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6 settembre 2012 4 06 /09 /settembre /2012 21:12

 

 

San Vittorino - Davanti alle "baracche" a colloquio con una tortorella

  

(1975)

PADRE_GINO_LIBRO.jpg

 

http://www.poesieitaliane.it/poesie_italiane_p_01.php?idt01=12

 

La tortora

 

 Poesia scritta nel 1450

da autore anonimo



La tortora

 

La tortora che ha perso la compagna
fa una vita molto dolorosa;
va in un fiumicello, e vi si bagna,
e beve di quell'acqua torbidosa.

Cogli altri uccelli non ci s'accompagna.
Negli alberi fioriti non si posa.
Si bagna l'ale e si percuote il petto.
Ha perso la compagna: oh che tormento!

 

► 5:52► 5:52
www.youtube.com/watch?v=QZezf11QT3c27 ago 2008 - 6 min - Caricato da givom

 

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6 settembre 2012 4 06 /09 /settembre /2012 17:34

 

VISO D' ANGELO

 

 http://www.paroledelcuore.it/poesia.php?poesia=107043&t=Stigmate+amore

 

 

  Stigmate d'amore

 

Lady Rose

 

 

Sono la viaggiatrice dai capelli scuri,
occhi grandi e penetranti
riflettono la luce del gelo e del terrore.
Pellegrina stanca,
ho percorso le vie della Terra Promessa
insieme a te,
dove non ero io.
Dove eravamo solo Noi.
Il mio corpo, fusto d'albero
solo tu le mie radici
da cui traevo i viveri per l'anima,
da cui traevo linfa.
Io, vittima in balia,
foglia spazzata via in alternanza
dall'esclusivo vortice del tuo vento.
Tu, diavolo dagli occhi d'angelo,
tu, guida del mio viaggio.
Ad ogni fiume in piena
dei miei spasmi e palpiti
eri tu, unico traghettatore,
il Caronte imperverso della mia anima.
La tua bocca, strumento di follia,
parole echeggiavano in un suono folle e armonico.
Bocca ingrata,
non in pace col tuo cuore.
Bocca bastarda,
nido di infestuose bugie.
Ogni parola era un palo di legno,
ogni bacio era corda,
ogni sospiro era chiodo...
Mi hai crocifissa
come colui che donò amore al mondo.
E io, giacente e stanca,
ammalata delle tue pugnalate
al mio stupido cuore,
ho ricevuto le stigmate d'amore!

   

► 4:30► 4:30
youtube.com17 lug 2012 - 5 min - Caricato da maria200981

 

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6 settembre 2012 4 06 /09 /settembre /2012 12:58

 

Sunday 6 february 2011 7 06 /02 /Feb /2011 17:34

LE STIMMATE DI PADRE LUIGI (GINO) BURRESI

Commenti

Per anni ho sentito quel profumo anche con le dita impregnate dell'odore di sigaretta.Durante un colloquio nella sua stanzetta del capanno da cantiere ho avuto un'esperienza che ancora non so spiegarmi razionalmente nonostante abbia chiesto spiegazioni a più persone (anche sacerdoti, psicologi e psichiatri). Forse sono stato il primo ad essere autorizzato ad effettuare riprese fotografiche a Fratel Gino con la promessa che non venissero pubblicate. Anche queste foto sono per me un mistero. A volte escono fuori senza cercarle. A volte non riesco a trovarle se voglio mostrarle a qualcuno. Preferisco restare nell'anonimato per ovvi motivi. Ma Le assicuro che dopo aver effettuato una visita con relativi test psicanalitici per motivi professionali presso il C.I.M sono stato certificato come "persona razionale ed equilibrata". E' possibile sapere se altre persone hanno avuto "esperienze fuori dal normale" incontrando Fratel Gino?

Commento n°4 inviato da Gianfranco il 2/03/2012 alle 21h08  
► 4:37► 4:37
www.dailymotion.com/.../xqudek_elton-john-i-want-l...
15 mag 2012 - 5 min

 

 

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6 settembre 2012 4 06 /09 /settembre /2012 09:47

 

"....DINANZI AL SINEDRIO DEI CARDINALI "

sinedrio-copia-2.jpg

 

 

http://www.poetichouse.com/modules.php?name=News&file=article&sid=74179

 

 Poesia di Leon

 

IL MODERNO ANTICO SINEDRIO

 

"Oh spirito vagante
che come un ramoscello
di olivo sei esposto
alla berlina
offri a noi la pace
or che la mia voce giace
nel tacito silenzio
nella parola
emarginata e greve
son nella mia casa amata
Quale gentile anima
cura si prenderà
dell'eterno mio cuore
quando sbagliai
quel giorno
là in fondo la mia anima
straziata dal dolore
senza sapere mai
il torto o la ragione
Gli anziani dell'olimpo
già mi hanno messo in croce
neanche Pilato
le mani si è lavato
quando nel giudicare
son stato giudicato
ma Pietro per tre volte
il Cristo ha rinnegato
ma un dì anche lui
è stato perdonato
Oh giudice supremo
maestro del moderno sinedrio
io nel mio cuor ti prego
di fare un passo indietro"

 

► 3:44► 3:44
www.youtube.com/watch?v=reL0EDIf1yA10 ott 2009 - 4 min - Caricato da tzille1

 



 

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6 settembre 2012 4 06 /09 /settembre /2012 07:00

 

 

"...LA' DOVE NON SPLENDEVA  PIU' IL SOLE " 

le-piccole-attenzioni-quotidiane.jpg

   

 

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-3963

 

Poesia di Camilla Corsini

 

Splende il sole

 

 Splende il sole
Il mio umore si riscalda
Golf di cotone, maniche tirate su
Quali parole non dette posso scrivere
Forse nessuna
Ma la luce è tiepida e bella
E nessuno mi impedisce di essere banale
La nostra foto troneggia sul pianoforte
Resiste alle stagioni e ai cambiamenti
Il tuo sorriso beffardo
Un po’ nascosto dai miei capelli disordinati
Le tue braccia mi stringono il collo
Siamo un gioco senza armonia
Passato come il giorno ormai finito
Immobile come quella immagine
Bambino come i nostri vestiti da Carnevale
Bugiardo dal principio
Quella gioia del momento
Con te non l’ho più vissuta
Autunno inverno primavera estate
La nostra storia ha avuto solo una stagione
Gelo
Sei un soffio di vento
Una nuvola grigia
Eterna sfumatura
Nessun luogo comune
Solo io condivido la banalità delle convinzioni
Per questo sei rimasto un ricordo
Conclusione comune di una storia
Questa volta non sei riuscito ad essere originale

 

► 4:04► 4:04
www.dailymotion.com/.../xqr6lu_tiziano-ferro-il-...11 mag 2012 - 4 min

 

 

 

 

 

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5 settembre 2012 3 05 /09 /settembre /2012 11:13

 

PREGHIERA PER PADRE GINO BURRESI

 

FONDATORE DEI SERVI DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 

verita.jpg

 

 

Solo la Verità ci può rendere liberi…

Signore,… ascolta la voce del mio cuore,… ho qualcosa da chiederti….


Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli (San Matteo 11,25).
Signore,… voglio parlare al tuo mirabile cuore anche se non sono degna,… ma io so che Tu sei misericordioso… e ascolti i lamenti anche dei più miseri come me.
Signore,… voglio parlarti di un tuo piccolo Servo, “Padre Gino Burresi,… si è fatto tale, perché ha capito che questa è la via regale che conduce al Tuo cuore misericordioso e a quella della Tua amata Madre amabilissima immacolata.
Come sai bene,… lui ormai è arrivato nell’ autunno dei suoi giorni, con le forze esauste e le provviste finite;… non gli è rimasto molto tempo per poter vedere almeno un raggio di sole della Tua Giustizia.
Signore;… è vero che i Tuoi tempi non sono i nostri,… e so bene che tanti Santi durante la vita sono stati perseguitati,… ma sono stati coraggiosi e perseveranti nel nome Tuo,… non hanno avuto paura di difendere i Tuoi principi,… hanno preso la loro croce con Amore per seguirTi e per rendere onore al grande Sacrificio che hai compiuto per la salvezza della nostra Anima;…
Signore, come mai,… gli uomini su questa terra non sanno guardare oltre il cielo stellato? forse,… perché non hanno l’occhio e l’orecchio fine per riconoscere colui che viene nel nome del Signore?
I Santi sono Dono del cielo;… e l’uomo dovrebbe cogliere l’opportunità di ascoltare e trarre beneficio dai loro preziosi insegnamenti;… invece non riconoscono il vero bene, perché non guardano con gli occhi dell’Amore;… vengano messi da parte perché predicano “La Parola di Dio” e lottano contro tutte le forme di errore teologico e morale specialmente quando si oppongono all’autorità della Santa Sede.
Signore, … quanto è triste pensare,… che i Santi, rendono e vengano apprezzati molto di più dopo la loro morte che in vita;… ma Tu, stesso, amatissimo Gesù che sei il Santo dei Santi,… quando eri sulla terra gli uomini non hanno apprezzato i Tuoi insegnamenti,… non hanno riconosciuto il Dono che hai portato dal cielo;…
Signore,… quanto avrei voluto vivere nel Tuo tempo;… ascoltare la Tua voce,… guardare il cielo nei Tuoi occhi,… camminare dove Tu hai posato i tuoi piedi;… ma oggi devo pensarTi lassù alla destra del Tuo amato Padre e accontentarmi di leggerTi e amarTi tramite il creato;… Grazie, Gesù che mi hai donato lo sguardo dell’Amore perché io Ti possa vedere e contemplare in ogni cosa;…
Amatissimo Signore,… avevi proprio ragione quando hai dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria (San Giovanni 4.44).;…. ma Ti chiedo Signore, con tutto il mio amore,… abbi misericordia di Padre Gino, piccolo umile uomo,… guarda al suo cuore innamorato di Dio,… dove riposa la verità di tutte le cose del suo vissuto;…
Signore,… Tu sai bene,… i Tuoi occhi hanno visto,… che c’erano dei prelati che avevano agito come Pilato;… dicendo... “chi volete che io rimetta in liberta per voi,… gli accusatori o padre Gino?” I prelati sapevano bene,… infatti,… che glielo avevano consegnato per invidia;… così,… loro fecero come Pilato;….. presero dell’acqua e si lavarono le mani davanti alla folla,… dicendo, “non sono responsabile di questo sangue! Pensateci voi!” (San Matteo 27.32) e cosi lo crocefissero!..
Quanta tristezza Signore,… Ti supplico,… porta luce su questa vicenda,… solo Tu puoi guardare dentro i cuori di tutti coloro che hanno avuto un peso enorme in questa storia,… solo Tu conosci la Verità come realmente sono andate le cose ;… solo Tu sai,… quanto Sangue innocente è stato versato.
Signore,… cosa mi dici di coloro che conoscevano bene la Verità,… ma hanno taciuto!.,.. sicuramente avevano Paura,… o era sconveniente parlare,… perché temevano più per la loro carriera e per il loro benessere personale. … Ma Tu Signore,…. ci insegni,… che nell’Amore non c’è paura,… anzi l’amore perfetto caccia via la paura, perché la paura ha a che fare con la punizione e chi ha paura non è perfetto nell’Amore (L. 1 San Giovanni 4.18). Solo chi cammina nella Verità e nella luce Tua è in sante e buone mani.
Signore, solo Tu sai,… quante lacrime amare e sanguinanti ha versato Padre Gino per coloro che lo hanno accusato ingiustamente?..., ma lui ha sempre avuto pietà e una parola gentile anche per i suoi accusatori e continua a pregare incessantemente per la salvezza della loro Anima, perché lui non lavora per la gloria degli uomini, ma per il Regno dei Cieli. Lui sa, che Tu lo ami immensamente, perché con Te tutto può,… e tutto supporta.
Signore,…. loro non sanno che non si costruisce la propria felicità sull’ infelicità degli altri?.....loro non sanno che non basta solo chiedere perdono a Te, ma anche a colui che ha subito le offese?... non sanno che con la loro non coerenza hanno legato intorno al loro stesso collo una corda che li renderà prigionieri delle loro stesse malefatte,… che sarà loro fatale e che porterà alla morte spirituale,… che è la peggiore delle morti;… Signore,… Tu ci hai insegnato che tutto ciò che legheremo sulla terra sarà legato anche in cielo, è tutto quello che slegheremo sulla terra sarà slegato anche in cielo (San Matteo 18.15-35).
Signore,… aiuta loro a salvare le loro Anime chiedendo perdono a colui che tanto è stato offeso.
Signore,…. Tu ci insegni che l’albero buono si riconosce dai suoi frutti,….. e quanti bei frutti ha portato il tuo piccolo Servo, la sua Congregazione è una delle più fiorite e tutti coloro che lo hanno conosciuto portano un vuoto incolmabile nel cuore a causa della sua lontananza e delle malefatte da lui subite; …. ma Tu ci insegni anche, che si riconosce l’albero cattivo dai suoi frutti;… Hai visto, Signore,… lo hanno cacciato da San Vittorino;… il Santuario oggi non è più fiorente dei frutti mirabili delle vocazioni come quando c’era Padre Gino ;… hanno tagliato la sorgente viva che alimentava questi frutti.
Nulla può crescere dove non c’è l’acqua viva e pura.
Signore,… sarebbe bello vedere l’Anima di tutti coloro che hanno taciuto la Verità e che hanno contribuito alla sofferenza del tuo piccolo Servo,… ma soprattutto sarebbe necessario aprire una finestra nel cielo per avere uno sguardo sui loro frutti e vedere che cosa sono diventati questi uomini?
Signore,… gli uomini dovrebbero avere timore di Dio;… non sanno che chi fa del male, si fa del male!.. e chi ha fatto del male lo sa bene;… illumina i loro cuori e fargli capire che hanno poco tempo per rimediare alle loro accuse di infamia… e se non si sbrigano a rimediare finche lui sta in vita,…. questa corda sarà la loro stessa condanna,… fatta dalle loro propri mani;… ricorda loro, Signore,… che tutto quello che si lega in terra sarà legato in cielo, e tutto quello che si slega in terra sarà slegato in cielo. (San Matteo 18.15-35).
Signore,… Tu hai avvisato tutti,… mentre noi uomini siamo ancora sulla terra,… nel Santuario celeste ha luogo il Giudizio investigativo. Tutti,… dicevi saremo esaminati in base a quanto scritto nel libro dell’infinito,… e in base alle nostre opere ciascuno sarà decretato per sempre.
Signore, … loro non sanno che la Tua Giustizia non coprirà un solo peccato che abbia accarezzato gli uomini;… perché Tu vedi i segreti del cuore;… scruti i nascondigli più segreti delle coscienze,… pensieri,… desideri,… azioni,… sguardi e parole;…. tutto sarà svelato;…. ma come sarà triste la visione del passato,… nel giorno in cui gli uomini si troveranno faccia a faccia con l’eternità;… quale spavento ci sarà all’apparire del Giudice;… che tutto giudicherà severamente, allora là gli uomini vedranno le conseguenze delle loro scelte;… capiranno cosa significa trasgredire i comandamenti di Dio nostro Padre.
Signore, …..per ultimo vorrei, che Tu mi aiutassi a capire … come è possibile che quattro uomini Santi, si sono sbagliati riguardo al tuo piccolo Servo?... Madre Teresa di Calcutta spesso veniva a trovarlo,… lei parlava solo inglese e lui solo in italiano e tu Signore mandasti lo spirito Santo su di loro per dare loro l’opportunità di capirsi e di contemplare insieme la bellezza del cielo.
Il futuro Beato Mons. Guglielmo Giaquinto, oltre a essere stato il suo Vescovo, ha ordinato diacono Fratel Gino il 21 maggio 1978 gli ha voluto un bene immenso e ha difeso sempre il suo umile Sacerdote davanti ai suoi accusatori;… Mons. Giaquinto ha riportata tutto nei registri della Diocesi di Tivoli.
Il Beato Giovanni Paolo II,… oltre ad essere un Grande Santo, aveva un carisma particolare,… sapeva leggere nei cuori degli uomini;… lui guardava con gli occhi dell’Amore e ha visto oltre l’orizzonte;… Lui,… uomo attento alle sofferenza dei suoi fratelli nel mondo, non avrebbe mai annullato la sentenza su padre Gino Burresi, se non fosse stato sicurissimo e illuminato dalla Sua amata Madre celeste.
Papa Pio XII ancora, chiamò Fratel Gino per pregare insieme la Madonna di Fatima, per la guarigione della sua nipote che era gravemente malata, e che poi successivamente guarì.
Perfino la Tua Santa adorabile Madre amabilissima e immacolata ha confidato in lui per la costruzione del Santuario di San Vittorino (Roma).
Signore,… spiegami,… come possono essersi sbagliati uomini Santi come loro?
E… perché,… Signore,… subito dopo e solo dopo la morte del Beato   Giovanni Paolo II hanno riaperto il caso per condannare questo piccolo Servo cosi severamente? forse la riapertura del caso è dovuta al filmino di Padre Carlo,… Superiore dell’ ordine dei Servi del cuore immacolato di Maria?Ma Tu Gesù conosci bene la motivazione per la quale fu girato questo filmino durante la settimana Santa,… quanto Padre Gino viveva la Tua Passione;… coloro che non guardano con gli occhi del cuore vedono sempre le malefatte dappertutto;…
Signore,… solo Tu sai quanto soffriva Padre Gino durante la settimana Santa;…viveva la Tua stessa Passione;… e quel filmino era semplicemente una testimonianza della condivisione della tua Passione. Signore,… perché lo hanno fatto vedere solo dopo la morte del Beato Giovanni Paolo II, visto che è stato girato 4/5 anni prima della nuova riapertura del caso quando Giovanni Paolo II era ancora in vita ?
Signore,… scusami,…ma ho un altro pensiero che tormenta il mio cuore,… tutti coloro che hanno ingiustamente accusato Padre Gino, non hanno compreso che sono caduti nella trappola di Satana?... se Padre Gino fosse stato colpevole, avrebbe lasciato il sacerdozio e l’ordine da lui fondato e avrebbe vissuto nel mondo come qualunque uomo;… Satana adora chi è disobbediente,… invece Padre Gino fa parte di quei tanti uomini e donne che hanno sacrificato la propria vita al prezzo di una verità troppo scomoda per essere accettata….
Eppure proprio questi sacrifici di tanti testimoni, … Tu Signore hai saputo salvare le Anime,… sempre,… e trarrne nuovi credenti, i quali confortati da tali testimonianze hanno aperto il cuore all’Amore Celeste e alla salvezza eterna;… forse questo sacrificio di Padre Gino era necessario;… tutti coloro che pensavano di punirlo, lo hanno glorificato,… perché lui con la sua perfetta obbedienza (oltre 20 anni) fedele all’Amore di Gesù, ha preso su di sé la sua croce sopportando la malvagità degli uomini e insegnando a tutti noi che l’amore puro non cerca se stesso, ma il bene.
Con tristezza delle volte uno si accorge che la Giustizia fatta dagli uomini non è sempre uguale per tutti;… Ma in Te Gesù, confido,… io so che Tu porterai sempre luce dove regnano le tenebre.
Signore, …. illumina i cuori di coloro che non sono stati giusti;… aiutali a intraprendere questo cammino di Verità,… dona loro la forza di guardare dentro il loro cuore per poter attingere alla salvezza della loro Anima e fargli ricordare sempre che nell’alba della verità l’unico vincitore è sempre il Signore Dio Padre.
Manderò questa mia misera preghiera ad alcuni uomini della Chiesa… a chi vuoi Tu Signore;… Ti chiedo però a chi leggerà queste poche parole,… di far illuminare il suo cuore e la sua mente dallo Spirito Santo per cercare la Verità,… perchè solo lei ci renderà liberi.

Signore, sia fatta la tua volontà

A M E N


Il Tuo umile Apostolo,
Miranda D. Ginevra Weilenmann von Hofstetten
 
► 4:11► 4:11
www.dailymotion.com/.../xbwr7g_andrea-bocelli-...18 gen 2010 - 4 min
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5 settembre 2012 3 05 /09 /settembre /2012 08:09

 

 

"....DELLA MISERICORDIA"

misericordia.jpg

 

http://www.aphorism.it/anna_maria_di_simone/poesie/misericordia/

 

Poesia

 

di 

   Anna  Maria  Di Simone  

 

Misericordia

Ti vorrei accanto
mio Dio
adesso
che ti sento lontano
e mi manca
sulla spalla la tua mano
eterna e paterna.
Sono stanca.
È tempo di mietere
ed io
non ho nulla da prendere
e mi pare
che tutto sia niente
nel campo silente.
Misericordia
di me.
Non ho niente da offrirti:
nude le mani
invano protese a Te.
Sterile quest’anima
povera di pensiero e vuota di parola.
Ma concedimi
infine una cosa sola,
una cosa soltanto
quando un’ultima volta
mi sosterai accanto.
Ch’io sulla terra
possa ancora servire a qualcuno
se per me alcuno
riserverà
un posto nel Tuo Aldilà.
Fa’ che io, non più vita,
sia concime per altra vita,
quando quel giorno
sarà l’ultimo mio giorno.

 

► 5:04► 5:04
www.dailymotion.com/.../xm1u2y_in-assenza-di-t...31 ott 2011 - 5 min

 

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5 settembre 2012 3 05 /09 /settembre /2012 04:56

  

 

 "....RESTA ANCORA UN PO' CON LUI "

GESU--TI-AMA.jpg

 

 http://www.ilromanziere.com/perche_ti_amo.htm

 

Poesie di Hermann Hesse

Perché ti amo

 

 

Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.

Ora lei è mia - del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.

 

 

► 3:46► 3:46
www.youtube.com/watch?v=8FdxK0Jpujw26 mar 2012 - 4 min - Caricato da MsBrown841
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5 settembre 2012 3 05 /09 /settembre /2012 03:47

 

 

"....PERCHE' NE HANNO PAURA "

CASCIOLI.jpg

 

Ecco due prove che Gesù Cristo non è mai esistito
Posted on Friday, 25 March @ 18:34:36 CET
Topic: Cultura

Lettera-denuncia dello storico Cascioli ai ministri della Chiesa

http://www.portalissimo.it/webportal/modules.php?name=News&file=article&sid=10


ROMA – “In seguito alla mancata risposta da parte dei tre ministri della Chiesa, don Enrico Righi, cardinale Biffi e il vescovo Carraro, alle mie ripetute richieste con lettere aperte, pubblicate anche da giornali a diffusione nazionale, di una testimonianza confermante l’esistenza storica di Cristo, ho preso la decisione di essere io a portare a loro le prove della sua non esistenza…” Comincia con questa frase a firma di Luigi Cascioli il documento-saggio-lettera-aperta (sotto riportato) dello studioso e storico, autore dello straordinario libro-denuncia “La favola di Cristo” Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù. Ricordiamo che Cascioli il 13.09.2002 ha sporto querela contro il parroco don Righi, quale rappresentante dei ministri della Chiesa, per abuso di credulità popolare e sostituzione di persona. La prossima udienza è prevista a fine aprile presso il Tribunale di Viterbo, nella quale i giornalisti, gli storici e gli interessati sono invitati a partecipare. www.LuigiCascioli.it


Le prime due prove della non esistenza storica di Gesù Cristo
di Luigi Cascioli

In seguito alla mancata risposta da parte dei tre ministri della Chiesa, don Enrico Righi, cardinale Biffi e il vescovo Carraro, alle mie ripetute richieste (vedi “PROCESSO” su www.luigicascioli.it/1querela_ita.php ) con lettere aperte, pubblicate anche da giornali a diffusione nazionale, di una testimonianza confermante l’esistenza storica di Cristo, ho preso la decisione di essere io a portare a loro le prove della sua non esistenza anche se, per escluderlo dalla storia, sarebbe più che sufficiente il solo fatto che nessun documento contemporaneo parla di lui.

Riassunto telegrafico della situazione politico-religiosa della Palestina sotto l’occupazione romana:

Nel -63 Pompeo, istallatosi a Damasco dopo la conquista della Siria, decise, prima di rientrare a Roma, di dare un ordine sociale e politico a tutti i possedimenti dell’Asia compresa la Palestina che è era stata annessa all’Impero in qualità di protettorato. In Palestina c’era un conflitto tra i due fratelli Aristobulo II e Ircano II che si contendevano il trono di Gerusalemme quali appartenenti alla casta degli della stirpe degli Asmonei sedicente discendente della stirpe di David. Pompeo, eletto arbitro della contesa, ritenendo Aristobulo II non affidabile per certe sue amicizie pericolose per Roma, decise in favore di Ircano II. I sostenitori di Aristobulo II organizzarono una rivolta armata contro Ircano II. Pompeo pose termine ai disordini entrando in Palestina con le sue legioni.
I partigiani di Aristobulo II furono sconfitti, Gerusalemme occupata, i legionari entrarono nel Tempio con conseguente profanazione del Sancta Sanctorum che generò in tutti gli ebrei un odio feroce contro i romani. Pompeo, riconfermato Ircano II al trono di Gerusalemme, ma sotto la sorveglianza di un controllore di sua fiducia nella persona di un certo Antipatro, nella certezza di aver ristabilito in maniera definitiva l’ordine, partì per Roma lasciando una sola legione a Gerusalemme. Alla morte di Aristobulo II, i suoi successori riprendono la lotta armata contro Ircano II.
È in questa rivendicazione che appare la figura di un certo Ezechia nella parte di capo del movimento armato contro Ircano II e i romani suoi sostenitori. (vedi Favola di Cristo pag. 87). Gabinio, proconsole di Siria (55-57 a.C.) intervenne con le legioni e dopo duri scontri riuscì a riportare l’ordine. Giulio Cesare, succeduto a Pompeo, riconfermò Ircano II al trono di Gerusalemme ma con sempre accanto Antipatro nella sua carica di controllore (47 a.C.). Antipatro ha un figlio di nome Erode il quale, per realizzare l’ambizione di prendere lui il posto degli Asmonei sul trono di Gerusalemme, si schiera al fianco dei Romani nella lotta di repressione contro i rivoltosi di Ezechia. Morto Ezechia in uno scontro armato contro una pattuglia comandata dallo stesso Erode (44 a.C.), il suo posto di pretendente al trono di Gerusalemme viene preso da suo figlio Giuda, detto il Galileo nel significato che aveva questo appellativo di “rivoluzionario” perché era in Galilea che si trovava la più importante organizzazione rivoluzionaria. Ircano II, intanto, venne fatto prigioniero nella guerra che la Palestina stava conducendo contro i Parti.
Approfittando della cattura di Ircano II, Erode s’istallò sul trono di Gerusalemme facendosi eleggere dai Romani re della Palestina. (-40). Rientrato Ircano II dalla prigionia, Erode fece uccidere lui e tutti i suoi discendenti degli Asmonei che avrebbero potuto contestargli il regno, compresa sua moglie... e i due figli che aveva avuto da lei. È da questi eccidi che fu costruita quella strage degli innocenti riportata dai vangeli, che in realtà non è mai esistita.
Erode muore nel 4 a.C. lasciando una successione complicata tra i suoi quattro figli. Alla morte di Erode, Giuda il Galileo, figlio di Ezechia, quale Asmoneo pretendente al trono di Gerusalemme, con un esercito formato da esseno-zeloti, attacca la legione romana di stanza a Gerusalemme generando una vera e propria guerra che termina dopo ben tre interventi da parte di Quintilio Varo, proconsole in Siria. La repressione da parte dei romani è feroce; la crocifissione di duemila rivoltosi genera un aumento di odio verso i Romani da parte degli ebrei.
Cesare Augusto, subentrato a Giulio Cesare, per rendere più controllabile la Palestina la divide in quattro tetrarchie affidandone ciascuna ad uno dei quattro figli di Erode. La più importante, quella della Giudea con capitale Gerusalemme, l’affida ad Archelao quale primogenito. Questa conferma da parte di Roma a mantenere i discendenti di Erode al comando della Palestina, genera nuove rivolte da parte dei rivoltosi guidati da Giuda il Galileo.
Cesare Augusto, stanco dei continui disordini causati da tutte queste lotte di successione, decide di occupare militarmente la Palestina passandola da protettorato, quale era, a provincia dell’Impero Romano e toglie dal trono di Gerusalemme ogni pretendente di razza ebraica per sostituirlo con un procuratore romano a cui accorda ogni autorità, compresa quella di emettere condanne a morte (6 d.C.).
Come conseguenza del passaggio da protettorato a provincia, la Palestina viene sottoposta ad un censimento a fini fiscali che genera un fermento generale del quale ne approfitta Giuda il Galileo per organizzare un’ulteriore rivoluzione contro i romani, rivoluzione alla quale partecipa tutto il mondo ebraico di religione biblica in una maniera particolarmente sentita perché oltre al sentimento di ribellione contro l’imposizione delle tasse che sarebbe derivata dal censimento, esso vedeva nella sostituzione di Archelao con un procuratore romano al trono di Gerusalemme quell’avvenimento che avrebbe annunciato l’imminente avvento del Messia secondo quanto aveva predetto il profeta Giacobbe: « Il tempo dell’attesa si compirà quando lo scettro di Davide passerà nelle mani di uno straniero».
La partecipazione del popolo fu così massiccia e sentita da trasformare la rivolta in una vera e propria guerra che durò oltre due anni mettendo spesso in difficoltà le legioni romane venute dalla Siria. Morto Giuda il Galileo in questa guerra, il suo posto nelle rivendicazioni al trono di Gerusalemme fu preso dal primogenito Giovanni e dagli altri suoi sei figli Simone, Giacomo il Maggiore, Giuda (non l’Iscariote), Giacomo il Minore, Giuseppe e, l’ultimo, Menahem, che morirà nella guerra giudaica del 66-70 dopo essere stato acclamato dagli esseno-zeloti, durante l’assedio di Gerusalemme da parte delle legioni romane, re dei Giudei.

Fatta questa breve ricapitolazione per far comprendere quale importanza ebbero i discendenti della casta degli Asmonei nelle rivoluzioni messianiche, passiamo ora ad analizzare, attraverso una documentazione storica, questa squadra di combattenti Jahvisti, formata dai figli di Giuda il Galileo, per trarre da essa quelle che sono le prime due prove della non esistenza storica di Gesù Cristo.

Prova numero uno.

Secondo una prassi già seguita dai Maccabei nella loro rivolta contro gli Ellenisti (167 a.C.), i guerriglieri del movimento rivoluzionario messianico continuarono ad usare gli appellativi per quell’anonimato di cui hanno bisogno tutti i partigiani di questo mondo di proteggere se stessi nella loro latitanza e le proprie famiglie dalle ritorsioni che potrebbero subire dalle polizie nemiche, quali loro parenti.
Come i cinque figli del loro antenato Mattatia (Giovanni, Simone, Giuda, Eleazzaro e Gionata che furono chiamati rispettivamente Gaddi, Tassi, Maccabeo, Auaran e Affus - I Mc. 2- 2), anche i figli di Giuda il Galileo, autonominatisi Boanerghes, cioè figli della vendetta, adottarono dei soprannomi personali oltre a quelli che gli furono attribuiti in forma generica, quali quelli Qanana e Zelota, che rispettivamente significano “rivoluzionario” (il primo in aramaico, il secondo in greco), e quello di “Galileo”, che veniva dato ai guerriglieri del nord perché era in Galilea che si accentrava una forte componente rivoluzionaria, come risulta da antichi documenti aramaici, greci e latini (Novum Testamentum Graece et Latine).
Ritenendo troppo lungo soffermarmi a parlare di tutti e sette i fratelli in questa lettera aperta, tratterò soltanto di quelli che mi sono direttamente coinvolti in quella che sarà la prima prova che porterò per dimostrare la non esistenza storica di Gesù detto il Cristo, cioè Simone che ebbe gli appellativi di Barjona, che in aramaico significa latitante, e Kefas (pietra), che gli fu dato nel significato allegorico di roccia per la sua corporatura muscolosa e massiccia, e Giacomo il Maggiore il cui nome viene associato nei documenti a quello di Boanerghe.
La banda dei Boanerghes (figli della vendetta), operò come tutte le altre bande esseno-zelote, sul territorio palestinese per coinvolgere la popolazione, come era avvenuto nella rivolta del censimento, in quella che doveva essere a rivoluzione finale che, liberando la Palestina dall’occupazione romana, avrebbe rimesso sul trono di Gerusalemme un discendente della stirpe di Davide.
Partendo dalla regione della Golanite, cioè dai confini della Siria, attraverso la Galilea e la Samaria, era in Giudea, con la conquista di Gerusalemme, che doveva concludersi quel programma esseno-zelota che prevedeva la vittoria del bene contro il male, il trionfo definitivo degli angeli della luce, sugli angeli delle tenebre; i primi rappresentati da loro, sostenitori del monoteismo biblico, i secondi raffigurati dai seguaci delle divinità pagane.
I Boanerghes non erano altro che una delle tante bande, di cui ci parlano gli storici contemporanei, che, approfittando del malcontento popolare generato dalle ingiustizie sociali, praticavano il proselitismo di massa aizzando, in nome di una morale comunista, i diseredati contro le classi privilegiate e contro le istituzioni della Stato, e terrorizzando coloro che si rifiutavano di collaborare: «Se queste bande di Galilei non ricevevano quanto chiedevano, incendiavano le case di coloro che si rifiutavano e poi li uccidevano con le famiglie». (Filone).
«Distribuiti in squadre, saccheggiavano le case dei signori che poi uccidevano, e davano alle fiamme i villaggi sì che tutta la Giudea fu piena delle loro gesta efferate». (Giuseppe Flavio- Guerra Giud.).

“In illo tempore”, cioè nello stesso periodo messianico, apprendiamo dai Testi Sacri che un’altra squadra percorse la Palestina del tutto uguale a quella dei Boanerghes, sia nei nomo dei componenti che nell’applicazione del programma seguito per conquistare le masse, cioè quel programma che veniva eseguito dagli attivisti nazir esseno-zeloti promettendo alle classi umili l’eredità della terra e la conquista dei cieli se li avessero seguiti nel loro precetti, e terrorizzando coloro che gli si opponevano.

Una combinazione di eventi e di persone che si potrebbe pure attribuire al caso, come qualche credente mi ha fatto osservare, se non ci fossero ulteriori considerazioni che ci confermano che in realtà una delle due deve essere esclusa dalla storia. Quale? Quella formata dai figli di Giuda il Galileo, confermata dai documenti storici, oppure l’altra sostenuta dai Testi Sacri?

Le figure di Simone e Giacomo ci vengono presentate da Giuseppe Flavio che così ci parla di essi: «Sotto l’amministrazione del procuratore Tiberio Alessandro (44-46), si verificarono disordini che portarono alla cattura di due figli di Giuda il Galileo: si chiamavano Simone e Giacomo, e furono entrambi crocifissi; questi era il Giuda che, come ho spiegato sopra, aveva aizzato il popolo alla rivolta contro i Romani, mentre Quirino faceva il censimento in Giudea». (Giuseppe Flavio -Ant. Giud.-XX, 102 - Classici UTET).

Se il Simone e Giacomo dei quali ci parla la storia risultano essere due figli di Giuda il Galileo crocefissi nel 44 sotto il procuratore Tiberio Alessandro con l’accusa di essere dei rivoluzionari, chi sono il Simone e il Giacomo dei Testi Sacri?
I vangeli ce li presentano come due pescatori che Gesù incontrò mentre passeggiava lungo la riva del lago di Tiberiade mentre gettavano le reti. Seguendo quell’ispirazione divina che si trova alla base di ogni affermazione testamentaria, Gesù si rivolse a loro invitandoli a seguirlo sulla promessa che li avrebbe resi “pescatori di uomini”, ed essi, senza porsi domande, lo seguono per diventare, così, suoi discepoli. (Mt. 4,18).
Dopo essere stato dichiarato “figlio di Giona”, Simone fu prescelto da Gesù come la “pietra” sulla quale egli avrebbe edificato la sua Chiesa: «Beato te, figlio di Giona, gli disse Gesù, tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». (Mt. 16,17).
Giacomo ricevette da Gesù, l’appellativo di Boanerghe: «Gesù diede a Giacomo l’appellativo di Boanerghe».(Mc. 3,17).
Simone difese Gesù al Getsemani, dove, stando al vangelo, era andato con gli apostoli a pregare, tagliando con un colpo di spada l’orecchio ad una guardia del Tempio di nome Malco: «Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del Sommo Sacerdote e gli tagliò l’orecchio». (Gv. 18,10).
La biografia evangelica di Simone e Giacomo, termina con l’incitamento che Gesù gli rivolge, prima di risalire in cielo, di “andare in tutto il mondo e predicare il vangelo”. (Mc. 16,15).

La figura di Simone la ritroviamo negli Atti degli Apostoli nel ruolo di capo che guida la prima comunità cristiana di Gerusalemme e la istruisce fino a quando non viene catturato insieme a Giacomo per volere di Erode Agrippa (41-44) con l’ordine che vengano entrambi giustiziati. Ma, per un miracolo divino, mentre Giacomo fu ucciso di spada, Simone si salvò perché un angelo lo liberò dalle catene e lo fece fuggire aprendogli la porta della prigione: «In quel tempo il re Erode Agrippa (41-44) cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche Pietro il quale però non venne ucciso perché mentre era in prigione in attesa dell’esecuzione, un angelo lo liberò dalle catene, gli aprì la porta del carcere e lo fece fuggire». (At.12- 1 e segg.).
È così, con questa fuga dalla prigione, che finisce la biografia di Simone secondo le Sacre Scritture; tutto il resto che riguarda la sua venuta a Roma e la nomina a primo Papa è stato aggiunto dai Padri della Chiesa.
Per ciò che riguarda la sua morte nessun documento testamentario ne parla. Essa è stata costruita nel IV secolo quando la Chiesa lo dichiarò primo Papa per dare il primato a Roma sul cristianesimo. Prima di quella che viene oggi riconosciuta come vera, nella quale ci viene presentato nel coraggio di un Papa eroe che affronta la crocifissione sorridendo dopo aver assistito impavido al supplizio di sua moglie, e nell’umiltà di un discepolo che chiede di essere crocefisso con la testa all’ingiù perché non si ritiene degno di morire nella stessa posizione di Cristo, a Simone furono attribuite altre due morti. In una si diceva che era morto come un pusillanime che era andato al patibolo piangente e tirato con forza, e in un’altra si diceva che era stato crocefisso per volere di Nerone perché in una sfida di magia aveva provocato la morte di Simone il Mago facendolo cadere, con le sue preghiere, dall’alto mentre volava.
Tre morti differenti ma tutte aventi un preciso significato. La prima che gli fu data in relazione al mago Simone, doveva dimostrare la superiorità dello Spirito Santo su ogni forma di magia, la seconda, quella che affronta piangente, doveva confermare il suo carattere pusillanime che lo aveva portato a rinnegare tre volte Gesù, e la terza, quella definitiva che viene sostenuta dalla Chiesa, fu costruita per confermare la forte personalità di colui su cui Cristo aveva costruito la sua Chiesa. Il fatto della testa all’ingiù fu escogitato dai padri della Chiesa per evitare che un secondo crocefisso potesse creare dei problemi nella catechesi cristiana.

Simone e Giacomo di Giuseppe Flavio sono gli stessi dei quali parlano i Testi Sacri?

A chi potrebbe obbiettare che il Simone e il Giacomo riportati da Giuseppe e dai documenti scritti in aramaico e greco (obiezione che sono stati capaci di pormi i più accaniti sostenitori delle verità evangeliche), non sono gli stessi di cui parlano i testi sacri, perché nulla ci vieta di ammettere che possano essere esistite contemporaneamente due coppie di persone che avevano lo stesso nome, noi porteremo ulteriori prove che, tratte dalle falsificazioni che furono operate dai Santi Padri della Chiesa (Ireneo, Epifanio, Girolamo ecc.), elimineranno nella maniera più inconfutabile ogni possibilità di scappatoia anche in coloro che persistono nel più irriducibile irrazionalismo della fede. Esaminiamo gli appellativi che vengono attribuiti a Simone e Giacomo secondo gli antichi documenti:

Barjona: Il Barjona dato al Simone dei Boanerghes, dal significato originario di “latitante”, che ritroviamo trasformato in “figlio di Giona” nei Testi Sacri non è che il risultato di una manipolazione operata sulla parola nella traduzione dall’aramaico in greco. Sapendo che in aramaico “bar” significa figlio, i Padri della Chiesa ricavarono “figlio di Giona” separando “bar” da “Jona” con l’accortezza di scrivere bar in lettera minuscola come un nome comune e Jona in lettera maiuscola per farlo diventare nome proprio di persona: Simone Barjiona = Simone bar Jona = Simone figlio di Jona. (Da Novum Testamentum Graece et Latine pag. 54, 17).
Che questa trasformazione sia una il risultato di una voluta falsificazione e non di un errore di traduzione ci viene confermato da tre motivi:

a) La parola aramaica “bar”, non può trovare nessuna giustificazione in una traduzione scritta tutta in greco se non in un’intenzionalità tesa al raggiungimento di uno scopo.
b) Il nome proprio Jona, non esistendo in aramaico, esclude ogni possibilità di attribuire una figliolanza a qualcuno che non può avere questo nome.
c) La parola in “bar”, nel significato di figlio, si trova sul testo greco soltanto davanti a “Giona” mentre in tutti gli altri casi viene giustamente tradotta con “fios”.

Praticamente, in un testo scritto tutto in greco, i traduttori (falsari) hanno inserito questa parola aramica bar che, guarda caso, sparisce poi nella versione latina dove “bar Jona” viene tradotto con “filius Jonae”. Tutto questo perché il Simone Barjona latitante in aramaico, passando per Simone bar Jona nella traduzione greca, perdendo ogni traccia del rivoluzionario, possa divenire il pescatore di anime “Simon filius Jonae” dei vangeli canonici. E come per Simone, altrettanto furono operate negli altri componenti la banda dei Boanerghes quelle manipolazioni necessarie perché gli appellativi rivoluzionari assumessero un significato pacifico, come Qananite, che in Aramaico significa rivoluzionario, che fu trasformato in Cananeo, cioè oriundo della città di Cana, e Galileo in abitante della regione della Galilea.
Kefas: L’appellativo Kefas (cefa), che nel significato di “pietra” fu dato a Simone per la sua massiccia corporatura, fu trasformato dai falsari in quel nome proprio di “Petrus” che, in senso traslato, sarà usato per indicare in lui la “pietra” su cui Gesù edificherà la sua Chiesa. «Beato te, Simone, figlio di Giona... tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt. 16- 17 e segg.). Frase che se fosse stata espressa nel significato originale, avrebbe suonato: «Beato te, Simone, latitante, perché sarà su di te, forte come una roccia, che io edificherò la mia rivoluzione», quella rivoluzione che gli Asmonei, seguendo il programma esseno-zelota, stavano preparando contro i Romani per la liberazione della Palestina.

Boanerghe e Zelota: Questi due appellativi dati a Giacomo quale combattente Jahvista appartenente alla banda dei Boanerghes, confermati come sono dagli stessi vangeli canonici non hanno bisogno di ulteriori documentazioni e commenti per quanto la Chiesa cerchi di cambiarne il vero significato rivoluzionario dicendo che Zelota fu dato a Giacomo nel significa di “zelante nell’amore per Cristo” e Boanerghe perché era sua abitudine di parlare a voce alta come un tuono.
Ma per quanto i falsari abbiano cercato di far sparire ogni traccia rivoluzionaria nella trasformazione dei Bohenerges in pacifici discepoli di Gesù, tanti sono i passi rimasti nei vangeli che testimoniano la loro originale natura estremista, quale quello citato da Luca che “nell’autorizzazione che i discepoli chiedono a Gesù di incendiare un villaggio samaritano perché si era rifiutato di concedergli asilo (Lc. 9,51 e segg.) ci riporta a quanto gli storici del tempo scrissero di queste squadre estremiste esseno-zelote: «Se queste bande di Galilei non ricevevano quanto chiedevano, incendiavano le case di coloro che si rifiutavano e poi li uccidevano con le famiglie». (Filone).
«Distribuiti in squadre, saccheggiavano le case dei signori che poi uccidevano, e davano alle fiamme i villaggi si che tutta la Giudea fu piena delle loro gesta efferate». (Giuseppe Flavio- Guerra Giud.).
Alla domanda di come sia possibile che nei vangeli si trovino passi che possano testimoniare la vera natura zelota nella squadra di Gesù quando la Chiesa avrebbe avuto tutto l’interesse di nasconderli, la risposta la troviamo nel fatto che i quattro vangeli canonici, scritti tutti nella seconda metà del II secolo, furono totalmente ricopiati dal vangelo che i Battisti scrissero, nella seconda metà del I secolo, per costruire in Giovanni Battista la figura del predicatore spirituale e del rivoluzionario zelota secondo i canoni del movimento esseno-zelota che volevano un Messia dalla duplice figura, la figura del predicatore spirituale e la figura del guerriero davidico. Ma questo fa parte di un capitolo che sarà trattato a parte.

Dimostrato così che il Simone e il Giacomo dei Testi Sacri non sono altro che due figure immaginarie ricavate dal Simone e Giacomo che Flavio Giuseppe ci presenta come figli di Giuda il Galileo, tutto ciò che la Chiesa sostiene su di essi crolla miseramente. Come si può ancora credere che il Simone Pietro, figlio di Giona, sia potuto andare a Roma nel 62 ed esservi eletto primo Papa se è stato crocifisso nel 44 sotto Alessandro Tiberio con l’accusa di rivoluzionario? Come si può pretendere che tutta la storia della Chiesa possa reggersi ancora su una favoletta, quella favoletta dell’angelo che liberò Simone dalle catene?

Prova numero due dell’inesistenza storica di Gesù.

La seconda prova della non esistenza storica di Gesù ci sarà fornita, netta ed inconfutabile, mettendo in diretto confronto la figura del Messia dei Testi Sacri, detto il Nazareno, con il Messia della Storia, detto il Nazireo, entrambi pretendenti al trono di Gerusalemme in qualità di “re dei Giudei”.

Messia dei Testi Sacri.

Il Messia dei Testi Sacri, al quale la Chiesa ha dato il nome di Gesù, ci viene presentato secondo i seguenti dati anagrafici:

a) Paternità: figlio primogenito di Giuseppe.
b) Luogo di nascita: Betlemme, anche se Marco e Giovanni non ne fanno menzione nelle loro biografie cominciando il racconto della sua vita da quando aveva trent’anni.
c) Residenza: Nazaret, perché la città natale di suo padre Giuseppe, secondo il biografo Dottor Luca, perché ha dovuto rifuggircisi dal ritorno dall’Egitto dove si era rifugiato per sfuggire alla strage degli innocenti ordinata da Erode che voleva ucciderlo perché ritenuto suo concorrente al trono di Gerusalemme.
d) Professione: Rabbi.
e) Ha due appellativi, quello di Galileo perché Nazaret si trovava nella regione della Galilea, e quello di Nazareno che gli viene dalla città di Nazaret, considerata sua patria per adozione da Matteo e per discendenza atavica da Luca.
f) Inizia la sua missione di predicatore formando una squadra di dodici discepoli, dei quali alcuni sono suoi fratelli che si chiamano Simone Pietro, detto Cefa, figlio di Giona, Giacomo il Maggiore detto Boanerghe, Giuda detto Teudas (Taddeo), Giacomo il Minore detto Zelota... degli altri otto, essendo alquanto complicata la spiegazione dei nomi, ne parleremo in una prossima lettera aperta. Con questa squadra di discepoli, partendo dai confini della Siria (Mt.4,23), dopo un periodo di prediche di durata imprecisata (tre per i biografi Matteo e Marco, due per il biografo Dottor Luca e uno soltanto per il biografo Giovanni), percorre la Palestina predicando una morale del tutto identica a quella esseno-zelota, giunge a Gerusalemme perché è in questa città che, secondo i Testi Sacri, deve concludersi la sua missione di evangelizzatore. Prima di entrarvi, ne prevede la distruzione. (Mt.24,15).
g) Sotto le feste di Pasqua, dopo aver consumato una cena nella quale i discepoli vi partecipano armati di spade, viene arrestato nel Getsemani e crocefisso sotto l’accusa di aver commesso reati di natura religiosa e politica; religiosa, per essersi dichiarato figlio di Dio, e politica, per aver sostenuto di essere il re dei Giudei (reato gravissimo per i Romani), di aver tentato di sollevare il popolo e di avere impedito di pagare i tributi a Cesare ( Lc. 23 - 1,5).

Giovanni di Gamala secondo la documentazione storica.

a) Paternità: figlio primogenito di Giuda il Galileo.
b) Luogo di nascita: Gamala, sita nella regione della Golanite confinante con la Siria.
c) Residenza: Gamala, città degli Asmonei.
d) Quale discendente della stirpe di David, viene ricercato da Erode perché lo considera un suo rivale al trono di Gerusalemme.
e) Professione: Rabbi.
f) Ha due appellativi, quello di Galileo come suo padre Giuda, anche se di origine Golanite, perché appartenente al movimento rivoluzionario che ha sede in Galilea, e quello di Nazireo perché appartenente alla casta politico-religiosa dei Nazir alla quale il movimento rivoluzionario aveva affidato la propria propaganda secondo i canoni della morale esseno-zelota.
g) Inizia la sua missione di propagandista rivoluzionario costituendo una banda di guerriglieri, autonominatasi “Boanerghes” (figli della vendetta), della quale fanno parte i suoi sei fratelli, i cui nomi sono Simone Barjiona, detto Cefa, Giacomo il Maggiore, detto Boanerghe, Giuda, detto Teuda, Giacomo il Minore, detto Zelota, Giuseppe e Menahem. Con questa banda di guerriglieri, partendo dalla sua regione Golanite, che si trova ai confini della Siria, percorre la Palestina per concludere la sua missione in Giudea con la conquista di Gerusalemme.
e) Sotto le feste di Pasqua (era in questa ricorrenza che i rivoluzionari organizzavano le rivolte approfittando della confusione generata dal forte afflusso di pellegrini) viene catturato nel Getsemani e quindi crocifisso sotto l’accusa di promotore di una rivolta.

Confronto storico-geografico tra Nazaret e Gamala.

Come si vede dai due estratti sopra riportati, ci troviamo di fronte a due personaggi che, tolto qualche dato, come la paternità e la città da cui provengono, hanno tutto il resto in comune. Sono entrambi perseguitati da Erode perché vede in essi dei probabili rivali al trono di Gerusalemme quali discendenti della stirpe di Davide, sono tutti e due Rabbi, hanno lo stesso appellativo di “Galileo”, sono capi di due squadre composte da seguaci tra cui ci sono loro fratelli che hanno lo stesso nome, e iniziano, sia l’uno che l’altro, la loro missione dai confini della Siria per concluderla sotto le feste di Pasqua a Gerusalemme, dove vengono catturati nell’orto del Getsemani per essere crocefissi sotto l’accusa di rivoltosi.
Lasciando da parte le paternità che non possono essere discusse su un piano storico perché quella di Giuseppe, attribuita a Gesù dai Testi Sacri, non è altro che il risultato di un’immaginaria elaborazione biblica, passiamo ad esaminare l’altra differenza che possiamo affermare essere la sola che si oppone a fare dei due personaggi la stessa persona, cioè quella riguardante le due città che vengono indicate come loro patrie; la città di Nazaret che viene attribuita a Gesù dai vangeli e la città di Gamella che viene attribuita a Ezechia, nonno di Giovanni, da Giuseppe Flavio.

Nazaret.

Lasciando l’annosa discussione riguardo la sua esistenza al tempo di Gesù che da alcuni è negata perché nessun documento ne parla prima del IX secolo, mentre da altri viene riconosciuta sotto forma di un piccolo raggruppamento di capanne dai tetti di paglia, procediamo nella dimostrazione della seconda prova considerando Nazaret nella sua posizione geografica leggermente collinare distante circa trentacinque chilometri dal lago di Tiberiade.
Analizzando i vangeli non si può non restare sorpresi dal fatto che le descrizioni che essi fanno della patria di Gesù non hanno nulla a che vedere con la realtà.
Leggiamo insieme: «Terminate queste parabole, Gesù partì di là e venuto nella sua patria insegnava nella Sinagoga. La gente del suo paese, riconosciutolo, si mise a parlare di lui. Gesù, udito ciò che dicevano, partì di là su una barca, ma visto che la gente restava sulla spiaggia guarì i malati e moltiplicò i pani e i pesci. Congedata la folla, salì sul monte e si mise a pregare. Dal monte vide che sotto, nel lago di Tiberiade, la barca degli apostoli era messa in pericolo dalle onde generate dal vento che si era improvvisamente levato». (Mt. 13,2).
Se la patria di Gesù è Nazaret, come viene affermato dalla Chiesa, e Nazaret è una città situata su una zona leggermente collinare e lontana dal lago di Tiberiade trentacinque chilometri, vorrei che almeno uno dei tre (don Enrico Righi, il cardinale Biffi e il vescovo Carraro), ai quali mi sono rivolto perché mi dessero una prova, una soltanto, dell’esistenza storica di Gesù, mi spiegasse come possa esserci una riva, delle barche e un monte che si erge sul lago di Tiberiade.
Una vera contraddizione che non può trovare nessuna giustificazione, anche la più assurda, dal momento che la troviamo ripetutamente confermata da tutti gli evangelisti come risulta dai passi sotto riportati:

«Gesù si recò a Nazaret dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di Sabato nella sinagoga e si alzò a leggere... all’udire queste cose tutti furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero al ciglio del monte sul quale la città era situata per gettarlo giù dal precipizio, ma egli, passando in mezzo a loro se ne andò». (Lc. 4- 14 e segg.).

«Quel giorno Gesù uscì di casa e, sedutosi in riva al mare (lago di Tiberiade), cominciò a raccogliersi intorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca». (Mt. 13- 1,2).

«Sentendo ciò che diceva, una gran folla si recò da Gesù. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero... salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che volle andassero da lui... Entrò in casa e si radunò intorno a lui molta folla, al punto che non poteva neppure prendere cibo. Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori lo mandarono a chiamare. Dopo aver spiegato chiaramente chi fossero realmente i suoi parenti, uscito di casa, Gesù si mise a insegnare di nuovo lungo il mare»...e come questi, tanti sono ancora i passi dei quattro evangelisti che, riferendosi alla città natale di Gesù, escludono nella maniera più evidente che Nazaret possa essere la sua patria almeno che non si voglia, e tutto è possibile alla fede, mettere barche in un paese che dista trentacinque chilometri dal lago di Tiberiade e trasformare un pagliaio in una montagna.

Gamala.

Se la patria di Gesù non è Nazaret, quale è allora questa città a cui si riferiscono i vangeli? La risposta ci viene da un passo della “Guerra Giudaica” nel quale Giuseppe Flavio ci parla di Ezechia, padre di Giuda il Galileo e nonno di Giovanni, pretendente al trono di Gerusalemme quale appartenente alla casta degli Asmonei discendente della stirpe di Davide:
«Ezechia era un Rabbi appartenente a famiglia altolocata della città di Gamala che era situata sulla sponda golanite del lago di Tiberiade. Questa città non si era sottomessa ai romani confidando nelle sue difese naturali. Da una montagna si protende infatti uno sperone dirupato il quale nel mezzo s’innalza in una gobba che dalla sommità declina con uguale pendio sia davanti che di dietro, tanto da somigliare al profilo di un cammello (gamlà); da questo trae il nome, anche se i paesani non rispettano l’esatta pronuncia del nome chiamandola Gamala. Sui fianchi e di fronte termina in burroni impraticabili mentre è un po' accessibile di dietro. Ma anche qui gli abitanti, scavando una fossa trasversale, avevano sbarrato il passaggio. Le case costruite sui pendii erano fittamente disposte l’una sopra l’altra: sembrava che la città fosse appesa e sempre sul punto di cadere dall’alto su se stessa. Affacciata a mezzogiorno, la sua sommità meridionale, elevandosi a smisurata altezza, formava la rocca della città, sotto di cui un dirupo privo di mura sprofondava in un profondissimo burrone».(Guerra Giud. IV -4,8).
Basta rileggere uno solo dei passi evangeli citati per renderci conto che la città di Gesù, corrispondendo esattamente alla descrizione di Giuseppe Flavio, non è assolutamente Nazaret ma Gamala.

Ma come è potuto accadere che gli evangelisti siano caduti in una simile incoerenza? La risposta è semplice: il capitolo riguardante la nascita di Gesù, nel quale viene dichiarata Nazaret come patria di Gesù, fu aggiunto in Matteo e in Marco quando i vangeli erano già stati scritti e pubblicati, cioè nel IV secolo allorché i Padri della Chiesa decisero di dare a Gesù una incarnazione attraverso una nascita terrena, incarnazione che fino ad allora era stata sostenuto essere avvenuta all’età di trent’anni, nel momento del battesimo ricevuto da Giovanni, per dichiarazione di Dio: «Questi è il mio figlio prediletto, che oggi ho generato».

Perché fu scelto proprio Nazaret, quel paese che al tempo di Gesù poteva essere tutt’al più rappresentato da un insignificante villaggio formato da quattro capanna dai tetti di paglia e non una città di maggiore importanza come Cafarnao, Sefforis o altre? Perché dovevano far sparire quell’appellativo di Nazireo che, significando “attivista del movimento rivoluzionario”, avrebbe compromesso la trasformazione di un combattente Boanerges, figlio della vedetta, in un predicatore di pace e di perdono. E, così, ancora una volta, come in tante altre trasformazioni fatte per nascondere la natura originaria zelota dei discepoli (vedi “quananite”, in nativo di Cana, “Ecariot” in nativo di Keriot, “Galileo” nativo della Galilea), ricorrendo all’espediente geografico, trasformarono “Nazireo” in “Nazareno” quale oriundo della città di Nazaret.
Trasformazione che, secondo gli esegeti, spinge ad un sorriso di compassione nella sua arrogante falsità se si considera che gli abitanti di Nazaret non si chiamano nazareni, ma “Nazaretani”.
Dunque, se la patria di Gesù non è Nazaret ma Gamala, chi altri, in realtà, egli ha potuto essere se non quel figlio di Giuda il Galileo che, quale primogenito di sette fratelli, morì crocifisso per restaurare il regno di David di cui lui, quale asmoneo, ne pretendeva il trono?

Queste sono le prime due prove che invio come risposta al silenzio della Chiesa alla mia richiesta di una prova sull’esistenza storica di Gesù, detto il Cristo, per la quale, se mi fosse fornita, sono pronto a ritirare subito la querela contro la Chiesa, nella persona di don Enrico Righi, per abuso di credulità popolare e sostituzione di persona. Ho detto le prime due perché altre ne seguiranno.

P.S. Risponderò ad eventuali obiezioni soltanto se mi verranno da una delle tre persone sopra nominate o da chi, prendendo il loro posto, si assuma tutta la responsabilità della Chiesa nella qualità di suo ministro. Ogni intromissione di terzi appartenenti al mondo laico, per quanto dotti e credenti possano dimostrarsi, sarà respinta.

Luigi Cascioli
www.LuigiCascioli.it

Questo testo è in regime di Copylef: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata
purchè l’articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo,
citando il nome dell’autore e riportando questa scritta.

Luigi Cascioli
disponibile a rilascio interviste e commenti
in una serie di Conferenze itineranti
per presentare la scoperta e il Libro-denuncia LA FAVOLA DI CRISTO
Tel. 0761910283

per informazioni, inviti a conferenze e interviste contattare:
Relazioni Stampa
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Italy mobile +39 3393188116

 

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4 settembre 2012 2 04 /09 /settembre /2012 13:38

 

"....DEL TUO SANTUARIO "

 

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Poesia di Maurizio Trapasso

 

Il Mio Amore Nel Tuo Santuario

 

Bolle prodigiose spostano il mio proscenio,
ansiose in te cercano la tua fonte confortevole,
si avvicinano rapide in imbarcazioni al tuo ingegno,
ottengono nel tuo bordo la tua sabbia incomparabile,
consumano al tuo incenso ed offrono il mio accordo:
io guarisco le tue ferite con balsamo intoccabile
e te, chiudi i tuoi occhi, permetti che ti abbracci,
ammetti che ti baci... il tuo ventre si compiace...

Esploro nel tuo crepuscolo la tua orma e la tua sostanza,
ti apro la mia sentinella ed estinguo il tuo flagello
con gocce che producono il tuo cedro e la tua fragranza
con luci di modestia che proteggono la mia diffidenza,
il tuo aroma a menta mi viene in abbondanza
con musica romantica andiamo via per il tuo cielo,
mi stabilisco nel tuo presente segnando il calendario
che bolla in questa data il mio amore nel tuo santuario...

 

► 6:12► 6:12
www.dailymotion.com/.../xqtklp_renato-zero-il-s...14 mag 2012 - 6 min

 

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  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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