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15 giugno 2014 7 15 /06 /giugno /2014 08:22

 

 

carta d'identità del cane (click per ingrandire)

 

 

Questa notte ho sognato che sulla mia carta d'identità, al posto della mia fotografia c'era quella di un cane.

 

Stamattina ho trovato su internet la seguente frase e allora ho capito tutto.

 

Riccardo Fontana

 

http://www.liosite.com/citazione/john-wilmot-conte-di-rochester-vorrei-essere-un-cane/

 

Vorrei essere un cane, una scimmia, o un orso,

O tutto tranne quell'animale vanitoso,
Che è così orgoglioso d'essere razionale.


John Wilmot (Conte Di Rochester)

 

www.youtube.com/watch?v=2zb2FM5jzBo
21/ott/2011 - Caricato da Roberto Santoro

 

 

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9 giugno 2014 1 09 /06 /giugno /2014 23:24

 

 

 

 http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-25729

 

 

095719228-ed05d6b5-9f16-484a-b24f-5296a4bd408c

 

 

BRASILE

 

Ho visto bambini giocare tra sterpaglie e spazzatura,
piangere tra cumuli di disperazione e abbandono,
ridere nei girotondi dei loro giochi infantili,
abbracciarmi con la forza di chi si aggrappa alla speranza.

Ho visto giovani ragazze offrire i loro doni naturali
come merce di scambio per fogli di carta colorata,
e turisti avidi di possedere corpi e anime
là nei paradisi chiamati Copacabana, Ipanema...

Ho visto uomini abbrutiti dall'alcool e dalla miseria
seduti davanti a bicchieri di birra dorata,
con gli occhi spenti di chi non chiede più niente
ad una vita di stenti, di miseria, di degrado.

Ho visto donne invecchiate da ripetute gravidanze
cantare a squarciagola canzoni d'amore immaginato,
e ballare per la strada davanti agli usci spalancati
con l'incosciente allegria di chi piange se stesso.

Ho visto Cristo urlato a perdifiato da predicatori improvvisati,
ho visto il sole di questo paese magico e fatato,
ho visto il bianco e il nero camminare insieme nelle strade fangose,
ho visto, nonostante tutto, l'amore per la vita sui volti della gente.

Brasile, terra di bambini abbandonati,
terra di frutti colorati e profumati,
terra di allegria, canzoni e danza nelle vene,
terra di miseria materiale e ricchezza spirituale,
terra di bellezza senza pari e di dolore sconfinato,
sei rimasto nel mio cuore in cerca di emozioni,
e un giorno tornerò a rivedere i tuoi colori e a sentire i tuoi sapori,
perché non si può dimenticare chi ci ha donato tanto amore.

  

  

Vincenzo Rocciolo 

     

   

 

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9 giugno 2014 1 09 /06 /giugno /2014 23:07

 

 

 

 

 

https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20090417010631AA2Hx75

 

Crianças brincam com a bola da Copa, 'Brazuca', em rua de Manaus (Foto: Chico Batata/Agecom)

Bambini giocano con il pallone della Coppa, "Brazuca",  a  Rua de Manaus (Foto: Chico Batata/Agecom)

 

 

  

Giocavano i bambini del quartiere

 
tra panche arrugginite e vecchi stanchi

 

rischiando spesso di cadere,

 
tra cartacce, mozziconi e fiori bianchi.

 
Il più piccolo in possesso della palla

 

scartava gli avversari con facilità


orgoglioso nella sua divisa gialla


era l'immagine della felicità.

 

 

Adry [R.N.D.]

 

   

 

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8 giugno 2014 7 08 /06 /giugno /2014 16:35

 

 

 

http://www.riza.it/psicologia/tu/2441/cambia-identita-e-trovi-la-felicita.html

 

 

 

 

Cambia identità e trovi la felicità

 

Quello che pensiamo di noi stessi è spesso un'illusione, autentico è invece lo "sconosciuto" che ci abita, l'unico che può farci scoprire la felicità vera

 

Nessuno si conosce!

Ciascuno di noi crede di conoscersi bene, di sapere quali sono i propri punti di forza, quali i limiti e quasi sempre quella che identifichiamo come la nostra personalità ci appare stabile e immodificabile, soprattutto in età adulta. Così, se non siamo felici e realizzati, se ci sentiamo depressi, pensiamo che la cosa sia irrimediabile.

In realtà non è affatto così: quello che noi chiamiamo "io" è solo una minima parte di ciò che siamo. Dentro ciascuno di noi alberga uno sconosciuto. Forse l'idea di ospitare aspetti insospettabili ci spaventa, ma dovrebbe invece rassicurarci. Si tratta infatti di un vero e proprio "kit di risorse per raggiungere la felicità", intatto, inesplorato, che ognuno ha dentro di sé. Ma per entrarne in possesso occorre accettare che il nostro io sia solo un'immagine parziale e limitata di ciò che siamo.

 

Il primo ostacolo alla tua felicità... sei proprio tu

Come far emergere questi lati nascosti e preziosi di noi stessi? Occorre in primo luogo mettere tra parentesi la nostra storia, le nostre radici, le esperienze che ci hanno segnato e con cui di solito ci identifichiamo, e un po' anche le nostre idee e convinzioni. Sono importanti, ma non sono tutto!. Non siamo solo questo, siamo molto di più.

 

Abolisci le autodefinizioni

«Io sono un timido»; «Io non sono paziente»; «La lentezza non fa per me»... Sono tutte generalizzazioni che si rinforzano da sole: se ci definiamo impazienti, eviteremo tutto ciò che mette alla prova la nostra pazienza. Tutte le volte che ti scappa una definizione, completala con l'opposto. Ad esempio: «Io sono un musone, ma so essere anche allegro».

 

Fai come fosse la prima volta

Cosa succederebbe se un'amnesia ci rubasse la memoria degli ultimi dieci anni? Se vuoi affrontare un'esperienza senza il peso dei condizionamenti, è proprio quella la condizione da ricreare. Ritagliati allora uno spazio tranquillo, mettiti comodo e immagina che la tua esperienza o l'idea che hai di te si condensi in un'immagine, in una scena che vedi scorrere davanti a te su uno schermo. Immagina di avere in mano un telecomando e di spegnere di colpo ciò che vedi. Ripeti l'esercizio finché il ricordo o la sensazione ti diventano in parte estranei.

 

Prova a perderti nella città

Quando ti senti un po' in trappola e non sai che strada prendere, prova a fare questo esercizio: lascia a casa carta di identità, denaro, borsetta, tutto ciò che ti dà sicurezza ed esci a fare una passeggiata... Cammina senza meta, meglio se per una strada che non conosci, immagina addirittura di essere un'altra persona... Scoprirai di sentirti, piano piano, alleggerito. Esiste davvero una parte di te "vergine", incontaminata, che può sperimentare le cose in modo completamente diverso

 

Il risultato

Un cervello tutto nuovo e la vita prende slancio

 

 

 

03/gen/2011 - Caricato da frAgileNota
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8 giugno 2014 7 08 /06 /giugno /2014 16:03

 

 

 

http://www.unionesarda.it/articolo/notizie_mondo/2014/06/06/muore_di_cancro_a_soli_tredici_anni_dietro_lo_specchio_il_suo_diario_segreto 

 

 

   

Muore di cancro a soli tredici anni

Dietro lo specchio il suo diario segreto

 

 


La toccante storia di Athena Ochard. Dopo la sua scomparsa, i genitori hanno trovato i suoi pensieri scritti dietro uno specchio della cameretta.



Ammalata di tumore, ha tenuto un diario segreto. Circa tremila parole scritte ogni giorno, senza che nessuno se ne accorgesse, dietro a uno specchio. I suoi genitori lo hanno trovato solo dopo la sua morte, riordinando la cameretta. Commuove il Regno Unito la storia di Athena Orchard, ragazzina di 13 anni di Leicester, da poco scomparsa a causa di un cancro alle ossa, diagnosticatole dopo uno svenimento improvviso in casa, poco prima del giorno di Natale. Pochi mesi durante i quali la fanciulla ha affidato i suoi pensieri al retro di quello specchio, dove ogni giorno vedeva il suo corpo e il suo volto farsi sempre più emaciati. Ma nonostante questo, il suo testamento è in tutto e per tutto un inno alla vita. "La felicità dipende da noi. Magari non sarà un lieto fine, ma ciò che conta è la storia. Ogni giorno è speciale, perciò vivilo appieno. La felicità è una direzione, non una destinazione: sii grato della vita. Sii felice, libero, credici". Queste alcune delle frasi che si leggono sul retro dello specchio ritrovato dai suoi famigliari, che hanno raccontato la vicenda al Daily Mail. "Ho iniziato a leggere ma poi mi sono dovuto fermare. Era troppo" ha dichiarato Dean Orchard, padre della ragazza (e di altri sette figli)."Non potevo crederci, ci sono migliaia di parole. E' stato toccante". "Terremo questo specchio per sempre, leggere quelle parole è come averla ancora con noi" ha aggiunto la madre Caroline.





► 4:56
www.youtube.com/watch?v=IGIiTBajQ5o20 May 2011 - 5 min - Uploaded by farestampa
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8 giugno 2014 7 08 /06 /giugno /2014 15:02

 

 

 

http://www.passionetecno.com/2014/06/08/ostia-sfiorata-la-tragedia-per-un-ragazzo-di-15-anni-a-salvarlo-e-arrivato-mister-ok-7453

 

mister ok

mister ok

 

 

 

Ostia, sfiorata la tragedia per un ragazzo di 15 anni. A salvarlo è arrivato Mister Ok

 

 

L’INCIDENTE E’ una vittima della spericolatezza, di quella voglia di sorprendere gli amici e sfidare l’impossibile, tipiche di un vivace ragazzino della sua età. Si è tuffato dove non doveva, a riva, in appena mezzo metro di fondale. Si è salvato in extremis dall’annegamento ma rischia di passare il resto della sua vita su una sedia a rotelle. Biondo, occhi azzurri, 15 anni da compiere tra quattro giorni, Luca lotta per la vita in un letto del reparto di Rianimazione del Policlinico Gemelli. Ieri mattina, quando si è spostato da Grottaferrata – dove abita con i genitori, una coppia di professionisti – per raggiungere con una dozzina di coetanei la spiaggia libera di Castelporziano, era felice e smanioso di vivere il primo giorno di mare della stagione.

LA FESTA Finito l’anno scolastico al liceo con una sicura promozione, c’era da festeggiare tutti insieme. Una contentezza durata poco, fino all’ora di pranzo. Tra urla, spruzzi e rincorse, infatti, Luca ha voluto provare un tuffo pericoloso, quello che i più pratici chiamano il carpiato sulla cresta dell’onda di risacca Ma è caduto battendo la testa sulla sabbia. A seguire la scena è stato un anziano bagnante che ha dato l’allarme. «L’ho visto insaccarsi pesantemente – ha riferito ai soccorritori – poi si è rialzato in piedi ma è caduto quasi subito, privo di sensi e a faccia in già nel mare». Il primo a lanciarsi in soccorso è stato il marinaio di salvataggio in servizio alla postazione del 2° Cancello, Maurizio Palmulli, più noto come Mister Okey. Quando è stato raccolto e portato a riva, Luca non aveva battito cardiaco. Mentre qualcuno chiamava il 118, Palmulli iniziava le pratiche di rianimazione, subito affiancato da una bagnante, il medico Alessandra Cristofaletti e da un vigile del fuoco.

LA MADRE Quella che sembrava un’operazione impossibile, ovvero restituire la vita a un corpo inerme e privo di qualsiasi reazione, è riuscita ma sono stati minuti interminabili, in attesa dell’arrivo di un’ambulanza e del personale sanitario. Quando il mezzo di soccorso partito dal Grassi è giunto sul posto, è stato necessario poi ritornare indietro a Ostia per consentire l’atterraggio dell’eliambulanza che ha portato Luca al Gemelli. I medici non hanno sciolto la prognosi, il trauma cervicale è importante ma non sono ancora valutabili i danni motori agli arti. «E’ il giorno più brutto della mia vita ma sono sicura che lui ce la farà: è forte e recupererà» riesce appena a sussurrare la madre distrutta dal dolore e dall’ansia.

Luca ha trovato sulla sua strada due angeli custodi. Uno da 25 anni spicca il salto di Capodanno da ponte Cavour nelle acque del Tevere, sembra addirittura capace di volare. Sono stati Maurizio Palmulli, 62 anni, conosciuto come il Mister Okay di Roma, e Alessandra Cristofaletti, 33 anni, medico presso la asl di Verona, i due angeli di Luca. Quando l’hanno raccolto dall’acqua era praticamente morto, non respirava ed il battito cardiaco era nullo. «Sarà stato al massimo un minuto e mezzo con la testa sott’acqua – racconta Palmulli, 44 anni passati ad assistere i bagnanti a Castelporziano – Quando un signore che aveva visto il ragazzino fare quel tuffo e restare tramortito e mi ha chiamato, mi sono messo a correre sulla battigia. Il punto era distante una cinquantina di metri dalla mia postazione, la numero 3 della spiaggia. Tenevo d’occhio quella zona perchè c’era questa comitiva di ragazzi e, si sa, a quell’età sono scapestrati, ti puoi aspettare di tutto da loro». Mister Okay si è ritrovato tra le braccia un fagottello esanime, privo di vita, immobile. «L’ho steso sulla sabbia e subito si sono avvicinati la dottoressa ed un vigile del fuoco che stavano sulla spiaggia a prendere il sole e si sono messi a disposizione per eseguire le pratiche di rianimazione» riassume Palmulli. «Il cuore era fermo – conferma la dottoressa Cristofaletti – Il ragazzo aveva perso coscienza ed era in arresto cardio-circolatorio. Siamo riusciti a restituirgli il battito e la respirazione. L’ambulanza è arrivata con i tempi compatibili con la distanza e con il fatto che siamo su una spiaggia con poche strutture di primo soccorso». Se Luca non avesse incrociato nel suo destino Palmulli ed un medico, ad aspettare l’arrivo di un’ambulanza da Ostia forse non ce l’avrebbe fatta. «Ha l’età dei miei nipoti – si commuove Mister Okay – e vederlo in quelle condizioni mi si strappava il cuore. Poi, quando si è riavuto, mi ha morso ad una mano: quella presa dei suoi denti mi ha dato un dolore piacevole, liberatorio, come un senso di vittoria. I suoi amici mi hanno passato al telefono la madre e ho cercato di rincuorarla». «Come si fa a lasciare una spiaggia come questa, dove si raggiungono picchi di centomila bagnanti, senza un’ambulanza e aspettare che arrivi da Ostia? – conclude Palmulli – Quest’inverno io ho fatto un corso per l’ausilio dei defibrillatori ma è stato un mio scrupolo visto che a Castelporziano non ce ne sono».

IL DISSERVIZIO Posti di primo soccorso chiusi alla spiaggia di Castelporziano. E piazzola per l’atterraggio degli elicotteri fuori uso. Per il primo anno l’arenile pubblico attrezzato più vasto d’Europa, amato dai romani e dai residenti dei Castelli, non ha un ambulanza sul posto. E volendo bruciare i tempi, neanche l’eliambulanza raggiungerlo. Ieri chi ha assistito all’incidente ha tempestato di telefonate il 118 ma l’ambulanza doveva arrivare da Ostia, percorrendo in pieno giorno di sabato una Litoranea presa d’assalto. Il X Municipio, diversamente dal passato, non ha neppure lanciato la gara pubblica per la fornitura delle ambulanze e del personale infermieristico. «Tra le pieghe del bilancio – specificano dal X Municipio – siamo riusciti a reperire fondi che renderanno possibile l’attivazione di un presidio al 4° Cancello riservato esclusivamente ai cosiddetti traumi leggeri. Contiamo di poterlo aprire dal 15 giugno all’ultima settimana di agosto con la dotazione di un medico e di un infermiere presenti tutti i giorni». Ma non ci sarà l’ambulanza.

LA PIAZZOLA Non è un problema di denaro ma di manutenzione inadeguata, invece, l’inutilizzabilità dell’elisuperfice destinata all’atterraggio degli elicotteri all’interno della spiaggia. Collocata nel parcheggio tra il sesto ed il settimo cancello, la piazzola è coperta dalla sabbia e dalla vegetazione. «Per riportarla alla sua originaria funzione – denuncia il presidente del Comitato Civico Duemilatredici, Andrea Schiavone – senza costosissimi appalti, sarebbe bastato l’impiego del personale dipendente delle spiagge che, in inverno, può essere dedicato alla manutenzione delle attrezzature dell’arenile di Castelporziano». Ieri il pilota dell’elicottero del 118 ha potuto avvicinarsi al luogo dell’incidente solo fino al parcheggio dello stabilimento ”Il Corsaro” di lungomare Amerigo Vespucci, a sei-sette chilometri di distanza. E l’ambulanza con a bordo il quattordicenne ha dovuto nuovamente affrontare il traffico congestionato della Litoranea a ritroso verso Ostia.

IL MUNICIPIO «E’ in itinere un progetto finanziato da fondi integrati della Regione Lazio per la riqualificazione della piazzola per l’elisoccorso che non risulta a norma – specificano dal X Municipio – I lavori verranno effettuati nei prossimi mesi e riguarderanno anche altri aspetti della manutenzione della spiaggia libera di Castelporziano». «Su questa vicenda è bene che indaghi la magistratura: troppi ritardi provocati da omissioni dell’amministrazione locale – insiste Schiavone – E non è da trascurare il fatto che l’assenza dei vigili urbani, ridotto all’osso negli organici e privati del lavoro straordinario, non ha certo agevolato il passaggio dell’ambulanza in un ginepraio di auto parcheggiate selvaggiamente ai lati della Litoranea».

 

 

31/gen/2010 - Caricato da serenapaliria

 

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22 maggio 2014 4 22 /05 /maggio /2014 23:51

 

 

http://juttaruhnke.scrivere.info/index.php?poesia=67443&t=Blackout

 

      

 

 

Blackout

 

Non ho più parole

non so più cosa dire,

cosa rispondere.

Non riesco più a seguire

i discorsi altrui.

 

Il cervello va

per conto suo, distaccato,

io lo osservo, manca

la connessione. Così mi

sembra.

 

Mi prema dirlo:

Non so più chi sono.

E soprattutto non so

più chi sono gli altri.

Corto circuito.

 

Esiste un guasto.

Tutti corrono per aiutare,

tanti consigli vuoti,

già sentiti centinaia di volte.

Solite parole, solita gente.

 

In questo blackout,

finalmente...

mi posso realizzare.

 

 

Jutta Ruhnke

 

 

Pagina Bianca Elisa - TESTO - YouTube

www.youtube.com/watch?v=VQIAribRf7g
10/gen/2014 - Caricato da titti974
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13 maggio 2014 2 13 /05 /maggio /2014 05:05

 

 

TUESDAY 13 MAY 2014

 

       

 

http://estro-verso.net/network/blog/2013/05/08/a-mia-madre-tutte-le-poesie-del-concorso/

 

 

 

La madre della speranza – Cruz Lezcano Yuleisy


    Sono sempre piccola nel tuo corpo,

la mia mano scivola e ti tocco;

ti coccolo nella mia piccola isola di ricordi.

Mamma, la parola è un sentimento

che rinasce perché è vita!

E’ onda d’infanzia

che con il tempo

si è persa là nella riva.

Mamma sulla sedia a dondolo

mi raccontavi con voce suadente

un universo di speranza

che nel mondo ho cercato

e ancora oggi cerco,

ma ora però, sono sola,

senza la guida del tuo sorriso,

senza di te,

senza i tuoi occhi che mi controllano

con quel tuo sguardo fisso;

mamma, mentre giocavo a nascondino

dietro un fitto bosco incantato

mi dividevo fra la voglia di giocare

e la voglia di rivedere il tuo viso.

Mamma dove sei?

Il ricordo di te

con il tempo è diventato un canto paralizzato

che insegue una voce che sembra lontana,

persa nell’eco limpido di una lacrima.

Mamma, chi ti ha portato via?…

Voglio andare ora sotto le stelle

a scaldare questo freddo che mi gela il viso

e così inconsapevolmente in quella stella

chissà se potrò ritrovare il tuo sorriso;

lo cercherò

nel gioco di nebbia che scende,

nell’alba di un risveglio,

nei fiocchi di memoria che s’appanna nei miei occhi

bagnando il desiderio della tua voce

che arriva dalla mia infanzia.

Mamma raccontami nuovamente

quel mondo fatato;

sì, con la tua voce!

Perché è tenera e si veste di tempo,

fa correre ancora nel mio cuore la gioia

che cavalca delle nubi con le gambe,

e mi dona le spalle del passato.

Mamma dai,

raccontami ancora la speranza!

Mamma dove sei?

La tua mancanza riecheggia nella mia mente

e mi lascia senza parole.

Mamma dove sei?

Perché non mi incoraggi più a camminare?

Perché non porti via questo dolore

di silenzio abissale?

Mamma, ho bisogno di te,

Dove sei? Su, vieni!

www.youtube.com/watch?v=iWrMiZSHrq4
28/mar/2010 - Caricato da Olho no Brasil
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11 maggio 2014 7 11 /05 /maggio /2014 06:42

 

 

 

http://estro-verso.net/network/blog/2013/05/08/a-mia-madre-tutte-le-poesie-del-concorso/

 

 

               

 

 

MAMMA – MARIA GRAZIA LUPETTI

 Il rumore dei miei passi

buca il silenzio

di questi viali ora semideserti,

fragranti di siepi odorose

che inebriano e confondono,

che fanno dimenticare per un attimo

la sofferenza chiusa dietro

le finestre dell’ospedale.

I miei passi incidono il silenzio,

tradiscono la mia fuga vigliacca

da quel sentore di morte

che aleggia sopra di te

e che rifiuto di vedere.

Fuggo per non vedere l’attimo

che segnerà la seconda separazione da me:

la prima fu la mia nascita,

questa, definitiva, la tua morte.

Fuggo e mi rifugio

nelle azioni di tutti i giorni

per dimenticare l’estenuante attesa

di un momento che bramo

come liberazione dal dolore

e allo stesso tempo rigetto.

Fuggo e si allontana

il profumo del tiglio

che si insinua dentro la tua stanza.

Ritornerò domani per guardarti

e poi fuggire ancora,

finché mi aspetterai,

finché sarà la fine.

Biagio Antonacci- io TI PENSO RARAMENTE ... - YouTube

www.youtube.com/watch?v=gHGgASdTeOw
22/mar/2014 - Caricato da 80 siamo noi

 


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10 maggio 2014 6 10 /05 /maggio /2014 06:16

 

 

 

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/05/08/news/le_vittime_dei_preti_pedofili_si_appellano_al_papa-85592871/?ref=HREC1-14

 

 

CONSEGNATO UN VIDEO IN VATICANO di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI

"Papa Francesco, almeno tu fai giustizia"
Appello delle vittime dei preti pedofili

Iniziativa della rete L'Abuso, l'associazione italiana in difesa delle vittime nella Chiesa cattolica. Nel filmato parlano decine di uomini e donne che quando erano minori hanno subito gli abusi sessuali, poi emersi negli ultimi anni. Le testimonianze di 8 sordomuti del Provolo di Verona, uno dei casi più gravi confermati dalla Commissione pontificia, che non sono mai stati risarciti: per la legge italiana i reati commessi erano già prescritti. Adesso tutti si sono rivolti a Bergoglio
MILANO -  "Papa Francesco ascolta anche noi". È questa la richiesta contenuta nel video-messaggio che Rete L'Abuso, l'associazione italiana in difesa delle vittime di pedofilia nella Chiesa Cattolica, ha consegnato a Papa Francesco poche ore fa in Vaticano. In questo video parlano alcune  delle vittime di abusi sessuali emersi negli ultimi anni, tra cui il caso recentissimo di Giada, la ragazza diciottenne di Portocannone in provincia di Campobasso che dopo aver denunciato il suo parroco si è ritrovata contro gli abitanti del suo paese che la accusano di essersi inventata tutto. 

A chiudere il videomessaggio sono otto vittime dell'Istituto per Sordomuti Provolo di Verona, gravissimo caso esploso nel 2009 dopo un'inchiestadell'Espresso e che ebbe molta risonanza anche all'estero. Si parlò di oltre 25 religiosi coinvolti e più di cento vittime abusate dalla metà degli anni '50 fino alla metà degli anni '90. Venne anche istituita una commissione d'inchiesta vaticana che confermò gli abusi, ma per la legge italiana quasi tutti i reati erano ormai prescritti e le vittime non sono mai state risarcite. "Non vogliamo sfidare nessuno", spiega Francesco Zanardi portavoce di Rete L'Abuso "ma abbiamo voluto far parlare le vittime, alcune giovanissime, perché si raccontasse la verità su di loro: nessuno le ha ascoltate, nessuno le ha risarcite sono state lasciate sole. I media amano questo nuovo Papa noi gli chiedano: Perché non ci ascolti?"

La denuncia di Rete L'abuso nasce dopo la recentissima audizione presso il Comitato sulla Convenzione contro la tortura di Ginevra dove il nunzio apostolico della Santa Sede all'Onu, monsignor Silvano Tomasi, ha dovuto esporre i dati aggiornati sui casi di abusi sessuali nella Chiesa. Il 7 maggio, in diretta streaming, monsignor Tomasi, ha risposto alle domande degli commissari dell'Onu, dichiarando che  i casi di abusi su minori ritenuti attendibili dalla Congregazione  per la Dottrina della Fede nel periodo tra il 2004 e il 2013 sono in tutto 3420. Tomasi ha sottolineato  che questi casi si riferiscono ad abusi perpetrati tra gli anni '50 e gli anni '80 e che i sacerdoti dimessi dallo stato clericale sono 848, mentre altri 2572 sono stati puniti con "altre misure canoniche e disciplinari" dalla Santa Sede. Durante l'audizione il delegato della Santa Sede ha inoltre quantificato la cifra totale "pagata dalle diocesi e dagli ordini religiosi per gli accordi con le vittime dal 1950 a oggi", in 2,5 miliardi di dollari, mentre l'ammontare complessivo per terapie per le vittime è stato di 78 milioni di dollari.

"Questi numeri non valgono per l'Italia dove le vittime hanno avuto ben poco sostegno da parte della Chiesa; le uniche ad ottenere un risarcimento sono state quelle in cui il reato al momento della denuncia non era ancora prescritto", spiega ancora Zanardi.  "In alcuni casi le vittime hanno addirittura dovuto difendersi dalle accuse di diffamazione intentate dalle diocesi o dal giudizio di chi voleva attribuire loro la colpa di quanto successo. Ma chi ha subito gli abusi ha bisogno di sostegno tutta la vita soprattutto se per anni si è tenuto dentro un segreto tanto atroce. Nel caso del Provolo ci sono vittime di oltre 70 anni che ancora oggi patiscono le sofferenze per gli abusi subiti in tenera età. Inoltre, il vero problema non è conoscere il numero dei sacerdoti pedofili puniti negli anni ma sapere dove sono oggi questi preti".

E qui si registrano amare sorprese. "Secondo i nostri dati", dice il portavoce di Rete l'Abuso, "quattro dei preti coinvolti nel caso Provolo, giudicati colpevoli anche dalla Commissione vaticana, furono alla fine degli Anni 90 spostati a La Plata in Argentina presso un altro istituto per sordomuti, dove avrebbero commesso nuovi reati, mentre altri sacerdoti sono ancora oggi presso l'istituto di Verona. La nostra Rete ha creato una sezione online dove è possibile trovare l'elenco dei preti giudicati colpevoli in via definitiva regione per regione. La lista contiene i nomi di 148 sacredoti condannati dal 2000 ad oggi. Riteniamo che aver reso pubblica la lista sia utile per tutti i genitori che vogliono proteggere i loro figli da questi sacerdoti. Ma riteniamo che non sia sufficiente. Crediamo che per la protezione dei minori ci sia ancora molto lavoro da fare. Noi siamo ancora qui e chiediamo al Papa di ascoltarci".
www.youtube.com/watch?v=jXLzvihYRIA
03/giu/2010 - Caricato da farfallina673

08 maggio 2014

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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