Carissimo Luciano, sono così felice che tu mi abbia scritto, perché ho finalmente modo di spiegare al mondo che cosa sta succedendo su questi due miei blog, dove aleggia lo spirito di Padre Gino Burresi. Luciano ascolta, non sono io ad aver parlato di inciampo. Il 2 aprile 2011 ricevetti sul blog nelsegnodizarri il commento di Giò, in cui io ho visto la persona di Padre Gino Burresi.
Giò dice di avere inciampato e lamenta di non essere stato raccolto dalla Chiesa, a cui egli aveva chiesto maternità. Giò si rivolge ai cardinali, madri per gioielli, matrigne per l'amore e arriva addirittura a dire che la Chiesa da lui amata e capita lo ha trattato come fosse una matrigna e non una madre. Puoi leggere questo commento di Giò (Padre Gino) qui : http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291.html
A partire dal 2 aprile 2011, tutti i miei sforzi li ho finalizzati alla liberazione di Padre Gino Burresi. Non c'è solo la condanna del 27 maggio 2005; sono 25 anni che Padre Gino Burresi è stato posto ai margini della Chiesa come fosse un lebbroso. Solo che nel 2005 è stata ufficializzata pubblicamente a livello mondiale la sua condanna.
Giò, in cui io vedo Padre Gino, dice tutta la sua sofferenza per essere stato abbandonato e il suo linguaggio è così commovente e appassionato, come si trattasse di Gesù Cristo che parla dalla Croce. Padre Gino Burresi, quindi il Giò del commento, rappresenta Gesù che cade e non è rialzato dalla sua Chiesa, che invece lo condanna. Quando Giò parla di inciampo nel suo commento, non chiarisce nel corpo del commento la natura dell'inciampo, ma nella sua replica alla mia risposta mi parla di un bacio che si è negato da molto tempo e che desidera ardentemente.
Ed è proprio di baci che si parla nell'accusa degli ex- seminaristi di San Vittorino, per cui io ho dedotto che l'inciampo di Padre Gino potrebbe essere consistito in una sua manifestazione di tenerezza nei confronti dei suoi ex-seminaristi.
Luigi, teologo tedesco, ex- seminarista di San Vittorino e suo accusatore, che mi ha scritto più volte sul blog nelsegnodizarri, parla invece di carezze intime, orgasmi, false stimmate, false estasi e liquida Padre Gino Burresi come un truffatore da quattro soldi che avrebbe ingannato per decenni la Chiesa e ringrazia Papa Benedetto XVI per aver finalmente tolto di mezzo un falso mistico.
( Commento n°1 inviato da Luigi il 29/05/2012 alle 16h40 ;Commento n°5 inviato da Luigi il 29/05/2012 alle 14h06 ;
Caro Luciano, io sono convinto che Giò sia veramente Padre Gino Burresi che tramite il mio blog vuole far sapere al mondo la verità sulla vicenda occorsagli negli anni 80.
Luciano, leggi l'articolo che ho citato sopra, ( http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291.html ) dove ho parlato di Fratel Gino ed anche tu capirai che non può che essere stato Padre Gino ad aver scritto quel commento firmato Giò.
Padre Gino ha bisogno del nostro aiuto per riportare alla ribalta della cronaca il suo caso.
Padre Gino Burresi è stato giudicato con un processo sommario, dove le accuse sono state molto probabilmente gonfiate ma nessuno è mai stato in grado di smontarle.
Caro Luciano, non so se ho fatto bene o male a creare la petizione on line per la sua riabilitazione da parte del Papa. Sicuramente il linguaggio che ho usato nella petizione non è consono per uno che si rivolge ad un Papa. Quello che volevo raggiungere era creare una lista di persone che lasciassero un loro messaggio di solidarietà a Padre Gino Burresi. Finora solo 84 persone hanno aderito e l'esiguità del numero di persone dipenderà sicuramente dal fatto che non ho saputo esprimermi in maniera più raffinata, perché penso che siano invece in molti a volere la riabilitazione di Padre Gino.
Scusatemi se non ho saputo rivolgermi in modo più appropriato ad un Papa.
Ti ringrazio di avermi scritto.
Riccardo Fontana
http://www.dediche.it/leggi/429983
da Maurizio per AllaVITA
Soffia contro i mulini a vento, se di vento non ce n'è.
Nuota controcorrente, se l'acqua non è calma.
Scala una montagna, se non riesci più a veder l'alba.
sfrega più che puoi, se di fuoco non ce n'è.
Non ti arrendere,
Nella vita ci si arrende solo alla morte.
11 marzo 2012 - Campobasso
Papa Bergoglio non abbassa la guarda e rilancia l'opera di pulizia e giustizia. L'importanza dei consigli di Scicluna
Giacomo Galeazzi
Città del Vaticano
"Prego per le vittime degli abusi. I bambini vanno difesi", scandisce il Pontefice. Francesco ha incontrato più volte l'ex pm anti-pedofilia, il vescovo maltese Charles Scicluna e gli ha chiesto quali misure siano necessarie per rendere ancora più efficace la prevenzione e il contrasto alle violenze compiute dal clero. Secondo quanto si apprende in Curia, Scicluna ha riferito al Papa riguardo agli ostacoli opposti da settori della gerarchia ecclesiastica all'azione di "tolleranza zero" avviata da Benedetto XVI.
Oggi Francesco ha salutato con l'ormai consueto «vi auguro buona domenica e buon pranzo» i circa 100 mila fedeli presenti alla messa di questa mattina in piazza San Pietro (70 mila erano i membri delle Confraternite). Bergoglio, all'inizio del rito, li aveva lodati per il «coraggio» di voler essere presenti nonostante la pioggia. Ma soprattutto Francesco ha puntato l'indice contro la pedofilia. «Un saluto speciale va oggi all'Associazione «Meter», nella Giornata dei bambini vittime della violenza. E questo mi offre l'occasione per rivolgere il mio pensiero a quanti hanno sofferto e soffrono a causa di abusi», ha detto Papa Francesco al termine della messa in piazza San Pietro. «Vorrei assicurare loro che sono presenti nella mia preghiera, ma vorrei anche dire con forza - ha aggiunto - che tutti dobbiamo impegnarci con chiarezza e coraggio affinché ogni persona umana, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata».
Come è noto, Papa Francesco «ha raccomandato in particolar modo che la Congregazione per la Dottrina della Fede, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali, promuovendo anzitutto le misure di protezione dei minori, l'aiuto di quanti in passato abbiano sofferto tali violenze, i procedimenti dovuti nei confronti dei colpevoli, l'impegno delle conferenze episcopali nella formulazione e attuazione delle direttive necessarie in questo campo tanto importante per la testimonianza della Chiesa e la sua credibilità».
«Il Santo Padre - si legge ancora nella nota ufficiale - ha assicurato che nella sua attenzione e nella sua preghiera per i sofferenti le vittime di abusi sono presenti in modo particolare». Benedetto XVI nei suoi otto anni di Pontificato ha emanato norme più severe e allontanato una ottantina di vescovi che non avevano saputo rispondere adeguatamente agli abusi compiuti dai loro preti, incontrando le vittime di questi orrendi crimini in Vaticano, negli Stati Uniti, in Australia, a Malta, in Gran Bretagna e in Germania.
«Ogni cristiano è missionario nella misura in cui testimonia l'amore di Dio. Per salutare più pellegrini possibile giunti a San Pietro, da questa mattina sotto la pioggia, con la "papamobile" Bergoglio si è spinto fino a via della Conciliazione, uscendo dunque dalla piazza. Normalmente il giro viene fatto solo all'interno del colonnato del Bernini. Poi è sceso dall'auto per salutare personalmente, come di consueto, i disabili ed è accompagnato da una persona che lo copre con l'ombrello.
Siate missionari della tenerezza di Dio», ha ribadito poi Francesco su twitter.«In questo momento di profonda comunione in Cristo, sentiamo viva in mezzo a noi anche la presenza spirituale della Vergine Maria. Una presenza materna, familiare, specialmente per voi che fate parte delle Confraternite. L'amore per la Madonna è una delle caratteristiche della pietà popolare, che chiede di essere valorizzata e ben orientata».
Il Papa ha invitato i fedeli «a meditare l'ultimo capitolo della Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, la "Lumen gentium" che parla proprio di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa. Lì si dice che Maria `avanzo´ nella peregrinazione della fede'. Cari amici, nell'Anno della fede vi lascio questa icona di Maria pellegrina, che segue il Figlio Gesù e precede tutti noi nel cammino della fede». Francesco ha infine salutato «con affetto tutte le Confraternite presenti, venute da tanti Paesi». «Grazie per la vostra testimonianza di fede!», ha detto, salutando anche i gruppi parrocchiali e le famiglie, «come pure la grande parata di varie bande musicali e associazioni degli Schutzen provenienti dalla Germania».
Ieri papa Francesco è tornato a sottolineare l'importanza di «vivere con responsabilità» di «tendere sempre più in alto». E ha ribadito la sua attenzione per i giovani. Il Primo Maggio, parlando della disoccupazione, li aveva spronati a prendere la vita nelle proprie mani. «Non abbiate paura del futuro», ha detto già più volte in questi giorni. E oggi ha ammonito: «Chi non sa affrontare le sfide mettendosi in gioco è senza spina dorsale». E oggi partendo dal Rosario, la preghiera mariana per eccellenza, dice quello che fa, o deve fare, una mamma per il bene dei suoi figli. E questo, per esempio, è anche dire loro che la libertà «non è fare tutto ciò che si vuole», «buttare tutto ciò che non piace dalla finestra».
Caro Padre Gino, come vedi c'è ancora tanta gente che ti vuole bene e vorrebbe vederti libero da ogni condanna.
Qui di seguito riporto le testimonianze di Kià e di Chiara, giuntemi in questi giorni.
Molti altri non sanno perdonare e ti condannano all'isolamento.
Tutti possiamo inciampare e anche a te non è stata risparmiata la caduta.
Questo ci insegna che non esiste la perfezione su questa terra.
Nonostante tu sia inciampato, nessuno può negare l'importanza del tuo operato per riportare alla fede tante persone sfiduciate.
Anch'io posso testimoniare di miracoli ottenuti grazie alla tua preghiera.
Non si possono dimenticare le cose buone che hai fatto.
La petizione che ho creato sul web con la speranza che il Papa voglia riabilitarti è rimasto l'unico anello che mi lega ancora alla Chiesa, per cui riconosco che di nuovo grazie alla tua sofferenza non mi sono ancora del tutto staccato dalla Chiesa.
Invito coloro che vogliono aiutarti e starti vicino a firmare la petizione on line, aggiungendo la propria testimonianza sotto Commenti.
Invito inoltre Luigi, l'unico ex seminarista che ti ha accusato su questo blog, a ridimensionare le sue accuse e a riconoscere che il tuo errore non merita una punizione così severa.
Riccardo Fontana
L'inverno e il poeta
Poesia Inverno
di E. Ottaviani
Neppure il più pallido segno
ci resta dei mesi di sole!
La terra è uno squallido regno
che pesa sul cuore, che duole.
In ogni collina c'è un serto
di brume diffuse, stagnanti;
il cielo è un immenso deserto:
né voli, né trilli, né canti.
Eppure nella morsa del gelo
qualcosa sorride al poeta:
è un esile, povero stelo
di grano su zolla di creta.
Guardando quel tenero verde
l'artista ritorna contento
e già nel gran mare si perde
di messi cullate dal vento...
Testo canzone inverno Annalisa scarrone - YouTube
QUESTA NOTTE HO SOGNATO LA RESURREZIONE DI ADRIANA ZARRI
"Tu sai, Signore, che io amo pregarti seguendo i ritmi stagionali, perché la preghiera non è una petizione astratta o un parlare con te che prescinda dal momento di vita, dalle situazioni, dalle emozioni, dai colori che vedono i nostri occhi, dagli odori che vengono su dal suolo: le foglie macerate dalla pioggia, i funghi che nascono dai boschi, la dolce ovatta delle nebbie… Dacci dunque, Signore, di comprendere il messaggio segreto dell’inverno: di attendere la nuova primavera nel pensiero, nella speranza, nell’attesa dei cieli nuovi e delle terre nuove che tu farai risorgere dalle ceneri del mondo."
Adriana Zarri
( Quasi una preghiera - Einaudi )
Visualizza i firmatari | FIRMA questa Petizione
"Si risveglia la terra dal lungo sonno
dell’inverno…
Ma non sempre noi abbiamo voglia di rifiorire,
di continuare il ritmo della vita: quel ritmo
sempre nuovo che, a volte, ci sembra sempre
vecchio.
Dobbiam mettere in conto anche questa
stanchezza, questa polvere che si è posata
sulla vita e che non siamo capaci di detergere.
Quando la polvere si posa sulle foglie
dura poco; il cielo, prima o poi, se n’accorge
e manda un acquazzone a lavare la terra;
e gli alberi nuovamente risplendono di verde
lustro e ripulito.
Dovremmo imparare, a questa scuola,
a lavarci dalla stanchezza e dalla noia…"
Adriana Zarri
( Quasi una preghiera - Einaudi )
http://www.cacciainfiera.it/dettaglio_news.php?id=3568
IL CANE E LA PREGHIERA di Rodolfo Grassi | ||
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Escluso il cane-Rino Gaetano - YouTube
Kià, all'epoca in cui ricevetti il commento di Giò del 2 aprile 2011,
che io ritengo provenga da Padre Gino Burresi, stavo vivendo un periodo meraviglioso dal punto di vista spirituale, in quanto sentivo dentro di me la voce e le ispirazioni della teologa Adriana Zarri, scomparsa a novembre 2010. Le dedicai una poesia dopo la sua morte e lei per ringraziarmi mi ha trasmesso l'eco dei miei pensieri.
Fu proprio grazie alle sue ispirazioni che iniziai la marcia per la liberazione di Padre Gino Burresi.
E' stata opera della teologa Adriana Zarri l'avermi spinto ad impegnarmi per far cessare le sofferenze di Gino.
C'è da dire che esiste un parallelismo tra Adriana e Gino.
Adriana fu eremita per scelta. Gino invece è l'eremita forzato, perché da 25 anni allontanato dalla Chiesa.
Difatti Adriana si è definita la gemella spirituale di Gino.
Sono infinitamente grato a Padre Gino Burresi per avermi fatto pervenire quel commento sul mio blog nelsegnodizarri.
Quel commento mi ha dato la prova della sua santità e della sua profonda umiltà, perché ha confessato di essere inciampato, molto probabilmente nella sensualità. Kià, I veri mistici sono sensuali (parola di Adriana Zarri ) e a volte è difficile mantenere l'equilibrio fra sensualità e spiritualità. Un mistico che ama solo Dio e la Madonna non è un vero mistico, perché escluderebbe dalla sua sfera di sentimenti l'amore per l'Umanità e per il Creato.
Il fatto di avere confessato di essere inciampato non lo rende meno santo.
A me però, Kià, non sta tanto a cuore dimostrare la santità di Padre Gino Burresi.
A me preme porre fine alle sue sofferenze che sento bruciare nelle mie viscere.
In Padre Gino Burresi, a prescindere dall'inciampo, io vedo tutti coloro che sono perseguitati dalla Chiesa.
Per me Padre Gino Burresi è la raffigurazione di quanti vorrebbero dalla Chiesa un gesto di maternità e di misericordia ed ottengono invece solo rigore e fustigazioni.
La primavera del 2011 è stata per me la più bella primavera sia per la vicinanza spirituale con la teologa eremita Adriana Zarri, che ho conosciuto solo dopo la sua morte, sia per la fiducia che Padre Gino Burresi mi ha dato nell'affidarmi il suo lamento di condannato ad una solitudine troppo pesante per lui.
Riccardo Fontana