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10 aprile 2013 3 10 /04 /aprile /2013 02:14

 

 

LA MODELLA PER LA SFILATA DELLA MISERICORDIA

 

 

Sulla mia passerella

sfila la modella

della misericordia.

Maniche larghe, generose,

assumono stupende pose.

Doppio petto, che fulgore,

per farvi battere più di un cuore.

Di seta è la sciarpa

per avere un incedere

armonioso come un'arpa.

 

Riccardo Fontana

 

www.youtube.com/watch?v=3UoUOrc7usg
19/ago/2007 - Caricato da r0b3r74
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9 aprile 2013 2 09 /04 /aprile /2013 21:12

 

 

http://www.giornaledimontesilvano.com/poesie/66-poesia/3277-titolo-chi-e-colui-che-amo-.html

 

Chi è colui che amo ?

 

 

«Chi è colui che amo? Non lo saprete mai.

Mi scruterete gli occhi per scoprirlo e non vedrete
mai che il fulgore dell'estasi. Io lo imprigionerò
perché mai sappiate immaginare chi ho dentro il
mio cuore, e lì lo cullerò, silenziosamente, ora
dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno.

Vi darò i miei canti, ma non il suo nome. Lui
vive in me come un morto nella sua tomba, tutto
mio, lontano dalla curiosità, dall'indifferenza,
dalla malvagità. »

 

Alfonsina Storni 

 

 
www.youtube.com/watch?v=b_YNOCNMMcM
27/giu/2009 - Caricato da minafan51

 

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9 aprile 2013 2 09 /04 /aprile /2013 09:45

 

 

http://assolodipoesia.blogspot.it/2010/10/dove-tu-posi-la-borsa.html

 

 

 

Dove tu posi la borsa

 

 a D. 

 

 

Dove tu posi la borsa fiorisce
un mondo - ora è la sedia del caffè -
e le parole leggere galleggiano,
attinie nel mare del pomeriggio,
nella sua noia grigia che frantumi
già con la tua presenza qui.
E quando ridi, spalanchi universi
in cui precipito sereno e lieve
senza più il peso di tutti i miei affanni.

 

DR

 

www.youtube.com/watch?v=oE-1KBI9ThA
23/nov/2011 - Caricato da Andrea Vasselli

 

 

 

 

 

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9 aprile 2013 2 09 /04 /aprile /2013 08:37

 

 

http://balbruno.altervista.org/index-460.html 

 

 

INCONTRO

  

Queste dure colline che han fatto il mio corpo
e lo scuotono a tanti ricordi, mi han schiuso il prodigio di costei, che non sa che la vivo e non riesco a comprenderla.

L'ho incontrata, una sera: una macchia più chiara
sotto le stelle ambigue, nella foschia d'estate.
Era intorno il sentore di queste colline
più profondo dell'ombra, e d'un tratto suonò
come uscisse da queste colline, una voce più netta
e aspra insieme, una voce di tempi perduti.

Qualche volta la vedo, e mi vive dinanzi
definita, immutabile, come un ricordo.
Io non ho mai potuto afferrarla: la sua realtà
ogni volta mi sfugge e mi porta lontano.
Se sia bella, non so. Tra le donne è ben giovane:
mi sorprende, e pensarla, un ricordo remoto
dell'infanzia vissuta tra queste colline,
tanto è giovane. È come il mattino, mi accenna negli occhi
tutti i cieli lontani di quei mattini remoti.
E ha negli occhi un proposito fermo: la luce più netta
che abbia avuto mai l'alba su queste colline.

L'ho creata dal fondo di tutte le cose
che mi sono più care, e non riesco a comprenderla.

 

 

CESARE PAVESE 

 

 

 

www.youtube.com/watch?v=biOROn3okd0
25/feb/2012 - Caricato da minafan51
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8 aprile 2013 1 08 /04 /aprile /2013 20:39

 

 

www.poesieracconti.it/poesie/opera-77010+&cd=3&hl=it&ct=clnk&gl=it

 

Vele spiegate

 

Vele spiegate all'orizzonte,
la nave dei sogni vola tra le onde,
stai trasportando i miei sogni lontano
dove avranno un riparo,
da tutta l'invidia che è in questo mondo,
da tutto lo schifo che ho intorno.

 

Anna Rita Pincopallo

 

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https://www.youtube.com/watch?v=6HbTjNRxTks
18/dic/2009 - Caricato da donbackyChannel

 

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8 aprile 2013 1 08 /04 /aprile /2013 02:55

 

 

http://www.romagnapolis.it/news/dettaglio_news.asp?hNewsID=38134&i_menuID=20256

 

 

La piadina romagnola nella poesia

Conosciuta ed apprezzata da tanti buongustai e perchè no, anche golosamente invidiata,

la piadina romagnola ha origini antiche e racconta la storia della gente di Romagna,

presentandola come lei stessa è: semplice, di facile accostamento e generosa.

Nata come cibo dei poveri, è stata spesso ispiratrice poetica di personaggi divenuti famosi,

noti o meno noti.

La piadina romagnola è sicuramente la più classica delle specialità romagnole

e forse ha acquisito tanta popolarità in quanto è un alimento sano e genuino,

tanto da essere definito "il pane dei romagnoli". Questo "pane" di vecchissima

tradizione (preparato fin dai tempi dei Romani), come ogni antica specialità che

si rispetti, ha una sua storia personale fra cultura popolare e ricette di cucina.
In origine, la piadina era chiamata "Pane Azzimo" (farina-acqua-sale), cioè pane

senza aggiunta di lievito, e la si trovava unicamente nelle tavole delle famiglie

contadine al posto del pane quando la povertà si faceva maggiormente sentire, essendo

preparata con un tipo di impasto che dava una maggiore sensazione di sazietà; poi, negli anni,

l'evoluzione nella preparazione della piadina ha fatto si che venisse modificata la ricetta

originaria in base alle tradizioni ed alla cultura di ogni città della Romagna inserendosi nella cucina tradizionale romagnola fra i prodotti gastronomici tipici ed acquistando una fama non solo

nazionale ma anche internazionale.

Cottura della piadina sul testoIeri cibo dei poveri, oggi apprezzata

anche dai palati più raffinati, la piadina

(con differenti denominazioni dialettali

a seconda del posto: a Ravenna, Faenza

e Forlì si dice "pje", nella sola Ravenna

anche "pjì" e "pjida", a Cesena e Rimini

"pida", a Rimini città come in Valmarecchia

"pièda"), è stata ispiratrice poetica di personaggi divenuti famosi, noti e meno noti, come Giovanni Pascoli, Marino Moretti, Aldo Spallicci,

Aldo Zama, che tutti possiamo leggere

e apprezzare, per ricordare e sentire il profumo

(e prufóm) di questo alimento "antico" quasi quanto l’uomo.

Puntina rossa

E chi meglio di PASCOLI, nato in

terra di Romagna, poteva tessere

l’elogio del pane e della piadina? Nel 1900 il noto poeta romagnolo scriveva

(testo integraleE quando si toglie ancora ardente dal fuoco... di "LA PIADA"):

"Io la giro, e le attizzo con le molle
il fuoco sotto, finché stride invasa
dal color mite e si rigonfia in bolle;
e l’odor di pane empie la casa…"

puntina_rossa.GIF

ALDO SPALLICCI canta l’amore struggente del soldato per la sua terra e la sua casa lontana, allorchè, nella trincea, gli giunge la piada che la madre gli manda avvolta in un candido tovagliolo di bucato:

Oh Dio, la piê !
Udor da ca’
Che riva iquà !
E e’ se(n)t chi ch’magna
Ëria d’Rumagna.
Oh Dio, la piê !

Oh Dio, la piada !
Odore da casa
che arriva fin qua !
E che lo sente chi mangia
Aria di Romagna
Oh Dio, la piada!

puntina_rossa.GIFQuanta nostalgia ma quanta verità nei versi di ALDO ZAMA:

"E la tëvla l’è prô(n)ta, zà parciëda
cun la tvàja cl’è d’cânva o d’téla bia(n)ca,
cla sa d’udòr da cà, cl’è profumëda
e è pâ(n) l’è in abundâ(n)za e màj l’amâ(n)ca
parchè la màtra l’è pìna d’mirôn
e, s’in bastèss, e fior l’è zà valë
e l’alvadùr l’è prô(n)t e int e’ cassô(n)
uj è la téggia par cusar la pië."

"E la tavola è pronta, già apparecchiata
con la tovaglia che è di canapa o di tela bianca
che sa di odor di casa, che è profumata
e il pane è in abbondanza e non manca mai
perché la madia è piena di mirôn (1)
e, se non bastasse, la farina è già setacciata
e il lievito è pronto nel cassone
c’è il testo per cuocere la piadina."

1.mirôn: pezzi di pane locale

...si taglia a croce e le quattro quadre si allineano in piedi sopra il mantìle disteso sulla cornice della spianatoia puntina_rossa.GIFE con quanta dovizia di particolari ci racconta la minuziosa preparazione della piadina il poeta

MARINO MORETTI, da parte di una donna antica, un'azdora della tradizione (testo integrale di "LA PIE' (Il pane dei poveri)"):

"Ella era una donna antica, un'azdora (la massaia) della

tradizione e si mostrava contrarissima alle azdore giovani

che facevano della piada una pizza, un dolce qualsiasi,

adoperando - le schizzinose - il puro fior di farina, gramolando e impastando col latte, lo strutto e la chiara d'uovo,

aggiungendo perfino alla miscela appiccicosa quell'altra

porcheriola del bicarbonato!
La piada era la piada: era pane...

Prima d'impastare, pensò al fuoco.

Per cuocere la piada occorre la fiamma, la bella fiamma

caduca, la vampata, il falò.

Il grande testo rotondo, grande quanto lo staccio,

deve riscaldarsi così prima che vi si adagi la pasta."

 

 

www.youtube.com/watch?v=857oASboubY
22/ago/2012 - Caricato da LiberoSantoGraal3

 

 

 

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8 aprile 2013 1 08 /04 /aprile /2013 02:31

 

http://www.pinu.it/tella_pazzia.htm

 

TELLA E LA PAZZIA

Tella era una bambina sempre allegra.
Era un po’ robustoccia, con due gote rosse, e un paio di codini ritti.
Indossava sempre una gonna a pois bianchi e rossi, e scorrazzava in giro salutando tutti e sorridendo.
Anche quella mattina voleva godere del sorgere del sole.
Si era recata in cima al colle, in attesa che l’astro lucente sbucasse da dietro al pendio.
La palla di fuoco cominciò a rosseggiare.
L’aria era piacevolmente fredda.
-Che bella giornata! Che bella giornata!-gridava Tella entusiasta.
Correva sull’erba morbida.
Ciaf!Ciaf!
Le sue scarpe facevano un buffo rumore, sulle piante erbacee inumidite dalla rugiada.
-Buon giorno signor pecoraio! Che sia una bella giornata…!- augurò Tella.
-Questa è proprio matta!- rispose il pastore, nervoso per quel dì lavorativo che aveva principio.
-Godete del sole!Guardate che splendore!- urlava Tella.
Tella si recò in paese.
Era giorno di mercato.
Presto le vie sarebbero state invase dai concittadini di Tella,e lei avrebbe potuto sorridere e salutare cordialmente tutti.
-Posso aiutarla signora fioraia?- domandò Tella alla fiorista dopo averla salutata.
-Ma sei pazza?Io non voglio l’aiuto di nessuno!- rispose la venditrice di petali e corolle, che la allontanò sgarbatamente.
Tella ispirò forte il profumo emanato dai fiori, poi se ne andò sconsolata.
-E’ ora di colazione!- disse mentre sentiva l’odore dal forno la fanciulla.
Si fermò a prendere un bombolone fumante, quando vide un cane scodinzolargli con l’acquolina in bocca.
Ne staccò un tozzo e lo offrì all’animale.
-Questa è pazza!- diceva la gente.
Le persone cominciavano ad affluire ai banchini.
C’era un gran movimento.
Tutti camminavano seri e spediti, senza degnare di un’occhiata i vicini.
Tella invece salutava e sorrideva a ognuno.
-Dev’essere un’insana!-
-Hai bisogno del manicomio!- commentava ciascuno.
All’ora di pranzo Tella vide un’anziana signora che sotto la sua sporta aveva difficoltà per rincasare.
-Voglio darle una mano!- si offrì la bambina.
-Mai e poi mai! Io non mi fido di nessuno!- rispose la signora, mentre ancora una volta i presenti credettero che l’agire di Tella fosse tipico di un matto.
Tella si recò a casa per mangiare.
Sulla via del ritorno alla sua dimora, si permise di invitare al desco un mendicante.
La mamma di Tella montò su tutte le furie, quando vide la figlia entrare a casa con il nuovo ospite.
-Non siamo mica un ristorante per barboni!- protestò la donna-Che figliola picchiatella!-
Il pomeriggio Tella lo passò a fare compere per gli anziani suoi vicini di casa.
-Questa ragazza deve essere proprio squilibrata, per occupare tutto il suo tempo a darsi al prossimo!-dicevano i conterranei di Tella.
Scoppiò un temporale.
La pioggia prese a battere sulle strade.
Un vecchio in carrozzella venne abbandonato sul selciato.
Tella corse in mezzo alla via, si tolse la mantellina e la pose sul capo del signore.
Un’ennesima volta la gente commentò così:
-Questa Tella è proprio anormale,deve avere qualche malattia!-
Lo scroscio di lì a poco ebbe termine.
Tutta inzuppata Tella andò a casa a cambiarsi d’abito.
-Ma come hai fatto a conciarti così?- chiese la madre.
Tella intanto, tutta tremante cominciò a spiegare il suo atto di generosità nei confronti dell’uomo paralitico.
-Sei la solita scriteriata!Ma cosa ti frulla per la testa?- disse la donna.
Tella dopo essersi mutata di vestiario tornò fuori, e decise di portare il pane secco ai piccioni della piazza.
Era quello un suo quotidiano appuntamento.
Amava ristorare gli uccelli, e nel mentre fermarsi allo stagno a osservare i girini nuotare intorno a mamma rana.
Tella riusciva ad apprezzare ogni gesto d’amore sulla Terra, e si estasiava nell’assistere a qualsiasi fenomeno suggestivo della natura.
Ringraziava il cielo per le magnificenze del creato, e sentendola il popolo diceva:
-Tella è davvero dissennata e irragionevole!-
Nessuno la capiva.
Tutti dicevano che Tella era pazza.
Ella invece agiva come dovrebbe essere nella natura dell’uomo, che ha bisogno di dare e ricevere amore dal prossimo.
Il mondo sarebbe ben diverso se tutti, come Tella, salutassimo e sorridessimo all’altro incrociandolo per la via.
Comportarsi però con elevatezza d’animo e spirito d’altruismo, fa credere agli altri che siamo pazzi.
Tella continuò ad agire come abbiamo veduto per tutta la vita, però, nonostante tutti continuarono sempre a dire che fosse matta, ella si sentiva tanto bene nel cuore….lei che faceva la cosa più adatta all’essere umano, il quale ha bisogno d’amore.

di Roberto Bianchi degli amici del Forum di Pinu

 

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www.youtube.com/watch?v=VLgvEtvrbxU
24/feb/2008 - Caricato da sorryskies

 

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7 aprile 2013 7 07 /04 /aprile /2013 08:31

 

 

http://www.libercogitatio.org/poesia/la-casa-della-paura-roberto-piumini.html

 

 

image

 

La casa della paura

 

 

Nella casa della paura
sembra d’inchiostro l’acqua pura,
sembra un pipistrello un fiore,
i minuti sembrano ore.
Nella casa dello spavento
sembra molle il pavimento,
sembra un rospo la saliera,
e un serpente la ringhiera.
Lunedì da casa mia
la paura è andata via
e le cose sembran cose
e le rose sono rose.

 

Roberto Piumini

 

www.youtube.com/watch?v=_h_LKUSnXYM
26/lug/2009 - Caricato da ThePICCOLAPRINCY88

 

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6 aprile 2013 6 06 /04 /aprile /2013 08:34

 

 

 

http://pieradunoyer.scrivere.info/index.php?poesia=179332%20&t=Amori+passeggeri

 

 

Amori passeggeri

 

 

 

Rossi
Bagliori autunnali
Su grigi tappeti d'inverno
L'anima?
Rude e nera
Sempre più
Sorella
Dell'albero spoglio...

 

 

Piera Dunoyer

 

 

www.youtube.com/watch?v=RWDCcQpcf2A
01/giu/2011 - Caricato da cassandraraffaele
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5 aprile 2013 5 05 /04 /aprile /2013 03:14

 

 

http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-87288

 

  

Aerei Taxi

 

 Taxi

 

Non vi è lingua
di polverosa o magica città
di cui le mie ruote
non conservino respiri,
inquietudini e speranze;
mi getto tra le labbra
di un giorno che odora ancora di sonno
salutando la claire
di un garage sbadigliante;
nuove corse
che non possiedono nè nomi nè volti
si disegnano su frammenti di strada;
una corsa e la storia
acquista lieve consistenza
che vorrei saper fare memoria
mentre il tassametro,
come il più perfetto dei metronomi,
sigilla le mie fatiche;
"siamo arrivati, signore,
ecco, questa è la sua valigia,
buona permanenza,
i nostri viaggi si dividono
nella ricchezza di essersi incontrati".
Il traffico è una spada tagliente
che duella con il mio sistema nervoso,
ma io so urlare più forte
chè la metropoli mi possa sentire;
diavoli di fanali
vi piace come sempre scherzare
con l'imponenza intangibile dei grattacieli,
mentre corteggiate la notte
e regalate a file di clochard
l'incanto di una luce
che possa fargli ritrovare
identità di speranza.
E io intanto
mi addestro ancora ad ascoltare
lamenti infantili di signore,
tutte lamenti e cipria
di cui inondarsi il volto
e poveri operai
che mi regalano i segreti
della periferia in cui abitano
e gemono con foto di bambini
a cui non potranno fare scartare
regali di Natale.
Sono un semplice taxi,
perdonatemi,
sentendovi parlare
è un po' come se indossassi il vestito
delle vostre vite
così anonime eppure così ricche.
Quando scenderete
mai saprete che sui miei sedili
sgualciti ma fieri
riposerà per sempre
l'impronta di una virgola
dell'esistere che mi avete confidato.

 

Cristiano Comelli

 

www.youtube.com/watch?v=DckFRY0KqIw
28/feb/2009 - Caricato da alfazenit

 

 

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Présentation

  • : RIABILITAZIONE POST MORTEM DI PADRE GINO BURRESI
  • : Riabilitazione post mortem di Padre Gino Burresi Firma la Petizione https://petizionepubblica.it/pview.aspx?pi=IT85976 "Sono dentro, donna o uomo che vive li nel seno di questa chiesa. Da me amata, desiderata e capita... Sono dentro. Mi manca aria, Aspetto l'alba, Vedo tramonto. La chiesa dei cardinali madri per gioielli, matrigne per l'amore. Ho inciampato e la chiesa non mi sta raccogliendo. Solitudine a me dona, a lei che avevo chiesto Maternità. E l'anima mia, Povera, Riconosce lo sbaglio di aver scelto il dentro e, Vorrei uscire ma dentro dovrò stare, per la madre che non accetta, Il bene del vero che ho scoperto per l'anima mia. Chiesa, Antica e poco nuova, Barca in alto mare, Getta le reti Su chi ti chiede maternità. Madre o matrigna, per me oggi barca in alto mare che teme solo di Affondare! Matrigna." Commento n°1 inviato da Giò il 2/04/2011 alle 14h27sul post: http://nelsegnodizarri.over-blog.org/article-la-chiesa-di-oggi-ci-e-madre-o-matrigna-67251291
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