Mal di voce
Nucci A. Rota
Aracne editrice S.r.l.
Vittoria si sentì in dovere di cambiarsi, le sembrava che l’argomento di cui si sarebbe parlato a cena meritasse più eleganza, così sostituì gli anonimi jeans con un paio di pantaloni neri ma tenendo la solita t-shirt bianca.
Erano ormai tutti seduti, mancava solo il papà che, come suo solito, stava rispondendo al telefono. Le sorelle stavano già servendosi la pasta, era incredibile l’abilità con cui tutte e tre si servivano della medesima quantità, non più di 20 grammi a testa, mentre sia Vittoria che Fabio cercavano di riempire il piatto ed il commento della nonna era sempre lo stesso:
«fortuna che ci siete voi due che fate onore alla tavola, se fosse per le vostre tre sorelle mi scappa la voglia di cucinare».
La mamma nei confronti del cibo aveva un atteggiamento quasi di contemplazione mistica, e non finiva di ringraziare la nonna per tutto quello che faceva per noi. Il papà all’opposto si riteneva un discreto buongustaio, per lui il cibo non aveva nulla di mistico ma era fonte di grande piacere, per cui se c’era da avanzare una critica era il primo a farla, ma se c’era un apprezzamento da fare anche qui era di certo il primo ad esprimersi, sempre con aggettivi piuttosto appropriati.
La nonna ad un certo punto iniziò il discorso in questo modo:
«non so se qualcuno di voi si è accorto ma in questa casa abbiamo una persona che è dotata di un certo talento e secondo me dobbiamo coltivare questa sua qualità, Vittoria ha una bella voce e soprattutto ha attitudine musicale che le fa apprendere velocemente le canzoni anche in una lingua straniera
come il francese. »
Vittoria non immaginava certo che la nonna introducesse l’argomento in quel modo, reagì con un certo imbarazzo anche se quelle parole le diedero un po’ di euforia. Il primo a reagire alla considerazione della nonna fu Fabio che disse:
«V,V,Vittoria dai diventa una cantante rock così veniamo tutti a vederti a San Siro come il grande Vasco e non ci fai pagare».
Risata generale a cui seguì il commento della mamma, assolutamente prevedibile:
«Ma è un’idea bellissima, fa piacere avere in famiglia un’artista, cosa poi voglia dire in termini pratici coltivare il talento di Vittoria per il canto questo mi sfugge totalmente».
Rispetto a questa ultima battuta tutti pensarono la stessa cosa, ma solo il papà disse:
«Posso risponderti subito. Innanzi tutto soldi, secondo impegno, fatica da parte di Vittoria ma anche di chi si fa carico di accompagnarla, in fondo è solo una bambina di 9 anni, ma soprattutto dobbiamo capire se esiste questa passione da parte sua o è solo frutto delle fantasie della nonna che invece di accudire prima ai suoi figli, poi a tutti voi nipoti non abbia in realtà voluto diventare lei una cantante, vero mamma? »
La nonna difficilmente provava imbarazzo per le battute, soprattutto quando queste provenivano dal proprio figlio, ma ebbe l’impressione che in realtà questa volta il papà avesse colto nel segno. Anche alla nonna piaceva il canto, anche se Vittoria non l’aveva mai sentita cantare!
Sempre il papà poi aggiunse:
«Ho sentito dire che i balbuzienti quando cantano non balbettano mai e pertanto possiamo considerare le lezioni di canto una sorta di terapia per Vittoria. Voi che ne pensate? » (musica come terapia?)
Fu Fabio che disse:
«che figata VVV Vittoria, quando canti non balbetti mai? Ma allora potresti cantare invece che parlare»
Risata generale e primo intervento di Emma la maggiore delle 3 sorelle:
«Più di una volta ho sentito cantare Vittoria e mi ha molto colpito la padronanza del francese, anche perché mi sembra che canti solo in questa lingua, o sbaglio? »
«Non sbagli, ho imparato a cantare ascoltando gli album di papà e lui è un collezionista di dischi dei cantautori francesi. »
«Un modo piuttosto insolito per imparare a cantare, aggiunse Ada l’altra sorella, anche perché la musica attuale è prevalentemente in inglese. ».
«Ecco invece io non amo affatto l’inglese, e mi sono avvicinata al francese attraverso la musica ed ho scoperto che è una lingua che mi piace molto.
La frase le uscì fluentemente ma quando giunse alla parola francese si inceppò e provò vergogna, soprattutto nei confronti delle sorelle.
Il papà capì il disagio di Vittoria e riprese la parola dicendo:
«Per quanto mi riguarda anch’io preferisco la lingua francese che non l’inglese e vogliamo parlare della bellezza della Francia, il fascino di Parigi, lo sapete che il mio primo viaggio in totale autonomia dai miei genitori fu a Parigi in campeggio con i miei compagni di liceo e soprattutto in viaggio di nozze andammo a Parigi?
La mamma lo guardò quasi con senso di gratitudine mentre noi tutti in coro rispondemmo
«Certo che lo sappiamo»,
«beh, torniamo alla proposta della nonna»:
«io sono pienamente d’accordo anche se bisogna capire i costi di questo progetto. Disse il papà».
«Una figlia cantante, ci pensate! Non chiederei di meglio. »
Disse la mamma
La nonna che intanto serviva il secondo, il suo meraviglioso polpettone con peperoni, concluse che l’indomani avrebbe chiamato il maestro del conservatorio per fissare l’appuntamento per l’audizione.
| dailymotion.com4 mar 2010 - 4 min |