mormora un buonasera di cortesia al signore che sta davanti alla porta. Se avesse alzato il viso per guardarlo si sarebbe chiesta perché sorrideva.

Si sente il fischio del treno. Tutti guardano verso il fondo dei binari. L’attesa è finita.

Il signore con il cappotto verde apre la porta, esce tra la gente, alza il braccio e saluta la persona che stava aspettando. Un ragazzo, sceso dal primo vagone, lo vede, sorride e gli corre incontro.

Tra poco padre e figlio si riabbracceranno.

 

 
 
www.youtube.com/watch?v=MBcBck6eVFk
Apr 15, 2013 - Uploaded by laquilone1
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18 febbraio 2014 2 18 /02 /febbraio /2014 18:03

 

 

 

http://www.santuariosanvittorino.it/articoli/120-dolore-innocente

 

 

 

 

 

DOLORE INNOCENTE

 

 

Dolore innocente senza umana risposta.

Mistero di buio.

Con nascosta una luce.

Accesa da chi su una Croce, innocente,

ha portato il dolore e la morte di tutti.

Per dare!

Speranza e certezza di una vita per sempre e felice.

 

 

Bondi Pio

 

Jun 3, 2012 - Uploaded by santuario omvf
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9 febbraio 2014 7 09 /02 /febbraio /2014 04:49

 

 

" LA SPERANZA " 

 

 

 
Custom Design a Super Spiral Child Hula Hoop
 

 

 

E' la speranza una creatura alata

che si annida nell'anima

e canta melodie senza parole

senza smettere mai.

 

E la senti dolcissima nel vento

e ben aspra dev'essere la tempesta

che valga a spaventare

il tenue uccello

che tanti riscaldò.

 

Nella landa più gelida l'ho udita

sui più remoti mari

ma nemmeno all'estremo del bisogno

ha voluto una briciola da me.

 

Emily Dickinson

 

 

www.last.fm/music/Susan+Boyle/_/I+Dreamed+A+Dream

 

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9 febbraio 2014 7 09 /02 /febbraio /2014 03:44

 

 

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-75924

 

 

Un paio di scarpe consumate dalla pratica.

 

 

Scarpe

    

 

Scarpe e scarpe consumate
nei sentieri della vita
per cercarti affannosamente.
Ho percorso valli e colline,
e non ti ho trovato;
ho camminato lungo i greti,
ho guadato fiumi travolgenti,
e tu non c'eri.
Poi, una svolta nella mia vita:
non era necessario distruggere
scarpe,
percorrendo le strade sbagliate.
Le ho appese al chiodo del tormento
e ho continuato a piedi scalzi
per non far rumore
e sentire la tua voce.
Ho varcato il portale
del mio essere,
ho seguito i sicuri sentieri
dello spirito e
finalmente,
tra le pieghe dell'anima,
ti ho trovato,
mio Signore!

 

 

Mario Olimpieri

 

 

 

Lucio Battisti - Prigioniero del mondo (1969) - YouTube

 
 
 
www.youtube.com/watch?v=1qP3XRHNus4
Jan 19, 2014 - Uploaded by Enzo Trianni

 

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5 febbraio 2014 3 05 /02 /febbraio /2014 04:07

 

 

 

http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-lettera-aperta-al-ministro-gelmini-63289466-comments.html

 

Il Liceo da immaginare

 

A distanza di 4 anni purtroppo la situazione non è cambiata, mia figlia ha avuto oggi i risultati delle selezioni per essere ammessa al liceo farnesina, non idonea....non voglio polemizzare sull'esito, sicuramente sarà passato qualcuno più "bravo" di lei; mi sembra assurdo però che l'esame si svolga a porte chiuse, senza un programma preciso comune in tutta Italia. Come a priori mi sembra sbagliatissimo sottoporre dei ragazzini di 13 anni ad una prova selettiva per accedere al liceo (che è ancora scuola dell'obbligo)cosa che non è prevista in nessun altro istituto superiore; per iscriversi all'artistico non occorre saper già disegnare! Insomma che scopo ha il liceo musicale, insegnare la musica a chi ha questa passione oppure prendere degli studenti che già sanno suonare bene così non c'è bisogno di insegnare loro niente di particolare ma si può mettere su direttamente un'orchestra che fa bella figura? Non mi sembra che la scuola abbia questa missione.
Per non parlare della disparità che ho notato tra la graduatoria di pianoforte e quella di altri strumenti. A pianoforte la votazione massima è stata 70/100 mentre in altri strumenti (violino, chitarra, canto) ci sono state votazioni molto più alte; possibile che quest'anno i ragazzi che suonano il piano fossero tutti di livello così basso? o forse c'era la volontà di incoraggiare lo studio di altri strumenti perchè di pianoforte negli anni precedenti ne avevano già troppi? Nulla di male, mia figlia che suona il pianoforte sarebbe stata disponibilissima ad imparare un altro strumento ma, visto che la prova di ingresso è basata principalmente su un'esecuzione di un brano con lo strumento che già si suona, finisce che entra solo chi sa suonare strumenti "rari" (tromba, viola, fisarmonica) e anche questo a livello di ragazzini lo trovo ingiusto. Ripeto non si tratta di un concorso per entrare a far parte di un'orchestra ma di una prova attitudinale per frequentare un liceo, fatta in questo modo crea solo frustrazione nei ragazzi e disaffezione verso la musica. Auspico davvero che questa prova selettiva venga tolta o perlomeno ricondotta ia quello che doveva essere in origine ovvero una prova minimale di attitudine e non una competizone agonistica, dannosissima data l'età dei partecipanti e anche lesiva della par condicio tra studenti dello stesso grado.
Commento n°2 inviato da giovanna ieri alle 00h41

Grazie Giovanna della Sua testimonianza. Una domanda vorrei porLe, se mi è consentito :
Sua figlia è risultata non idonea sufficiente o non idonea insufficiente ?
Grazie
Riccardo Fontana

 

 
 
 
www.youtube.com/watch?v=zqiUkvnkE6A
 
May 13, 2012 - Uploaded by Ruben Ippo
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17 gennaio 2014 5 17 /01 /gennaio /2014 01:27
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14 gennaio 2014 2 14 /01 /gennaio /2014 22:51

 

CERCASI AMORE PER PADRE GINO BURRESI

 

Commenti

Una domanda vorrei porre al Buon Samaritano che si è fermato a curarsi di noi.Pensi che io abbia sbagliato quando a gennaio del 2012 ho creato la petizione per la riabilitazione di Padre Gino Burresi ? Forse che ne devo creare un'altra da rivolgere a Papa Francesco ? Oppure sono cose che non spetta a me fare ? E perché tanti non l'hanno firmata ? Intendo i servi del cuore immacolato di maria,i confratelli e le consorelle di Padre Gino Burresi ed i consacrati della famiglia del cuore immacolato di maria. E' loro forse vietato di esprimersi attraverso la partecipazione a questa forma di democrazia ? Il Vaticano è una monarchia assoluta anche con Papa Bergoglio ?
Forse che tutto accade come nelle caserme, dove si deve procedere per via gerarchica e non vi è libertà di opinione ?
Come può la cosiddetta rivelazione cristiana imporre la sudditanza del cuore ? Il cuore si vela o si rivela ?
O c'è la paura di rivelare le proprie generalità perché si temono ripercussioni o provvedimenti disciplinari dal Vaticano?
Ma Gesù ci ha insegnato forse a nasconderci ?
Quanti sono pronti oggi al martirio ?
Riccardo Fontana
Commento n°4 inviato da RICCARDO il 30/12/2013 alle 05h06
Eccomi a rispondere pur se con un piccolo ritardo causato da mio fuori sede. Premesso che NON hai errato nel gennaio 2012 a proporre una petizione riabilitativa di padre Gino Burresi, mi sia consentito fare delle puntualizzazioni in merito, nel gennaio 2012 Papa Benedetto XVI° era in precarie condizioni di salute a causa delle quali ha subito alcuni ricoveri per accertamenti diagnostici all'Ospedale P.Genelli di Roma il che mi fa supporre che non abbia avuto l'opportunità pratica di venire a conoscenza della tua petizione, (dico questo anche perchè sono a conoscenza dei seri motivi di salute che ne hanno consigliato le dimissioni) e ciò mi fa ritenere cosa buona l'idea di rivolgere una petizione ex-novo a Papa Francesco.
Non spetta noi scrutare nell'animo di coloro che non l'hanno voluta firmare, come pure non spetta a noi giudicare il passato di un nostro Fratello in Cristo ma al contrario è nostro dovere di cristiani adoperarci affinchè qualsiasi fratello passato attraverso la teologia del pentimento dal peccato possa trovare la strada diretta che lo conduca alla resurrezione personale e torni a vivere nel mistero della fede in attesa di nuovi cieli e nuova terra restaurata sotto il regno di Cristo Re ! Pace e Bene ...
Commento n°5 inviato da ILBUONSAMARITANO oggi alle 21h15
Cortese Buon Samaritano, ho pensato male di Te....credevo Tu non mi rispondessi per la mia domanda troppo ingenua da apparire insidiosa. Ed invece mi hai spiazzato e con grande felicità ti trovo ancora dalla mia parte. Che Tu sia beato per avere creduto alla mia sincerità, quando ti dico che Padre Gino Burresi mi ha scelto come canale per far conoscere al mondo la sua sofferenza per essere considerato un lebbroso da emarginare. Io mi sono avvicinato a lui ed è stato così commovente per me ricevere in cambio il suo grazie per essergli stato vicino e avergli fatto posare il suo capo sul mio cuore materno. O Buon Samaritano, non ho atteso la tua risposta ed ho creato una nuova petizione rivolta a Papa Francesco, ponendo al suo centro proprio il messaggio di Gì(n)ò, memore delle tue parole di incoraggiamento a custodire tale messaggio nel mio blog come consolazione per le persone ammalate di sofferenza morale o di disperazione.
Non ho saputo scrivere di meglio. Qualche notte fa ho sognato che mi volevano mandare a fare l'interprete a Sassari per una riunione in lingua inglese. Non ho voluto andarci, perché io conosco il tedesco e non l'inglese. Ma sono soprattutto l'interprete di Padre Gino, come quando a San Vittorino gli chiesi se gli serviva un interprete di tedesco e lui mi rispose " perché no ? " e mi disse che me lo avrebbe detto lui quando. Eccomi Padre Gino, mi hai chiamato tre anni orsono, quando mi hai scritto quel messaggio ed allora ero ancora fermamente credente in Dio. Ed ora che non lo sono più così tanto, resto comunque ancora al tuo fianco e chiedo per te a Papa Francesco di riabilitarti, perché non voglio più vederti soffrire.
Riccardo Fontana
Commento n°6 inviato da RICCARDO Oggi alle 22h36
 
 
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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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