IL ROSARIO CON PADRE GINO MI E' RIMASTO NEL CUORE
Ricordi di Rosanna Vendetti
venerdì 28 febbraio 2014, 23:30
Per favore qualcuno mi dica come posso mettermi in contatto con Padre Gino, io c'ero e ricordo .... non lo dimenticherò mai, Padre io ti voglio bene sempre, hai fatto tanto ...hai chiesto pietà per
noi a Maria anche se non meritavamo nulla e Lei ti ascoltava ... il tuo rosario nella chiesetta piccolina mi è rimasto nel cuore Rosanna
sabato 01 marzo 2014, 15:15
Quando sono arrivata a San Vittorino ero distrutta dal dolore , ho chiesto a fratel Gino di pregare per mia madre :
'ma tu preghi?' mi disse bruscamente ed io che non ero una santa gli risposi 'si ma è la strada del dolore che mi porta qui' ' e ti ci voleva la strada del dolore?' mi rispose guardandomi severo '
non è forse una via del Signore?'
risposi.. rimase in silenzio poi mi disse 'va bene di questa preghiera e preghiamo'
Primo episodio di una lunga storia fatta di grazie ottenute, di conversioni, anche se io sicuramente non valevo nulla e il Padre ...questo non lo so e sinceramente non mi interessa... La Madonna
vede forse molto di più di noi...
Se avete la possibilità di parlare a Padre Gino ricordategli
di Benedetta e Tonino i suoi protetti che ora non ci saranno
forse più ma sono certa pregheranno per Lui.
Racconterò ancora se il Padre vuole se no starò in silenzio..se posso racconterò tutto ciò che di straordinario ho vissuto a San Vittorino .
Voglio premettere che io non sono una persona bigotta, facile alla suggestione ecc.. tutta la vita mi sono occupata di dirigere procedure informatiche cosa che richiede il massimo della razionalità
e ... mai sono stata in odore di santità...
Un fraterno abbraccio a tutti voi
Rosanna
domenica 02 marzo 2014, 00:35
Bene allora inizierò a raccontare.
Secondo episodio :
dopo la prima volta che ho parlato con Fratel Gino volevo tornare a pregare con Lui ma non ricordo come,fui informata che non era a S.Vittorino e così non sono andata, ho lasciato passare tempo
finchè una notte mi parve di sognare il Padre che camminava con altra gente scuro in viso ed io che mi giustificavo dicendo che non ero andata perchè informata male.
Il giorno dopo decido di andare.
Chi ricorda quei tempi sa che per parlare con il Padre occorreva arrivare prestissimo e fare una lunga fila.
Io abitavo a Viale delle Milizie a Roma una strada centrale molto trafficata e piena di palazzi.
Per prendere l'auto per la stazione Termini esco di casa da sola alle 4 del mattino e mi fermo sul marciapiede , corona in mano, ma era notte e avevo un poco di paura(ero giovane) ...mi
raccomandavo alla Madonna e al Padre di proteggermi .
Vorrei precisare per chi non conosce Roma che mi trovavo assai lontana dalla stazione dove prendevo l'auto per San Vittorino.
La paura aumentava ma all'improvviso.. un gran profumo intorno a me, mi giro ma c'era solo asfalto neppure un alberetto in compenso mi si avvicina una signora, vestita di nero che mi sorride e mi
dice: 'sto andando a San Vittorino da Fratel Gino '
eravamo solo noi due alla fermata dell'auto per Termini, erano le 4 del mattino quante probabilità ci sono che io trovassi in una strada deserta e lontana una signora che mi facesse compagnia
PERCHE' ANDAVA DAL PADRE?
Arrivate a Termini abbiamo preso il bus, abbiamo pregato e una volta a destinazione non l'ho più incontrata.
Presto continuerò a raccontare, se non annoio nessuno, le tante cose che ho vissuto in quel periodo a San Vittorino.
Rinnovo a Padre Gino il mio affetto e, poichè resto convintissima che Qualcuno ascolta le sue preghiere Lo prego di raccomandare le nostre anime a Maria .
Rosanna
domenica 02 marzo 2014, 23:08
Eccomi ancora a ricordare insieme .
Per comprendere tutto ciò che accadeva a San Vittorino occorre innanzitutto cercare di spiegare il quale atmosfera di misticismo e preghiera si trovasse chi si avvicinava a Fratel Gino negli anni
70.
La mattina prestissimo il Padre diceva il Rosario insieme alle tantissime persone che già erano arrivate, in una piccola chiesa e la gente si accalcava anche fuori della Cappellina.
Dopo la Santa Messa ci recavamo tutti presso una piccola baracca di legno dove ognuno aspettava il suo turno per poter parlare al Padre dei propri dolori , delle tragedie che la vita riservava o
semplicemente per avere una parola di compassione.
Durante l'attesa tutti insieme recitavamo il Rosario e, pur sperando che Padre Gino pregasse per i nostri bisogni, eravamo perfettamente consapevoli che l'Aiuto dovevamo chiederlo a Maria
Santissima.
Nel pomeriggio tutto si ripeteva e per molte lunghissime ore il Padre ascoltava, consigliava, leniva il dolore con la speranza.
Molti venivano a raccontare come la Madonna li avesse aiutati e erano venuti a ringraziare il Padre per le preghiere.
Ma i pellegrini aumentavano di giorno in giorno a tal punto che tutti contribuirono alla costruzione del bellissimo Santuario.
Il desiderio di pregare insieme , la fede , la spiritualità erano tangibili e Padre Gino era l'elemento catalizzatore ma vi prego di credere che nel cuore di ognuno di noi c'era Maria .
Certo non mancavano, come sempre in questi contesti , le bigotte e i bigotti nevrotici che venivano per il culto dell'uomo, per il suo carisma personale e non per inserirsi nel bellissimo alone di
fede e abbandono al Cuore Immacolato di Maria.
Come non tornare con il ricordo alle folle oceaniche di migliaia di persone che pregavano nelle processioni per le Ricorrenze delle apparizioni di Fatima?
Preghiera, preghiera e ancora preghiera ecco come vivevano i fedeli il mondo di S. Vittorino.
Fiducia , speranza, consolazione erano le medicine per il dolore che Padre Gino dava a tutti noi.
Questi erano certamente i 'frutti' dell'apostolato di Padre Gino e non sono certo io a poter dare anche il minimo giudizio sull'uomo , questo riguarda il Signore che scruta l'anima, comprende e
perdona .
Ho trovato una bellissima frase di Gibran che vorrei mettere in chiusura del mio ricordare di oggi:
"Voi che volete vivere la giustizia, come potrete farlo se non studiando ogni fatto nella pienezza della luce?
Solo allora saprete che l'eretto e il caduto sono un unico uomo che vive nel crepuscolo fra la notte del suo io pigmeo e l'alba del suo io divino e il capitello del tempio non è più alto della
pietra più bassa delle sue fondamenta.
a presto e grazie a tutti quelli che vorranno portare un
poco di conforto al nostro amatissimo Padre Gino.
Rosanna
martedì 04 marzo 2014, 23:27
E continuiamo a ricordare....
Ho meditato a lungo la risposta di Riccardo per amore della verità con la quale cerco scrupolosamente di scrivere questi miei ricordi e le opinioni strettamente personali che ne derivano .
L'ostilità della Congregazione nei confronti di Fratel Gino era palese ma quello che in me destava il maggior stupore era la mancanza di 'caritas' nei confronti delle persone che venivano a pregare
a San Vittorino.
I Sacerdoti Oblati erano decisamente infastiditi dalla folla che attendeva in preghiera di parlare con il Padre e spesso ho assistito a episodi sgradevoli che rivelavano con quanto astio e
risentimento questa situazione venisse tollerata.
Questo carismatico che radunava intorno a se migliaia di fedeli, questo 'nessuno'(non era neppure sacerdote) che era oggetto di tanta devozione era certamente non gradito all'interno della
Comunità.
La Chiesa di Cristo è composta dagli uomini con tutti i loro limiti (invidia, desiderio di supremazia , avidità, denaro, potere, frustrazioni ecc...) e la grandezza e la misericordia del
Signore.
Se gli Oblati avevano un atteggiamento ostile nei confronti dell'allora ' Fratel Gino' , se sospettavano una mistificazione , se dalle confidenze dei seminaristi emergeva qualcosa di non chiaro
PERCHE' NON HANNO SUBITO DENUNCIATO?
E questi seminaristi importunati dal Padre (gente che si apprestava a diventare sacerdoti, a trasformare il pane in Corpo di Cristo, a guidare alla salvezza il gregge del Signore) perchè un minuto
dopo aver ricevuto queste insidie non erano alle porte del Santuario a gridare alle mamme che venivano ad implorare Maria perchè salvasse i loro piccoli moribondi :" Fuggite perchè questo è un
luogo di menzogne"?
Se tutto ciò fosse capitato a persone mediamente normali che avevano fatto comunque una scelta di vita al servizio di Cristo , che era sicuramente presente nei più deboli, i sofferenti , i malati
che quotidianamente bussavano alla porta del Padre, perchè non li hanno IMMEDIATAMENTE difesi dalla mistificazione e dall'inganno?
Vorrei chiedere a quell'ex seminarista che scrive nel boog perchè invece di profumarsi e ridere non è sceso in Chiesa in preda alla tristezza e allo sconforto e con le lacrime agli occhi ha parlato
con sincerità a quei miseri che cercavano l'intercessione di Padre Gino presso Maria?
Io non valgo nulla e mai avrei pensato di essere degna di occupare un posto qualsiasi nella direzione delle anima, la mia fede non era certamente tale da pensare di dedicare la mia vita a Dio, ma
solo perchè sono un semplice essere umano non avrei permesso che qualcuno si approfittasse del dolore degli ultimi.
Qualcosa non mi è chiaro , sono tante le risposte che non trovo .
La mia riflessione di oggi è frutto dell'amarezza che ho nel cuore e mi scuso , se qualcuno leggerà mai i miei ricordi, dei dubbi che esprimo in queste parole ma questo è ciò che il mio spirito ,in
assoluta verità, sente di comunicare.
Con tanto affetto mi unisco alle preghiere di Padre Gino e di tutti quelli che gli vogliono bene.
A presto
Rosanna
mercoledì 05 marzo 2014, 22:32
Riflettiamo insieme...........
non riesco a comprendere l'importanza di ritenere Padre Gino coinvolto o no nelle vicende umane che lo riguardano.
Chi vede nel profondo dello spirito saprà giudicare, comprendere e perdonare, noi non abbiamo certo nulla da insegnare al Dio della Giustizia e della Misericordia.
La Chiesa ci parla sempre della sua vocazione "materna" nei confronti dell'umanità ma sa cosa significa essere Madre?
La madre non si affanna a giudicare le colpe dei figli per condannarli ed emarginarli , la madre ama i figli per quello che sono, non li respinge mai , li corregge circondandoli d'affetto e di
tenerezza.
La madre educa i figli senza parole ma con l'esempio di una vita dedicata a loro e con l'esempio insegna che i valori essenziali non sono il danaro il potere o il prestigio della famiglia , ma il
giusto pane, il lavoro, l'armonia e la serenità.
A volte penso che una parte della Chiesa debba riflettere su questo.
Io ho ricevuto da Padre Gino la forza di sopravvivere in un momento della vita drammatico,e oggi voglio iniziare a raccontare vicende nelle quali sono stata coinvolta personalmente.
Luigi P.
Un amico e collega di mio marito Luigi , padre di tre bambini piccini , si ammalò di una terribile pancreatite acuta.
Il professor Fegiz lo aveva operato per la terza volta ma dopo l'ultimo intervento esclude ogni possibilità di guarigione, è presente una febbre altissima .
Mio marito era sconvolto ma io al mattino prendo la macchina e arrivo a San Vittorino ,la folla era tale che riesco a parlare con il Padre solo nel pomeriggio.
Il Padre era seduto con il viso basso, scuro e chiuso e quando io dico:' Padre un amico sta morendo è giovane , lo aiuti preghi per lui' non alza neppure il capo e non mi risponde affatto .
Ma io continuo' Padre ha tre bambini piccoli, la mamma non lavora, che faranno in questo brutto mondo senza padre?'
Quando nomino i bambini il Padre alza il viso con uno scatto rimane un attimo in silenzio e poi mi dice "si confessino , si comunichino, dicano il rosario io faccio la mia parte che gli altri
facciano la loro".
Tornando a casa non sapevo cosa pensare ma avevo fiducia nella Madonna.
Aprendo la porta vedo mio marito in fondo al corridoio , sono entrata e mi guardava in silenzio.
Io ho subito domandato come stava Luigi e lui mi ha riferito che improvvisamente , alle 17 la febbre era scomparsa e aveva ripreso conoscenza.
Il giorno successivo era venerdì ed io sapevo che il Padre non riceveva ma corro ugualmente a pregare la Madonna a San Vittorino.
Per caso invece sul piazzale antistante la Chiesa vedo Padre Gino gli corro in contro e vincendo la soggezione dico 'Padre ha cominciato a migliorare' e lui sorridendo 'Quando si alza digli di
venire da me' .
Parto dal Santuario dopo la Messa sicura che il nostro amico sarebbe guarito.
Dopo alcuni giorni Luigi lascia l'ospedale e il Professor Fegiz gli dice 'Io sono solo un medico e non so come lei sia vivo perchè il pancreas non lo aveva più.
Infatti sulla cartella clinica dopo l'intervento il Professore scrive' il pancreas si è dissolto in toto'.
L'incontro tra Padre Gino e Luigi è avvenuto subito dopo e è stato bellissimo
A presto
Rosanna
giovedì 13 marzo 2014, 00:22
Riflessioni
torno a scrivere i miei pensieri e i ricordi che mi riportano a Padre Gino.
In questi giorni Riccardo ho molto riflettuto sulla tua risposta e sull'importanza che tu dai alla conoscenza della verità .
Capisco benissimo la tua posizione ma qualsiasi sia la verità non cambia assolutamente l'affetto fraterno profondissimo e la riconoscenza che io avrò sempre per padre Gino.
Io non ho nulla da perdonare al Padre anzi spero che sia Lui a perdonare me per non essere riuscita sempre a seguire la strada giusta.
Quando andavo a San Vittorino ascoltavo tantissima gente raccontare le cose belle che avevano ottenuto dalla Vergine chiedendo preghiere al Padre.
Se Padre Gino era un giusto Maria si serviva di un giusto , se era un peccatore Maria si serviva di un peccatore , chi siamo noi per entrare nei disegni di Dio?
Quello che so è che io ho vissuto personalmente l'esperienza della consolazione e dell'aiuto del Padre e nel mio cuore ci sarà sempre posto per Lui.
Qualche mese fa mi provavo abbastanza vicino a San Vittorino e ho sentito un fortissimo desiderio di andare al Santuario.
C'era una strana atmosfera di tristezza, una solitudine che non so definire , tutto mi sembrava diverso e il mio spirito era oppresso dall'amarezza, ho sentito la Messa nella chiesetta in basso
quella dove avevo visto per la prima volta Fratel Gino, ho pregato per Lui e le lacrime mi scendevano giù da sole.
a presto
Rosanna
giovedì 13 marzo 2014, 23:06
Uomo fra gli uomini.
Il problema Riccardo secondo me è proprio questo : troppi cristiani per credere hanno bisogno di avere per riferimento un Santo, un carismatico, una persona da seguire, qualcuno che ci faccia
sentire buoni anzi possibilmente migliori degli altri.
Se tutti gli uomini fallissero io ,che sono un vero zero, continuerei a credere ed amare il Cristo, l'uomo della Croce che paga i miei peccati, che non prova ribrezzo per le mie colpe , Lui è
l'uomo da amare, quello che può assolvermi , comprendere il mio essere nulla.
Lui è l'uomo da imitare , anche se per me è difficilissimo, Lui è la figura affascinante e travolgente che balza vivissima dalle pagine del Vangelo, con il Suo amore e la Sua misericordia.
A me non importa se un sacerdote mi maltratta perchè so che è solo un uomo che segue i suoi pensieri e le sue convinzioni e il suo carattere, ma il MIO Signore mi perdonerà "settanta volte sette" e
quando tornerò a Lui ferita e distrutta dalla vita ucciderà il vitello grasso.
Padre Gino per me è il fratello amato che mi ha permesso di sopravvivere , ma pur sempre è un uomo tra gli uomini , quello che credo di intuire è che comunque fosse molto stanco del fanatismo che
lo circondava e per questo avesse un atteggiamento a dir poco brusco .
Io credo che la vita sia difficilissima da vivere nella strada di Cristo e quindi è importante consideraci tutti soggetti ad errori tremendi ma dobbiamo andare avanti nella certezza che il Cristo
conosce il 'patire' delle anime tormentate, e ci sarà accanto sempre.
A presto e se vuoi proseguirò con i miei bellissimi ricordi
Rosanna
venerdì 14 marzo 2014, 23:52
Sessualità natura e Chiesa.
Medito sulla tua sconvolgente analisi Riccardo, medito nella luce della fede, della consapevolezza delle mie colpe e del mio non essere .
Esiste un percorso dello spirito che porta l'uomo oltre i suoi limiti fisici e mentali , esiste una strada che lo unisce a Dio con tale forza da superare la natura umana , l'estasi è l'unione allo
Spirito Santo e in un attimo ti trovi oltre la dimensione umana, a contatto con la Divinità.
E' la via della Santità aperta ad ogni uomo ma troppo difficile da percorrere , infatti scegliere questa via significa andare oltre a tutto ciò che di umano c'è in noi per vivere solo il divino che
c'è in ogni essere , significa passare il tempo della vita alla presenza di Dio.
Ma i vincoli del nostro corpo esistono e condizionano pesantemente il cammino del ritorno a Dio , sono come una zavorra pesantissima che noi costantemente portiamo sulle spalle, sono la nostra
"prova".
Come sul Calvario Cristo cade sotto il peso della Croce così l'uomo cade sotto il peso della sua umanità, e come Cristo si solleva e dolorante riprende il suo cammino.
Ma come Cristo è aiutato da un Cireneo così noi dovremmo essere aiutati dalla Chiesa, dai Santi Sacerdoti che vivendo un contatto costante con il Divino dovrebbero avere per l'umanità la
comprensione , la tenerezza, la misericordia e la pietà che Dio riserva al suo creato.
Il Cristo condivide la condizione corporea delle tentazione umane ma resiste alle lusinghe sataniche perchè ha presente il suo destino e la sua missione.
La castità del Cristo e di sua Madre non vengono da una condanna dall'umano e della sua sessualità ma da un superamento totale della componente fisica dell'uomo, " sia fatto di me secondo la Tua
parola" è la disintegrazione totale della propria volontà, è la rinuncia a se stessi che gli uomini non riescono a fare.
Ma io credo che alla casa del Padre non ci si arrivi solo percorrendo la strada della santità ma anche vivendo la propria umanità in letizia e serenità , accettando i fratelli per quello che sono,
nella consapevolezza che le colpe sono un patrimonio comune , cercando di migliorare insieme un poco , per quello che ci è possibile, e restando certi che il Signore apprezzerà i nostri pochi
inutili sforzi di diventare figli di Dio.
Ma se la strada è così difficile chi si salverà? Quello che non è possibile agli uomini è possibile a Dio. Questa è la mia fede e il mio conforto.
Domani ancora insieme approfondiremo Riccardo le mie e le tue posizioni, un fraterno abbraccio a Padre Gino che spero dica una preghiera per la salvezza della mia anima e a te un Grazie di cuore
perché con la tua opera ci induci a meditare.
Rosanna
sabato 15 marzo 2014, 19:56
Ancora sessualità natura e Chiesa, riflessioni.
Riccardo ti assicuro che io non sono altro che una persona che ha percorso tutta la strada del male, dell'infimo, del tutto indegna dell' amore di Cristo.
La mia fede non è certo nella capacità che posso avere di diventare migliore, non è per i miei meriti ,passati o futuri , che io penso si salvarmi , troppo debole è la mia volontà troppo poche sono
le mie forze.
Io credo però che il nostro urlo disperato 'Salvaci Cristo', la nostra certezza che Lui ci ascolta arriverà al Suo cuore e come per il ladrone assassino ci dirà"oggi sarai con Me in Paradiso."
Chi paga il mio male con la morte di Croce non mi abbandonerà.
Non c'è bisogno di giustificare il peccato, anzi occorre riconoscerlo come tale e serenamente affidarlo alla Misericordia che tutto comprende giustifica e ripara.
Non ho paura dei miei peccati, mi dispiace e ho in me pentimento, ma credo che il Signore conosca i limiti degli uomini e la loro imperfezione.
Il male di Giuda non è tanto nell'aver tradito il Signore, averlo venduto e mandato a morire, questo era scritto della strada di Gesù, la sua grande colpa è non aver creduto che ciò che aveva fatto
potesse essere compreso e perdonato da Cristo.
Se ci allontaniamo dalla pietà di Dio, se cerchiamo per il nostro male giustificazioni umane o comprensione fra gli uomini restiamo comunque in una dimensione non salvifica , che forse ci farà
vivere meglio questa poca vita ma sicuramente non ci condurrà a quella serenità dello spirito che solo il Signore può darci.
Uscire dalle pastoie della nostra umanità è comunque estremamente difficile, siamo completamente condizionati da noi stessi e dalle nostre debolezze , è allora che ci accorgiamo che i privilegiati
non sono i teologi , non sono gli uomini che 'sanno e ragionano di Dio' ma i piccoli, gli umili, quelli che non hanno una fede tormentata ma si abbandonano al Signore con il sorriso e la
fiducia.
I Giganti di Padre Gino : Benedetta e Tonino
Non ricordo oggi per quale meravigliosa circostanza iniziai ad occuparmi di Benedetta e Tonino.
Erano fratelli lui cieco ,lei molto malata , venivano da S. Giovanni Rotondo, dopo la morte di Padre Pio Fratel Gino li aveva portati con se a San Vittorino e pensava a loro .Vivevano in stato di
estrema povertà e la piccola pensione riservata ai non vedenti tardava ad arrivare.
Decisi di aiutarli, questa donnina sempre sorridente che assisteva un fratello cieco pur essendo tanto malata mi commuoveva nel profondo , io lavoravo e per me era un sacrificio possibile.
Andavo a trovarli, a portare loro quello che ero riuscita a mettere da parte e qualcosa da mangiare.
Nella povera casa c'era una sedia alla quale Benedetta aveva messo un fiocco bianco e quando andavo mi faceva il suo regalo:" siediti questa e' la sedia dove si siede Padre Gino"
Anche se rimanevo sicuramente in piedi ero felice del suo pensiero.
In quella casa la presenza della "Madonnina" , come la chiamava Benedetta, era tangibile .
Ho vissuto momenti di grande fede e serenità e questi ricordi ancora mi scaldano il cuore.
I ricordi e le riflessioni mi hanno accompagnato anche oggi , spero di poter continuare a cercare con te Riccardo la strada per restare accanto al Padre a dimostrargli il nostro affetto.
Rosanna
Ottavio Cembalo"